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Uno è la madre di centomila - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:30

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Uno è la madre di centomila

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Il Daimoku dei Bodhisattva della Terra
di Tamotsu Nakajima, presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

La Soka Gakkai è un’organizzazione concepita per realizzare la pace e la felicità di ogni persona. Noi tutti siamo nati con una missione – kosen-rufu – che nella storia degli esseri umani non è stata mai realizzata. Stiamo praticando per realizzare la felicità di tutti. Toda diceva: «Guarda le persone che camminano per strada: ognuno ha i suoi problemi, tutti stanno soffrendo, non sanno più a chi affidarsi…». Ovunque nel mondo ci sono difficoltà, il problema ambientale, economico, l’inquinamento, la scarsità d’acqua… L’umanità è arrivata fino a qui senza una filosofia, senza uno strumento per risolvere. Come realizzare la felicità di tutti? Non c’è altra via che il Buddismo. Abbiamo l’esempio del nostro maestro: tutte le attività che Ikeda ha intrapreso all’inizio sembravano impossibili, ma alla fine ha sempre realizzato.
Il suo atteggiamento è sempre stato: «Si vince o si perde». Lui è andato avanti così: «Vincerò assolutamente perché ho questa Legge». Facciamolo anche noi. Lottiamo insieme come maestro e discepolo!
Abbiamo un ideale da realizzare. La responsabilità nella nostra organizzazione non è una formalità. Bisogna valorizzare le diversità tra le persone come una ricchezza, dialogare, riflettere, confrontarsi e decidere cercando ogni volta la soluzione più efficace. Quando si presenta l’occasione vi prego di dire quello che pensate; ciò che conta è tenere sempre al centro il desiderio di kosen-rufu.
I responsabili esistono solo per aiutare gli altri, sono “a servizio” dei membri.
Chi è responsabile ha forse più valore? Ogni singola persona che compone l’organizzazione è determinante, è “responsabile”.
Prima che responsabili, siamo tutti Bodhisattva della Terra, siamo tutti Budda. Ognuno di noi ha un valore immenso. Con quale desiderio recitiamo Daimoku?
Se desideriamo la felicità di tutti, il nostro Daimoku è lo stesso di Nichiren Daishonin. «Se non fossero Bodhisattva della Terra, non potrebbero recitare il Daimoku» (RSND, 1, 341). Se desideriamo la felicità di tutti, facciamo shakubuku. Senza shakubuku non esiste Soka Gakkai. Oggi qui sono riuniti 1.300 responsabili: vi chiedo, possiamo migliorare la Soka Gakkai? Questo è il compito di ognuno.
Quando è venuto in Italia nel 1981, Ikeda ci ha incoraggiati in questo modo: «Sicuramente ci sono desideri che avete realizzato e altri che non avete realizzato. Ma questo non importa, mirate a vent’anni di pratica e andate avanti! I desideri sono infiniti, è inutile contare quelli realizzati e quelli non realizzati. Grazie a una fiducia assoluta, potete realizzare il 100%. Con questa convinzione, in vent’anni potrete realizzare tutto».
Tante cose agli esseri umani sembrano negative, ma agli occhi del Budda sono positive anche quelle. È una lotta costante con la nostra oscurità.
Stai recitando Daimoku? Stai facendo shakubuku? Allora tutto sta andando bene. Con il Daimoku costruisci la felicità assoluta.

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Un castello indistruttibile
di Hideaki Takahashi, coordinatore della SGI europea

