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Un'inspiegabile allegria - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:31

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Un’inspiegabile allegria

Leonardo Kustermann, Roma

In quel momento percepii veramente il potere immenso del Daimoku, perché ogni minuto che passava sentivo montare da dentro un’energia incredibile, mista a gioia e a una grande speranza di farcela. Quando sei come un pallone totalmente sgonfio senti immediatamente la forza che tira fuori il Daimoku

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In quel momento percepii veramente il potere immenso del Daimoku, perché ogni minuto che passava sentivo montare da dentro un’energia incredibile, mista a gioia e a una grande speranza di farcela. Quando sei come un pallone totalmente sgonfio senti immediatamente la forza che tira fuori il Daimoku

La dominante della mia vita prima di praticare era l’immobilismo, che mi impediva di vivere fino in fondo. Abitavo ancora con mia madre – da anni vedova – e con mia sorella. E quando iniziai a praticare ventitré anni fa il più grande beneficio fu quello di trovare il coraggio di andare a vivere per conto mio. Da quel momento la mia esistenza cambiò completamente: misi in moto ogni aspetto della vita. In questi anni grazie alla costanza nel Daimoku e nell’attività per gli altri ho accumulato un’immensa protezione. Questo è l’argomento della mia esperienza.
La sera del 4 novembre 2009, dopo una giornata di febbre, mi venne un mal di testa violentissimo, come se qualcuno prendesse a martellate le mie tempie. Mi misi a letto pensando che l’indomani mi sarei rivolto al medico, ma non mi svegliai più. Vivevo da solo e questo era un bel guaio, visto che ero caduto in coma.
Mi salvò la vita la prima persona a cui parlai di Buddismo, Alessandra, la quale, il giorno seguente, al ritorno dal lavoro, dopo vari tentativi di raggiungermi al telefono, confusa si mise davanti al Gohonzon per capire cosa fare. Dopo pochi minuti di Daimoku sentì chiaramente che la mia vita era in pericolo e si ritrovò in macchina in un baleno, diretta verso casa mia. Lei non aveva le chiavi, ma fui protetto: i vigili del fuoco arrivarono in cinque minuti, e già con l’ambulanza! Mi trovarono per terra privo di conoscenza, con lo sguardo vitreo. Fui portato nell’ospedale più vicino che notoriamente non brilla per l’esattezza delle diagnosi. Ma proprio lì era di turno un giovane medico che individuò subito ciò che avevo: una meningite, nella forma più potente e pericolosa, e per di più in stato molto avanzato perché ero rimasto in quelle condizioni per parecchie ore. Era un “miracolo” che fossi ancora vivo, perché la meningite va presa entro poche ore. La sua diagnosi tempestiva fu provvidenziale perché mi somministrò subito la prima dose di antibiotici giusti. Durante la notte per mia grande fortuna si liberò un letto allo Spallanzani, un centro di eccellenza per le malattie infettive. Vi arrivai gravissimo. I medici dissero che se non mi fossi svegliato entro dodici ore non ci sarebbe stato più nulla da fare. Ma io mi svegliai in tempo. È proprio vero, come dice sensei, che tutti i nostri sforzi per proteggere e propagare la Legge mistica ritornano a noi sotto forma di protezione e di benefici incommensurabili.
Appena sveglio non ero in grado di formulare pensieri e articolare parole di senso compiuto. Praticamente biascicavo. Eppure due cose dissi subito ad Alessandra, forti e chiare: «Sono un devoto del Sutra del Loto!» e poco dopo: «Certo che il presidente Ikeda è una persona straordinaria!». Sicuramente durante il coma ero in contatto con il mio maestro che mi incoraggiava a vincere perché, nonostante tutto, ricordo che in fondo all’animo provavo un’inspiegabile allegria. Anche nell’incoscienza, non avevo mai smesso di praticare.
Ora la sensazione era come se avessi un cubo di cemento armato sulla testa che mi opprimeva in modo terribile, quasi mi schiacciava per terra. Vedevo doppio e non ci sentivo da un orecchio. Davo per scontato che non sarei tornato mai più come prima… sempre a patto di guarire, perché la prognosi dopo dieci giorni continuava a essere riservata. Non riuscivo neppure a mettermi in piedi. Ma ciò che fece la differenza è che ricercai subito il Gohonzon e con uno sforzo sovrumano iniziai a recitare. In quel momento percepii veramente il potere del Daimoku, perché ogni minuto che passava sentivo montare da dentro un’energia incredibile, mista a gioia e a speranza di farcela. Quando sei come un pallone sgonfio senti immediatamente la forza che tira fuori il Daimoku. Ho percepito come non mai, in maniera chiara, che la Buddità è qualcosa di meraviglioso che esiste ed è presente nella nostra vita.
A questo punto iniziai a domandarmi come mai fosse accaduto tutto ciò. Mi resi conto che la mia vecchia tendenza all’immobilismo si era ripresentata, insinuandosi nella profondità del mio essere senza che me ne accorgessi, e aveva finito per prendere il sopravvento. Non avevo più cercato grandi sfide, né fatto nulla per migliorare la mia vita e per realizzare i miei sogni. In poche parole da tempo non stavo più utilizzando il potere del Gohonzon. Compresi finalmente che l’inerzia che attanagliava la mia vita era una profonda offesa alla Legge, in quanto non riconoscevo la mia Buddità. La mia casa rifletteva chiaramente tutto ciò. Era in uno stato di abbandono, e il fatto che nessuno avesse le chiavi la diceva lunga sul mio rifiuto di fare entrare chicchessia, o di offrirla per le riunioni.
Capii che il Gohonzon mi aveva stanato, mi aveva messo con le spalle al muro. La malattia era un hoben, un mezzo per trasformare il veleno in medicina, e realizzai che non si trattava solo di vincere sulla meningite, ma in ogni aspetto della mia vita. Determinai con tutte le mie forze che sarei diventato veramente felice, proprio a partire da questa terribile esperienza. Non era scontato che riuscissi a guarire. Iniziai a recitare un Daimoku davvero combattivo per sconfiggere fino all’ultimo batterio, e poco a poco mi sentii sempre meglio, mi rimisi in piedi e iniziai a camminare bruciando le tappe. Dopo pochi giorni ricominciai a sentirci e a vedere bene, e quel senso di oppressione si attenuava. Bastava, però, che per stanchezza saltassi anche un solo giorno di Daimoku che subito mi rimbambolavo, fissavo un punto nel vuoto e tornavo a sentirmi perso. I medici dissero che seppure avessi sconfitto la malattia, sicuramente – data la virulenza – mi sarebbero rimaste delle lesioni cerebrali che avrebbero portato a delle conseguenze. Determinai ancora più forte e il giorno fatidico della risonanza magnetica risultò che il mio cervello non presentava la minima traccia di lesione: come se non avessi mai avuto nulla! Provavo un immenso senso di gratitudine nei confronti del Gohonzon e delle tantissime persone che recitavano per me fin dall’inizio e venivano a trovarmi offrendomi ogni tipo di sostegno. Anche il mio compagno di stanza si era rivelato un vero shoten zenjin che mi aiutava a uscire dal torpore. Si prendeva cura di me e mi teneva sottobraccio nelle prime passeggiate al sole. Sentivo un grande desiderio di parlare di Buddismo e iniziai a farlo con medici, infermieri e pazienti. Alcuni di loro iniziarono a praticare e la mia stanza divenne un viavai di persone che volevano saperne di più. Un giorno mi venne a cercare una donna ricoverata. Era un membro che aveva smesso di praticare da due anni. Decise di riprendere e veniva mattina e sera a fare Gongyo con me. La mia stanza di ospedale era diventata la terra del Budda.
Dopo un mese esatto di degenza uscii completamente guarito. Dopo la convalescenza mi sono dedicato con impegno alla ristrutturazione della mia casa che è diventata un vero gioiello. Irriconoscibile! Ora mi sento molto più attivo, ho ancora più voglia di fare shakubuku e di vincere nella vita. Sono determinato a ripartire con una nuova decisione: faccio il voto di dedicare completamente la mia vita alla realizzazione di kosen-rufu.
«”Più forte è la fede, maggiore la protezione degli dèi”; se uno conserva una fede salda, certamente la protezione degli dèi sarà grande. Lo dico per il tuo bene. La tua fede nel passato è stata ammirevole, ma ora devi rafforzarla più che mai. Solo così riceverai una protezione ancora maggiore da parte della dieci fanciulle demoni» (La supremazia della Legge, RSND, 1, 546).

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