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Verso il corso nazionale donne (25-26 febbraio) - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

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    Verso il corso nazionale donne (25-26 febbraio)

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    La preparazione del Corso donne vede coinvolte molte persone. Ognuna si sta impegnando al massimo, con le proprie caratteristiche.
    Abbiamo rivolto alcune domande alle responsabili del comitato organizzativo: Roberta Aramu, Giada Garavaglia, Valentina Dughera, Claudia Mancinelli

    LA DIRETTA STREAMING

    A chi è rivolta la diretta streaming che si terrà domenica 26 febbraio, e come possono organizzarsi le regioni?

    Giada: La diretta streaming che si terrà domenica 26 febbraio (dalle 10.30 alle 12.30) è rivolta a tutte le donne, ma poiché la piattaforma che usiamo ha una capienza limitata, verrà inviato il link a tutte le responsabili donne da gruppo in su, così potranno organizzarsi localmente invitando tutte le donne della propria zona, sia membri che simpatizzanti. Si potranno utilizzare sia le case sia i Centri culturali. 
    L’obiettivo è far partecipare a questo evento online quante più donne possibili, in modo che tutte insieme possiamo ripartire con gioia in questo Anno dei giovani e del trionfo! 

    IL TEMA DEL CORSO

    Il motto del corso è “Fiera, con il sorriso vincerò”, un’affermazione forte, vigorosa. Cosa significa per voi concretamente, alla luce della quotidianità?

    Valentina: Questo motto mi sta accompagnando giorno dopo giorno. Ogni parola mi riporta alla mia personale relazione col maestro Ikeda. Sono fiera perché sono parte di questa meravigliosa famiglia Soka che porta avanti il sogno di kosen-rufu. Sorrido come causa costante di guardare oltre le difficoltà che mi ritrovo ad affrontare, e sorrido proprio alla persona che ho di fronte. Infine queste parole mi ricordano costantemente che senza dubbio vincerò, anzi, come il maestro ci incoraggia da sempre: ho già vinto! 

    Giada: Un’affermazione forte. In realtà è la promessa che ognuna di noi ha fatto nel momento in cui ha deciso di ricevere il Gohonzon, anche se a volte ce ne dimentichiamo; in queste parole è racchiusa l’essenza del perché pratichiamo questo Buddismo. Si tratta di fare per prime la nostra rivoluzione umana, senza risparmiarci, ispirando ogni persona che incontriamo.
    Si tratta di sentire costantemente nel cuore la speranza di poter realizzare la felicità per noi stesse e per gli altri, di andare oltre i nostri limiti, di sentirci bene anche quando ci sentiamo totalmente inadeguate, perché sarà proprio questo sentimento di inadeguatezza il trampolino di lancio per la trasformazione del nostro karma. 
    Questo motto vuole far emergere la consapevolezza del potenziale illimitato che ognuna di noi ha, come donna, così come ci incoraggia Sensei. 

    LA PACE

    La pace mondiale e la sicurezza delle persone sono argomenti quanto mai attuali in questo momento, a un anno dal conflitto russo ucraino: cosa desiderate che emerga da questo corso e che impulso volete dare in questo Anno dei giovani e del Trionfo?

    Roberta:  Il maestro Ikeda ha più volte dichiarato la sua illimitata fiducia nel potere delle donne, nella forza della preghiera delle donne per la pace: questo è un punto importante che vogliamo condividere e approfondire tutte assieme.  Le donne hanno un potenziale immenso, tuttavia molte non credono nel proprio valore, e la sfiducia in se stesse impedisce che questo potenziale si manifesti appieno: questo è un punto chiave della nostra rivoluzione umana. Credere di poter influenzare l’ambiente e realizzare la pace richiede un cambiamento, un salto di qualità prima di tutto interiore, un cambiamento personale che è profondamente connesso alla felicità di tutti gli esseri umani.
    In questo corso desideriamo che ognuna riceva gli stimoli per prendere sempre più coscienza del proprio valore e della propria missione per la pace, che significa una società basata sulla filosofia del rispetto della dignità della vita. Per questo abbiamo deciso di studiare assieme il principio dell’Illuminazione della figlia del re drago, che possiamo considerare l’emblema del risveglio delle persone comuni alla dignità della vita. 

    Giada: Ogni giorno tutti noi recitiamo Daimoku per la pace mondiale, ma il sentimento che proviamo più spesso è un senso di impotenza, che è l’esatto contrario di quello che ci insegna il Buddismo. 
    Vorrei che da questo corso emergesse la consapevolezza di poter contribuire in modo attivo alla costruzione della pace grazie alla trasformazione che parte dal nostro cuore, dalle nostre relazioni, dal nostro microcosmo.
    Sensei incoraggia sempre noi donne a vedere il nostro potenziale innato e a credere profondamente che la nostra missione è far sì che in questa società prevalga sempre di più una filosofia che pone al centro la dignità della vita di ogni singola persona. Inoltre, come madri del movimento di kosen-rufuin Italia, è diventato sempre più urgente, alla luce dell’attuale situazione internazionale, riuscire a trasmettere speranza ai giovani, i nostri successori, stando loro vicino e dimostrando, attraverso la nostra rivoluzione umana, che contribuire alla pace è davvero possibile.

    LA MISSIONE DELLE DONNE SOKA

    Viviamo in un momento denso di preoccupazioni, c’è una guerra ancora in corso, un terremoto recentissimo in Turchia e Siria, senza dimenticare la violenza di genere, in particolare sulle donne, che continua a riempire le pagine dei quotidiani.  La missione delle donne Soka assume quindi un valore sempre più profondo.
    Come vivete personalmente il voto e la missione di contribuire alla pace e alla sicurezza di tutte le persone?

