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Usare le parole per proteggere le persone - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:58

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Usare le parole per proteggere le persone

Il Seikyo Shimbun e le analoghe pubblicazioni “gemelle” si stanno diffondendo in tutto il mondo come una sorta di piazza del dialogo e della condivisione, creando una rete di pace, cultura, educazione che si sviluppa in modo capillare

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Il Seikyo Shimbun e le analoghe pubblicazioni “gemelle” si stanno diffondendo in tutto il mondo come una sorta di piazza del dialogo e della condivisione, creando una rete di pace, cultura, educazione che si sviluppa in modo capillare

Il mio pensiero va a tutte le persone colpite così duramente dal grande terremoto avvenuto nelle prefetture di Kumamoto e Oita, nell’isola meridionale del Kyushu. Sono profondamente addolorato anche per il terremoto che ha colpito l’Ecuador, in America Latina.
Nichiren Daishonin afferma: «Se vi preoccupate anche solo un po’ della vostra sicurezza personale, dovreste prima di tutto pregare per l’ordine e la tranquillita in tutti e quattro i quadranti del paese» (RSND, 1, 25).
Quando devastanti calamità naturali piombano all’improvviso a recidere i legami tra gli individui, le uniche cose in grado di farci reagire come persone comuni sono la preghiera e il voto di continuare a vivere rimanendo uniti e proteggendoci a vicenda, qualsiasi cosa accada.
Le mie amate famiglie del Kyushu stanno avanzando con questa ardente convinzione nel cuore: «Non mi arrenderò neppure io; non mi lascerò sconfiggere. Uniti, insieme, senza mai abbandonare coloro che stanno soffrendo, per nessun motivo. Tenendoci per mano e sostenendoci a vicenda, dimostreremo che è possibile superare qualunque avversità!».
Nel Gosho è scritto: «Il mezzo meraviglioso per porre veramente fine agli ostacoli fisici e spirituali di tutti gli esseri viventi non è altro che Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 1, 747). La fede nella Legge mistica è la forza motrice che ci permette di superare qualsiasi difficoltà o sofferenza, materiale o spirituale, senza perderci mai di coraggio.
In un altro Gosho si legge: «Myo significa rivitalizzare, rivitalizzare significa ritornare a vivere» (RSDN, 1, 132).
Anch’io, ogni giorno, recito Daimoku con tutto me stesso per i miei indomiti compagni di fede che senza indietreggiare continuano a diffondere i raggi della speranza e della rinascita.
Nel momento in cui ci si imbatte in un grande ostacolo è essenziale far emergere il “cuore del re leone”, manifestare tutte le potenzialità della propria vita e scalare fino in cima la montagna delle difficoltà. Questo è il cuore del Buddismo di Nichiren, l’orgoglio dei maestri e discepoli Soka.
Miei cari compagni di fede di Kumamoto e di Oita!
Miei valorosi eroi del Kyushu, che vi impegnate in prima linea con coraggio e spirito di amicizia e solidarietà nei confronti dei vostri compagni di fede! Questo è il momento di non indietreggiare, di fronte a qualunque avversità. Vi esorto a scrivere il canto di vittoria di “diversi corpi, stessa mente” e di “trasformare il veleno in medicina” credendo nelle aure parole del Gosho: «Potra mai esserci una storia meravigliosa come la vostra?» (RSND, 1, 444).

