Viaggiare per costruire la pace è un’esperienza spirituale, oltre che fisica. Incontrare gli altri è prima di tutto una condizione dell’anima e chi, meglio dei giovani, può rappresentarla? Lo speciale, aperto da questo saggio, presenta le tante sfaccettature della crescita e dell’impegno per kosen-rufu
Il Buddismo del Daishonin
conduce alla vittoria
coloro
che ogni giorno vivono con pienezza
e senza paura.
Il Mahatma Gandhi (1869-1948) affermava: «Io sto con la gente ventiquattr’ore su ventiquattro. È la mia prima e ultima preoccupazione». Le vere guide, i veri responsabili sono sempre attenti, non diventano mai arroganti o negligenti. Il loro unico pensiero è come poter incoraggiare e sostenere gli altri, come infondere loro la forza per aiutarli a vincere. Si dedicano completamente a questo nobile compito.
Il sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, “Durata della vita del Tathagata”, si chiude con i versi: Questo è il mio pensiero costante: / come posso far sì che tutti gli esseri viventi / accedano alla via suprema / e acquisiscano rapidamente il corpo del Budda? (SDL, 305). La grandezza di una persona si misura col pensiero che occupa principalmente la sua mente. Nichiren Daishonin scrive: «Da quando sono nato a oggi, io, Nichiren, non ho avuto un momento di tregua: ho solo pensato a propagare il Daimoku del Sutra del Loto» (Persecuzione con spade e bastoni, RSND, 1, 857). Come eredi di questo grande desiderio, i primi tre presidenti della Soka Gakkai hanno avuto come pensiero principale quello di propagare il Buddismo del Daishonin nell’epoca moderna. Questo spiega come la Soka Gakkai, negli ottant’anni intercorsi dalla sua fondazione, sia cresciuta fino a diventare l’organizzazione internazionale che è oggi.
Ora ci sono membri della SGI che si sforzano senza posa di diffondere il Buddismo del Daishonin in tutti gli angoli del globo. Quando penso a questo, non posso davvero rilassarmi, anzi, devo recitare Daimoku per comprendere come posso sostenere i membri nel migliore dei modi e quali azioni concrete devo intraprendere.
Se i membri della Divisione giovani erediteranno questo spirito di iniziativa, che è stato condiviso dai tre maestri e dai loro discepoli, e su esso baseranno i loro sforzi, il futuro della Soka Gakkai sarà assicurato.
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Sempre più famiglie
traboccanti di felicità
in tutto il globo.
Continuiamo con gioia e compassione
a diffondere la Legge mistica.
Durante i miei viaggi di pace per tutto il Giappone e nel mondo, ho scattato spesso fotografie ogni qual volta avevo un momento libero. Sebbene non sia un fotografo professionista, molte delle mie foto sono state scelte dai membri per abbellire i Centri culturali. Ho iniziato a scattare foto guidato dal desiderio di procurare anche solo una piccola gioia ai miei amici membri.
In parecchie occasioni ho fotografato il monte Sainte-Victoire che fa da sfondo al Centro culturale europeo della SGI a Trets, nel sud della Francia. L’artista francese Paul Cézanne (1839-1906) dipinse numerose versioni del massiccio. Famoso per avere creato un nuovo stile di pittura, Cézanne fu screditato per molti anni dai critici d’arte del suo tempo. Ciò nonostante, continuò imperterrito a perseguire i propri ideali, come l’invincibile montagna della vittoria [dal nome del monte, n.d.r.] che gli piaceva così tanto.
Cézanne scrisse: «Progredisco ogni giorno, questo è l’essenziale». E in una lettera a un amico, disse: «Ti esorto ad avere molto coraggio, poiché è necessario per raggiungere i tuoi obiettivi».
Cézanne negli ultimi anni trascorse molto tempo da solo davanti alle tele, totalmente concentrato sul suo lavoro. Quando desiderava rilassarsi e rivitalizzarsi, ricercava il dialogo con i giovani, perché secondo lui «i giovani occhi non mentono». Gli occhi dei giovani sono limpidi e luminosi. Hanno la capacità di distinguere la verità, non sono offuscati dai pregiudizi né sono influenzati dal potere. I giovani hanno il coraggio di dire la verità.