Nel 1966, da studente, ho avuto l’opportunità di partecipare a un ciclo di lezioni sul Gosho tenute dal presidente Ikeda. Alla fine sensei ci donò una copia della raccolta delle lezioni di Josei Toda dicendo: «Voglio farvi questo regalo poiché molti di voi non hanno mai incontrato il mio maestro, e leggere le sue guide è come incontrarlo». Erano trascorsi già molti anni dalla morte di Toda, ma lui continuava a mantenere vivo questo legame come discepolo. Voi siete l’ultima generazione che porterà avanti il movimento di kosen-rufu insieme al presidente Ikeda ancora in vita. Sensei sta continuando a incoraggiarci scrivendo ogni giorno una puntata de La nuova rivoluzione umana e inviando messaggi in tutto il mondo. Il 3 maggio di quest’anno ha scritto un saggio in cui racconta di aver fatto Gongyo al Kosen-rufu Daiseido insieme a Kaneko, pregando per la felicità di tutti i membri. Sensei utilizza spesso l’espressione “Budda Soka Gakkai” per indicare un’assemblea di persone unite per realizzare kosen-rufu. Il suo obiettivo è che la nostra organizzazione viva in eterno e l’unico modo è trasmettere ai giovani lo spirito dei tre maestri, Makiguchi, Toda e Ikeda. La vostra missione quindi è permettere alle prossime generazioni di ereditare tale spirito.
A tal fine il presidente Ikeda ha indicato tre punti (NRU, vol. 30, cap. 1 “La grande montagna”, p.ta 56):
– Formulare il grande voto di realizzare kosen-rufu, ovvero decidere con tenacia di risvegliare la speranza nella vita delle persone, insegnando loro anche una sola frase del Buddismo e facendo propria la sofferenza degli amici.
– Mantenere fino in fondo la non dualità di maestro e discepolo studiando l’insegnamento buddista e mettendolo alla base delle proprie azioni quotidiane. Sensei tuttora continua a domandarsi: «Come si comporterebbe il mio maestro?».
– L’unità di itai-doshin (diversi corpi, stessa mente): qualsiasi cosa accada, lottate per proteggere l’unità. “Diversi corpi” significa rispettare le peculiarità di ogni individuo, “stessa mente” vuol dire unità spirituale verso un obiettivo comune. Qui sensei fa riferimento alle pietre che formano le mura di un castello giapponese, dove ogni pietra è differente e si incastra in modo solidale con le altre: ciò rende il muro particolarmente solido. L’unità di itai-doshin è la chiave di tutto, è la più forte coesione possibile che ci consente di manifestare il nostro massimo potenziale.

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Per coltivare la fede
di Daniele Santi, responsabile nazionale giovani uomini

Vorrei approfondire alcuni aspetti concreti che ci permettono di coltivare costantemente la nostra fede.
Il primo punto riguarda gli abbonamenti alle riviste. Attraverso le riviste, oltre a sostenere il movimento di kosen-rufu nel nostro paese, abbiamo la possibilità di studiare costantemente il Buddismo e questo ci permette di recitare un Daimoku sempre più allineato al cuore del maestro.
Un altro punto è quello di partecipare agli esami di studio della Soka Gakkai, che si svolgono regolarmente ogni anno. È veramente divertente studiare insieme ai compagni di fede della zona in cui viviamo, ma forse per molti gli esami sono un’esperienza stressante. Leggiamo cosa scrive sensei a riguardo:
«Gli esami della Soka Gakkai hanno proprio lo scopo di incoraggiarvi a studiare il Buddismo […]. Il vostro scopo non è semplicemente di passare l’esame, ma di diventare vincitori nella fede» (NRU, 7, 96).
Il terzo punto è l’offerta per kosen rufu.
Ne La nuova rivoluzione umana il presidente Ikeda mette in evidenza lo spirito dell’offerta così come è stato insegnato dal Daishonin, e allo stesso tempo la decisione del presidente Toda di permettere a tutti i membri di contribuire allo sviluppo di kosen-rufu attraverso le loro offerte in ­denaro.
Ecco quale disposizione del cuore dovrebbe avere ogni praticante che offre denaro, tempo o capacità alla Soka Gakkai per la realizzazione di kosen-rufu:
«Lo spirito dell’offerta accresce lo stato vitale delle persone che, in virtù di ciò, possono approfondire la propria fede. Questa è una sorta di equazione infallibile che aiuta a consolidare le basi della felicità» (NRU, 3, 89).
Un altro punto riguarda le guide personali: una tradizione della Soka Gakkai fin dai tempi della sua fondazione. Sensei scrive: «Il presidente Toda deve aver dato consigli di fede a decine di migliaia di persone che, grazie a lui, sono riuscite a superare grandi difficoltà rivitalizzando così la propria vita. Lo sviluppo della Soka Gakkai si deve essenzialmente a questo: incoraggiare le persone aiutandole, grazie alla fede, a riprendere in mano la propria vita con coraggio (NRU, 3, 213).
In tal senso anche le visite a casa sono un’ottima occasione per incoraggiarsi a vicenda.
E qui emerge un aspetto cruciale: l’unico modo per rendere le persone veramente felici è lo shakubuku, l’azione di condividere con loro la Legge mistica. Recitando Daimoku tutti i giorni per fare shakubuku accadono cose sorprendenti, straordinarie.
L’ultimo punto di cui voglio parlarvi è prendersi cura dei ragazzi della Divisione futuro. Sensei afferma: «Se noi facciamo crescere i giovani, il futuro brillerà di speranza» (NRU, vol. 30, cap. 2, p.ta 26).
Senza la Divisione futuro non ci sarà la Soka Gakkai. Vorrei quindi che ognuno di noi, insieme agli adulti, si impegnasse prima di tutto a creare legami con i Futuro della sua zona.
Quest’anno si terrà il quarto corso nazionale della Divisione futuro, a Roma, dal 21 al 23 luglio: recitiamo Daimoku e sosteniamoli con tutto il cuore!

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La fede è il motore che ci fa avanzare
di Elena Battistini, responsabile nazionale giovani donne

Grazie all’attività fatta in questi anni come responsabile nella Soka Gakkai ho potuto allenarmi a vincere sulle mie tendenze negative. Tuttavia, non è in virtù della responsabilità nell’organizzazione che accumuliamo i tesori del cuore: è lo spirito che anima le nostre azioni che ci permette di migliorare. Ciò che conta è quanto ci sforziamo nella via del Bodhisattva della Terra, che diventa felice mentre incoraggia gli altri. Questo è lo spirito di shakubuku!
Noi agiamo per kosen-rufu in virtù di un voto che si traduce in azioni. Dialogando con le persone che non praticano, incoraggiando i compagni di fede, rispettando profondamente la vita di ognuno, con gentilezza e altruismo, cercando di essere bravi figli, bravi compagni e i migliori nel posto di lavoro: questo è lo spirito che anima un membro della Soka Gakkai.
La responsabilità nell’organizzazione è solo una funzione che ci consente di mettere in pratica questo spirito, per poter diventare noi stessi assolutamente felici. Sensei scrive: «E ovvio che l’organizzazione e importante ma, paragonata a un essere umano, può essere considerata come lo scheletro. Solo impegnandosi con tutte le forze nelle attività per kosen-rufu e per i propri amici e possibile far circolare al suo interno il calore del sangue umano, in modo che tutti siano avvolti dalla ­gioia e possiamo ricevere noi stessi grandissimi benefici» (NRU, vol. 30, cap. 1, p.ta 52).
Il Daishonin dichiara: «Se la propagate [la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita], i demoni sorgeranno certamente. Se cosi non fosse, non ci sarebbe modo di sapere che questo e il vero insegnamento» (RSND, 1, 437).
Quando parliamo di “ostacoli e demoni” si intende tutto ciò che può scoraggiarci, allontanarci dal Gohonzon e dal maestro. Sostanzialmente la nostra lotta riguarda questa sfiducia che si manifesta nella vita. In questi momenti è fondamentale pensare: «Questo non mi fermerà!». E per riuscirci dobbiamo mantenere il nostro cuore saldamente agganciato a quello del maestro.
Le funzioni demoniache tentano di separare i discepoli dal maestro perché è proprio attorno alla non dualità di maestro e discepolo che l’organizzazione si sviluppa, cresce e realizza la sua missione di kosen-rufu.
Qualsiasi cosa accada, ricordiamoci sempre che la verità si trova nel Gosho e nelle parole di sensei, non in ciò che pensiamo noi.
Noi siamo i discepoli a cui sensei ha affidato il futuro della Soka Gakkai. Per questo dobbiamo diventare assolutamente forti!
Spetta a noi far sì che la nostra organizzazione faccia un passo avanti. Domandiamoci: cosa è importante per i giovani della mia zona? Sono felici? Cosa posso migliorare? La fede è il motore che ci permette di avanzare. Vincendo ogni giorno alimentiamo la fiducia in noi stessi e facciamo crescere tante altre persone di valore. Se si alza una persona, anche gli altri si alzano. Il direttore generale Tamotsu Nakajima mi ha fatto riflettere molto su questo punto. Mentre gli dicevo che volevo incoraggiare i giovani a decidere tutti insieme di realizzare 100.000 membri entro dicembre lui mi ha detto: «Bene! Cosa fai ogni giorno? Per vincere tra sei mesi devi vincere ogni giorno. Se parli anche a una sola persona al giorno alla fine dell’anno avrai fatto tantissimi shakubuku. Se tutti facciamo così senza dubbio realizziamo!».
Questo è il momento che la Divisione giovani italiana si assuma la totale responsabilità dell’organizzazione, in ogni aspetto. Se è vero che io e il mio ambiente siamo come il corpo e l’ombra, per far crescere l’organizzazione è necessario sviluppare e migliorare noi stessi. Ciò che conta quindi è il desiderio di continuare a lottare a fianco del nostro maestro per kosen-rufu a prescindere dal fatto che qualcun altro riconosca o meno i nostri sforzi.
Vorrei concludere incidendo nel cuore, insieme a voi, le parole che sensei ci ha rivolto a settembre, durante il corso mondiale dei giovani: «Vi prego di promettere insieme a me di lavorare sodo in questi prossimi due anni, insieme ai membri di tutto il mondo, per espandere la nostra rete di Bodhisattva della Terra e far risuonare per l’eterno futuro dell’Ultimo giorno della Legge il “canto di trionfo di maestro e discepolo” con forza, saggezza e allegria» (NR, 590, 5).

Corso nazionale giovani

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