Il vessillo dell’umanesimo

Sia nel caso del terremoto e dello tsunami nel Tohoku che nel caso del terremoto di Kobe, i ritratti e le storie dei compagni di fede riportate sul Seikyo Shimbun hanno rappresentato una fonte di luce, di speranza e di coraggio per tutti. Nel mezzo di queste calamità naturali senza precedenti essi hanno mostrato lo spirito di “colui che sa sopportare”, continuando ad avanzare attraverso tristezza e sofferenze, esclamando: «Non dobbiamo arrenderci, non dobbiamo lasciarci sconfiggere!». Sono persone degne di lode e di rispetto che continuano a incoraggiare e ad agire per il bene della famiglia, degli amici e della comunità. Sono persone piene di coraggio che nonostante fatica e lacrime si impegnano con tutte le forze nelle attività di soccorso e di sostegno alla ricostruzione. Il quotidiano Seikyo è riuscito a trasmettere lo splendore della vita che racchiude i “tesori del cuore”, che nessuna difficoltà potrà mai distruggere.
Il 20 aprile si celebra la fondazione del Seikyo Shimbun nato nel 1951, poco prima della nomina del mio maestro Josei Toda a secondo presidente della Soka Gakkai, come a dar voce al “grido di battaglia” che segnava l’inizio dello sviluppo di kosen-rufu. Questo è il sessantacinquesimo anno della storia del nostro giornale.
Toda affermò: «Il quotidiano Seikyo lavora per permettere ai Bodhisattva della Terra di portare a compimento la loro missione». È un giornale che tiene alto il vessillo dell’umanesimo. Nei momenti in cui si sono verificati disastri naturali, è sempre riuscito a mostrare il valore autentico degli esseri umani, la dignità della vita che risplende come una gemma preziosa nelle più grandi avversità. È il castello della libertà di parola per “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”. Sempre schierato con le persone comuni, costituisce la forza in grado di espandere una rete di giustizia e umanesimo.
Nel Sutra del Loto si legge:« [Questi bodhisattva, di salda volonta] non sono ne incerti ne immaturi […]. Abili nel rispondere a difficili domande, le loro menti non conoscono la paura. Hanno coltivato con assiduita la perseveranza, sono fieri in dignita e virtu» (SDL, 15, 307).
Il Seikyo è il giornale della libertà di parola che racchiude tutta la forza dei Bodhisattva della Terra. È il giornale della fede, del coraggio, della saggezza e del dialogo. È il giornale della compassione e dell’indomita perseveranza.
Con la forza della parola, realizzerà sicuramente il grande voto di kosen-rufu! Numero dopo numero, giorno dopo giorno.

La forza della propagazione

Lo scrittore e giornalista ceco Karel Capek affermò: «È un miracolo che i giornali escano ogni mattina». È stato un uomo coraggioso, giornalista di un quotidiano delle persone comuni che ha utilizzato la penna come arma contro il male che si era infiltrato all’interno della società, contro l’atroce e disumano nazismo. Di conseguenza è arrivato a comprendere profondamente quanto può essere difficile, ma al tempo stesso essenziale, fornire ai lettori un giornale che ricerchi e trasmetta la verità.
Grazie ai nobili compagni di fede che uniscono le loro forze, il nostro quotidiano Seikyo prosegue il cammino del suo sviluppo che in effetti meriterebbe di essere definito un “miracolo”. Un cammino che, a oggi, ha superato i diciannovemila numeri! È la cristallizzazione dell’impegno di coloro che ogni giorno si dedicano alla creazione della prima pagina in tempi così veloci, alla redazione, alla stampa, alla spedizione e alla distribuzione del giornale ai lettori.
Anche gli sforzi costanti degli inviati che riescono a trasmettere in modo vivido l’atmosfera e le emozioni della prima linea risplendono. Coloro che consegnano il giornale ogni mattina, “re e regine senza corona”, sono i “corridori” che si assumono la responsabilità di portare avanti questa staffetta appassionata anche nei giorni di vento o di pioggia. Non v’è dubbio che stanno compiendo nobili azioni dietro le quinte e, come afferma il Gosho: «Senza essere visti, i Budda e i bodhisattva li stanno osservando» (RSND, 1, 55).
Inoltre, tutti coloro che lavorano al giornale, a cominciare dal direttore, con il loro impegno stanno sostenendo gli innumerevoli lettori. Il Seikyo, realizzato da persone che si dedicano anima e corpo senza lesinare i loro sforzi, è la forza propulsiva della propagazione della Legge mistica per la realizzazione di kosen-rufu.

Una nuova cittadinanza globale

Ho saputo che a febbraio di quest’anno è nato il nuovo Seikyo online, la versione digitale del quotidiano accessibile da circa centoquaranta paesi e territori. So inoltre che in ogni paese del mondo vengono pubblicate delle riviste “gemelle” che corrispondono al Seikyo Shimbun o al Daibyakurenge giapponesi, a oggi più di ottanta pubblicazioni.
Capek affermò: «La cittadinanza globale è nata dalla lettura dei quotidiani». Oggi, il Seikyo e le analoghe pubblicazioni “gemelle” si stanno diffondendo in tutto il mondo come una sorta di piazza del dialogo e della condivisione, creando una rete di pace, cultura, educazione che si sviluppa in modo capillare. Credendo profondamente nella dignità della vita di tutti gli esseri umani, agisce col desiderio di realizzare la felicità, propria e degli altri. E non sono il solo a vedere in tutto ciò l’alba di una “nuova cittadinanza globale”.
Sono sicuro che il mio maestro Toda, che espresse l’ardente desiderio che il giornale Seikyo “venisse letto in tutto il Giappone e in tutto il mondo”, stia provando un’immensa gioia.

Dialoghi cuore a cuore

Anche in Spagna, dove la SGI si sta sviluppando splendidamente, viene pubblicata una rivista dal titolo Civilización Global. In precedenza, il ruolo di capo redattore di questa rivista era rivestito dal direttore generale Enrique Caputo. Circa quindici anni fa, in occasione di una sua visita in Giappone, egli espresse il desiderio di consegnare il giornale Seikyo ai membri per provare in prima persona questa attività accompagnando una “regina senza corona” della Divisione donne a consegnare i giornali nel quartiere di Shinjuku, a Tokyo.
Egli racconta ancora con commozione quell’esperienza: «Portava con dolcezza i giornali, proprio come se stesse tenendo un tesoro tra le mani, e li consegnava ai compagni di fede. Il suo gesto riusciva a scaldare l’aria fredda delle prime ore del mattino».
Il cuore puro e sincero dei “re e regine senza corona” che consegnano il Seikyo Shimbun la mattina in ogni casa, rappresenta l’essenza dei “dialoghi cuore a cuore” che conducono alla realizzazione di kosen-rufu. Questo perché, come scrive il Daishonin: «È attraverso l’uso di parole, dette e scritte, che il Budda salva gli esseri viventi» (RSND, 2, 7). Kosen-rufu è una continua sfida per diffondere speranza tra i propri amici attraverso la forza delle parole “dette” e la forza delle parole “scritte”. Credere profondamente nella Buddità di chi ci sta di fronte e intrecciare con ogni singola persona dialoghi coraggiosi è un’azione piena di compassione strettamente collegata al cuore del Daishonin.
È fondamentale continuare a pregare fino in fondo per la felicità dei nostri amici. Continuare a pregare per realizzare il voto di adottare l’”insegnamento corretto per la pace nel paese”. Le parole, dette o scritte, basate su una profonda preghiera, hanno una forza e un potere invincibili.

