A luglio 2002 usciva il primo numero de Il Volo Continuo. Oggi, dopo vent’anni, è un portale gratuito dei giovani Soka che ha l’obiettivo di incoraggiare tutti i giovani italiani. Di seguito una tavola rotonda con i direttori responsabili di questi vent’anni e le esperienze di alcuni giovani che attualmente fanno attività ne ilvolocontinuo.it
Come è nato Il Volo Continuo? Qual è l’origine del nome della rivista?
Andrea. Intanto un ringraziamento commosso per questa occasione di riaprire i miei più bei ricordi di un periodo pieno di sfide che in seguito si sono rivelate come tesori e risorse utili per la mia rivoluzione umana.
Sono stato il primo direttore responsabile della rivista. L’origine de Il Volo Continuo si può far risalire a un giorno preciso: il 20 aprile 2002. Eravamo a Tokyo per un corso della SGI e quel giorno si tenne una cena con i massimi responsabili della Soka Gakkai.
Durante quella cena, su proposta dell’allora presidente della Soka Gakkai Einosuke Akiya, decidemmo di dare alla luce una nuova rivista in Italia interamente curata dai giovani e a loro dedicata, con l’obiettivo che diventasse presto un settimanale. Il primo numero della rivista uscì a luglio e per tutto il 2002 fu un allegato a Il Nuovo Rinascimento; poi, a partire da gennaio 2003, si configurò come un settimanale cartaceo.
Il fulcro del giornale erano le puntate de La nuova rivoluzione umana. In quel periodo Sensei stava scrivendo il tredicesimo volume e da lì partimmo anche noi, con l’obiettivo di essere sempre a ritmo con il maestro.
Il nome Il Volo Continuo fu scelto dal presidente Ikeda tra una rosa di nomi inviati dagli allora responsabili del Gruppo giovani. è un riferimento al discorso del nostro maestro in occasione del conferimento dell’Anello dottorale dall’Ateneo di Bologna nel 1994, in cui parlò dell’importanza del “volo continuo” di Leonardo Da Vinci, alla costante ricerca di una nuova compiutezza.
Il nome Il Volo Continuo corrisponde quindi al nostro spirito di ricerca nella fede, che non può mai esaurirsi, e alla missione dei giovani di impegnarsi costantemente nel migliorare se stessi e compiere la propria rivoluzione umana.
Cosa ha significato fare attività ne Il Volo Continuo?
Tamiko. È una delle esperienze più importanti e indimenticabili! Abbiamo affrontato insieme tante nuove sfide e difficoltà, questa attività ci ha insegnato a essere pronti al cambiamento.
Ma soprattutto abbiamo stretto legami profondissimi tra noi e sono felice che i giovani che vi si sono dedicati, adesso siano adulti di grande valore che portano il loro prezioso contributo in tantissimi settori della società, non solo in Italia ma anche all’estero.
Mattia. Ha rappresentato un’opportunità per sfidarmi su un aspetto per me nuovo, in quanto non avevo nessuna esperienza riguardo alla redazione di un giornale. Ho quindi accettato la sfida mettendo al primo posto il Daimoku, affinché emergessero la saggezza e lo stato vitale per poter contribuire allo sviluppo di un giornale utile a praticare bene il Buddismo e offrire un forte incoraggiamento a tutti i giovani e in generale a tutte le persone che l’avrebbero letto.
Mauro. È stato un grande onore e una fortuna! Sono estremamente grato di essermi impegnato in un’attività di questo tipo, che crea un legame diretto tra noi e il maestro. Quando accettai di fare attività ne Il Volo Continuo, la rivista aveva da poco iniziato la fase di pubblicazione online che oggi la contraddistingue. Era una fase in cui, procedendo tra successi ed errori, esploravamo le potenzialità del mezzo digitale facendo, in una certa misura, un’attività da pionieri. È stata quindi un’incredibile occasione per sperimentare le parole di Sensei, quando descrive le difficoltà di aprire un nuovo sentiero dove non ne esiste nessuno! Per questa, e per altre ragioni, fare attività ne Il Volo Continuo ha rappresentato per me un’enorme fortuna.
Daniele. Quando mi è stato chiesto di occuparmene, ho pensato sinceramente che c’erano persone molto più in gamba di me che potevano farlo. Poi, recitando Daimoku e parlando in cuor mio con Sensei, ho determinato che sarebbe stata un’occasione di crescita per una nuova generazione di giovani che avrebbero sviluppato ulteriormente il movimento di kosen-rufu in Italia. Abbiamo ricominciato con un piccolo gruppo di otto giovani, che in pochi mesi si è triplicato.
Dedicarci a questa attività ha significato prima di tutto sfidarsi nella fede per creare un ambiente in cui i giovani potessero far emergere e realizzare la loro visione basata sulla non dualità di maestro e discepolo. Tra i risultati che esistono ancora oggi ci sono le video esperienze, la rubrica che invita alla lettura dei grandi classici e dei libri suggeriti da Sensei e la rubrica quotidiana “Ai miei amici”, sotto forma di storia Instagram.
Chiara. Il Volo Continuo è una rivista “dei giovani per i giovani”, e ciò la rende uno spazio veramente speciale. Siamo un gruppo molto variegato, con più di trenta redattori provenienti da quasi tutte le regioni italiane, di tutti i livelli di responsabilità, e di età comprese tra i venti e i quarant’anni.
Il significato di questa attività è un qualcosa che scopro giorno dopo giorno, mentre insieme ai ragazzi e alle ragazze della redazione apriamo sempre nuove strade.
Il ritmo è estremamente dinamico, cadenzato su base quotidiana; sentirci così frequentemente ci porta a relazionarci gli uni con gli altri nei momenti belli come anche in quelli di sofferenza. Stiamo imparando a sostenerci e ad ascoltarci profondamente. Inoltre, non manchiamo di ricordarci a vicenda che questa è e rimarrà prima di tutto un’attività basata su una preghiera connessa a quella del maestro. Ci sforziamo poi di riportare questo atteggiamento in tutte le attività che sosteniamo e soprattutto nella società, a partire dai nostri luoghi di lavoro.
Potete raccontarci come la relazione maestro-discepolo vi ha sostenuto nel portare avanti il vostro impegno per il Volo?
Daniele. Un mio caro amico che ha fatto tanta attività nel Volo quando era un settimanale stampato, una volta mi disse che il punto più importante nel portare avanti tutte le attività è di utilizzarle per approfondire la propria relazione con il maestro. Da quel giorno mi sono sempre sforzato in tutte le attività per trasmettere questo punto, mettendolo in pratica io per primo.
Tamiko. Per me è stato come percorrere le stesse tappe di Ikeda Sensei da giovane, quando iniziò a lavorare presso una delle case editrici gestite dal maestro Toda. Mi ricordo che per comprendere meglio lo spirito da sviluppare e mantenere in questa attività, lessi e rilessi più volte il Diario giovanile di Sensei. Quando leggevo che Ikeda Sensei aveva vissuto le mie stesse sofferenze, i miei stessi dubbi e cedimenti, capivo che ero sulla strada giusta e riuscivo a trovare la forza per rilanciare.
Mattia. Nel portare avanti questa attività sono sempre ripartito dal Daimoku e dal mio legame con il presidente Ikeda.
L’obiettivo fondamentale de Il Volo Continuo è e sarà sempre veicolare i preziosi incoraggiamenti del nostro maestro e trasmettere il suo cuore a tutti i giovani.
Mauro. Come accennavo prima, fare attività ne Il Volo Continuo è stato come avere un filo diretto con Sensei.
Attendevamo tutti con ansia l’arrivo dei suoi scritti da pubblicare sulla rivista online, quasi in tempo reale. Il pensiero che tutti i membri avrebbero potuto ricevere velocemente gli incoraggiamenti del maestro era molto motivante. In realtà, quindi, è stata un’occasione incredibile per approfondire la relazione maestro-discepolo.
Allo stesso tempo, l’impegno che serbavo nel cuore di portare avanti la “lotta di parole” per kosen-rufu insieme al mio maestro è stato un faro che ha illuminato qualunque istante dell’attività fatta ne Il Volo Continuo.
Chiara. I giovani hanno un cuore puro, imparano a fidarsi della Soka Gakkai, ad amarla e proteggerla, anche e soprattutto osservando chi li sostiene. Per questo motivo, in quanto direttrice mi sono sentita investita di una forte responsabilità che mi ha portata a recitare molto Daimoku ricercando l’esempio di Sensei. Questa preghiera rivolta al maestro mi ha permesso di manifestare idee e capacità che nemmeno sapevo di avere. Ho potuto comprendere quanto Sensei stia crescendo attraverso i suoi scritti una nuova generazione di responsabili nella fase finale della sua vita, e questa consapevolezza mi ha permesso di non cedere ai momenti di sconforto.
