Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Wild, wise boys! - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:33

456

Stampa

Wild, wise boys!

Koichi Samuels e Chris Larkin

Entrati in contatto tramite la scuola, Koichi e Chris hanno in comune un percorso complesso attraversato dall’uso di stupefacenti. Ma accanto a questo abisso, la luce della speranza: Koichi parla della pratica a Chris. La loro esperienza, parallela e intrecciata al contempo, trova la propria essenza in una frase di Ikeda molto amata da Koichi: «È attraverso il duro lavoro e la lotta che siamo capaci di creare uno splendente archivio di risultati nelle nostre vite. In che misura lo facciamo determina la nostra fortuna come esseri umani e serve come prova che abbiamo vissuto un’esistenza utile»

Dimensione del testo AA

Entrati in contatto tramite la scuola, Koichi e Chris hanno in comune un percorso complesso attraversato dall’uso di stupefacenti. Ma accanto a questo abisso, la luce della speranza: Koichi parla della pratica a Chris. La loro esperienza, parallela e intrecciata al contempo, trova la propria essenza in una frase di Ikeda molto amata da Koichi: «È attraverso il duro lavoro e la lotta che siamo capaci di creare uno splendente archivio di risultati nelle nostre vite. In che misura lo facciamo determina la nostra fortuna come esseri umani e serve come prova che abbiamo vissuto un’esistenza utile»

Amici non per caso
di Koichi Samuels

Sono nato in una famiglia che pratica il Buddismo di Nichiren Daishonin, ma non provavo alcun interesse verso questa religione. Ero piuttosto il tipico adolescente britannico interessato a rock, ragazze, feste e… a tutte le cose che, messe al centro della mia vita, la rendevano in realtà infelice. Come teenager ero un personaggio della scena rock cittadina, facevo uso di droghe e alcool, e non ero assolutamente in grado di apprezzare la relazione sentimentale che vivevo.
Conobbi Chris quando aveva tredici anni e io due di più; all’epoca era stato espulso dalla scuola, fatto che lo rendeva importante agli occhi dei più. Era un ragazzo abbastanza selvaggio. Fu accolto dal mio gruppo di amici, che col tempo fu anche la sua unica occasione per avere legami sociali, dato che aveva rotto con la famiglia e non aveva più niente di tutto ciò che caratterizza la vita di una qualsiasi persona.
Non che io stessi meglio, anzi la scuola era un lontano ricordo, avevo avuto problemi con la polizia, stavo scivolando verso la depressione. Quando mi ritrovai con le spalle al muro, mi rivolsi all’unica cosa che pensavo potesse darmi aiuto: la religione dei miei genitori. Stupii me e tutti quelli che mi conoscevano. Ottenni voti abbastanza buoni a scuola e decisi di andare fino in fondo. Intanto il mio amico Chris viveva per strada perché i genitori lo avevano sbattuto fuori di casa. Passò vari guai per la droga e a causa di alcuni episodi psicotici fu ricoverato – dopo un passaggio in casa-famiglia – in una struttura per la cura della salute mentale.
Anche per me risalire la china non era facile, e nonostante i buoni risultati in vari campi della vita, mi riallontanai dalla pratica, ricadendo nelle vecchie abitudini. Corpo e mente erano devastati, l’obiettivo che avevo espresso una volta di poter frequentare l’Università Soka negli USA era più che altro il remoto barlume di un sogno. Poi con la mia famiglia nel 2005 andammo in California perché mia sorella stava per accedere all’Università Soka. Quei sei giorni trascorsi costantemente con i miei genitori mi fecero percepire un rinnovamento, come se fossi uscito da un lungo, buio, freddo inverno e avessi iniziato a vivere una fresca e luminosa primavera. La mia vita era passata attraverso quei periodi bui per poter assaporare il Buddismo appieno.
