Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
«Vincete su tutto!» - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:17

629

Stampa

«Vincete su tutto!»

Donatella Serra, Modica

A ottobre 2014 la malattia era in regressione e le ossa erano perfettamente sane. Sapevo che dovevo perseverare fino alla fine recitando Daimoku e incoraggiando gli altri

Dimensione del testo AA

A ottobre 2014 la malattia era in regressione e le ossa erano perfettamente sane. Sapevo che dovevo perseverare fino alla fine recitando Daimoku e incoraggiando gli altri

Da quando ho ricevuto il Gohonzon nel 1990 ho vissuto tante esperienze.
Sono ispettore della Polizia locale di Modica e ho una figlia di venticinque anni. Con la pratica buddista, negli anni, ho imparato a lasciar emergere la mia identità e a rispettarla.
Intorno al 2005 ho iniziato ad accusare dei dolori ai piedi e ai polsi a cui ho dato poca importanza perché dovevo pensare a mio padre. Gli venne infatti diagnosticato un tumore al colon per il quale fu sottoposto a quattro interventi e a vari cicli di chemioterapia.
Mio padre, col sostegno mio e di mia sorella, anche lei membro della Soka Gakkai, ha vissuto con atteggiamento vincente questa esperienza, recitando Daimoku ogni tanto.
La sua malattia mi ha dato la possibilità di riuscire a dirgli quello che sentivo nel cuore da tanto tempo. Se n’è andato dopo tre anni e mezzo nonostante il verdetto iniziale dei medici che gli davano al massimo tre mesi di vita.
In quel periodo per poter lavorare prendevo antidolorifici e nessun medico sapeva dirmi cosa avessi.
Quando ho scoperto di avere l’artrite reumatoide, malattia cronica e invalidante, ho pianto a lungo, ma la cosa positiva era che a un anno e mezzo dai primi dolori, le mie ossa erano sane.
Ho sentito molta gratitudine per non essermi mai dovuta fermare. So che alla base della mia buona fortuna c’è stata la pratica corretta e lo studio del Buddismo: ovunque mi trovassi e in qualunque stato fisico fossi, parlavo dei benefici di Nam-myoho-renge-kyo. Ma sentivo che era arrivato il momento di decidere di guarire. Un Gosho mi ha accompagnata: «Anche tu pratichi il Sutra del Loto e la tua fede è come la luna crescente o la marea che si alza. Sii profondamente convinta che la tua malattia non può durare e che non è possibile che la tua vita non venga prolungata! Prenditi cura di te e non affliggere la tua mente» (RSND, 1, 585). Ho iniziato a prendere un farmaco sperimentale che mi ha dato subito effetti positivi. Mi sentivo più viva che mai, così ho deciso di realizzare un sogno nel cassetto: iscrivermi a Scienze Politiche.
Mi sono laureata con 108/110 sperimentando la gioia della vittoria. In quel periodo sono anche riuscita a frequentare un corso in “Counselling nella relazione d’aiuto”.
Ora so che Nam-myoho-renge-kyo mi ha dato la forza di non mollare mai davanti a qualunque difficoltà.
Sul fronte della malattia tutto è andato bene per cinque anni, tanto che il medico ha sospeso gradualmente il farmaco.
Alla fine del 2011, finita la cura, mi sentivo una leonessa. Ma la lotta non era finita e a metà gennaio dell’anno successivo una ricaduta mi ha bloccata a letto.
Avevo paura e non riuscivo a recitare Daimoku come avrei voluto. Ho chiamato un responsabile che mi aveva sempre sostenuta e mi ha incoraggiata a decidere che quello sarebbe stato l’ultimo “colpo di coda” della malattia. Da lì a poco ho risentito l’entusiasmo e l’importanza di fare Daimoku e attività per kosen-rufu.
I mesi successivi sono stati difficili: il medico mi ha detto che avrei dovuto aumentare il dosaggio della terapia e, proprio in quel periodo, era l’agosto del 2012, ho perso la mia mamma. Sono stata malissimo. Poi piano piano, senza arrendermi, ho cominciato a sentirmi decisamente meglio. Non ho dovuto aumentare la dose del farmaco, anche grazie a un’alimentazione alternativa che dava i suoi frutti.
Ci sono stati momenti di sconforto, ma a un certo punto ho letto la spiegazione del presidente Ikeda del Gosho I tre ostacoli e i quattro demoni: «Non fatevi sconfiggere in questo momento cruciale. Apritevi un varco nell’ignoranza e nell’illusione, e vincete su tutto!» (BS, 60, 32), così ho determinato di guarire definitivamente dalla malattia, recitando due ore di Daimoku al giorno e studiando il Buddismo con più forza.
A ottobre 2014 la malattia era in regressione e le ossa erano perfettamente sane.
Sapevo che dovevo perseverare fino alla fine recitando Daimoku e incoraggiando gli altri. L’anno dopo il medico mi ha detto: «Complimenti signora, adesso possiamo dire che lei è guarita, la malattia è in remissione».
Nel 2016, all’età di cinquantadue anni, mi sono iscritta a “Scienze cognitive e teoria della comunicazione”.
Avevo appena affrontato una situazione molto difficile nel lavoro, con un cambio di ruolo.
Ho vissuto tutto senza vittimismo, come l’occasione per fare una grande esperienza: infatti col vecchio incarico non avrei avuto il tempo di ricominciare l’università.
Da due anni frequento l’Università di Noto, ho sostenuto undici esami, dieci con il massimo dei voti, e alcuni anche con la lode.
Inoltre, il mio atteggiamento e il tanto Daimoku hanno dato a mia figlia l’esempio per non mollare nel suo obiettivo di vincere un concorso nelle forze dell’ordine dopo dodici tentativi falliti.
Tutte le sfide intraprese in questi anni sono state occasioni per migliorarmi, ma soprattutto ho potuto dimostrare a me stessa e agli altri il potere infallibile del Daimoku.
Tutto ciò mi ha resa più forte e gioiosa e mi ha permesso, ripartendo dalla relazione maestro e discepolo, di trovare il senso della mia missione per kosen-rufu.
Sensei scrive: «Il sentiero di maestro e discepolo non è qualcosa di straordinario. Il sentiero di maestro e discepolo ci rende capaci di condurre l’esistenza più significativa possibile e di continuare a impegnarci per il miglioramento» (NR, 561, 6).

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata