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Unità di madre e figlio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:50

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Unità di madre e figlio

Tiziana Cimarelli, Senigallia

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Domenica 19 marzo: ho accompagnato mio figlio quindicenne alla stazione di Senigallia: è partito con i giovani per la riunione del 16 marzo. La mattina recita Gongyo con me… io non lo chiamo mai, suono la campana e lui arriva, arriva sempre. Non pensavo che ce l’avrebbe fatta a imparare il libretto, per lui è difficile, come l’inglese. Mio figlio è dislessico.
Per i primi due anni di elementari non si sapeva cosa avesse: era distratto, non riusciva a leggere, non scriveva parole semplici, disturbava il lavoro degli altri, piangeva e aveva manifestazioni di aggressività ed eccessi di rabbia improvvisi. Arrivavamo da un’altra città, in classe era l’unico figlio di separati, viveva una situazione non facile con il mio nuovo compagno e un fratellino appena nato. È stato facile attribuire i disturbi a un disagio psicologico e spiegarli come un ritardo nell’apprendimento. Io soffrivo per lui, mi sentivo in colpa, lo opprimevo imponendogli il doppio dei compiti. Lui si stancava, piangeva, io piangevo con lui.
Iniziai a recitare diluendo nel Daimoku il mio senso di colpa e cercando nel Gohonzon la vita di mio figlio. Sentii che qualcosa non andava e che avevo bisogno di aiuto. Ho iniziato un percorso che comprendeva psicologo, neurologo, logopedista e, prima, durante e dopo ogni visita, recitavo tanto Daimoku e leggevo il Gosho Risposta a Kyo’o. Si evidenziò questa strana malattia e con essa le poche conoscenze e i pochi mezzi che avevo per aiutare Lorenzo. Le liste di attesa ad Ancona erano lunghissime, a Roma c’era un centro specializzato, ma non potevo permettermi né il tempo né i costi di queste sedute.
L’unica strategia possibile era quella del Sutra del Loto e io dedicai il mio Daimoku ai giovani che cominciavano a frequentare il gruppo di Senigallia. Si liberò un posto ad Ancona e mi chiesero se ero disponibile a sottoporre sperimentalmente mio figlio a una serie di test e di sedute a cura dell’equipe romana disponibile per alcuni mesi presso il nostro ospedale. Così due volte la settimana e gratis, usufruimmo del programma che desideravo. Una strada dura, fatta di piccoli passi, ma che mi ha insegnato tantissimo sulle mie paure, le mie aspettative, il carattere di mio figlio. Ha creato fra noi un rapporto forte e ristabilito quella fiducia che forse stava perdendo a causa di alcune mie scelte sbagliate. Un cammino che ha coinvolto le sue insegnanti, la logopedista, l’istituto scolastico che ha dotato il centro per l’handicap di molto materiale utile ai dislessici.
Dopo i primi esaltanti miglioramenti, una battuta d’arresto. Lorenzo finiva la terza elementare presentandosi in quarta con un giudizio sconfortante: il suo potenziale era quello di un bambino di sei anni e veniva segnalato per il sostegno personalizzato in classe, peraltro non disponibile per carenza di personale. Ho cominciato le vacanze con una doppia razione di compiti, pianificando le nostre giornate con l’agenda… un disastro! Tutto finiva in un pianto senza fine. Andai davanti al Gohonzon singhiozzando. Piangevo e recitavo finchè sentii che non mi importava niente se mio figlio ci avrebbe messo anni a imparare a leggere, purchè fosse felice e siccome avevamo lavorato tanto ci meritavamo una vacanza. Chiusi i libri e gli chiesi cosa volesse fare. Quell’estate Lorenzo imparò ad andare in bici, a cavallo e a nuotare…; in seguito mi resi conto di quanto questi esercizi fossero stati utili per il suo problema di bilateralità e di mancanza di ritmo nella lettura e nella scrittura.
Gli leggevo la vita di uomini importanti: conobbe Gandhi, il principe Siddharta e la storia del giovane Ikeda, seppe di quando il suo maestro Toda gli dava lezioni la sera a casa sua… volevo che percepisse i libri come un tesoro che contiene i pensieri e la storia degli uomini e non solo come un misterioso strumento di tortura! Mi confidò che da grande avrebbe voluto fare il veterinario dei leopardi, in Africa e io invitai a cena il nostro veterinario per chiedergli come prepararci. Stefano, che aveva iniziato a praticare da poco, ebbe molto rispetto del suo desiderio e gli parlò seriamente delle difficoltà e delle opportunità di una scelta che chiunque avrebbe liquidato come l’illusione buffa di un bambino. Così Lorenzo tornò a scuola senza compiti, ma con l’Africa negli occhi.
Ricordo bene la riunione del 18 novembre di quell’anno. Ho fatto tanta attività quei due mesi, dedicando ogni sforzo alla felicità di tutti i giovani. Negli stessi giorni c’era il colloquio con le maestre. Si alzarono e mi vennero incontro a braccia aperte, mi chiesero cosa era accaduto. Lorenzo aveva fatto un balzo in avanti in matematica recuperando i due anni persi e aveva cominciato a scrivere, non preoccupandosi degli errori, ma di quello che aveva da dire. Il suo primo tema parlava del suo cane ed era commovente. Ora aveva anche rapporti gioiosi con tutti i compagni. Le maestre hanno cominciato un corso per conoscere meglio la dislessia, ma sono anche venute alla mostra sui diritti umani a Pesaro.
Le medie sono state dure, ma Lorenzo ha cominciato a praticare per superare le sue difficoltà. Leggeva Gongyo e Harry Potter, a voce alta entrambi, inventando qualche parola, ma con la stessa passione. Oggi è un ragazzo vulcanico, suona la chitarra, il suo giudizio al secondo anno di superiori è quello di un ragazzo molto dotato, un po’ ribelle, maturo per la sua età, che nella classe fa la differenza. Ci scambiamo libri e abbiamo un rapporto profondo e confidenziale. Lui e il suo migliore amico, un ragazzo che viene dalla Nigeria progettano di iscriversi a veterinaria una volta diplomati. Io ho riversato questa esperienza nel mio attuale lavoro pomeridiano con ragazzi problematici coi quali ho un rapporto meraviglioso. Lo scopo è aiutarli a far emergere il talento che c’è dentro di loro. So che senza la pratica buddista non ce l’avrei fatta e voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto in questo percorso.

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