Come è avvenuto il passaggio da rivista cartacea a digitale?
Mattia. Grazie ai meravigliosi ragazzi e ragazze con cui facevo attività, ci siamo accorti che il settore dei media era in trasformazione.
Come discepoli del presidente Ikeda, che si assumono la piena responsabilità di kosen-rufu aprendo nuove strade, eravamo desiderosi di offrire un servizio ai nostri lettori al passo con i tempi attraverso uno strumento agile e più accessibile, senza però sacrificarne la qualità. Siamo partiti dal Daimoku, anche perché all’interno della redazione non la pensavamo tutti allo stesso modo, dunque prima di tutto abbiamo fatto un’esperienza di fede e di itai doshin, e così abbiamo deciso di lanciarci nel nuovo progetto.
La redazione del Il Volo Continuo era composta da soli volontari, dunque ognuno ha offerto il suo personale contributo, chi le sue competenze tecniche, chi le sue esperienza nel settore e chi senza possedere nessuna specifica conoscenza ma, grazie al Daimoku e al lavoro di squadra, da ogni diversità è nata una ricchezza perché tutti eravamo concentrati sullo stesso obiettivo: incoraggiare ogni giovane attraverso il cuore del maestro, affinché tutti potessero creare un legame diretto con lui, e offrire uno spazio dove i giovani potessero trovare ispirazione e coraggio nel mettere la propria crescita personale al servizio degli altri e dello sviluppo delle loro comunità. Ricordo con emozione alcune riunioni in videoconferenza tra le redazioni di Roma e Milano, per condividere gli avanzamenti del progetto fino a vederne la luce. Se non ricordo male, il sito andò online il 1 aprile 2009!
Con l’occasione saluto con affetto e ringrazio tutti coloro che hanno sostenuto il progetto, non li dimenticherò mai. Aggiungo anche che tra i principali vantaggi del passaggio al digitale vi era la rapidità di diffusione delle più recenti guide del maestro, rendendo www.ilvolocontinuo.it una fonte di incoraggiamento accessibile nell’immediatezza a tutti i lettori e le lettrici!
Quali sono secondo voi gli aspetti più importanti per sostenere e far crescere i giovani?
Tamiko. Nutrire sempre totale fiducia nei giovani! Così come hanno fatto con noi Ikeda Sensei e il presidente Akiya affidandoci la pubblicazione delle puntate de La nuova rivoluzione umana.
Mauro. Credo fermamente che il punto fondamentale sia riporre nei giovani una fiducia incondizionata e, sulla base di questa, offrire loro continue occasioni di sfida e di crescita. Il futuro appartiene ai giovani, questo è il flusso eterno del movimento di kosen-rufu: anche serbare nel cuore questa consapevolezza è molto importante.
Daniele. Anche per me il punto cruciale è dare loro fiducia incondizionata, facendo emergere davanti al Gohonzon la saggezza necessaria a sostenerli nel momento del bisogno.
Chiara. Dare fiducia per me significa non sostituirmi a loro, lasciarli liberi di esprimersi e anche di sbagliare. Rifletto costantemente su come affidare loro dei ruoli chiave grazie ai quali possano allenare il loro senso di responsabilità.
Infine, Sensei mi ha insegnato che i giovani crescono soprattutto con la lode. Credo che far crescere i giovani significhi prima di tutto lodare i loro sforzi e renderli veramente dei protagonisti, azione che richiede a noi stessi di fare un passo indietro, con coraggio e umiltà.
Cosa volete trasmettere ai giovani oggi? Quali sono le vostre determinazioni?
Chiara. Ai giovani vogliamo trasmettere il legame maestro e discepolo attraverso uno strumento concreto con cui possano parlare della pratica ai loro amici.
Vogliamo incoraggiarli a stare sempre vicini alle persone, soprattutto in questo momento sociale così complicato. Nel suo messaggio per il ventesimo anniversario della fondazione de Il Volo Continuo, Sensei parla della nostra rivista come di uno strumento per creare “amicizie vere e piacevoli”. Ci sta dando le istruzioni per fare un’azione pratica, ovvero andare in mezzo alle persone costruendo questo tipo di amicizie. Così facendo, il legame tra maestro e discepolo diventa la base di ogni altra relazione, che sia di amicizia, lavorativa, sentimentale o altro, e ci aiuta a costruire altre relazioni. Solo così la società potrà veramente cambiare. Le determinazioni della redazione sono ben condensate nel nostro “manifesto”, che trovate pubblicato sul sito, a questo link: https://bit.ly/3HIeoHu.
