Con sincero rispetto e ammirazione vorrei inviare questo messaggio a tutte voi, care compagne di fede delle Divisioni donne e giovani donne della SGI, che siete il sole della nuova era di kosen-rufu mondiale, e anche a tutte le care amiche e amici che in tutto il mondo sostengono il nostro movimento.
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Ogni mattina, quando mio marito e io apriamo il Seikyo Shimbun che ci viene consegnato dai nobili “campioni senza corona”, siamo salutati dai volti sorridenti dei compagni di fede che si stanno impegnando per kosen-rufu in Giappone e in tutto il mondo.
Nichiren Daishonin scrive: «Riflettendo su ciò, può esserci qualche dubbio che, dopo il periodo in cui “la pura Legge sarà oscurata e perduta” predetto nel Sutra della Grande raccolta, la grande pura Legge del Sutra del Loto si diffonderà ampiamente nel Giappone e in tutti gli altri paesi di Jambudvipa [nel mondo intero]?» (RSND, 1, 491). Niente ci dà più gioia che vedere lo sviluppo attuale del movimento di kosen-rufu, ormai diffuso in tutto il globo, proprio come il Daishonin aveva predetto.
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“La grande montagna”, il primo capitolo del trentesimo volume de La nuova rivoluzione umana – la continuazione del romanzo La rivoluzione umana, in dodici volumi – sta uscendo ora a puntate sul Seikyo Shimbun. Come sapete, il tema conduttore di entrambi i romanzi è: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità».
In questi romanzi mio marito, come terzo presidente della Soka Gakkai, narra la storia della grande rivoluzione umana del primo e del secondo presidente, Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda. Sta continuando a scrivere giorno dopo giorno, animato dal profondo desiderio di lasciare ai posteri un’epica cronaca della storia di uomini e donne comuni che hanno costruito il nostro movimento Soka. Egli cerca di evidenziare il più possibile la rivoluzione umana compiuta da questi nobili membri pieni di dedizione che in diverse parti del mondo si sono impegnati al suo fianco instancabilmente per kosen-rufu, condividendo lotte e gioie. Desidera inoltre offrire il massimo incoraggiamento ai giovani del futuro che affronteranno la sfida della propria rivoluzione umana e della costruzione della pace mondiale.
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Lo scorso anno, grazie all’entusiastico spirito di ricerca dei giovani, si è svolto con successo il primo esame di Buddismo di tutta l’Africa nella nuova era di kosen-rufu mondiale, in diciannove paesi del “continente della speranza”.
Scrive il Daishonin: «Come i fiori sbocciano e producono frutti e la luna appare e invariabilmente diventa piena, come la lampada diventa più luminosa quando vi si aggiunge olio e le piante e gli alberi prosperano con la pioggia, così gli esseri umani prosperano immancabilmente se pongono buone cause» (Ibidem, 899).
Oggi le nostre organizzazioni locali in Africa sono colme di “fiori di benefici” in cui trabocca la gioia di lavorare per kosen-rufu, e di “grandi alberi” di persone di valore che stanno dando meravigliosi contributi alla società. Questa fioritura è dovuta specialmente alle buone cause poste dalle donne Soka che si sono sfidate nella propria rivoluzione umana.
Ida Gbodossou-Adjevi, presidentessa della SGI-Togo e fiera pioniera di kosen-rufu nel suo paese, ne è un brillante esempio. Si unì alla SGI nel 1979, quando studiava medicina in Francia, animata dal desiderio di aiutare coloro che soffrono, nello stesso periodo in cui mio marito diventò presidente onorario della Soka Gakkai e iniziò con rinnovato impegno a far emergere moltitudini di Bodhisattva della Terra per realizzare la missione di kosen-rufu mondiale.
Abbracciando gli insegnamenti del Buddismo del Daishonin che affermano il valore della vita, Gbodossou-Adjevi fece ritorno nel Togo, dove continuò a dedicarsi alla salute e al benessere delle donne come rispettata chirurga, ginecologa e ostetrica.
Con coraggio e perseveranza è riuscita ad aprire una strada pionieristica di kosen-rufu in Togo.
Visse personalmente la tragedia di dare alla luce un bambino morto ma, leggendo gli scritti del Daishonin, certa che la sua recitazione di Nam-myoho-renge-kyo avrebbe raggiunto la vita del suo bambino oltre i confini della morte, riuscì a risollevarsi dal dolore. Trasformò il suo karma in missione e aprì una clinica per donne dove diventò la fedele alleata di molte madri e dove continua ad aiutare molte vite a venire al mondo.
Insieme ad altri membri, Gbodossou-Adjevi viaggia regolarmente per tutto il Togo permeando la terra con il suono del Daimoku e impegnandosi a far sì che più persone possibili riescano a creare un legame con il Buddismo di Nichiren Daishonin nel suo amato paese.
«Il più grande beneficio che ho ricevuto è il coraggio», afferma, e aggiunge con un sorriso: «Anche i miei compagni di fede avanzano con entusiasmo assumendosi personalmente la missione di kosen-rufu in Africa con il motto “Je m’en occupe!” (Me ne occupo io!)».
Un flusso costante di giovani successori sta crescendo nel Togo, e l’anno scorso è stato ultimato il magnifico Centro per la pace della SGI-Togo. Mio marito e io applaudiamo con tutto il cuore le realizzazioni dei membri di questo Paese.