Cézanne disse una volta a un giovane poeta: «Il sole brilla e la speranza ride nel cuore». Come praticanti del Buddismo di Nichiren Daishonin viviamo la vita come un’eterna giovinezza ricolma di spirito vigoroso e combattivo e traboccante di forza vitale.
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Risplendenti
di una missione gloriosa
e di una saggezza infinita,
indicate la strada con ottimismo
come leader del mondo.
Anche la scorsa estate i membri della SGI, pieni di spirito di ricerca, si sono riuniti colmi di gioia per partecipare ai corsi che si sono tenuti al Centro europeo della SGI a Trets. Nel complesso, più di undicimila membri provenienti da ventotto paesi europei hanno partecipato ai corsi organizzati a Trets e in altri luoghi in Europa. Questa tradizione è cominciata nel 1975, quando circa quaranta persone provenienti da otto paesi europei si riunirono per il primo corso estivo. Da allora, in più di trent’anni, si sono sviluppati tanti individui capaci.
Lo sviluppo e la crescita dei membri della SGI in Europa, che costituiscono l’avanguardia di un’era di sempre maggiore unità europea, sono davvero notevoli; la forza trainante di tutto ciò sono stati proprio questi corsi estivi, in particolare le sessioni di studio che vi si svolgono. Il loro successo non è dovuto solo alle meravigliose spiegazioni degli scritti del Daishonin ma anche alle riunioni di domanda e risposta, a cui è stata data grande importanza.
In altre parole, è importante stimolare la partecipazione. Ispirare le persone attraverso il dialogo è la via per arrivare a una comprensione e a una soluzione. Questa è stata la tradizione Soka dai tempi del primo e del secondo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda. Ciò che conta è se riusciamo ad ascoltare la persona che abbiamo di fronte e a prendercene cura. Questa è la pietra miliare di qualsiasi religione o filosofia che si dica universale. Anche se diciamo di lavorare per il benessere di “tutti gli esseri umani”, la nostra attenzione è sempre rivolta al singolo individuo.
L’umanesimo buddista non conosce confini nazionali. Indipendentemente da dove ci troviamo, possiamo cominciare a condividere gli ideali umanistici e i princìpi del Buddismo di Nichiren Daishonin attraverso un dialogo sincero e profondo. Da molti punti di vista, la globalizzazione è oggi la realtà del nostro mondo. In questa prospettiva, niente riveste maggiore importanza di un dialogo interreligioso e interculturale che si basi su uno scambio da persona a persona.
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Il giorno della pace mondiale
della SGI
e il movimento di kosen-rufu.
Il 2 ottobre abbiamo celebrato ancora una volta il giorno della pace mondiale della SGI. In questo giorno, nel 1960, partii dall’aeroporto Haneda di Tokyo per andare alle Hawaii. Erano passati due anni e mezzo dalla morte del secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, avvenuta il 2 aprile 1958, che mi aveva spinto a visitare tutti gli stati del mondo.
Le Hawaii, situate nel mezzo dell’Oceano Pacifico, rappresentano un simbolo di armonia. Tuttavia, quelle bellissime isole furono brutalmente attaccate dall’esercito giapponese durante la Seconda guerra mondiale. Anche dopo la guerra, il mondo continuò a essere lacerato da vari conflitti, come le tensioni causate dalla Guerra Fredda. Dilagavano anche povertà e discriminazione e dovunque risuonavano le grida piene di angoscia delle madri e dei bambini.
Toda iniziò a lottare per trasformare il tragico destino dell’umanità. Con coraggio manifestò il desiderio di sradicare la povertà dal nostro pianeta e chiese la distruzione delle armi nucleari che sono una minaccia per l’esistenza dell’umanità. Come suo discepolo fui il solo a impegnarmi per trasformare il suo desiderio in realtà.