Ci tengo a sottolineare che i nostri obiettivi per i prossimi dieci anni combaciano con quelli del Gruppo giovani italiano. Nel suo messaggio Sensei si rivolge a tutti i giovani italiani, chiedendoci di sviluppare quel tipo di amicizia che equivale allo spirito di shakubuku.
In questo senso, come redazione de Il Volo Continuo, ci uniamo a tutti i giovani italiani e – con molta naturalezza – impariamo a illuminare la società con la luce del Buddismo. Le nuove rubriche, come “Primi Passi” e “Buddismo Oggi”, sono un primo risultato di questo percorso.
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VOCI DALLA REDAZIONE
Di seguito le esperienze e le determinazioni dei giovani che fanno attività ne Il Volo Continuo
Il prezioso legame con il maestro
di Elisa Lumini
Nel 2019, a vent’anni, ho potuto fare attività come fotografa durante un corso al Centro culturale di Firenze. Esprimendo a uno dei responsabili giovani il desiderio di continuare a fare questo tipo di attività all’interno della Soka Gakkai, lui mi rispose senza esitazione: «Stavo aspettando proprio te!», condividendo il suo obiettivo di lanciare un’attività che permettesse ai giovani di comprendere profondamente i benefici della pratica buddista ed essere felici. Fu così che divenni la prima redattrice de Il Volo Continuo!
Inizialmente eravamo pochi ed era difficile stabilire chi dovesse fare cosa, ma non ci siamo arresi e abbiamo recitato Daimoku senza sosta. La prima cosa che mi ha trasmesso questa attività è il prezioso e unico legame che ognuno di noi ha con Sensei; se riusciamo davvero a capire l’importanza di questa relazione nella nostra vita non c’è niente che non possiamo superare. Nonostante la scarsa fiducia che riponevo in me stessa e la mia preoccupazione di non essere all’altezza, non mi sono mai arresa e ho continuato a portare avanti l’attività di redazione e tutte le altre attività con l’obiettivo di creare valore nella società. Poterla condividere con tanti compagni di fede, sostenendoci a vicenda in tutte le nostre lotte personali, mi ha dato una forza incredibile. I legami umani e il dialogo sono un mezzo formidabile per trasformare la realtà in cui viviamo in un’oasi di pace. Il nostro maestro ci incoraggia a non fermarci quando le cose sembrano non andare bene. Non è un caso che questa rivista online sia stata rilanciata poco prima dell’inizio della pandemia, che ci ha costretti a restare in casa con Internet come unico mezzo per tenerci in contatto. Da quel momento Il Volo Continuo ha iniziato a crescere sempre di più.
Posso senza dubbio affermare che senza questa attività non avrei mai trasformato la mia insicurezza in coraggio, e la paura in determinazione di non arrendermi mai. I legami profondi con ogni persona della redazione mi spingono a dare il meglio di me per rendere felici di tutti i giovani italiani e del mondo.
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Un pilastro della propagazione
di Filippo Augusti
Faccio attività nella redazione de Il Volo Continuo da un anno e mezzo, nella rubrica Ai miei amici, collaborando nelle traduzioni degli incoraggiamenti giornalieri del presidente Ikeda che escono ogni mattina sul Seikyo Shimbun.
Grazie al Daimoku recitato per tradurre gli incoraggiamenti al meglio, dopo una sofferenza iniziale dovuta all’ansia da prestazione ho compreso che non si trattava di una “meccanica” attività di traduzione, quanto piuttosto della decisione di trasmettere il cuore del presidente Ikeda. Perciò ho iniziato a pregare per sentire profondamente il mio legame con Sensei, per fare mio il suo spirito e trasmetterlo a tutti i lettori de Il Volo Continuo.
Come risultato ho trovato molta più gioia nel tradurre e la mia vita ne è uscita arricchita. L’attività per gli altri, infatti, ha fatto da acceleratore della mia rivoluzione umana permettendomi di realizzare splendide esperienze sul lavoro e in famiglia. Al lavoro, entrato come tirocinante, dopo un anno sono responsabile di uno dei quattro punti vendita di una realtà in cui posso esprimere la mia passione per il cibo e in cui c’è grande attenzione alla sostenibilità del sistema agroalimentare e al benessere dei lavoratori. In famiglia sono riuscito a trasformare la contrarietà di mia madre per la mia relazione con una donna più grande in un espediente per aprire un dialogo profondo e sincero con lei, e nel giro di un anno il nostro rapporto si è trasformato e approfondito. Inoltre, ho rotto il muro di silenzio con mio padre e anche il mio rapporto con lui ha fatto un salto di qualità inaspettato.