In una lettera a una discepola il Daishonin scrive: «La fortuna viene dal cuore e ci fa onore. […] Coloro che credono nel Sutra del Loto attireranno la fortuna da diecimila miglia lontano» (Ibidem, 1008).
Dalla fede coraggiosa di una singola donna può sorgere una grande rete di felicità e di pace.
La responsabile della Divisione donne della SGI-Bolivia, Masako Kamiya, ha continuato a impegnarsi per kosen-rufu con spirito invincibile per cinquant’anni, e riflette sui cambiamenti che ha visto in questo lasso di tempo: dalla persecuzione alla nascita di cooperazione e fiducia al di là delle differenze religiose; dal visitare a casa i membri a piedi o a cavallo a poterci andare con la sua automobile; dalle capanne col tetto di paglia alle riunioni in confortevoli edifici appositamente adibiti alle attività della SGI.
È profondamente consapevole di come gli sforzi dei membri per trasformare radicalmente il proprio stato vitale con la pratica buddista siano una fonte di inesauribile fortuna e benefici, e contribuiscano allo sviluppo della società boliviana.
Kamiya cita un passo de La nuova rivoluzione umana che riflette esattamente la sua esperienza: «Ogni difficoltà che incontrate, ogni lacrima o goccia di sudore che versate per realizzare kosen-rufu diventerà la forza per trasformare il vostro karma e accumulare fortuna» (cfr. NRU, 16, 37).
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Sono davvero felice che così tante giovani donne in tutto il mondo stiano portando avanti la filosofia della speranza incarnata dalla Legge mistica.
Quando visitai la Svezia, ventotto anni fa, nel giugno 1989, venni accolta dai meravigliosi membri della Divisione futuro in un bel Centro culturale che sorge in mezzo a un bosco. Una delle bambine che incontrammo quel giorno insieme a mio marito è diventata una ballerina e oggi, dopo aver trionfato su molte difficoltà, si esibisce con una delle più prestigiose compagnie del mondo. Ci tiene regolarmente informati sulla sua vita e recentemente mio marito le ha inviato un messaggio: «Sono felice di vedere che vai così bene. Vinci su te stessa e sii felice. Ti prego di prenderti cura della tua salute!». Sentii che quelle parole racchiudevano tutte le sue preghiere per la sua felicità. L’espressione «vinci su te stessa e sii felice» riflette la sua consapevolezza degli sforzi indicibili che senza dubbio questa ragazza sta sostenendo per riuscire a mantenere un livello di eccellenza così alto.
È davvero rassicurante che l’abbraccio della nostra famiglia Soka – i cui membri vegliano con calore sulla crescita delle giovani vite, sostenendole e incoraggiandole a lungo termine – ora stia avvolgendo tutto il pianeta. Siamo entrati in un’epoca in cui infinite schiere di persone incredibilmente capaci, i Bodhisattva della Terra, stanno emergendo nella nostra organizzazione, offrendo contributi incalcolabili a kosen-rufu nei rispettivi campi.
Mio marito è profondamente grato e fiero di assistere a tutto questo, ed è certo che anche il presidente Makiguchi e il presidente Toda ne sarebbero immensamente felici.
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Quando leggo gli scritti del Daishonin non posso fare a meno di essere colpita dalla sua compassione per i discepoli che vivevano in un’epoca tanto difficile e travagliata.
In un anno in cui infuriavano le epidemie, egli scrisse dal monte Minobu alla monaca laica Sennichi, nella remota isola di Sado, esprimendo la sua preoccupazione per la salute e la sicurezza sua e di un altro discepolo che viveva lì: «Prima di tutto gli ho chiesto [a tuo marito Abutsu-bo] come stavi tu e come stava il prete laico di Ko» (RSND, 1, 831). E le comunica quanto si sia sentito sollevato nell’udire che entrambi erano sani e salvi.
In un’altra lettera inviata a Sennichi pochi mesi dopo, scrive: «Noi viviamo nella terra impura, ma il nostro cuore risiede sul Picco dell’Aquila. A cosa serve vedere il volto? È solamente il cuore che conta. Incontriamoci un giorno sul Picco dell’Aquila dove risiede il Budda Shakyamuni» (Ibidem, 844).
Ispirati dalla grande condizione vitale del Daishonin che abbraccia tutto e tutti, noi della SGI siamo amici nella fede, una famiglia eterna, unita da legami spirituali dal remoto passato, che avanza insieme in un percorso di vita pervaso dalle quattro nobili virtù di eternità, felicità, vero io e purezza.
Purtroppo, come al tempo del Daishonin, anche l’epoca attuale è afflitta da disastri naturali e i mass media pubblicano continui resoconti di terribili eventi e incidenti. Mio marito pensa sempre alla sicurezza e al benessere dei membri di tutto il mondo e invia costantemente messaggi di incoraggiamento e sostegno.
Scrive il Daishonin: «Il mezzo meraviglioso per porre veramente fine agli ostacoli fisici e spirituali di tutti gli esseri viventi non è altro che Nam-myoho-renge-kyo» (Ibidem, 747).
Facciamo risuonare ancora più potentemente il suono di Nam-myoho-renge-kyo per la felicità nostra e degli altri. E promettiamo insieme di espandere l’invincibile rete delle donne Soka, traboccante di felicità e speranza, con allegria e in armonia.
Kaneko Ikeda
responsabile onoraria delle donne della SGI