La nuova rivoluzione umana, vol. 5, pag. 71
Nonostante fosse ancora ottobre, l’aria era fredda. Zurigo era la città più grande della Svizzera, le sue vie rivelavano una grazia e una bellezza silenziose. Camminare per la Città Vecchia, con le sue storiche costruzioni, era come tornare indietro nel Medioevo. Lontano, protese verso il cielo, al di là del fiume Limmat che scorre dal lago di Zurigo, si scorgevano le guglie della cattedrale di Grossemünster.
[…]
Chiacchierando, percorsero la strada fino alla stazione centrale e passarono attraverso la zona commerciale di Bahnhofstrasse. Poco lontano, sulla sinistra, videro la statua in bronzo di un uomo che dava la mano a un bambino.
«Chi è quell’uomo?» chiese Shin’ichi.
«È un famoso educatore, Pestalozzi» rispose Eiji Kawasaki.
«Davvero? Pestalozzi è nato qui a Zurigo?».
Shin’ichi sorrise. Si ricordò con piacere che aveva scritto un articolo intitolato “Il grande educatore, Johann Heinrich Pestalozzi” quando era redattore della rivista Il Giappone dei ragazzi, edito dalla casa editrice di Josei Toda.
Guardando la statua, come se stesse improvvisamente ricordando qualcosa, iniziò a parlare: «Avete mai sentito parlare di Barbara Schmid, soprannominata Barbery, una persona che ebbe una grande influenza su Pestalozzi?».
«Era la cameriera della famiglia Pestalozzi. Quando Johann Heinrich aveva cinque anni, il padre morì e il suo ultimo desiderio fu che Barbery stesse vicino a sua moglie, aiutandola a crescere i bambini. Barbery promise di curare la signora Pestalozzi per il resto della sua vita e mantenne la sua promessa». La sera iniziò a scendere e il cielo si fece sempre più violaceo.
«Johann Heinrich aveva un fratello maggiore e una sorella più piccola» continuò Shin’ichi. «Sua madre dovette crescere i tre bambini da sola. La famiglia non aveva denaro o proprietà su cui contare e la loro vita fu molto difficile. Barbery visse queste difficoltà come un membro della famiglia e aiutò la signora Pestalozzi con i bambini. Si dice che Barbery, per cercare di comprare verdura e uova a un prezzo minore, si recasse al mercato parecchie volte al giorno per trovare dei venditori che, in procinto di andarsene, fossero disponibili a vendere le rimanenze a un prezzo ridotto.
«Nonostante non avesse alcun tipo di istruzione scolastica, era altruista, onesta e molto saggia. Manteneva sempre la parola e aveva una grande forza interiore».
Pestalozzi fu profondamente commosso dalla devozione di Barbery nel proteggerlo e curarlo. Se non fosse stato per l’influenza di questa donna e per l’ispirazione che gli diede, Pestalozzi molto probabilmente non sarebbe mai diventato un grande educatore. Alla fine dichiarò che non l’avrebbe mai dimenticata.
Questo è un punto molto importante. Il vero valore di un essere umano non è determinato dalle sue conoscenze accademiche, dalla posizione sociale o dai titoli onorifici, ma dalla sua affidabilità e onestà. Coloro che possiedono queste virtù brillano di vera umanità. E l’umanità apre i cuori delle persone, toccandoli e ispirandoli.
[…]
Raccontò un episodio degli ultimi anni di vita dell’educatore svizzero: un giorno, un vecchio stava camminando lungo la strada con l’aiuto di un bastone, curvandosi di tanto in tanto per raccogliere qualcosa. Un poliziotto, che aveva osservato l’uomo anche il giorno prima, gli chiese con sospetto: «Cosa sta facendo?».
«Niente di importante» rispose l’uomo con un sorriso. Ancora più sospettoso, il poliziotto fece per perquisirlo. Con rassegnazione, il vecchio mise la mano in tasca e ne tirò fuori dei pezzi di vetro.
«Perché diavolo li sta raccogliendo?» chiese il poliziotto.
«Se i bambini dovessero calpestarli, si ferirebbero» replicò tornando alla sua occupazione.
Il vecchio era appunto Pestalozzi.
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Il mio ritmo maestro
Sono la musica e la conoscenza di un famoso batterista americano che portano Matthias a sperimentare da subito il Buddismo. In seguito, la promessa di contribuire a kosen-rufu per sempre
di Matthias Brodbeck
Quando hai iniziato a praticare il Buddismo e perché?
