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Viaggio nel Tohoku - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:30

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    Viaggio nel Tohoku

    Il Tohoku è la regione del Giappone che nel 2011 è stata maggiormente colpita dalla devastazione dello tsunami. Alcuni giovani partecipanti al corso SGI di settembre hanno incontrato i membri di questa zona che testimoniano con la loro vita lo spirito autentico della Soka Gakkai

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    Il Tohoku è la regione del Giappone che nel 2011 è stata maggiormente colpita dalla devastazione dello tsunami. Alcuni giovani partecipanti al corso SGI di settembre hanno incontrato i membri di questa zona che testimoniano con la loro vita lo spirito autentico della Soka Gakkai

    L’11 marzo 2011, giorno del terremoto e dello tsunami, non potevo certo immaginare che dopo poco più di due anni sarei andata a incontrare quelle persone coraggiose che mi avevano così tanto ispirata e per cui avevo recitato così tanto Daimoku.
    In occasione del corso mondiale giovani tenutosi a Tokyo lo scorso settembre ho avuto la fortuna insperata di far parte del piccolo gruppo che si è recato nel Tohoku. Fin dal momento in cui mi hanno informata della visita in quelle zone ho sentito un’infinita gratitudine riempire il mio cuore. Sapevo chiaramente che questa sarebbe stata una delle esperienze più profonde del corso e forse della mia vita.
    Tutto questo entusiasmo è stato messo in discussione proprio la sera prima di partire per quella regione quando, durante l’ultimo incontro con i dettagli del viaggio, ci hanno spiegato che il motivo della nostra presenza in Tohoku era quello di fare noi una “visita a casa” ai membri facendo le veci del presidente Ikeda per incoraggiarli con tutte le nostre forze.
    Quello è stato il momento di massima inadeguatezza mai provato nella mia vita: come posso io incoraggiare questi eroi che hanno sofferto così tanto, cosa potrei dire loro? Dietro questo pensiero, apparentemente saggio, umile e di buonsenso, si celava invece un atteggiamento superficiale, insomma il mio “piccolo enorme io”.
    Recitando Daimoku con le mie compagne di viaggio la trasformazione del mio cuore è stata quasi istantanea. In pochi minuti si è sciolta la paura, è sfumata l’inadeguatezza ed è emerso naturalmente il desiderio di incontrare quei membri il prima possibile e ringraziarli, lodarli, abbracciarli così come ero.
    Non agiamo forse sempre al posto di sensei quando andiamo a incoraggiare una persona, a recitare Daimoku con lei? Bene, la prima esperienza da non dimenticare mai era già stata fatta ancora prima di partire. I membri del Tohoku mi avevano già insegnato una cosa importantissima e non li avevo ancora neanche incontrati!
    Poi è arrivato il grande giorno: sveglia all’alba e Daimoku deciso. Malgrado la pioggia scrosciante che non ci ha mai abbandonato, i nostri cuori erano brillanti e impazienti. Tra le tante attività della giornata, abbiamo partecipato al Gongyo commemorativo per le vittime del terremoto e dello tsunami, dove noi membri della SGI abbiamo bruciato incenso per i defunti, assieme a più di quattrocento membri che hanno subìto in prima persona un lutto in quella terribile tragedia.
    Finito Gongyo mi sono avvicinata a un uomo di mezza età visibilmente commosso. Dopo poche parole di presentazione mi ha guardata con gli occhi pieni di lacrime e mi ha detto che in quel preciso momento aveva capito che l’11 marzo del 2011, giorno della sua più grande disperazione, in realtà non aveva cancellato la possibilità di provare nuovamente gioia nella sua vita. Si era reso conto che il Buddismo è molto semplice, ma che le difficoltà della vita ci destabilizzano e ci illudono di non poter tornare a essere felici.
    Ora per i membri del Tohoku la gioia era rappresentata dal poter accogliere raggianti i membri SGI della Divisione giovani. Con un filo di voce ma con occhi brillanti mi ha detto: «Anche nella disperazione più profonda, proprio lì, esiste già la vittoria, solo che deve ancora manifestarsi!». Ho deciso proprio in quel momento che non avrei mai dimenticato quell’uomo, che non avrei mai dimenticato la sua prova concreta. Nello stesso istante il mio pensiero è andato al mio maestro. I discepoli vincono assieme al maestro. La vittoria assoluta è possibile solo con il maestro! Questo è quello che ogni membro che abbiamo incontrato ci ha detto e ridetto, ci ha trasmesso continuamente con uno sguardo, una parola, un sorriso.
    Sono orgogliosa di aver incontrato i “campioni della vittoria” del legame tra maestro e discepolo. Questa esperienza così profonda è stata la risposta, ormai ne sono certa, alla mia preghiera che ha accompagnato il mio viaggio in Giappone: desideravo che questo corso fosse la pietra miliare della mia relazione con il maestro, un punto a cui tornare nei momenti difficili, una partenza che mi permettesse di decidere ancora più fortemente di rinascere sempre assieme a lui e di lottare con lui.
    Quando si ha come unico obiettivo scaldare il cuore dei compagni di fede affinché vincano ancora di più, e quando si condivide con loro la propria vittoria, allora lì vibra la determinazione di sensei, lì si manifesta il beneficio di avere un ­maestro.

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