Al ritorno in Inghilterra decisi di partecipare a un corso dedicato alla Divisione giovani uomini. Le persone che erano al corso si interessavano sinceramente a me, se ero felice o se stavo male. Vidi anche la vera natura delle amicizie vissute fino a quel momento: relazioni basate sul disinteresse reciproco. Decisi di essere quel tipo di persona che può sostenere gli altri incondizionatamente e renderli capaci di diventare felici. Inoltre, al corso percepii per la prima volta il presidente Ikeda come mio maestro. Durante il corso firmammo un “Impegno dei giovani europei” per sensei. Ascoltando le sue guide e lo spirito dei suoi discorsi decisi di leggere i suoi libri e saperne di più. Quando tornai dal corso ero determinato a praticare seriamente il Buddismo e a studiare i suoi scritti ogni giorno. Questa determinazione, sorta quattro anni fa, ancora oggi non si è affatto affievolita.
Dall’aprile del 2009 studio giapponese all’Università Soka di Hachioji in Giappone. È stato un beneficio incredibile e ho potuto sperimentare l’educazione Soka personalmente. Studiare in Giappone non è sempre facile e anche se qui sono fisicamente più vicino al presidente Ikeda, a volte mi sono sentito molto più lontano; ora sono determinato più che mai a far vivere lo spirito del presidente Ikeda nelle mie azioni. Ho un progetto: frequentare il dottorato dell’Università Soka che ha lo scopo di formare docenti in Giappone, diventare insegnante di inglese e lavorare come tale fino a trent’anni, quando tornerò in Gran Bretagna.
Nel frattempo non avevo dimenticato Chris, anzi avevo ripreso i contatti con lui, che cominciò a praticare. Insieme andavamo a tutte le riunioni, facevamo Daimoku, studiavamo le guide di Ikeda: lui cominciava a liberarsi progressivamente del proprio passato. Tutti gli sforzi fatti per sostenerlo e tutti gli sforzi che anche lui fece per sostenere me, trasformarono la sua vita. Sviluppammo un grande desiderio di parlare ai nostri amici del Buddismo poiché sapevamo che molti di loro soffrivano ancora per le esperienze passate. Con il supporto e la collaborazione dei responsabili delle Divisioni uomini e donne avviammo degli incontri per i giovani dei nostri settori e, dato che eravamo in molti, in breve fu stabilita una seconda riunione. Visite a casa, lo sforzo di apprezzare le battaglie e le vittorie di ognuno, portarono tutti a ricevere il Gohonzon. Vedere i miei amici che trasformavano la propria vita mi dava la conferma della correttezza del percorso intrapreso. Felicità e fortuna erano la benzina per sostenere gli altri, l’incoraggiamento ci portava a creare relazioni sempre più forti e profonde.
Chris mi ha insegnato il significato della vera amicizia e mi ha fatto capire quali sono i tesori del cuore. Anche se adesso non possiamo parlare così spesso, so che cosa mi ha davvero spinto ad andare avanti. Stando al suo fianco ho imparato a sostenere e abbracciare veramente una persona che soffre. Abbiamo imparato cosa è possibile realizzare quando hai il coraggio di recitare Daimoku per ciò che sembra impossibile. La nostra amicizia ha salvato entrambe le nostre vite e inoltre ha influenzato tutte le persone nel nostro ambiente. Oggi Chris, dopo aver risolto il nodo familiare, ha realizzato il sogno di frequentare l’Università Soka negli Stati Uniti d’America.

Chi ritrova un amico trova un tesoro
di Chris Larkin

Sono cresciuto in una fattoria alla periferia di Londra. Da bambino, non perdevo occasione di disobbedire ai miei genitori. Mi mandarono in un collegio a High Wycombe a qualche chilometro da casa. All’età di dodici anni ero già stato espulso da quel collegio e anche da un altro. Passai i due anni successivi lontano dalla scuola, in un vortice di droghe, crimini e autodistruzione. Rubavo soldi ai miei genitori per comprare la droga e a volte litigavo così violentemente con loro che erano costretti a chiamare la polizia. Fu allora che incontrai il Buddismo di Nichiren Daishonin per la prima volta. Un mio amico, Koichi, mi disse che recitando Nam-myoho-renge-kyo potevo cambiare la mia vita. Recitai per qualche minuto e questo fu tutto.
Quando compii quindici anni, i miei genitori mi sbatterono fuori di casa per il mio bene. Passai i successivi due mesi vivendo in una tenda sotto un ponte, spacciando droga per mangiare. Un giorno, assunsi una dose così massiccia di stupefacenti ed ebbi delle allucinazioni così violente che pensai di aver perso la testa. La polizia mi trovò e mi portò in un ospedale psichiatrico. Dopo sei giorni le autorità mi inserirono in una casa-famiglia per ragazzi a rischio. Passai in cinque strutture di quel tipo fino a quando, all’età di sedici anni, l’uso della droga e la violenza mi fecero finire in un carcere minorile per otto mesi. Dopo poco ero di nuovo senza un tetto, vendevo droga e commettevo crimini per acquistarla. Proprio prima dei miei diciassette anni, ebbi un altro crollo psicotico, questa volta molto più serio di quelli precedenti. Dopo aver passato tre mesi in un ospedale psichiatrico, Koichi mi venne a far visita per incoraggiarmi a recitare Daimoku, e mi donò un libretto di Gongyo e un juzu. Recitammo Nam-myoho-renge-kyo insieme, e leggemmo alcuni scritti di Nichiren Daishonin e le guide del presidente della SGI Daisaku Ikeda. Nel giro di un mese fui dimesso. Potevo scegliere: tornare a una vita fatta di droga e crimine – un sentiero verso la morte – o potevo fare qualcosa per la mia vita. Questa volta, scelsi la vita. Tornai a High Wycombe, dove “costruii” una solida pratica buddista e partecipai a tutte le attività della SGI che potevo. Il calore e la compassione che sentii dai membri della SGI inglese furono incredibili. Per la prima volta nella mia vita provavo speranza.
Nell’estate del 2006, incontrai un’inglese che studiava all’Università Soka d’America. Quando mi disse che il presidente Daisaku Ikeda aveva fondato l’università sui princìpi della pace e della sacralità della vita, sognai di studiare lì.
Cominciai a fare corsi di recupero in matematica e inglese per poter entrare al college pur non avendo un diploma di scuola superiore. Ogni giorno percorrevo sessantacinque chilometri all’andata e al ritorno per andare a scuola e partecipavo alle attività della SGI-UK. Approfondii anche la relazione col mio maestro, il presidente Ikeda, studiando i suoi scritti e cercando di applicarli alla mia vita. Presto mi riavvicinai ai miei genitori e cominciai a sanare il danno che avevo fatto.
Il 16 marzo 2008 divenni responsabile di settore della Divisione giovani uomini e determinai di frequentare l’Università Soka d’America entro l’autunno 2009. Per realizzare questo obiettivo mi iscrissi a un college che aiutava gli studenti rimasti a lungo fuori dall’istruzione a recuperare gli studi, per poi frequentare l’università. Attraverso le mie attività di rappresentante degli studenti ad Aylesbury, fui selezionato come uno dei venti studenti inglesi a partecipare al National Learner Panel, un’iniziativa governativa affinché la voce degli studenti potesse contribuire alle politiche educative. Come vicepresidente, lavorai con molte persone al governo, incluso il Ministro dell’educazione, a cui donai una copia del libro di Ikeda Educazione Soka. Durante quel periodo feci domanda all’Università Soka d’America e a diverse università inglesi. Nonostante la mia istruzione frammentaria, fui ammesso a quattro delle migliori Università d’Inghilterra. Il 12 marzo 2009 l’Università Soka d’America accolse la mia richiesta. Ero estasiato, ma prima dovevo ottenere un visto per gli Stati Uniti – una cosa non semplice per uno che aveva una lunga serie di crimini giovanili sulla fedina penale.
Passai tre mesi a raccogliere referenze dai miei datori di lavoro, insegnanti e anche dal Ministro dell’educazione. Il 19 giugno, il mio colloquio all’ambasciata americana fu breve e freddo. Il mio visto fu negato. Uscii dall’ambasciata e camminai fino a metà strada prima di esplodere in lacrime davanti a un caffè. Andai diretto da quei compagni di fede che mi avevano sostenuto fino a quel momento. Mi incoraggiarono caldamente e senza esitazioni a non arrendermi e recitammo Daimoku insieme. Mentre pregavo per trovare una soluzione, lessi e rilessi queste parole di Nichiren Daishonin: «Sii preparato e determinato […] e non dipendere dagli altri. Devi unicamente decidere. Osserva il mondo quest’anno come uno specchio […] Questo evento deciderà se farai onore o recherai disgrazia al tuo nome. A questo ci si riferisce quando si dice che la forma umana è difficile da ottenere e che il Sutra del Loto è difficile da credere. Dovresti pregare intensamente che Shakyamuni, Molti Tesori e tutti i Budda delle dieci direzioni si riuniscano e prendano possesso del tuo corpo per assisterti» (Risposta a Yasaburo, RSND, 1, 735).
Mentre recitavo Daimoku, capii che non avevo ottenuto il visto perché la mia determinazione era debole. Perché volevo studiare all’Università Soka d’America? Recitai Daimoku per giorni fino a quando non decisi con tutto il cuore di contribuire a un mondo più pacifico studiando nell’università fondata dal mio maestro. Attraverso preghiere e azioni, trovai un avvocato specializzato in immigrazione disposto ad aiutarmi. Il giorno dopo il nostro incontro per discutere del mio caso, mi fu fissato un secondo colloquio all’ambasciata per il 3 agosto, il giorno in cui era previsto il mio arrivo all’Università Soka.
L’intervistatrice mi fece domande a proposito dell’Università Soka d’America e di come avevo cambiato la mia vita dal 2004 in poi, quando avevo commesso il mio ultimo crimine. Dopo averle raccontato la mia storia, lei sorrise. «Buona fortuna all’Università Soka – mi disse -, puoi prendere il tuo visto oggi». Ho iniziato i miei studi il 27 agosto e mi laureerò nel 2013.
Il poeta americano Walt Whitman scrisse: «Il mio vero io deve ancora venire fuori». Con questo spirito, io completerò i miei studi all’Università Soka d’America per poter contribuire davvero alla pace.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata