Tante sono le riunioni che si sono tenute in tutta Italia per festeggiare il primo anniversario della Divisione futuro. Ascoltando le loro storie e leggendo le loro esperienze si può solo condividere e rinnovare il desiderio di sostenere e aiutare a fiorire gli adulti di domani
«Create persone grandi e creatori di persone grandi. Tutto il resto verrà da sé» (D. Ikeda, La nuova rivoluzione umana, NR, 500, 20).
«Sono un albero che pur crescendo rigoglioso, non riesce a fruttificare. Un filo d’erba dal brillante colore, ma che si piega alla forza del vento. Sono una piantina rara, ma che gela al primo freddo… però quel giorno ho visto alberi che fruttificavano, interi ciuffi d’erba che si aiutavano tra di loro per proteggersi dal vento… e tante rare piantine che insieme emanavano quel calore necessario per una felice sopravvivenza». Queste sono le parole di Noemi, dalla regione Lazio, dopo il meeting di celebrazione per il primo anniversario della Divisione futuro, dove i giovanissimi si sono trovati a festeggiare questa importante tappa. Provenienti da tutta Italia, le loro testimonianze possono spiegare meglio di altre parole ciò che è stato questo evento, ma soprattutto possono trasmetterci nel profondo il motivo per cui il presidente Ikeda ci invita caldamente a sostenerli con tutto il cuore. Dalla Sardegna, Aurora di quindici anni, espone il suo punto di vista dimostrando di percepire già forte la relazione fra maestro e discepolo: «Incontrare questo Buddismo da così giovane è veramente una fortuna perché avremo un altro approccio verso la vita, avremo altre prospettive. Sensei ha inviato dei regali. È stato un gesto molto bello e io personalmente in quel momento mi sono sentita vicino a lui. Dentro di me sentivo quasi come se lo stessi stringendo in un forte abbraccio per ringraziarlo».
Ognuno di loro ha trasmesso la sensazione suscitata dal meeting con parole piene di calore. Rino ha sedici anni e condivide con grande sensibilità ciò che ha percepito quel giorno: «Gioia e armonia, queste sono le parole che descrivono la riunione che abbiamo fatto, sentirsi in famiglia».
Tanto è vero che il risultato straordinario conseguito dalla Divisione futuro in questo primo anniversario è stato il fatto di realizzare il meeting in ogni regione con il grande entusiasmo dimostrato dai partecipanti e da chi si è impegnato in prima linea contribuendo con il proprio talento.
Flora Saki, diciassette anni, svela cosa ha significato per lei accettare la sfida di esibirsi alla riunione di Bologna: «Ciò che più mi appassiona nella vita è la musica in tutti i suoi aspetti: infatti studio al conservatorio e danzo a livello agonistico. Il primo compleanno della Divisione è arrivato certamente per cambiare qualcosa in un periodo pieno di eventi. All’orizzonte spuntavano mille impegni: esami, campionati europei e mondiali di ballo e io ero sommersa dalle emozioni. Eppure sono riuscita a sfidarmi: suonare il clavicembalo in un giorno così importante mi pareva l’occasione giusta per esprimere attraverso la musica, ciò che più amo, davanti agli altri ragazzi della Divisione futuro, dove ho fatto nuove fantastiche conoscenze».
Esattamente come Marco che, accompagnato dall’amico Francesco al pianoforte, ha letto alcune frasi del presidente Daisaku Ikeda tratte dal libro In cammino con i giovani.
«Questa era la mia sfida – afferma – vedere ragazzi che come me condividono la gioia della pratica, mi ha dato la consapevolezza di poter riuscire a vincere e superare gli ostacoli della vita, piccoli o grandi che siano: io ce la farò!».
Dopo questa esperienza entusiasmante delle riunioni, molti sono ripartiti con una nuova determinazione facendo sempre più loro lo spirito che contraddistingue i discepoli del presidente Ikeda.
Federica Kiyomi afferma che porterà sempre nel cuore questa giornata: «Ne sono uscita con uno stato vitale altissimo e piena di energia positiva. Tantissimi altri ragazzi della mia età ne sono usciti così, incoraggiati e pronti a sfidarsi sempre di più. Ognuno di noi dovrebbe sempre avere questo tipo di atteggiamento».
Questi giovani non si tirano indietro dinanzi alle sfide con tutta l’energia che li contraddistingue. Tra questi Marcello, quindici anni, ha compiuto un’importante trasformazione con estremo coraggio: «Prima di iniziare a praticare non sentivo il valore della mia vita e mi provocavo del dolore fisico, ero autolesionista; adesso ho smesso di farlo ed evito tutto ciò che danneggia la mia vita; ho anche smesso di fumare! Prima della riunione, quando facevo la mia mezz’ora di Daimoku il tempo non passava mai, invece adesso non vedo l’ora che arrivi la sera per poterlo fare. Ho parlato della pratica buddista a una mia amica che si stava approcciando alla droga e ora viene sempre ai meeting e dice che siamo persone fantastiche: ora sto facendo Daimoku per la sua felicità».
E da qui nuovi obiettivi e nuove determinazioni come quelli di Giulia, che ha maturato il desiderio di formare un gruppo Futuro nella sua zona.
Alessandro, Elena, Alessio, Andrea, Greta, Diego e tanti altri Budda dotati di straordinaria saggezza, compassione e coraggio, con la vita tra le mani e il potere del Daimoku dalla loro parte. I ragazzi della Divisione futuro sono emersi con le loro risate, la loro voce, i loro sguardi luminosi, i talenti e le conquiste che costituiscono un preziosissimo tesoro per ognuno.
Grazia ha sedici anni: «Ho capito che qualunque cosa facciamo si riflette sulle persone! Da quando sono andata alla riunione, sono più motivata nella pratica perché dalle esperienze che ci hanno raccontato ho capito che credendo in me stessa e praticando posso affrontare tutti i problemi!». A questo proposito, Daisaku Ikeda scrive: «Continuate a imparare, continuate a provare, continuate fino a quando non avrete trasformato la sconfitta in completa vittoria: allora sarete veramente giovani in cammino» (D. Ikeda, In cammino con i giovani, esperia). È questo che è stato trasmesso ai partecipanti e agli accompagnatori che hanno permesso ai ragazzi di essere presenti, di non lesinare mai sul raggiungimento delle proprie ambizioni e sul superamento delle difficoltà, perché ciò che si meritano non è nulla di meno della felicità.
Le parole di Claudia, diciotto anni, riflettono lo spirito presente quel giorno: «Quando ho varcato la soglia dove si sarebbe svolto il meeting ho cominciato a realizzare che il cammino che avevo deciso di intraprendere non era poi una cosa così fuori dal mondo, ma che, anzi, forse era il centro del mondo, un mondo creativo e fatto di idee! Le differenze di età, di luoghi e di esperienze raccontate dai ragazzi mi hanno fatto pensare che siamo unici e dobbiamo sempre ringraziare ed elogiare la diversità, la caratteristica più bella ed evidente dei ragazzi».
Chi ha percorso un lungo tragitto per poter raggiungere il luogo dell’incontro, chi ha partecipato per provare una nuova esperienza, chi ha offerto la sua creatività per creare un’atmosfera di gioia, chi inoltre ha condiviso a cuore aperto la sua esperienza di vita; ognuno ha regalato qualcosa quel giorno e ognuno è ritornato a casa sentendo di aver ricevuto molto di più di quello che aveva donato.