Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Vivere con gli occhi del Budda – la compassione - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:29

466

Stampa

Vivere con gli occhi del Budda – la compassione

La compassione è il cuore del Buddismo e l’essenza del Sutra del Loto. La sua comprensione ci apre mondi infiniti che ci portano a capire che all’origine di tutte le leggi che governano il cosmo, c’è una legge di compassione

Dimensione del testo AA

La compassione è il cuore del Buddismo e l’essenza del Sutra del Loto. La sua comprensione ci apre mondi infiniti che ci portano a capire che all’origine di tutte le leggi che governano il cosmo, c’è una legge di compassione

In genere quando s’inizia a praticare il Buddismo, la prima volta che si sente parlare di compassione istintivamente la si ricollega a un concetto di pietà che, per cultura ed esperienza personale, ci è già familiare. Comprendere appieno il significato che riveste la compassione nel Buddismo di Nichiren Daishonin arricchisce la nostra idea di partenza che, un po’ alla volta, inizia a cambiare e ad assumere confini impensati.

Nutrimento per la vita

Si viene a sapere, per esempio, che la compassione è la nemica numero uno del mondo di Collera caratterizzato da un rapporto distorto col proprio Io, che deve sempre prevalere in un modo o nell’altro. Purtroppo uno dei desideri più radicati dell’essere umano è il desiderio di potere sugli altri, di manipolarli, di sottometterli alla propria volontà. In questa ottica, l’Io, portato a considerare le persone semplicemente come un mezzo per soddisfare i propri obiettivi egoistici, trova la sua espressione più distruttiva. La compassione invece emerge da un senso di uguaglianza e di interconnessione con le altre persone; si nutre del rispetto per la dignità della vita, la nostra e quella degli altri, e del desiderio di vedere l’affermazione di questa dignità. L’intento della compassione è quello di alleviare la sofferenza e dare gioia, mirando ad aiutare l’altra persona a vincere nella vita. Non conosce tornaconti personali.
«La parola giapponese per compassione è jihi. Ji significa amore, significa guidare le persone come se fossero i propri figli e hi significa dispiacersi delle loro sofferenze e condividerne il dolore come se fosse il nostro» (Il mondo del Gosho, 2, 115). Lo stesso concetto si trova anche nei testi buddisti sanscriti, dove la compassione veniva descritta con le parole maitri e anukampa. Maitri indica un senso di comunione con gli altri mentre anukampa descrive una profonda empatia che nasce dall’incontro con la sofferenza e che spinge ad agire per alleviarla. La compassione buddista è quindi il tratto distintivo per eccellenza dei Budda e dei bohisattva.
È stato Nichiren a diffondere lo spirito compassionevole durante l’Ultimo giorno della Legge, un’epoca, secondo il Buddismo, in cui le persone sono insensibili alle sofferenze altrui e tendono facilmente a creare conflitti di vario tipo. Il Daishonin però nei Gosho che ci ha lasciato, dice anche come fare a sviluppare concretamente questa qualità così importante per trasformare il malessere profondo di cui soffre la società in cui viviamo: fare shakubuku e recitare di Nam-myoho-renge-kyo. Shakubuku vuol dire diffondere il Buddismo prendendosi cura poi delle persone a cui ne abbiamo parlato finché non iniziano a prendere in mano la loro vita e a vederla cambiare. Per questo motivo è l’azione più umanistica che ciascuno di noi possa compiere perché esprime la convinzione che la Buddità esiste indistintamente in tutti gli esseri umani. Inoltre, parlare di Buddismo è fondamentale per trasformare radicalmente la nostra epoca. Afferma il presidente Ikeda: «L’ultimo giorno della Legge è un’epoca di conflitto. Come mossi da una forza inarrestabile, intere nazioni e singoli individui sono sospinti da un conflitto all’altro. La forza per rimanere saldi in mezzo a questa furiosa corrente dei tempi risiede in una fede incrollabile nella natura di Budda, nostra e degli altri, unita ad azioni per mettere concretamente in pratica questa convinzione e dimostrare rispetto per la vita di tutte le persone. Questo perché l’impulso irresistibile che conduce al conflitto sorge dall’”ignoranza”. Nel Buddismo ignoranza significa mancanza di consapevolezza o di fede nel fatto che le persone posseggono la natura di Budda. È anche l’impulso oscuro che conduce a mancare di rispetto alla vita umana e a violarne la dignità innata» (Ibidem, 2, 106).

L’inchino del Bodhisattva Mai Sprezzante

Il Buddismo incarna simbolicamente questo impulso distruttivo come il re demone del sesto cielo: la sua orma si vede ovunque nel mondo. Ma se la natura umana è la causa dei problemi più gravi anche a livello mondiale, è anche la fonte della loro soluzione. La compassione è infatti la forza che riesce a trasformare sia la distruttività della natura umana che la sofferenza che ne deriva perché origina dal desiderio di vedere gli altri felici: è insomma il cuore e l’origine del Buddismo. L’opposto del re demone del sesto cielo è rappresentato dal Bodhisattva Mai Sprezzante (in giapponese Fukyo) che s’inchina verso tutte le persone che incontra perché nutre un rispetto infinito per ogni essere umano. Con questa azione egli vuole riverire e onorare la Buddità di tutti. Quando il Bodhisattva Mai Sprezzante s’inchina verso la Buddità degli altri è come se si trovasse di fronte a uno specchio: accade che la Buddità degli altri s’inchina verso di lui. E se una persona inizia invece a perseguitarlo per questo suo gesto è perché dentro la sua vita inizia a muoversi l’oscurità in risposta alla Buddità del Bodhisattva Mai Sprezzante. Qual è il significato di Fukyo? Che si realizzi la nostra felicità e quella degli altri attraverso l’umanità del nostro comportamento, che spesso e volentieri è ciò che tocca il cuore di chi ci osserva.
In realtà, l’unico modo per fare una vera rivoluzione umana nella società attuale è ricercare la felicità propria e altrui, contemporaneamente. Perseguire solamente o l’una o l’altra non porta a realizzare una felicità completa: nel primo caso perché si continua a essere prigionieri del proprio ego; nel secondo perché annulliamo noi stessi, non siamo in contatto con i nostri veri desideri.
Nel Sutra del Loto si legge che Shakyamuni affida ai Bodhi­sattva della Terra la missione di propagare la Legge, cioè di realizzare kosen-rufu: è un compito che ci è stato affidato, o meglio, che si è scelto. Ora ognuno di noi ha l’occasione di generare un cambiamento straordinario nella propria vita e di espandere il suo stato vitale al di là di ogni immaginazione, perché compassione oggi vuol dire anche sentirsi cucita sulla pelle la responsabilità della pace nel mondo. È una parola grossa, che intimidisce, ma in realtà tutto parte sempre da un primo passo, piccolo, quasi impercettibile.
La trasformazione della società può avvenire solo attraverso una trasformazione del cuore delle persone. Una vita basata sulla compassione equivale ad avere una fede incrollabile nel nostro potenziale e in quello degli altri. Continuare a credere nella Buddità di ogni essere vivente a dispetto delle prove della vita è il nucleo centrale del Buddismo di Nichiren. Ma diventa anche la base di partenza per un atteggiamento fiducioso sul quale tutti possono basare le loro azioni per promuovere un cambiamento positivo nella società.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata