«Dobbiamo voler bene ai membri, aiutarli a utilizzare questa pratica per migliorare la loro vita». In queste parole è racchiusa l’essenza dell’insegnamento buddista. Tamotsu Nakajima spiega che rispettare, prendersi cura di ogni persona ed essere predisposti al cambiamento sono le qualità indispensabili per migliorare noi stessi
«Ogni giorno il presidente Ikeda ci invia nuove guide, il punto ora è mettere in pratica ciò che ci dice, capire bene come realizzare nella vita quotidiana questa “nuova era” di kosen-rufu». Così ha esordito nel suo intervento di apertura il direttore generale Tamotsu Nakajima: «Ogni situazione è diversa, ma il Gohonzon è uno e lo scopo è realizzare kosen-rufu. Bisogna riflettere bene, confrontarsi, dialogare, decidere insieme agli altri responsabili e poi portare avanti la nostra decisione. Nel messaggio inviato per la terza riunione della nuova era (vedi pag. 6) il presidente Ikeda riporta i seguenti brani del Gosho: “Non trascorrete questa vita invano o avrete dei rimpianti per i prossimi diecimila anni” (RSND, 1, 554); e poi: “La vita è limitata, non dobbiamo lesinarla. Ciò a cui dobbiamo aspirare è la terra del Budda” (RSND, 1, 187).
«Le nostre vite sono limitate, non possiamo sprecarle. Inoltre, avanzando con l’età, il tempo sembra scorrere ancora più veloce. Possiamo decidere di realizzare kosen-rufu in Italia, insieme a sensei? Ognuno deve alzarsi da solo, decidere davanti al Gohonzon cosa vuole fare. Come praticante del Buddismo di Nichiren, come sto vivendo? L’obiettivo della Soka Gakkai è la felicità di tutti i membri: le riunioni devono essere belle, gioiose, le persone devono stare bene. Se i membri non partecipano, c’è qualcosa che non va. Dobbiamo voler bene ai membri, aiutarli a utilizzare questa pratica per migliorare la loro vita. Ogni persona è diversa, bisogna capire come incoraggiarla, ogni momento è diverso. È difficile fare in modo che ognuno diventi felice. Gli uomini, ad esempio, sono pieni di problemi, ma li nascondono. Decidiamo di voler bene a tutti i membri, che tutti diventino felici… Essere gentili, quanto più possibile; mai dare risposte brusche, o dire parolacce. Nessuno ha il diritto di sgridare i membri. Le otto colonne del Kosen-rufu Daiseido (Palazzo del grande voto di kosen-rufu) hanno il significato di accogliere ciascuno come se fosse un Budda. Facciamo Daimoku per la felicità di tutti, anche per i vicini di casa, per le persone che non praticano. In questo modo anche la nostra vita cambia».
Nakajima ha poi ricordato le tre linee guida della SGI per il 2014: aumentare il numero dei praticanti; aumentare i membri attivi grazie alle visite a casa e gli incoraggiamenti; aumentare la Divisione futuro trasmettendo le basi della fede. A questi si aggiungono altri due punti: creare ognuno dieci veri amici e ridurre le riunioni tra responsabili, in modo tale da potersi dedicare per l’ottanta per cento a incontri e incoraggiamenti personali e solo per il venti per cento alle riunioni. Riguardo a ciò, il direttore generale ha precisato: «Ad esempio, se attualmente teniamo dieci riunioni tra responsabili, d’ora in avanti cerchiamo di ridurle a due. Senz’altro ciò significa migliorare la qualità delle riunioni, utilizzando al massimo quelle che facciamo. Il nostro scopo è avere più tempo libero per andare a trovare le persone. Certo non sarà facile, dopo tanti anni, invertire la tendenza che abbiamo creato. Ma se ci limitiamo a continuare a fare il tipo di sforzo fatto in passato, il risultato sarà uguale, anzi inferiore».
