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WWW: una sezione on line su Josei Toda - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:46

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WWW: una sezione on line su Josei Toda

Un sito in lingua inglese per conoscere meglio il secondo presidente della Soka Gakkai

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Un sito in lingua inglese per conoscere meglio il secondo presidente della Soka Gakkai

Un bel verde prato primaverile: questo il colore della testatina del sito www.joseitoda.org, aperto in occasione del 16 marzo 2008 dalla Sgi. Sul sito è possibile reperire informazioni sulla vita e la filosofia educativa di Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai. La homepage offre una panoramica essenziale ma dettagliata sulla sua figura e una piccola frase che cambia ogni giorno (e il cui titolo è una sorta di gioco di parole: Today’s quotation).
Diverse le sezioni presenti – la cronologia, educare alla creazione di valore, un rivoluzionario religioso, il secondo presidente della Soka Gakkai, una visione universale, le citazioni, l’album fotografico, le fonti, resoconti di attività – ognuna articolata a sua volta in altre diramazioni che offrono spunti di riflessione su aspetti come il concetto di rivoluzione umana, la relazione fra maestro e discepolo e numerosi altri.
Ricco nella semplicità espositiva, il sito è di facile fruizione e merita più di una visita, dal momento che può essere usato anche per far conoscere la figura di Toda a chi è estraneo al “mondo buddista”.
Alessandro Giorni

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La forza del sorriso
Ritratto di Kaneko Ikeda

Un incontro a tu per tu con la famiglia Ikeda, che consente di cogliere gli aspetti più semplici e quotidiani, ma anche le sfide e le vittorie di una famiglia che ha fatto propria la causa della felicità del genere umano. (vedi NR, 392, 22)
Esperia, 128 pagine, € 8,00

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3 maggio, giorno della Soka Gakkai

«Il 3 maggio 1951, sotto un cielo splendido, Toda venne nominato secondo presidente della Soka Gakkai» (NR, 199,16). Toda, che promise e realizzò il sogno impossibile di condurre 750.000 famiglie ad abbracciare la fede nel Gohonzon e nel Buddismo di Nichiren Daishonin, morirà appena otto anni più tardi, lasciando in eredità il testimone di kosen-rufu alla Divisione giovani. Lo spirito del Buddismo rimane lettera morta se non si traduce in concreta espressione: Ikeda aveva dato dimostrazione di cosa sia la piena coerenza d’intenti e d’azione, per questo «giunse il giorno lungamente atteso: l’aria di maggio era fresca, il cielo terso dopo una pioggia caduta la sera prima. Gli alberi lungo i viali avevano cominciato a mettere le foglie nuove e il verde riluceva illuminato dal sole. Il 3 maggio 1960 si tenne la ventiduesima riunione primaverile della Soka Gakkai durante la quale Shin’ichi Yamamoto sarebbe stato nominato terzo presidente» (RU, 12, 361). Ikeda, sostenuto da tutti e amato dai giovani, ha perpetuato fattivamente il desiderio e la necessità di affidare ai giovani stessi il futuro di kosen-rufu, dando fiducia con incarichi di responsabilità a persone di volta in volta adeguate alle varie situazioni, con incoraggianti discorsi e dialoghi con i giovanissimi, sempre guardando avanti insieme, fianco a fianco, mai una spanna più su o discostamente.
Ecco, il senso del 3 maggio si può riassumere in questo atteggiamento, che Ikeda stesso riferisce nella Rivoluzione umana come «quello che sento di dover fare è di continuare a lottare seguendo il modello del mio maestro per realizzare la pace nel mondo e la felicità del genere umano. È questo il sentiero che devo percorrere, per ripagare il debito di gratitudine che ho nei confronti del mio maestro. È il cammino della rivoluzione umana».
Il 3 maggio può essere, quindi, definito giorno del passaggio del testimone: come in una staffetta da Toda a Ikeda, da Ikeda a ciascuno di noi. Da ora in poi, siamo in corsa proprio noi!

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A Reggio Emilia confronto fra cristiani, buddisti e baha’i
La spiritualità, l’impegno sociale e i giovani: questi i temi affrontati nella tavola rotonda divenuta un atteso appuntamento annuale.

