Il dialogo è una sinfonia che si compone nell’incontro profondo tra esseri umani. Da lì nasce il ritmo energico del progresso, l’armonia della fiducia e della comprensione reciproche e la melodia della creatività.
Il noto educatore danese Hans Henningsen ha affermato che un dialogo acquista tanto più senso quanto più le opinioni, i punti di vista e i caratteri delle persone sono diversi.
Fare il primo passo per intraprendere un dialogo richiede coraggio, ma proprio nel momento in cui ci rivolgiamo a qualcuno vincendo le nostre paure ed esitazioni, stiamo aprendo la strada per un ulteriore punto di incontro e per una rinnovata comprensione reciproca.
Secondo il Buddismo di Nichiren Daishonin e la sua visione della vita che non ha confini, ognuno di noi possiede la Buddità e incarna i princìpi del “mutuo possesso dei dieci mondi” e dei “tremila regni in un singolo istante di vita”. Noi della SGI promuoviamo dialoghi mirati ad “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” nel rispetto della personalità di ogni individuo, al fine di realizzare la pace e la felicità di tutte le persone.
Coloro che nella vita continuano a mantenere con forza questa profonda determinazione potranno intrattenere i loro interlocutori in dialoghi ricchi di significato, mantenendo una visione aperta e tollerante e uno stato vitale sereno.
«Si riceve grazie al potere della fede e si continua grazie al potere del pensiero costante» (La difficoltà di mantenere la fede, RSND, 1, 417). Nichiren Daishonin citò questo passo di Parole e frasi del Sutra del Loto del Gran Maestro T’ien-t’ai in una lettera indirizzata a Shijo Kingo che, con perseveranza si esercitava nella pratica buddista nella regione attualmente situata nella prefettura di Kanagawa.
Credere nella Legge mistica è la più grande e profonda forma di fede che possa nutrire un essere umano. Basandoci su di essa, impegniamoci a trasmettere e condividere con altre persone le nostre grandi convinzioni con l’obiettivo di propagare il Buddismo per il bene delle persone e della società.
In una lettera indirizzata ai fratelli Ikegami, che dovettero affrontare numerosi ostacoli e difficoltà a causa della loro fede, il Daishonin scrisse esortando ciascuno di loro a difendere fieramente le proprie convinzioni sottolineando: «Non dovresti sentire la minima paura nel cuore» (I tre ostacoli e i quattro demoni, RSND, 1, 568).
Focalizzando gli obiettivi delle nostre preghiere e parlando con coraggio della Legge mistica ad altre persone, potremo condurre i nostri familiari e tutti i nostri cari lungo il cammino dell’eterna vittoria e felicità.
Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, era sempre pronto a sfidarsi in battaglie via via più grandi e importanti. È proprio attraverso la lotta per vincere una grande sfida che possiamo realizzare la nostra rivoluzione umana, trasformare più velocemente il nostro karma e spalancare la strada per il conseguimento della Buddità in questa esistenza.
Un giorno, ringraziando i membri per i loro sforzi incessanti, Toda disse: «Se portiamo avanti con perseveranza la nostra fede, si manifesteranno sicuramente benefici immensi. E con “immensi” intendo dire benefici incommensurabili, non risultati vaghi o poco convincenti. Noi della Soka Gakkai siamo fermamente determinati a realizzare kosen-rufu e ad adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese. Condividiamo quindi senza esitare le nostre convinzioni! Il Gohonzon conosce tutti i nostri sforzi. Con questa consapevolezza, non sentite emergere in voi stessi un grande coraggio?». In queste parole si può cogliere l’immutabile spirito della Gakkai.
Nel settembre del 1961, sulla mia cara regione del Kansai, si abbatté il secondo tifone di Muroto. Poco dopo mi recai a Osaka per un’udienza in tribunale relativa all’”incidente di Osaka”. Lo stesso giorno accorsi nelle aree sinistrate con l’obiettivo di incoraggiare, per quanto mi fosse possibile, i nostri compagni di fede. Non potrò mai dimenticare tutti quei membri che si dedicavano con tutte le forze alle attività di soccorso.
In particolare, ricordo una donna che si impegnava costantemente in dialoghi sinceri volti a sostenere gli amici che soffrivano e l’intera comunità. Sorridendo diceva: «Anche se la persona a cui parliamo esprime contrarietà verso i nostri argomenti, la sua Buddità si rallegrerà e ci dirà: “Grazie!”. Faccio quindi sempre appello a tutte le mie forze quando parlo con qualcuno, e cerco di raggiungere il cuore della gente senza tralasciare nessuno. Desidero aiutare il maggior numero possibile di persone a creare un legame con il Buddismo di Nichiren Daishonin perché ciascuna di esse possa ricevere tanta fortuna. Sono determinata a vincere per tutta la vita con coraggio e gratitudine!». Io continuo a recitare Daimoku esprimendo il massimo rispetto verso ogni donna, nobili madri di kosen-rufu.
Il Daishonin scrive: «Quanto più grandi saranno le difficoltà che incontrerà, tanto più grande la gioia che egli proverà grazie alla sua forte fede» (Una nave per attraversare il mare della sofferenza, RSND, 1, 29). Con una fede sempre più forte, trasformiamo le sofferenze in gioie e facciamo risuonare la sinfonia della vittoria nella nostra vita.
Trionfiamo solennemente
nella vita,
con convinzione
ferma e irremovibile
come il monte Fuji.