Nel Gosho Nichiren spiega con vari paragoni quanto sia difficile incontrare questa pratica (RSND, 1, 850). Cita l’esempio di una tartaruga con un occhio solo che ogni mille anni riesce a risalire alla superficie del mare. Tormentata dal fatto di avere al tempo stesso la pancia rovente e il dorso gelato, la tartaruga cerca un tronco galleggiante di sandalo con una cavità della misura esatta del suo corpo per poter raffreddare la sua pancia in acqua e riscaldare il dorso al sole. La “pancia rovente” rappresenta lo stato di Collera, il “dorso gelido” l’Avidità. Il lungo tempo trascorso nelle profondità del mare indica la caduta nei tre cattivi sentieri e la difficoltà di uscirne, mentre il fatto di risalire in superficie ogni mille anni indica le probabilità di nascere come esseri umani. Inoltre, la tartaruga è sprovvista di pinne (la fortuna), e ha la vista assai distorta dal fatto di avere un occhio solo (l’arroganza). Trovare un tronco di sandalo galleggiante (il Sutra del Loto) nel vasto mare è davvero molto raro, e ancor più raro trovarlo con la cavità della misura esatta, che rappresenta Nam-myoho-renge-kyo. Tutte queste metafore indicano la difficoltà estrema di incontrare l’insegnamento del Daishonin.
«Noi che abbiamo avuto questa fortuna – ha proseguito Nakajima – quanto siamo grati? Una volta incontrato questo mezzo meraviglioso, come lo utilizziamo? Il tempo fugge. Dobbiamo apprezzare la nostra vita, utilizzare bene tutto ciò che abbiamo. Vogliamo cambiare questa vita? La situazione sta peggiorando in tutto il pianeta. È il momento di cambiare. Come? Con la decisione e uno sforzo continuo.
Uniti verso un obiettivo comune
«Per creare unità ci vuole reciproca fiducia. Certo non è facile. È difficile avere fiducia in se stessi, figurarsi negli altri. “A me quella persona non sembra un Budda”… eppure Nichiren dice che lo è. Dobbiamo fidarci di ciò che insegna il Daishonin. In questo modo, senz’altro vedremo il risultato. Quindi decidiamo con chiarezza: “Io quest’anno voglio cambiare”. Abbiamo tanti difetti, ma nonostante ciò dobbiamo avere fiducia uno nell’altro. Soltanto il nostro cuore riesce a toccare il cuore degli altri, non le parole. Purtroppo non abbiamo molta compassione, ma per fortuna possiamo tirare fuori il coraggio di parlare, di chiarire, di sconfiggere la nostra oscurità e portare avanti kosen-rufu. La cosa più importante sono i membri. Facciamo Daimoku e domandiamoci come possiamo essere utili per loro, sempre con il sorriso e sforzandoci di migliorare. Cosa deve fare una persona per ricevere benefici? Gongyo e Daimoku, partecipare agli zadankai, alle riunioni di Divisione e di studio, fare shakubuku e studiare.
«Anche rispetto alle nomine dei responsabili ha precisato Nakajima rispondendo a una domanda non esistono “procedure” o regole formali, l’unico criterio è nominare persone che siano utili ai membri. Quando io ho iniziato a praticare – racconta il mio responsabile mi portava con sé ogni sera a trovare le persone. Allora non c’era il telefono. A volte quella persona non era in casa, quindi si lasciava un messaggio e si provava da un’altra. Si rincasava tardi, a piedi, perché l’autobus non passava più. Così ho imparato tante cose. Poi un giorno mi ha detto che aveva un impegno e mi ha chiesto se potevo andare al posto suo.
«In seguito, io ho fatto la stessa cosa nel mio gruppo: chiedevo a un membro di seguire una o due persone… poi tre. In questo modo quando si arriva a dividere il gruppo già si sa chi ha creato legami e con chi, diventa semplice e comunque anche in questo caso bisogna ricordare che l’obiettivo non è la divisione del gruppo in sé, ma la felicità delle persone. Certo se non coinvolgiamo i membri nell’attività, quando viene il momento di assumersi la responsabilità loro non sanno cosa fare. Bisogna scegliere bene i responsabili, ha concluso Nakajima. Non ci sono regole, l”unico criterio che conta è che siano persone che aiutano gli altri, che hanno a cuore i membri».