Quando iniziai il mio viaggio per realizzare kosen-rufu nel mondo, ero determinato a mettere fine alla guerra e a creare un secolo di pace. Ero convinto che l’unico modo per ottenerlo fosse fare conoscere ad altri gli insegnamenti umanistici del Buddismo di Nichiren Daishonin e sviluppare il nostro movimento su scala mondiale. Intrapresi la mia missione insieme al mio maestro Toda, tenendo sempre una sua foto nel taschino della giacca.
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Ci sono compagni di fede
in tutti i paesi.
Offriamo
preghiere e lodi
a questi nobili campioni di pace.
Makiguchi, che nella Geografia della vita umana parlava di “competizione umanitaria”, pensava che le isole avessero un ruolo unico. A questo proposito citò come esempi particolarmente importanti le Hawaii, Hong Kong e Singapore. Io ho visitato molte volte tutti questi posti. Si sono tutti sviluppati tantissimo e in ognuno di essi la nostra organizzazione si è guadagnata lodi e riconoscimenti per i contributi dati alla comunità. Sono certo che Makiguchi ne sarebbe felice.
I membri della SGI hanno creato una bellissima rete di eccezionali cittadini globali che non ha uguali in nessun luogo. Siamo entrati in un’epoca in cui persone di tutto il mondo mostrano una evidente ammirazione per il nostro grande movimento Soka che si basa sull’umanesimo buddista.
In Giappone, i membri della Divisione delle isole remote si stanno guadagnando una fiducia sempre maggiore nelle loro comunità. In una lettera dall’isola di Sado, il Daishonin scrive: «Ovunque dimoriamo praticando l’unico veicolo, quel luogo sarà la capitale della Luce Eternamente Tranquilla» (Risposta a Sairen-bo, RSND, 1, 278).
Le vite felici e vittoriose che i membri della Divisione isole remote si sono costruite nei loro rispettivi luoghi di missione sono prove del principio secondo cui il luogo dove siamo in questo momento è «la Terra della Luce Eternamente Tranquilla che esiste originariamente» (ibidem).
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Lo scorso novembre è stato pubblicato in giapponese il mio dialogo con l’attivista argentino per i diritti umani Adolfo Pérez Esquivel che ha sottolineato come anche in luoghi piccoli e isolati ci sono persone che vivono esistenze costruttive e positive: sono un esempio per gli altri e per la società in generale. Mi ha reso felice sentirgli dire questo, perché sapevo che era la descrizione fedele dei membri sinceri della SGI di tutto il mondo.
Kosen-rufu comincia quando un singolo individuo prende l’iniziativa e agisce. Il mondo comincia a cambiare quando qualcuno fa quel primo passo in avanti, con coraggio. Questa è l’essenza della Legge mistica, della realtà dei tremila regni in un singolo istante di vita. Avanziamo passo dopo passo con coraggio e creiamo una potente ondata di cambiamento verso la realizzazione della vittoria della gente.
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Shakyamuni
e il Daishonin
vi loderebbero di sicuro,
nobili campioni
di kosen-rufu in tutto il mondo.
Il 3 ottobre 1960 partii dalle Hawaii per andare a San Francisco, dove molti dei nostri membri erano donne giapponesi trasferitesi negli Stati Uniti come spose di guerra, che stavano lottando coraggiosamente per prendere dimestichezza col nuovo ambiente. Ricordo con affetto di essermi impegnato insieme a loro per intraprendere un viaggio coraggioso verso la felicità e la pace davanti a una statua del famoso navigatore Cristoforo Colombo, collocata su una collina della città.
In quasi tutti i paesi che ho visitato ho tenuto riunioni di discussione. Ricordo sempre le parole di Toda: «Gli incontri di discussione sono un punto nodale. Il mio impegno per kosen-rufu è sempre ripartito da lì. La Soka Gakkai è stata creata grazie agli incontri di piccoli gruppi di persone. Gli zadankai sono la chiave per dare consigli preziosi e incoraggiare i membri».