Grazie a questa attività ho la prova, giorno dopo giorno, di quanto lo sforzo costante di offrire il mio tempo e le mie capacità per kosen-rufu porti a una trasformazione profonda del mio stato vitale e, come conseguenza inevitabile, della mia vita e di quella delle persone che mi circondano. La mia determinazione è di far crescere Il Volo Continuo come pilastro dello shakubuku, avvicinando sempre più giovani alla gioia di praticare il Buddismo della Soka Gakkai.
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Meravigliosi legami di amicizia
di Giancarla Trizio
Ho iniziato a fare attività nella redazione de Il Volo Continuo a novembre 2020. Stavo attraversando un periodo delicato sul fronte lavorativo: sono freelance, mi occupo di comunicazione e digital marketing e non avevo ancora chiaro se continuare su quella strada o cambiare settore.
Decisi di affrontare questa sofferenza recitando Daimoku davanti al Gohonzon. Il mio desiderio era fare un lavoro per contribuire a kosen-rufu, per essere felice e aiutare gli altri ad esserlo.
Un giorno mi soffermai sui canali social deIl Volo Continuo e pensai che usare i social per trasmettere ad altri giovani la meraviglia di questa pratica sarebbe stata un’esperienza meravigliosa. Mi informai su come poter entrare nella redazione come volontaria, e iniziai così a far parte della squadra, in particolare contribuendo all’attività del team social.
Nichiren Daishonin scrive: «Nessuna cosa che riguardi la vita o il lavoro contrasta in alcun modo con la vera realtà» (Risposta a un credente, RSND, 1, 804).
Ancora una volta, il Buddismo mi stava facendo capire che non dovevo cercare la risposta al di fuori della mia vita, cercando di cambiare le cause esterne. Dovevo trasformare la mia vita partendo da me, dal mio atteggiamento.
L’attività nella redazione de Il Volo Continuo mi ha dato l’occasione di andare in profondità nella mia vita, di trasformare la sofferenza che provavo e mi ha portato a comprendere che il mio “lavoro per kosen-rufu” è esattamente quello che sto svolgendo.
Questa esperienza mi sta regalando tantissimo da un punto di vista umano e professionale: mi ha insegnato a rendermi indispensabile sul luogo di lavoro e a dare sempre il massimo, e soprattutto mi ha dato la possibilità di creare dei legami di amicizia con i ragazzi e le ragazze della redazione, sparsi in tutta Italia ma che sento vicini come se vivessero nella mia città.
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Approfondire lo spirito di ricerca
di Tommaso Catalano
Far parte de Il Volo Continuo, una rivista di giovani per i giovani, comporta un impegno in prima linea per kosen-rufu. Riportare lo spirito autentico del Buddismo di Nichiren Daishonin attraverso i nostri articoli è un onore, ma anche una responsabilità. Perciò, cerco di approfondire il mio spirito di ricerca, mi sfido nella fede, nella pratica e nello studio più che posso.
Ho sempre unito a questa attività nel giornale i miei scopi personali: ciò mi ha permesso, in questi anni, di fare grandi esperienze e progressi nella mia rivoluzione umana. Nichiren Daishonin e il maestro Ikeda insegnano che, quando ci impegniamo per kosen-rufu, sorgono naturalmente numerosi ostacoli e avversità: è proprio il segno che stiamo procedendo nella direzione corretta. L‘attività ne Il Volo Continuomi ha dato modo di affrontare una dopo l’altra tante difficoltà, mie e familiari. Non mi sono mai arreso. Mi dico sempre: «Non posso mollare adesso! Come posso dare speranza a tutti i giovani italiani, se sono il primo a cedere?». Ho trovato nei compagni di redazione dei veri amici, per i quali la lotta di ognuno è sempre quella di tutti. È una grande gioia quando condividiamo le vittorie sulle nostre rispettive sfide: mi sento rimotivato a perseverare nella mia missione e cerco di riportare questo amore per kosen-rufu nella zona dove faccio attività. E mentre le tempeste insorgono più forti, rileggo questa frase di Ikeda: «Una persona che indossa la maschera del discepolo ma non emette il ruggito del leone non è un vero discepolo. La cosa importante è l’azione» (MDG, 216).