Lo scorso 17 febbraio, a Reggio Emilia, presso la sala del Mauriziano, si è tenuta la tradizionale “Giornata della religione mondiale”. La tavola rotonda interreligiosa è stata promossa dalla locale comunità Baha’i, in collaborazione con l’Associazione culturale Qol e con il patrocinio dell’Assessorato alla cultura del comune di Reggio Emilia. Il tema trattato era Spiritualità, impegno sociale, giovani: le religioni a confronto.
Rossella Taglini della Soka Gakkai ha affrontato il tema dal punto di vista buddista. Ha spiegato quale grande fortuna sia per un giovane incontrare un maestro che gli permetta di riconoscere il proprio valore e riuscire così a trasformare la vita. Poiché gli esseri umani sono legati da una rete nei cui nodi sono incastonati dei diamanti che riflettono la luce gli uni degli altri, il cambiamento della vita di un singolo individuo porta a un cambiamento della società.
L’esperienza cristiana è stata portata da Giampaolo Anderlini. Non ci può essere continuità, trasmissione, tradizione – ha detto – senza un rapporto tra le generazioni, senza qualcuno che possa trasmettere la propria fede a una generazione nuova la quale ha l’onere di farla propria, di viverla per poi trasmetterla a sua volta.
Per la comunità Baha’i è intervenuta Grazia Cannavò che ha ricordato quali miniere di inestimabile valore siano i giovani e che, se la santità non è altro che lo sviluppo dei talenti, allora gli adulti devono fare in modo che i tesori racchiusi nei loro cuori si manifestino. Come? Attraverso l’educazione, per aiutare i giovani a scegliere piuttosto che essere scelti dalla vita.
Hanno arricchito la giornata i contributi dei partecipanti che con le loro osservazioni hanno dato vita a un vero e proprio dialogo tra tutti i convenuti.
Cristina Sereni

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Pregando con sensei
Domenica 9 marzo, al Centro culturale di Roma, una giornata dedicata alla relazione fra maestro e discepolo.

Il 2 gennaio, in occasione dell’ottantesimo compleanno del presidente Ikeda, nasce l’idea di riunirsi e di recitare tutti insieme per sensei e con sensei, col desiderio di accoglierlo ancora una volta in Italia e di realizzare vite piene di soddisfazione. I membri del Lazio, inoltre, hanno l’obiettivo di trovare al più presto il nuovo Centro culturale a Roma e di realizzare 19.000 membri entro il 2010.
La riunione si svolgerà ogni prima domenica del mese. Il programma comprende una rosa di orari per Gongyo mattina e sera e la possibilità di recitare Daimoku tutto il giorno, dalle dieci alle diciotto. Inoltre viene proiettato il video della riunione mensile del presidente Ikeda in quattro momenti diversi. C’è anche la possibilità di fare l’offerta (zaimu) durante tutta la giornata.
Ciò che salta immediatamente agli occhi, in queste giornate, è il numero elevato di persone che partecipano alla recitazione e la concentrazione di tutti sugli obiettivi comuni, anche da parte di chi pratica da poco. Inoltre, da piccole interviste fatte ad alcune persone, scelte a campione per ogni divisione, è emerso un forte desiderio di approfondire il proprio legame con il maestro. Un ragazzo mi ha confessato che vorrebbe tanto che il suo papà fosse simpatico e affettuoso come sensei! Una signora invece ha espresso una grande comprensione per Kaneko Ikeda, che con tanta pazienza ha saputo stare vicino e dare sostegno a un uomo che ha impegnato la sua vita per la felicità di tutti noi. Si sente inoltre, in tutti i discorsi, la consapevolezza di quanto sia importante approfondire sempre di più il significato del rapporto fra maestro e discepolo per andare avanti correttamente nella pratica, come nella vita.
Laura Gilardi

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Portoferraio getta semi di cambiamento

Dal 4 all’11 febbraio a Portoferraio è stata presentata la mostra I semi del cambiamento in collaborazione col Comune e col patrocinio del Parco nazionale dell’arcipelago toscano (nella foto i membri elbani, organizzatori dell’evento). Riportiamo i commenti di alcuni dei 1.500 visitatori: «Bella mostra: mi ha fatto riflettere. Cambierò molte abitudini» (Mirko). «Mi ha colpito la frase “io posso”, perché con due sole parole si può far riflettere un mondo intero» (Davide).

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Italiani nel mondo / Guernsey / L’isola che c’è

Con alle spalle un licenziamento da dirigente marketing (e relativa causa legale in corso), una diagnosi di epatite C, un amore finito male e tanti anni di attività nella Sgi – pratico dal ’91 – nel 2002 sono partito da Palermo per Guernsey, un’isola del Canale della Manica. Ad aspettarmi, un lavoro in hotel. Arrivato a Sado (pardon, a Guern­sey), contattai i membri locali. Aspettai un po’ prima di essere ricontattato dal responsabile dell’unico gruppo buddista dell’isola, poiché la riunione di discussione – l’ho capito dopo – si teneva una sola volta al mese, così come gli incontri di studio. La comunità locale conosceva il Buddismo grazie al Guernsey Press, quotidiano dove Richard, il responsabile, pubblicava i suoi articoli. I primi tempi soffrii della mancanza dei ritmi pressoché quotidiani delle attività in Italia. E poiché alle riunioni di discussione si parlava poco del legame tra maestro e discepolo, decisi di portare tutte le volte una mia esperienza a riguardo, incoraggiando i compagni di fede a studiare La rivoluzione umana, determinando di risolvere i miei problemi insieme a loro. Dopo le riunioni ci si incoraggiava davanti a una tazza di té, scambiandoci esperienze e confidenze, consapevoli di essere pionieri di kosen-rufu: cinque preziosi Budda in un arcipelago di sessantacinquemila abitanti, oltre gli stranieri. Nessuno di noi, tornando a casa, scordava i problemi degli altri. Ad esempio, quando mi sottoposi a una biopsia al fegato, fuori dalla sala operatoria trovai Richard e Hazel, sua moglie e corresponsabile, pronti ad accompagnarmi in hotel, “coprendo” la mia camminata irregolare (preferivo non far sapere nulla al lavoro). Anche con gli altri del gruppo, Keith, John e Maria facevamo a gara per aiutarci, e lo stesso fu con Robert Samuels, direttore generale Sgi-Uk, come con altri responsabili nazionali. Questi forti legami mi hanno permesso di “trasformare il veleno in medicina” e di vivere “felice e a mio agio” durante un periodo difficile, portandomi a scoprire il mio talento per la pittura. Passeggiando lungo gli incantevoli litorali dell’isola, mi è venuto in mente un passo dal Gosho I tre maestri del Tripitaka pregano per la pioggia: «Un albero che è stato trapiantato non vacillerà, anche in presenza di forti venti, se vi è un solido palo che lo sostiene. Ma anche un albero cresciuto nella sua sede naturale può crollare se le sue radici sono deboli. […] una persona di notevole forza, se si trova sola, potrebbe perdere l’equilibrio lungo un sentiero accidentato» (SND, 8, 201). Sono stati tre anni intensi, lavoravo in albergo e studiavo marketing: desideravo specializzarmi nella mia vera professione, e vidi aprire la scuola proprio di fronte all’hotel! Trovai un medico specialista di epatite: oltre a curarmi mi fece ottenere la licenza equivalente alla nazionalità, potevo così affittare una casa e non vivere più in hotel, ricevendo ben due sussidi statali (invalidità temporanea e spese di affitto). Sono tornato in Italia con cinque vittorie: 1) spirito rinnovato; 2) epatite e fegato completamente guariti; 3) gratitudine aumentata per la Sgi; 4) scoperta del mio talento per la pittura; 5) diplomi del Chartered Institute of Marketing. Determinando di creare sempre valore e quel clima di solidarietà vissuto con i compagni di Guernsey, sento di aver imparato e scelto quel senso di responsabilità che i tre presidenti della Soka Gakkai hanno trasmesso attraverso i loro preziosi sforzi.
Angelo Arrigo

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L’eredità della Legge fondamentale della vita

Esce un volume che raccoglie la spiegazione del presidente della Sgi sul Gosho L’eredità della Legge fondamentale della vita in corso di pubblicazione su Buddismo e Società

Daisaku Ikeda, Lezioni sugli scritti di Nichiren Daishonin, esperia, € 9,00

Daisaku Ikeda ritorna su questo scritto importantissimo di Nichiren, approfondendo ulteriormente, rispetto alla precedente lezione risalente agli anni Novanta (vedi La vera entità della vita pubblicato nella stessa collana) il tema centrale della filosofia buddista, ovvero il significato della vita e della morte e il superamento e la trasformazione della sofferenza.
Vita e morte sono i grandi misteri su cui si concentra l’attenzione della religione. Dopo la morte spariremo semplicemente nel nulla, come tante persone tendono a credere, oppure faremo ritorno a una luminosa “anima” immortale come sostengono molte tradizioni religiose sia orientali che occidentali? O ancora, come insegna Shakya­muni nell’esporre la Via di mezzo, non accadrà né l’una né l’altra cosa? Il Budda rifiutò le due visioni estreme della morte: quella che considera la morte come annientamento o completa cessazione del sé e quella che riteneva che il sé permane sotto forma di un’anima o spirito immortale e immutabile. Questi punti di vista considerano la vita e la morte come opposte. La comprensione profonda che permise a Shakyamuni di conseguire l’Illuminazione rappresenta la saggezza per vincere le illusioni e la sofferenza rispetto alla morte.
Ed è questo, secondo il commento di Ikeda, il motivo essenziale che anima la compassione del Budda e che lo spinge ad affrontare qualsiasi difficoltà pur di alleviare le sofferenze di tutti gli esseri viventi e condurli alla suprema Illuminazione. La lettera fu scritta da Nichiren durante uno dei periodi più difficili della sua esistenza, l’esilio di Sado, al discepolo Sairen-bo, anch’egli esiliato per motivi sconosciuti. Nel testo l’autore espone anche l’importante principio chiamato “diversi corpi, stessa mente” (itai doshin) che egli riteneva essenziale per la corretta trasmissione del suo insegnamento nel futuro, e incoraggia tutti i discepoli a perseverare nel proprio cammino di fede.
Monica Rossi

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Il fascino discreto della fotocopia
A proposito della diffusione di un articolo di Akio Nakano e di altri scritti

Nonostante tutto, continuano a proliferare gli scritti di dubbia origine sul Buddismo. Tradotti, spesso, alla meno peggio, fotocopiati e distribuiti alle riunioni di discussione o inviati a tappeto tramite email, non essendo pubblicati sulle riviste dell’Istituto portano con sé un certo sapore “esclusivo”. Certo, se uno si chiedesse perché non vengono pubblicati, potrebbe cominciare a dubitarne: si tratta spesso, infatti, di materiale poco attendibile se non addirittura fasullo (vedi poesie attribuite a D. Ikeda o a J. Toda, NR, 343, 12). Il caso di cui ci occupiamo questa volta riguarda la trascrizione di un discorso di Akio Nakano, un responsabile giapponese della prefettura di Chiba, diffuso con il titolo I motivi per cui praticare il Buddismo. Non è nostra intenzione addentrarci nel contenuto; quello che vorremmo qui sottolineare è che tale materiale rispecchia alcune opinioni personali, comunque discutibili, dell’autore che peraltro non pretendono di essere assunte o proposte come “guide di fede”. Fermo restando che ciascuno è libero di leggere ciò che vuole e di trarne le sue conclusioni, se il desiderio è quello di approfondire la fede, la pratica e lo studio del Buddismo e trasmetterlo agli altri, il nostro consiglio è di rivolgersi al Gosho di Nichiren Daishonin e ai tanti discorsi, saggi, dialoghi e lezioni di Daisaku Ikeda – tutto materiale pubblicato e reperibile – prima che a testi di qualcuno di cui conosciamo solo il nome.
Stefano Niccoli

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