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Uno speciale corso a trets - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:48

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Uno speciale corso a trets

Centocinquantasei rappresentanti da tutte le regioni italiane hanno preso parte al corso per responsabili nazionali e di area, dal primo al 4 febbraio a Trets, cui hanno partecipato anche i coniugi Takahashi

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Centocinquantasei rappresentanti da tutte le regioni italiane hanno preso parte al corso per responsabili nazionali e di area, dal primo al 4 febbraio a Trets, cui hanno partecipato anche i coniugi Takahashi

Per la prima volta tutti i responsabili nazionali e di area hanno trascorso tre giorni e tre notti fianco a fianco presso il Centro europeo di Trets per far sì che l’Italia diventi forza motrice di quella che è stata definita dal presidente Ikeda la “nuova era di kosen-rufu nel mondo”.
Si è colto da subito la straordinarietà di questo corso e la particolarità di questa fase in Italia e nel mondo. Fin dalla riunione di apertura del corso Asa Nakajima, responsabile nazionale della Divisione donne, ha parlato di quest’anno come “momento d’oro”, in cui ogni persona può vincere e sviluppare con gioia la propria vita. «Dove si sente gioia – ha affermato – il movimento di kosen-rufu si sviluppa in modo naturale». Francesco Geracitano, vice direttore, ha sottolineato il valore delle relazioni umane all’interno della nostra organizzazione, evidenziando la scelta di basare questo corso sul “dialogo”.
Sempre nella riunione iniziale, il direttore generale Tamotsu Nakajima ha ricordato l’importanza di dedicarsi senza riserve all’attività, «buttando via i vari impedimenti». La Legge non si propaga da sola, è la persona che la propaga. Il Gosho Risposta a Matsuno parla dei benefici della recitazione chiarendo che il Daimoku è «sempre oro», ma i benefici che ne derivano cambiano a seconda del cuore con cui si recita. È necessario sviluppare un cuore che «combacia col Sutra del Loto», evitando di commettere le quattordici offese e di offendere i praticanti, per perseguire invece l’unità di itai doshin (diversi corpi, stessa mente). E mentre ci impegniamo per kosen-rufu – ha detto infine – divertiamoci insieme!
È stata poi la volta dei saluti di Sakae Takahashi, responsabile delle giovani donne e donne d’Europa, la quale ha riportato un brano di un discorso del presidente Ikeda: «Adesso abbiamo l’opportunità di sfondare il muro dei nostri limiti. Tiriamo fuori una forza nuova. Facciamo sì che nuove persone possano conoscere il Buddismo. Apriamo un varco nel movimento di kosen-rufu, mirando alla vittoria completa» [pubblicato il primo febbraio sul Seikyo Shimbun, n.d.r.].
Infine, il presidente della SGI europea Hideaki Takahashi ha comunicato la composizione del Comitato europeo dei giovani di cui fanno parte due italiani, Tamiko Kaneda, come vice responsabile del Comitato e Mattia Duni, uno dei membri permanenti, e ha reso pubblica la nomina di due nuovi vicedirettori dell’Istituto Buddista Italiano: Anna Conti e Vittorio Sakaki.
La mattina della seconda giornata è stata dedicata al Gosho L’eredità della Legge fondamentale della vita. In proposito Sakae Takahashi ha anzitutto sottolineato l’importanza dello studio che deve essere incentrato su quattro cardini: promuovere il rapporto diretto tra maestro e discepolo; sviluppare kosen-rufu; confutare gli insegnamenti errati; favorire la crescita di persone di valore. Nell’evidenziare l’importanza del primo di questi punti, ha sottolineato che la colonna portante dello studio è costituita dall’approfondimento e dalla presa di coscienza dei tre presidenti della Soka Gakkai che hanno studiato e messo in pratica l’insegnamento di Nichiren, senza lesinare la loro vita. Per questo la nostra attività di studio deve essere basata sui loro scritti e sulle loro guide. È importante vivere allo stesso ritmo del maestro, mentre ci impegniamo nel mettere in pratica le guide nella vita di ogni giorno. «Un leader – ha detto Sakae – è colui che si sforza per primo di vivere al ritmo del maestro. Non può essere un punto di riferimento per gli altri chi pratica da anni e conosce il Buddismo, ma non mette in pratica gli insegnamenti di vita di sensei!».
Nel commentare poi il Gosho, ha sottolineato che il valore di itai doshin ha alla base la relazione maestro-discepolo, in quanto l’unità di cui parla il Buddismo è basata su doshin, cioè sul condividere lo stesso cuore o mente, lo stesso spirito, la stessa intenzione del maestro, che punta allo scopo fondamentale di rendere felice l’umanità. Per realizzare questa nobile missione, i discepoli devono trasformare profondamente il proprio cuore, superando la tendenza all’egoismo e all’arroganza. Il cuore che ci spinge a criticare, a disprezzare e a sminuire gli altri è un cuore che “crea spaccatura”. Impedendo il consolidarsi di legami da persona a persona, questo tipo di cuore non permette di far fluire l’eredità della Legge mistica. Bisogna invece sforzarsi – ha ribadito Sakae – di accettare la diversità come cosa naturale, cercando di mettersi “nei panni dell’altro” e capire ciò che prova. Bisogna imparare ad ascoltare l’altro e apprezzarne i pregi, nella consapevolezza che è importante unire le forze per portare avanti la missione di kosen-rufu.
Nella seconda mattina Hideaki Takahashi ha parlato della puntata della Nuova rivoluzione umana pubblicata il primo gennaio in cui il presidente Ikeda, esprimendo le sue determinazioni per quest’anno, fa una sorta di “dichiarazione di lotta”, in cui afferma prima di tutto di voler realizzare la sua rivoluzione umana [vedi riquadro a pag. 10, n.d.r.].
Ha poi ribadito che, se anche noi discepoli decidiamo con forza di impegnarci nella nostra rivoluzione umana, il movimento in Europa progredirà senza sosta. Questo è il momento – come afferma il presidente della Soka Gakkai Harada – che da discepoli dell’insegnamento transitorio che vengono protetti dal maestro noi diventiamo discepoli dell’insegnamento originale, cioè discepoli che proteggono il maestro. Ora, adesso, è il momento in cui i discepoli diretti di Ikeda devono realizzare il loro hosshaku kempon! [abbandonare il transitorio e rivelare l’originale, n.d.r.].
Takahashi ha poi ricordato i quattro punti dell’attività della SGI nel 2007: ampliare costantemente i legami di amicizia; sfidarsi nel rendere le riunioni di discussione ricche di valore e significato; curare i giovani e i nuovi membri; migliorare le nostre riviste e utilizzarle.
Nel sottolineare che le parole-chiave sono ampliamento, crescita e sviluppo, Takahashi ha ribadito il valore dello shakubuku, evidenziando che i responsabili devono essere i primi a metterlo in pratica. Solo se i responsabili sono attivi, il movimento di kosen-rufu può avanzare.
La promessa di dialoghi franchi e sinceri è stata mantenuta anche attraverso l’organizzazione di incontri a piccoli gruppi per discutere insieme come migliorare ulteriormente le riunioni di discussione [vedi riquadro in questa pagina, n.d.r.].
In conclusione del corso Tamotsu Nakajima, nel presentare i dati statistici dei nuovi membri del 2006 e dello zaimu dal 2004 a oggi, ha ringraziato tutti per l’impegno e ha sottolineato l’importanza, da ora in avanti, di curare e incoraggiare ogni singola persona, ricordando che il punto chiave è l’ichinen individuale, in quanto nella vita di ciascuno è inerente il potere di trasformare la realtà. A proposito del modulo di statistica, ha invitato a utilizzarlo non come un adempimento freddamente numerico, bensì come un mezzo per incoraggiare e sostenere i membri, senza dimenticare nessuno. Ha poi ricordato l’importanza che le quattro divisioni non siano “separate”, ma portino avanti le attività in armonia e collaborando insieme: «Siamo tutti esseri umani – ha detto – e ci stiamo impegnando nella stessa missione di kosen-rufu. Ciò che conta è curare bene ogni singola persona!». Ha infine sottolineato con forza l’esigenza dell’umiltà: «Più è alta la responsabilità che abbiamo, più bisogna essere umili e rispettare ogni persona. Una persona arrogante – ha commentato – non verrà rispettata da nessuno. È importante per noi responsabili essere sempre gentili, cortesi e sorridenti. Quel che conta è cosa decidiamo e cosa facciamo ogni giorno per migliorare noi stessi».
Il corso si è concluso con una serata di balli e canti in grande gioia e libertà, nella quale i presenti erano davvero “felici e a proprio agio”.
«Non c’è dubbio che quest’ultima sessione sia stata la più divertente! Invito tutti a lottare con questa allegria. Anche nel Sutra del Loto si dice che i Bodhisattva emergono dalla terra danzando» queste le parole di Takahashi prima di salutarci.

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Messaggio di Daisaku Ikeda
presidente della Soka Gakkai Internazionale

Mi congratulo vivamente per il corso dei responsabili di area e nazionali che apre una nuova era in Italia. Vi ringrazio veramente per il vostro impegno e lo spirito di ricerca che vi hanno portato a partecipare a questo corso affrontando un lungo viaggio per arrivare fino a Trets.
La Soka Gakkai italiana ha ripreso ancora una volta ad avanzare in itai doshin (diversi corpi, stessa mente), esempio per tutto il mondo, mettendo al centro il direttore generale Tamotsu Nakajima, nel quale nutro la massima fiducia.
Permettetemi di applaudirvi dal profondo del mio cuore e di farvi i miei migliori auguri!
Nichiren Daishonin afferma: «Quando siamo lodati, non consideriamo il nostro rischio personale, quando al contrario siamo criticati, possiamo incautamente causare la nostra rovina. Così son fatti gli uomini!» (La vera entità della vita, SND, 4, 233).
Una voce di incoraggiamento si trasforma in una forza ancora più grande. Prego soprattutto voi responsabili di non dimenticare mai di condividere le sofferenze e le gioie con i compagni di fede che si stanno sforzando per kosen-rufu, elogiando i loro sforzi e gettandovi attivamente in prima linea nell’attività.
La Soka Gakkai è un gruppo di persone comuni valorose e di “re senza corona”, nel quale ognuno – come inviato del Tathagata – vive un’esistenza di suprema nobiltà.
Rispettandoci a vicenda e proteggendoci reciprocamente, possiamo camminare con allegria e gioia verso kosen-rufu come un’autentica comunità religiosa armoniosamente unita, colma di felicità, speranza e gioia.
La posizione nella Gakkai è un impegno di responsabilità, non una carica onorifica. Vi chiedo di condividere gli sforzi dei membri mantenendo sempre il cuore rivolto a loro, mettendoli “al primo posto” e voi stessi al loro “servizio”. Ciò significa proteggere fino in fondo i figli del Budda piuttosto che mettere se stessi al centro.
Desidero che siate fermamente convinti che quando si vive completamente tale nobile missione, le nostre vite risplenderanno di suprema fortuna e di grande virtù – per noi e per gli altri – permettendoci di realizzare con tranquillità una vita di grandi vittorie.
Non passa giorno senza che io preghi per il benessere e per la felicità di voi tutti, miei amati compagni e compagne di fede italiani. Sto pregando con tutto il cuore perché voi, miei carissimi e preziosi amici, insieme con le vostre famiglie, possiate godere di ottima salute e longevità, realizzando esistenze piene di grande fortuna.
Quando ritornate a casa, vi prego di trasmettere i miei più sinceri saluti ai compagni delle vostre zone e alle vostre famiglie. State bene!
Tokyo, 1 febbraio 2007

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Nuove nomine

Durante il corso a Trets sono stati nominati due nuovi vice direttori: Anna Conti e Vittorio Sakaki.

«Come discepola del presidente Ikeda desidero approfondire ogni giorno di più la mia fede nel Gohonzon per poter dare continuo sostegno e incoraggiamento a tutte le compagne e ai compagni di fede italiani». Questo il progetto di Anna, che vive a Roma e, come Vittorio, lavora per l’Istituto Buddista. Il neocittadino italiano e fiorentino d’adozione Sakaki ha promesso di mettere in pratica le parole di sensei, il quale nel messaggio inviato al corso ha scritto ai responsabili di tenere sempre i membri “al primo posto” e di essere al loro “servizio”. «Ciò significa proteggere fino in fondo i figli del Budda piuttosto che mettere se stessi al centro».

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La nuova rivoluzione umana – Una lotta perenne

Vivere significa essere impegnati in una battaglia incessante. Le cellule del nostro corpo, il sangue che scorre nelle vene, tutto partecipa a una lotta senza fine. La vita è lotta, sia a livello individuale sia sociale. «Perché ero un essere umano, / e ciò vuol dire essere un combattente»; questo è il grido appassionato che compare in una poesia di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832).
Perché lottiamo? Per diventare felici, per costruire un Io forte, che non può essere sconfitto, per portare avanti la nostra rivoluzione umana. Ma anche perché ci sta a cuore la felicità degli altri e la pace e la prosperità di tutta la società. Il pensatore americano Ralph Waldo Emerson (1803-82) ha scritto che il desiderio di metterci al servizio dell’umanità, di dare un contributo positivo al benessere comune, è uno degli elementi essenziali della vita.
Siamo Bodhisattva della Terra, apparsi per diffondere la Legge mistica e condurre ogni persona all’Illuminazione. Nostra missione e scopo concreto di kosen-rufu è la realizzazione della felicità dell’intera umanità. Se ci dedicheremo a questa lotta, vinceremo. Dobbiamo combattere fino alla fine, determinati a trionfare qualsiasi cosa accada.
In qualsiasi impresa, la chiave per la vittoria è rappresentata, anzitutto, dalla vittoria su se stessi. Il modo in cui percepiamo gli ostacoli che si presentano dipende dal nostro stato vitale interiore. Dobbiamo vincere sulla codardia, sulla tendenza a rinunciare, sulla pigrizia. Nel momento in cui trionfiamo sui nostri limiti, faremo grandi progressi nella vita, risplendendo della luce vivida della vittoria.
(materiale in traduzione,
volume 19, capitolo 3, Luce del sole)

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Divisione giovani – I prossimi passi

Incoraggiati dall’ennesima sfida che il presidente Ikeda sta portando avanti per aprire una nuova era e porre le fondamenta di kosen-rufu entro il 2008 e, ispirati dal ruolo di primo piano che il nostro maestro assegna ai giovani nel raggiungimento di questo fondamentale obiettivo, vogliamo accompagnare ed essere a fianco del nostro maestro in questa nuova impresa.
Per fare ciò ci siamo posti degli obiettivi che intendono tradurre in pratica le indicazioni di Daisaku Ikeda, in modo particolare: l’invito a essere all’avanguardia di una nuova era, l’incoraggiamento a diffondere sempre di più il Buddismo nella società e l’impegno a curare quello che è il pilastro di tutte le nostre attività, ossia le riunioni di discussione.
Da questa decisione di avanzare con il maestro e in unità con tutti i compagni di fede, deriva che gli obiettivi della Divisione giovani per il 2007 sono anche molto legati a quelli della Soka Gakkai Italiana nel suo insieme.

Obiettivi 2007

Per prima cosa vogliamo impegnarci ad allargare il cerchio delle amicizie, diffondere l’umanesimo buddista nella società e accompagnare i nostri amici vecchi e nuovi alle riunioni per condividere assieme il Buddismo.
Lo scopo dello scorso anno è stato raggiunto (millecinquecento nuovi membri giovani) e il nuovo obiettivo per il 2007 è quello di realizzare duemila nuovi membri giovani.
Oltre ad ampliare i legami di amicizia con più persone possibile e a condividere la pratica con i nostri amici, in questo anno vogliamo anche impegnarci per rendere sempre più belle e incoraggianti le tradizionali riunioni di discussione, consapevoli che esse sono il fondamento di tutte le nostre attività. Lavoreremo a fianco degli adulti affinché le riunioni siano un luogo dove gli ospiti possono trovare una meravigliosa accoglienza, oltre che un’occasione di costante incoraggiamento per tutti coloro che già praticano il Buddismo. L’obiettivo è dunque di accrescere del 10% la partecipazione dei membri giovani alle riunioni di discussione.
Il 16 marzo del 2008 il nostro paese ospiterà a Milano una riunione cui parteciperanno migliaia di giovani da tutta Europa per la commemorazione del cinquantesimo anniversario del Giorno di kosen-rufu (16 marzo 1958). Lo spirito della proposta è, comunque, quello di avvicinarsi alla tappa del 2008 valorizzando quello che di più importante vi è in questo appuntamento, che non sono certamente gli aspetti organizzativi, bensì la diffusione del Buddismo tra i giovani.
La Divisione studenti fu voluta e fondata dal presidente Toda nel 1957. Per celebrare il cinquantesimo anniversario della fondazione, dopo diversi anni si torna a tenere un corso nazionale della Divisione studenti (si considerano appartenenti alla Divisione studenti i giovani con meno di trent’anni che siano iscritti a università, accademie o, in generale, corsi di studi successivi alla scuola media superiore). Il corso vuole essere un’occasione di nuova partenza per la Divisione studenti e avrà luogo a Chianciano dall’11 al 13 maggio.
Per il 2007 l’attività dei giovani del gruppo Leonardo (si considerano appartenenti al gruppo Leonardo tutti i giovani compresi fra i sedici e i venticinque anni) si baserà soprattutto su tre obiettivi. Primo, la condivisione del Buddismo con i propri amici. Secondo, il sostegno e la partecipazione al corso nazionale degli studenti a Chianciano, dal momento che molti appartenenti al gruppo Leonardo sono anche studenti. Terzo, lo sviluppo delle attività locali. Infatti, mentre negli anni scorsi sono stati realizzati eventi soprattutto nelle principali città d’Italia, nel 2007 si vogliono sostenere e incrementare le attività locali nelle varie zone.
Un ulteriore obiettivo sia per la Divisione studenti che per il gruppo Leonardo è quello di riuscire ad avere una stima del numero dei rispettivi membri. Per fare ciò sarà indispensabile il sostegno dei responsabili giovani delle varie zone d’Italia cui va sin d’ora il ringraziamento per il prezioso aiuto in quest’opera.
Con l’augurio che il 2007 sia l’anno più felice per ogni giovane, ringraziamo con il cuore tutti per il contributo che daranno in questa ulteriore tappa verso kosen-rufu.

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Le riunioni di discussione – Le proposte dei partecipanti

I partecipanti si sono suddivisi in quindici gruppi, per scambiarsi esperienze, informazioni e proposte sull’attività più importante nella Soka Gakkai: la riunione di discussione. Il dibattito e il confronto è stato caratterizzato da sincerità e tranquillità: ciascuno è stato se stesso, spogliato dei panni del responsabile.
Fra i punti emersi, l’importanza di creare un’atmosfera in cui si possa parlare liberamente, senza paura di essere giudicati, sostenendosi l’uno con l’altro. In particolare – nel discutere dell’andamento degli zadankai in Italia – è emersa l’esigenza che le riunioni di discussione diventino più gioiose e ricche di esperienze, e che i responsabili per primi si impegnino con vigore nel percorso della propria rivoluzione umana.
Ecco la sintesi delle proposte scaturite dalla discussione:

Suggerimenti

  • Dare spazio a tutti i partecipanti, favorendo il dialogo, e creare un’atmosfera in cui possa emergere il potenziale di ciascuno.
  • Non preoccuparsi del numero dei partecipanti, ma prendersi cura con sincerità di ogni persona nel tempo che intercorre tra una riunione e l’altra e favorire i legami umani, da cuore a cuore.
  • Fare riunioni piene di gioia ed entusiasmo, in cui venga trasmessa la forza della pratica buddista tramite esperienze di fede.
  • Per quanto riguarda la preparazione dello zadankai, mettere al centro la pratica buddista, basandosi prima di tutto su una forte preghiera e coinvolgendo più persone possibile.
  • Scegliere argomenti che possano essere di stimolo per approfondire il Buddismo, evitando discussioni teoriche, e impostare la riunione tenendo conto dei partecipanti (se ci sono ospiti, persone che si sono avvicinate alla pratica da poco tempo, giovani, anziani ecc.), certi che ciascuno può dare un contributo prezioso.

Punti da migliorare

A volte c’è troppa teoria, oppure troppa formalità, oppure manca l’entusiasmo e la passione da parte dei responsabili e chi partecipa ha un atteggiamento passivo. Spesso si organizzano troppe riunioni, e c’è il rischio di creare una specie di “macchina” che ci schiaccia, facendo perdere il senso e l’importanza dello zadankai come attività principale per la diffusione dell’insegnamento del Daishonin.

Per i responsabili

  • Trovare ogni giorno il tempo per recitare più Daimoku possibile.
  • Maturare come discepoli nel rapporto con il maestro e vivere con la stessa passione.
  • Mettere in pratica per primi gli insegnamenti del Gosho e le parole di sensei nella propria vita, mostrando la prova concreta del potere del Gohonzon.
  • Sorridere di più, manifestando la gioia che deriva dalla pratica buddista.
  • Imparare ad ascoltare di più, e parlare meno.
  • Fare shakubuku, noi per primi.
  • Fare in modo che tutti si sentano protagonisti, facendo sentire che la riunione di discussione è di tutti, non dei responsabili.
  • Ricordarsi che il compito principale di un responsabile è incoraggiare, incoraggiare e ancora… incoraggiare ogni singola persona.

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Il corso / Commenti a caldo

Cosa mi ha colpito

Imparare ad apprezzare gli altri valorizzandone i pregi e sviluppare spirito di collaborazione sono alcuni dei temi portanti emersi dai resoconti raccolti al ritorno dal corso. Un racconto a diciassette voci dal quale emergono i punti chiave dell’attività dell’Istituto buddista nei prossimi mesi.

VANESSA DONAGGIO – Una nuova era – Kokoro è una strana parola che ripete spesso Sakae Takahashi nei suoi discorsi. Siamo a Trets e per la prima volta il corso nazionale si svolge al Centro europeo. L’inizio di una nuova era, indica sensei. Il primo corso nazionale della nuova era. Kokoro significa cuore in giapponese, ed è sempre di lì che si parte, dalla profonda intenzione del cuore. La sincerità del cuore è la cosa che più mi colpisce, quello che decido di approfondire. La sincerità non come contrario di bugia, sincerità come vero io. Quello che non emerge quando “me la racconto”, quando ho nel cuore una cosa e ne dico un’altra. Non per mentire, ma per non essere me stessa. Perché? Perché è difficile esserlo sempre e certe volte nemmeno me ne accorgo che mi sono messa un vestito e recito una parte. Cuore sincero soprattutto per noi responsabili, perché non è scontato che tutti i giorni riesca a credere che la mia preghiera arriva a sostenere le vite di migliaia di persone, che nemmeno conosco. E quando ho paura di non farcela è facile che l’oscurità prenda la forma di un cliché, di ruolo, di quello che gli altri si aspettano da me. Quando torno alla preghiera e metto al centro il suo potere, tutto torna autentico e io sono sincera. Con questa nuova passione chiudo la mia era nei giovani e il giorno dopo Trets sono un nuovo membro della Divisione donne. Una donna nuova.

SIMONE ROSSELLI DEL TURCO – Presente e futuro – Ho provato il piacere di ritrovare i compagni di sempre, provenienti da tutta Italia, amici fraterni con cui da tanti anni condivido le attività per kosen-rufu, e poi la piacevole sorpresa di trovare tanti giovani pieni di passione e vivacità, il presente e il futuro del nostro movimento. Avevo il timore che al corso avremmo passato momenti interminabili a discutere di programmazione e organizzazione delle attività, è stata invece una bellissima esperienza di condivisione sui temi della nostra crescita individuale. È stato uno scambio fra persone che, oltre che dal ruolo di responsabili, sono accomunate dal desiderio di fare la propria rivoluzione umana. Sento che questo sarà davvero un anno incredibile.

DMITRI BOLDYREV – Complicità e solidarietà – Corso stellare! Mi ha fatto capire quali sono gli aspetti dell’attività che voglio cambiare una volta tornato a Torino: impegnarmi affinché in tutte le riunioni ci sia l’atmosfera gioiosa, accogliente e incoraggiante, la stessa atmosfera che mi ha catturato la mia prima volta. L’altro desiderio è di instaurare con i miei corresponsabili un legame di complicità e solidarietà che sentivo tra i miei compagni di lotte quando ero inserito in un gruppo.

ANTONIO TOSCHI – L’unità da perfezionare – Ho percepito che l’unità tra i responsabili ha fatto un passo avanti ma che è ancora insufficiente. Avendo avuto la fortuna di spostarmi per lavoro e di poter fare attività sia a Milano che a Firenze e Roma, penso che un’unità ancora piu profonda con al centro il direttore Nakajima sia lo sforzo che ci può accompagnare in quest’anno del progresso e della vittoria.

WALTER NUZZO – Non risparmiarmi – Mi ha permesso di iniziare a comprendere più profondamente uno dei cardini della relazione maestro e discepolo: riuscire a sentire il cuore del maestro coltivando con cura il rispetto degli altri e a superare i miei limiti personali. Ho deciso quindi di impegnarmi ancor di più per la crescita della SGI e di non risparmiarmi in alcun modo affinché tutte le persone della mia zona diventino davvero felici.

DAMIANO ANEDDA – Un legame indissolubile – Le mie aspettative iniziali del corso sono state pienamente raggiunte, in particolare quella di dialogare e approfondire i legami umani. Mai prima d’ora ho avvertito che la mia rivoluzione umana è indissolubilmente legata alla realizzazione di kosen-rufu nella mia zona.

CATIA BARSOTTINI – Un desiderio contrastato – Mi è piaciuta subito l’idea di questo corso: tre giorni insieme ai corresponsabili e ai responsabili nazionali. Invece, più mi avvicinavo alla data della partenza e più maturava in me la convinzione di non partire. Come se un vento contrario mi togliesse la forza di andare, e speravo che qualcosa dal mio ambiente mi trattenesse a casa. Invece niente. L’ultima sera ho implorato mio marito: «Ti prego, non ce la faccio ad andare a questo corso, aiutami!», ma lui mi ha incoraggiato moltissimo a partecipare. Con l’amaro in bocca sono partita, ma appena sono arrivata è successo qualcosa che non mi aspettavo. Gli incoraggiamenti ricevuti al corso sono stati straordinari e ho capito la sua importanza. Adesso sono qui nella mia terra, nella mia famiglia e cerco di radunare le mie forze per trasmettere alle altre donne l’importanza di avere sempre coraggio e di sostenersi l’una con l’altra.

GIORGIA FOIS – Unità di intenti – La mia determinazione è quella di seguire al cento per cento le parole del mio maestro: «Bisogna vincere contro il cuore che si rassegna, contro la nostra codardia e contro la nostra pigrizia». Questa è la dichiarazione di lotta del presidente Ikeda e io la voglio fare mia fino in fondo, cercando di trasmettere l’unità di intenti respirata in questo corso a più persone possibili.

GEMMA CRISCUOLO – Su e giù per lo stivale – Quattro giorni d’Italia: così sono stati per me questi quattro giorni a Trets, quattro giorni in cui è come se avessi attraversato tutto lo stivale e avessi condiviso sogni, speranze, difficoltà di tutti i membri di ogni regione. La cosa più bella di questo viaggio nel cuore italiano è stata la voglia di ascoltare e mettersi in gioco di ognuno. Per questo desidero in questo 2007 ampliare i legami di amicizia e incontrare più persone possibili così come fa il presidente Ikeda. Perché ora ho la netta sensazione che la vittoria dell’area che rappresento è la vittoria italiana, e sicuramente la vittoria del mio maestro.

STEFANIA MURGIA – Eccomi, ci sono anch’io – Un progressivo cambiamento. Si parla di relazioni e si condividono con maggiore profondità e sincerità. Come mettere insieme un grande ideale e le difficoltà quotidiane senza perdere di vista il senso dell’umanità?
Arriva con forza un’onda: la relazione maestro e discepolo e una preghiera profonda e gioiosa gli strumenti da fare propri. Mi vengono in mente le proposte di pace e il desiderio di metterle in pratica nelle riunioni di discussione, nel lavoro, nella trasformazione personale. Mi piace questo primo corso italiano della “nuova era”… ci sono anch’io.

VITO ISAIA – La mia missione – Mi sento più felice, non perchè torno da un corso, ma perché comprendo meglio la mia missione in questa vita. Propongo di non lasciar finire nessuna riunione dell’Istituto, nemmeno le più “tecniche” e a qualsiasi livello, senza aver raccontato o ascoltato un’esperienza di fede.

SANDRO ABRATE – Tante opportunità di dialogo – Sono partito per Trets con aspettative importanti, un corso come occasione per condividere con gli altri partecipanti l’impegno per il futuro del movimento di kosen-rufu in Italia. Ho lottato molto davanti al Gohonzon per togliere pregiudizi e affinare la mia determinazione. L’approfondimento dei discorsi del presidente Ikeda e le opportunità di dialogo si sono trasformate in ottime occasioni per determinare ancor più profondamente la centralità del maestro e momenti per stringere relazioni umane che hanno riconfermato il profondo legame che esiste tra compagni di fede.

VALERIO KALBY – A braccia aperte – È stato un corso molto forte dal punto di vista della fede vissuto con serenità e gioia. I coniugi Takahashi hanno trasmesso con profondità, gentilezza, calore umano, semplicità e umiltà il rapporto maestro e discepolo. Mi sono deciso ad approfondire ancora una volta il legame con il maestro, e di impegnarmi ad accogliere nella Soka Gakkai sia i nuovi membri sia coloro che si sono allontanati.

ANTONELLA SPAGNA – Un cammino pieno di allegria – Mi è nata la consapevolezza che, basandoci sulla relazione di non dualità con il maestro e sulla preghiera, è possibile un grande progresso della Soka Gakkai Italiana. E sarà un cammino pieno di allegria, almeno quanta ce n’è stata l’ultima sera all’Ikeda Hall, dove abbiamo usato il tradizionale “microfono libero” per cantare tutti insieme cori improbabili di ‘O sole mio e Kurenai no uta.

PAOLA BIONDI – Domande e risposte – Un corso in cui, più di ogni cosa, si è cercato di creare armonia tutti insieme, sulla base della relazione maestro e discepolo. E adesso noi membri dobbiamo diventare discepoli che proteggono il maestro e non più viceversa, come è stato finora. Ma come rivitalizzare l’attività per me e per gli altri e ritrovare entusiasmo? Questa è stata una delle domande cardine a cui, da qualunque parte d’Italia, si è cercato di trovare una risposta, ed è emersa chiaramente l’importanza dell’esperienza personale quotidiana a cui attingere sia per lo shakubuku sia per le riunioni di discussione. Sicuramente, incoraggiati dai coniugi Takahashi, ciascuno di noi ha fatto un passo avanti, cercando di oltrepassare il proprio limite. Il percorso è ancora lungo, ma un atteggiamento diverso non mancherà di portare a breve i suoi primi frutti. E se è vero che il cambiamento più profondo si manifesta anche nelle piccole cose, la performance musicale spontanea di fine corso è stata un segnale: non solo ha piacevolmente stupito noi, ma ha anche divertito molto i nostri ospiti giapponesi!

SARA PIRO – Puntare sempre al miglioramento – Quando sono partita sentivo molta pesantezza, poi una volta arrivata lì il mio stato vitale è cambiato totalmente. La profondità degli argomenti che sono stati trattati mi ha fatto capire che grande fortuna abbiamo nel praticare questo Buddismo. È inutile dire che è stato un corso organizzato benissimo incentrato sul dialogo e sullo scambio di idee. Dobbiamo sempre puntare al miglioramento quindi non c’è modo migliore che scambiarsi idee ed esperienze.

CLARA BRAI – Cinque come cento – Da questo corso ne esco leggera perché abbiamo fatto attività con gioia vivendo questi tre giorni con l’intensità di un anno. Desidero rafforzare sempre più i legami di fede insieme a tutti i compagni e, attraverso continui sforzi, fare in modo che questi prossimi cinque anni valgano come cento.

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