A San Francisco partecipai a una riunione di discussione, dove trovai una coppia, Joseph e Yaeko O’Rayeh, che arrivava dal vicino stato del Nevada. Joseph O’Rayeh era entrato a far parte della Soka Gakkai nel 1954, quando viveva a Yokohama, in Giappone. Un giorno lui e la moglie, indecisi se tornare negli Stati Uniti o rimanere in Giappone, chiesero consiglio a Toda che si espresse con grande calore, ma anche con estrema franchezza: «Arriverà il momento in cui kosen-rufu non sarà limitato solo al Giappone. Siate dei pionieri!». Pensava già al futuro e al bisogno di creare leader.
Nel 1960 nominai O’Rayeh responsabile di settore del Nevada. A quel tempo era ancora un giovane di vent’anni. Era anche la prima persona di origine non giapponese a ricoprire quella carica nella nostra organizzazione.
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Ho avuto il coraggio di nominare persone nuove e giovani in posizioni di responsabilità perché sapevo che questo avrebbe dato uno slancio vigoroso ai nostri sforzi per kosen-rufu. Il Daishonin afferma: «La Legge non si diffonde da sola: poiché sono le persone a propagarla, sia le persone sia la Legge sono degne di rispetto» (GZ, 856). Le persone sono la chiave di tutto e le nomine dei responsabili sono molto importanti. Sebbene avessi creato un settore in Nevada, esso contava solo cinque membri, ma il nuovo responsabile comprese le mie intenzioni e, pieno di entusiasmo per aprire la strada di kosen-rufu, perseverò imperterrito nelle attività della Gakkai. Il settore comprendeva un’area geografica così vasta che Joseph e Yaeko O’Rayeh qualche volta affrontavano anche dodici ore di auto per fare visita a un solo membro.
Ci rincontrammo cinque anni dopo. Non dimenticherò mai il sorriso pieno di orgoglio mentre raccontava come il settore fosse cresciuto fino a raggiungere quaranta membri. Anni dopo, si impegnò anche a Hong Kong e divenne il primo responsabile di capitolo della bellissima isola di Saipan, nel Pacifico. È morto a Las Vegas nel febbraio del 2009, e in agosto, qui è stato aperto un Centro culturale della SGI. Gli applausi gioiosi che ci sono stati in quella occasione erano anche un tributo per Joseph e Yaeko O’Rayeh, due grandi pionieri di kosen-rufu nel mondo.
Il Daishonin scrive: «Recita Nam-myoho-renge-kyo con un’unica mente ed esorta gli altri a fare la stessa cosa; questo resterà il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano» (RSND, 1, 58). Le vite di coloro che recitano Nam-myoho-renge-kyo e si dedicano a kosen-rufu sono incommensurabilmente nobili e rifulgeranno di eterno splendore.
Anche gli sforzi continui dei membri del Dipartimento internazionale della Soka Gakkai in Giappone, molti dei quali si adoperano come traduttori e interpreti, sono veramente lodevoli. Ogni giorno io e mia moglie preghiamo con profonda gratitudine per tutti coloro che stanno contribuendo al nostro movimento globale.
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I grandi benefici della vostra fede
rimarranno e si diffonderanno
per il mondo positivamente,
le vostre realizzazioni saranno nutrimento
per l’infinito rigoglio di bellissimi fiori.
Nel mio primo viaggio oltreoceano visitai anche il Brasile. I membri, molti dei quali erano immigrati giapponesi trasferitisi dopo la Seconda guerra mondiale, mi stavano aspettando. Dopo avere ascoltato i racconti delle loro difficoltà e avversità, li incoraggiai con tutto il cuore a tirare fuori il coraggio e la saggezza per superare i loro problemi grazie alla pratica buddista.
In definitiva kosen-rufu comincia quando chi sostiene la Legge mistica decide di vincere proprio lì dove si trova. Ecco perché è cruciale continuare a incoraggiare calorosamente ogni singola persona, risvegliandola alla propria missione di Bodhisattva della Terra e aiutandola a divenire forte e sicura di sé.
Il Daishonin scrive: «Dapprima solo Nichiren recitò Nam-myoho-renge-kyo, ma poi due, tre, cento lo seguirono, recitando e insegnando agli altri. La propagazione si svilupperà così anche in futuro» (RSND, 1, 341).
