È la prima volta che mi trovo a mettere in ordine i miei pensieri, le mie vittorie e anche le mie sconfitte su un foglio di carta, ed è emozionante vedere quante cose sono successe da quando ho deciso di affidarmi al potere di Nam-myoho-renge-kyo. Ma partiamo dall’inizio. Il mio incontro con la pratica buddista è avvenuto tre anni fa quando, dopo un lungo periodo di stress, ho deciso di cambiare scuola, e nel nuovo liceo ho incontrato di nuovo una mia amica che mi ha parlato del Buddismo.
La mia decisione di cambiare scuola aveva fatto insorgere delle sofferenze profonde nella mia famiglia, inoltre nelle prime settimane rientravo piangendo perché avevo paura di non riuscire a fare amicizia in una classe già unita da tre anni. Per fortuna la mia amica mi invitò a una riunione buddista.
Il Daimoku nel tempo ha sciolto problemi che allora erano macigni e adesso mi sembrano sassolini fastidiosi.
Non posso dire che sia stato tutto rose e fiori, ma molte cose sono cambiate e ora mi accompagna una luce diversa, una consapevolezza nuova. Il liceo si è concluso per me con un’immensa vittoria, ossia la maturità superata affidandomi completamente al potere del Daimoku.
Grazie alla fede che passo dopo passo ho riposto nel Gohonzon, sono riuscita a vincere su molte insicurezze e paure, nella continua ricerca di scelte che potessero rendermi felice e farmi crescere. Vi chiederete come i miei genitori abbiano preso questa mia scelta e posso dirvi che la loro reazione è stata ed è ancora una delle mie conquiste più grandi! Il giorno in cui ho ricevuto il Gohonzon, sono venuti entrambi alla cerimonia e si sono mostrati felici ed emozionati. Mio padre si è rivelato molto interessato e prima di tornare a casa, ha fatto l’offerta per kosen-rufu insieme a me. Mia madre legge i libri di sensei e mi esorta a recitare Daimoku quando mi vede in momenti di difficoltà.
Il cambiamento, che è avvenuto prima di tutto nel mio cuore, non è stato radicale e improvviso ma lento e meticoloso, come succede quando si vogliono costruire delle solide basi per un edificio, in modo che non possa crollare. Così il Buddismo ha pervaso la mia vita come un’onda, nelle parti più belle come in quelle brutte, sempre accompagnandomi verso le scelte più adatte a me. E questo non è facile perché a volte significa sostenere prove che sembrano insormontabili.
Quest’anno, mentre cercavo di scappare dai miei “demoni interiori” senza affrontarli veramente, sono giunta alla conclusione che nascondermi non portava a nulla, che avrei dovuto fronteggiarli.
Ho compreso che anche la mia oscurità può essere una ricchezza e mi sono affidata completamente al Gohonzon per trasformarla. Ora sono decisa a raccogliere con coraggio ogni sfida che si presenterà nella mia vita, anche per incoraggiare gli altri.
Come dice il maestro Ikeda alle giovani donne: «La vostra vita è come uno spettacolo teatrale: in questo momento state recitando la parte di una persona che sta soffrendo, ma è certo che lo spettacolo avrà un lieto fine. Voi sarete in grado di apprezzare la felicità, vita dopo vita. Sarete capaci di vincere eternamente; perciò non avete niente di cui preoccuparvi» (Il voto dell’Ikeda Kayo-kai, 57).
Uno spettacolo a lieto fine
Martina Catania, Roma
È la prima volta che mi trovo a mettere in ordine i miei pensieri, le mie vittorie e anche le mie sconfitte su un foglio di carta, ed è emozionante vedere quante cose sono successe da quando ho deciso di affidarmi al potere di Nam-myoho-renge-kyo
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