Ho trentadue anni e pratico il Buddismo di Nichiren Daishonin dal febbraio 2003. Incontrare la pratica ha cambiato la mia vita: mi ha reso più forte, speranzosa, positiva e determinata nel vivere la mia quotidianità. Ho scoperto che la vita può essere vissuta da protagonista e non lasciare che i problemi accadano e basta; ho capito quanto io posso realmente trasformare il modo di vedere le cose che succedono e di quanto la realtà intorno a me possa cambiare di conseguenza.
All’età di dodici anni mi è stata diagnosticata l’atassia di Friedreich, una <Hpl:=malattia invalidante causata da un’anomalia <Hpl:=genetica degenerativa che provoca un danno progressivo del <Hpl:=sistema nervoso. La fede nel Gohonzon mi ha aiutato ad affrontare le difficoltà conseguenti a essa: non solo fisiche, ma anche di accettazione della malattia.
L’incoraggiamento del maestro Ikeda è stato il più efficace per me e per la mia vita. Non dimenticherò mai quando ho letto una frase dove cita un famoso scrittore il cui motto di fronte alle difficoltà era: «I colpi di martello forgiano una spada eccellente» (NR, 428, 6).
Praticando il Buddismo per la mia felicità e per quella degli altri sono stata in grado di realizzare i miei sogni, senza essere sconfitta dalle difficoltà relative alla malattia, anzi il beneficio maggiore è stato avere molta più fiducia in me stessa, imparando a vedere in ogni istante il mio valore e la mia forza.
Impegnarmi come responsabile di gruppo è stata un’esperienza che ha accresciuto la compassione verso me stessa e verso gli altri. Ho potuto sperimentare che ognuno ha lati positivi e negativi, che non per forza coincidono con i miei, e ho imparato a rispettare la preziosità di ogni persona.
Fare attività per gli altri mi ha portato ad apprezzare maggiormente la nostra organizzazione e il valore di tutti i compagni di fede.
Nel 2007 ho sostenuto e superato l’esame di Buddismo di primo livello, contemporaneamente agli esami universitari. Infatti sono una studentessa universitaria e il mio percorso di studio l’ho vissuto parallelamente a quello buddista. Sento una profonda gratitudine per tutti gli incoraggiamenti che di giorno in giorno continuo a ricevere e per questo ho voluto dedicare la mia prima laurea in Scienze giuridiche non solo alla mia famiglia, ma anche al presidente Ikeda, con questa dedica: “A Daisaku Ikeda perché mi ha insegnato ad avanzare sempre con coraggio, orgoglio e fierezza”.
Il 21 marzo scorso ho discusso con successo la mia seconda tesi in Giurisprudenza. Ora sto recuperando il tempo “perduto” durante la tesi e sto cominciando a vagliare anche le prospettive di lavoro. Non mi faccio mancare niente: esco, leggo, incontro amici, recito Daimoku e desidero fare tante altre cose.
Voglio poter essere ancora una volta di incoraggiamento per le persone, affinché siano spronate a lottare e a vincere nei momenti più difficili, senza farsi abbattere dalle grandi difficoltà che ogni giorno si incontrano.
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