La voce delle persone comuni

Uno degli episodi più significativi del mio primo viaggio in Europa, cinquantacinque anni fa, fu a Copenhaghen, in Danimarca, dove incontrai la poetessa Esther Grace, che svolgeva una parte attiva nella società danese e con la quale strinsi una profonda e sincera amicizia. La Grace affermò: «Una piccola parola è in grado di cambiare il mondo. Una piccola parola è in grado di migliorare gli esseri umani». Fermamente convinta del potere di trasformazione che possiedono le persone comuni, soleva dire: «La voce delle persone comuni è importantissima. Bisognerebbe sempre mostrare rispetto e considerazione nei confronti dei comuni cittadini».
Quante persone si sono fatte coraggio, hanno raccolto le loro forze e reagito al dolore e alle sofferenze grazie alle parole incoraggianti e piene di convinzione dei miei cari compagni di fede? Ogni parola pronunciata o scritta durante l’attività quotidiana della Soka Gakkai possiede un valore inestimabile. Una stessa identica parola assume un peso e un significato diverso a seconda della sincerità della persona che la pronuncia. A maggior ragione, è impossibile che coloro che hanno continuato a pregare per la felicità dei loro amici non riescano a trasmettere il loro cuore. Un cuore sincero, rafforzato dalle azioni, e i profondi sentimenti che sottendono le nostre parole arriveranno sicuramente alla persona che ci sta di fronte. La voce più sincera e onesta delle persone comuni, ovvero la voce del Budda, è in grado di continuare a trasmettere “il sacro insegnamento” (traduzione della parola giapponese seikyo, n.d.t.).

Ogni salita si può superare

Nel dicembre del 1981 accadde un episodio che non scorderò mai. Mi ero recato a Oita, Kumamoto e Fukuoka dove i membri stavano lottando contro le persecuzioni scatenate dai tre ostacoli e quattro demoni che emergevano senza sosta, uno dietro l’altro.
A Oita proclamai ad alta voce il poema Giovani, scalate la montagna di kosen-rufu del XXI secolo, e il giorno stesso questo venne pubblicato sulla prima pagina del Seikyo Shimbun e diffuso immediatamente in tutto il Giappone. Il giornale Seikyo pubblicò ben due pagine con grandi foto e lunghi articoli riguardo ai memorabili “incontri di maestro e discepolo” avvenuti presso il castello di Oka, nella città di Taketa, e presso il parco Icchobata della città di Kumamoto, quando cantammo tutti insieme le canzoni La luna sulle rovine del castello e La salita di Tabaru, che risuonarono con vigore nei nostri cuori come veri e propri canti di vittoria:

La pioggia cade, cade,
le persone e i cavalli si bagnano,
la salita di Tabaru
non si può oltrepassare.

Dal punto di vista del legame di maestro e discepoli Soka, non esiste assolutamente alcuna salita che non si possa oltrepassare.
Questo è il voto saldo, incrollabile ed eterno che ho pronunciato insieme ai miei cari compagni di fede del Kyushu.

La sfida di creare la pace

Quando il mio maestro Toda fu nominato secondo presidente della Soka Gakkai, il 3 maggio del 1951, iniziò a recitare Daimoku con più forza e vigore che mai, con la determinazione di “fare del Giappone una terra piena di gioia”, senza dolori né sofferenze, e di eliminare da questa terra la parola “miseria”.
Anch’io, come suo discepolo, da quando sono stato nominato terzo presidente della Soka Gakkai, il 3 maggio del 1960, ho continuato a pregare ancora più forte “affinché nel mondo regni la pace”, “affinché non ci siano terremoti”, “affinché ci siano sempre raccolti abbondanti e non ci siano mai carestie”. Senza lasciarsi sconfiggere dalle tre calamità e dai sette disastri, è fondamentale realizzare la pace e la sicurezza delle persone, la prosperità della società e la pace nel mondo.
Con questo desiderio ardente per il bene del genere umano, recitando con voce chiara e sonora la Legge mistica per la felicità propria e degli altri, saremo in grado di affrontare la sfida di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”. Di fronte a qualsiasi disastro naturale o avversità, la Soka Gakkai è un grande castello di speranza che rinasce con determinazione, e il quotidiano Seikyo costituisce un solido pilastro di questo castello, un re della parola per la protezione assoluta delle persone.
Anche oggi, insieme al giornale Seikyo, con le parole “nonostante tutto la vita è piena di dignità, è eterna” incise nel cuore, continuiamo a scrivere il poema epico della vittoria delle persone comuni e a intonare il canto di lode della rivoluzione umana.

20 aprile 2016

(traduzione di Chiara Pantaleo)

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