Nel 1996 ebbi l’occasione di prendere lezioni di percussioni da Mike Clark, un batterista americano che ho sempre ammirato e che era in tournée in Svizzera. Durante quegli incontri mi mostrò molti ritmi differenti e alla fine mi propose il ritmo di Nam-myoho-renge-kyo. Mike mi incoraggiò a recitare prima dei concerti e io provai subito. Sentii una forza diversa che mi sosteneva durante i miei spettacoli, così Nam-myoho-renge-kyo iniziò a essere il mio “ritmo maestro” che comprendeva tutti gli altri ritmi che suonavo. A quel tempo, non sapevo niente della SGI e non conoscevo nessun membro in Svizzera. Dopo aver sperimentato per un anno la pratica buddista, mi sono imbattuto in un libro di Richard Causton, dove sono spiegate accuratamente le basi della fede. Ebbe un forte impatto su di me, e vi scoprii che oltre al Daimoku c’era anche la pratica di Gongyo che si impara a fare insieme ai membri della Soka Gakkai.
Io volevo assolutamente imparare la pratica corretta, così chiamai il Centro culturale di Zurigo e dissi a una signora che mi ascoltava stupita: «Io voglio diventare membro». Quello fu il mio primo impatto con la Soka Gakkai Svizzera e nel 1998 ricevetti il Gohonzon.
Qual è la caratteristica delle attività della Soka Gakkai in Svizzera?
In Svizzera abbiamo sessantasette gruppi in tutto il paese; qui, l’attività più importante sicuramente è sempre stata, e sempre lo sarà, la riunione di discussione a livello di gruppo. Questi incontri hanno luogo una volta al mese. Desideriamo rafforzare la fede di ogni membro e sostenere lo sviluppo delle riunioni di discussione, per questo abbiamo creato anche le riunioni mensili per Divisione, come kosen-rufu Gongyo e i meeting di studio. Quest’anno per rispondere alle aspettative del nostro maestro e celebrare il cinquantesimo anniversario della prima visita di sensei in Europa e del centenario della Soka Gakkai, che si celebrerà nel 2030, ci stiamo impegnando per far crescere sempre più persone capaci cominciando dai nostri gruppi, creando riunioni che siano sempre più gioiose, vivaci e incoraggianti.
Ci racconti un episodio di un tuo incontro col presidente Ikeda?
Nel 1998 ho avuto l’opportunità di partecipare al corso della Divisione giovani in Giappone. Durante quei giorni ho avuto la fortuna di incontrare sensei due volte: alla cerimonia di conferimento di un premio e alla riunione mensile di Centro. Queste occasioni sono state veramente due momenti fondamentali nella mia vita nei quali mi sentii come rinascere. Durante il primo incontro, quando eravamo insieme al presidente Ikeda, in alcuni momenti ho provato un’incredibile e indescrivibile purezza della vita e infine ho percepito con chiarezza di aver “toccato e abbracciato” anche la vita di mio padre. Il secondo invece è stato molto diverso: per esprimere la determinazione di noi giovani, abbiamo cantato per il presidente Ikeda March Toward the Twenty-first Century. In quell’istante, con una gioia mai sentita prima, ho promesso che avrei lottato per kosen-rufu come discepolo di Ikeda per tutta la vita.
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Centro, centre o zentrum?
La SGI svizzera è nata ufficialmente nel 1989. La sua sede centrale si trova dal 1997 nella Svizzera francese, nel comune di Versoix, cittadina poco distante da Ginevra e lambita dall’omonimo lago.
La comunità dei credenti della SGI conta oggi circa mille membri. I Centri culturali svizzeri sono tre, esattamente come le lingue che vi si parlano, quasi a significare l’aderenza della pratica alla cultura e alla lingua del paese. Infatti, gli altri due Centri si trovano rispettivamente a Zurigo per la Svizzera tedesca e a Lugano per la Svizzera italiana.
Le attività promosse nella società in questi anni sono molteplici: tra le più importanti, la mostra “Dipinti e disegni di ragazzi e ragazze del mondo”, con oltre trecento opere create da bambini provenienti da tutto il mondo su temi quali la pace e l’amicizia, ospitata nel 2000 presso l’Università di Ginevra e la mostra “Gandhi, King, Ikeda: insieme per la pace”, ospitata nelle città di Neuchâtel e Bienne.
Una serie di esposizioni sono state allestite presso il Palais des Nations, ufficio di rappresentanza delle Nazioni Unite a Ginevra, tra le quali: “Verso un secolo di umanità: i diritti umani nel mondo contemporaneo” nel dicembre 1993 e nel febbraio 1994, con il supporto del Centro delle Nazioni Unite per i diritti umani e “Linus Pauling e il XX secolo” che è stata successivamente ospitata anche presso il Centro Medico Universitario dell’Università di Ginevra. Nel maggio 2008, la mostra della SGI “L’abolizione delle armi nucleari e la sicurezza dell’umanità”, si è tenuta nella sede centrale dell’ONU a Ginevra.