I membri della Soka Gakkai si sono sforzati esattamente in questo modo e ciò ha fatto sì che la nostra grande organizzazione di Bodhisattva della Terra crescesse su scala globale.
Sono consapevole più di chiunque altro che questo sviluppo è dovuto in particolare alle preghiere forti e profonde dei membri della Divisione donne. La scrittrice francese George Sand (1804-76) osservò con grande intuito: «È più probabile che i veri santi siano nascosti nella folla che esposti su un piedistallo».
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La SGI del Brasile sta progredendo grazie a individui capaci e di talento; per il modo in cui incoraggia i membri della Divisione futuro è un esempio per le nostre organizzazioni di tutto il mondo. Il simbolo della Divisione futuro brasiliana è un leone. Il Daishonin afferma: «Il cucciolo del re leone diventerà un re leone» (Lettera alla Santa Nichimyo, RSND, 1, 288).
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Il 2 ottobre 1964, anniversario del mio primo viaggio all’estero per la pace nel mondo, partii per la settima visita oltreoceano. Mia moglie aveva lasciato il Giappone un giorno prima con un gruppo e io li raggiunsi il pomeriggio del 2 ottobre quando arrivai a Bangkok. Questo fu il primo viaggio oltreoceano di mia moglie. Seguendo il consiglio dei responsabili della Gakkai, lei mi accompagnava per prendersi cura della mia salute. Il 2 ottobre, quindi, è anche l’anniversario del primo viaggio oltreoceano che abbiamo fatto insieme. Durante questi faticosi viaggi, mia moglie si preoccupava della mia salute e della mia alimentazione, fungendo da nutrizionista, infermiera e compagna.
In passato, tutte le volte che Toda partiva da Tokyo per recarsi nei vari luoghi del Giappone, mia moglie era solita andarlo a salutare sia alla partenza che al ritorno. Pregava sempre con sincerità per la sua salute mentre lui correva da una parte all’altra del paese. Ricordo che Toda la nominò suo unico “ufficiale per il benvenuto e per il commiato” e la rassicurò con affetto che un giorno anche lei avrebbe avuto la fortuna di viaggiare per il mondo: quello che egli le disse si è verificato. Mia moglie mi ha accompagnato nei miei viaggi nelle Americhe, in Europa, nel Sud-Est asiatico, in Russia, in Cina, nella Corea del Sud, in India, in Turchia e in Egitto, coltivando insieme a me semi di pace e di amicizia in tutto il mondo.
In molti paesi, è usanza che marito e moglie prendano parte agli eventi sociali insieme, come coppia. La “diplomazia del sorriso” di mia moglie mi è stata di grande aiuto. In ogni luogo che abbiamo visitato lei prendeva parte alle numerose cerimonie ufficiali in programma, ma preferiva stare il più possibile con i membri della Divisione donne e giovani donne per poterle incoraggiare.
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Lo scrittore francese Romain Rolland (1866-1944) annoverava tra i suoi amici illustri figure letterarie internazionali, come Tagore, Tolstoj, Gorkj e altre. Scrisse che lui e i suoi amici avevano costituito una famiglia spirituale che si estendeva da una parte all’altra del mondo. Allo stesso modo, noi della SGI siamo una famiglia globale legata dalla fede negli ideali umanistici del Buddismo di Nichiren Daishonin, pionieri di kosen-rufu in tutto il mondo, risvegliati alla nostra missione dal tempo senza inizio.
Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) scrisse: «Con animo ardito lasciateci / compiere il nostro dovere». Nuove persone capaci, dotate di un animo determinato, apriranno una nuova era.
Il Buddismo del sole risplende luminoso. Andiamo avanti con coraggio e vitalità, come un cielo terso che spazia senza confini nei nostri cuori, tenendo alto il vessillo della verità della Legge mistica.
Concentrando nell’attimo presente
gli sforzi di una pratica
di diecimila anni,
scaliamo la vetta
di kosen-rufu.