    Valentina: Vorrei rispondere a questa domanda con il desiderio di mettere in pratica queste parole del maestro Ikeda contenute nell’epilogo de La nuova rivoluzione umana: «Sono gli esseri umani a costruire e plasmare le società, le nazioni e il mondo in cui vivono. Odio e fiducia, disprezzo e rispetto, guerra e pace: sono tutti prodotti del cuore e della mente umana. Di conseguenza, senza una rivoluzione umana non ci può essere vera felicità individuale, prosperità sociale o pace mondiale durature. Senza questo elemento cruciale, qualsiasi tentativo di produrre un cambiamento duraturo sarà vano. Ora che ci stiamo preparando al terzo millennio, la filosofia della rivoluzione umana basata sui princìpi del Buddismo di Nichiren diventerà sicuramente una nuova guida per l’umanità» (NRU, 30, 846).

    Claudia: L’attuale situazione dà luogo a un clima davvero difficile, in cui le persone vivono spaesate e senza punti di riferimento certi. Proprio questo mi fa percepire l’immensa fortuna di avere un maestro e una missione chiara legata al mio voto. Come membro del Gruppo donne la mia sfida quotidiana parte da una forte preghiera in cui decido di non soccombere alla paura e alla mancanza di fiducia, di estirpare il dubbio e di essere la prima a piantare semi di speranza nel cuore delle persone.  In particolare, lavorando con i giovani, che sono i più spaesati, cerco più che mai di dialogare con loro, di offrirgli una visione diversa, che non si basa sugli effetti ma sul tipo di cause che possiamo creare per trasformare il nostro futuro. Mi è capitato di parlare del Buddismo ad alcune ragazze e sento che questa è la mia missione per contribuire allo sviluppo della pace nel mondo.

    IN PRIMA PERSONA 

    Siamo tutte figlie di genitori anziani, mamme, compagne, come state vivendo gli obiettivi e le sfide personali alla luce della vostra realtà quotidiana?

    Roberta: La nostra vita quotidiana rispecchia la forza della nostra preghiera. Sfidandomi prima di tutto nella preghiera ho sempre visto che si aprono tante prospettive e possibilità che non riuscivo a immaginare, e come riflesso della mia determinazione ho ottenuto il sostegno e l’appoggio della mia famiglia, anche quando pensavo fosse un impedimento. Ciò dimostra che alla fine tutto dipende da noi e dalla nostra decisione. 
    A volte non è possibile essere sempre presenti in famiglia, ma quando ci siamo è importante esserci al 100% in modo che la nostra famiglia non percepisca i nostri impegni di attività come una mancanza nei loro confronti. Allo stesso tempo, attraverso la preghiera possiamo sfidare i nostri limiti che ci portano a pensare di non poter fare le cose solo perché siamo impegnati o perché non è facile armonizzare tutto. 

    Valentina: Ho lanciato una campagna “familiare” di Daimoku con la mia famiglia di origine (siamo tutti praticanti). Abbiamo l’obiettivo di recitare un milione di Daimoku al fine di realizzare il benessere di ogni membro della nostra famiglia, compresa mia nonna che va assistita giorno e notte. Con mio marito siamo ripartiti con una seria preghiera per realizzare i nostri sogni e sto utilizzando ogni obiettivo personale come carburante per la preparazione di questo corso, decidendo che ogni sforzo è una causa per la vittoria assoluta di tutta la nostra famiglia.

    I DIALOGHI SUL BUDDISMO

    Dialogare con le persone di Buddismo, in particolare con i giovani, è una sfida quotidiana: come la state portando avanti?

    Claudia: Ultimamente mi sto sforzando molto nel dialogo con i giovani, perché sento che è una difficoltà di molti adulti e poiché lavoro con ragazze giovanissime, ho determinato di sfidarmi in prima persona. Grazie a questa decisione ho provato a parlare cuore a cuore con una mia ginnasta (sono allenatrice) di 16 anni, che manifestava un atteggiamento un po’ arrogante e indisponente… Ero sicura di non piacerle però non ho voluto basarmi sul mio sentire, ma sulla promessa quotidiana di vedere il Budda in ognuno… Beh, lei ha iniziato a praticare, e l’hanno seguita la mamma, il papà e la zia! Inoltre, proprio in una giornata difficile in cui non avevo voglia di uscire dal mio guscio, un’altra mia ginnasta ha iniziato a raccontarmi che aveva problemi con Adamo ed Eva, che non le piaceva la storia che la donna dipendeva dall’uomo… così le ho parlato della visione buddista della vita e lei mi ha detto: «Interessante questo punto di vista! Voglio raccontarlo anche a mia madre!». 
    I giovani hanno un potere infinito!

    RobertaÈ vero… sono come uno specchio limpido che riflette la nostra sincerità e sentono se abbiamo rispetto verso di loro. In particolare riscontro che sono molto sensibili alle nostre esperienza, a come abbiamo affrontato le difficoltà e come le abbiamo trasformate. Penso che la prova concreta sia il modo più autentico ed efficace per dialogare con i giovani. Per me non è semplice incontrarli perché frequento prevalentemente miei coetanei, quindi devo determinare di incontrarli e ogni volta che accade mi sento rivitalizzata!

    Valentina: All’inizio di quest’anno ho iniziato a pregare con l’obiettivo di fare shakubuku ai giovani. Insegno alle scuole medie e mi sembrava di venire in contatto o con ragazzi troppo giovani o con adulti.  Inoltre tutti sanno che pratico il Buddismo. Tuttavia, dal primo gennaio sono riuscita a parlare della pratica buddista a sette persone, tra cui un mio collega giovanissimo. Sono stupita del fatto che proprio lui sia quello più interessato e che subito mi abbia chiesto di conoscere più cose possibili del Buddismo!

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