Quando Cristina diventa responsabile di gruppo si trova in un momento delicato della sua esistenza. Dopo le prime incertezze decide di buttarsi a capofitto in questa nuova sfida che coinvolgerà positivamente tutti gli aspetti della sua vita e l’intero gruppo
Il gruppo Armonia è stato tra i primi a nascere a Manfredonia, città ai piedi del Gargano. Il suo aspetto peculiare è l’eterogeneità, poiché raccoglie persone da vari paesi: Zapponeta, Mattinata e San Giovanni Rotondo.
Quando mi è stata proposta la responsabilità, il gruppo era composto da adulti che praticavano da tempo e che, di fatto, conoscevo molto poco. Abitavo lontano dal luogo delle riunioni; ero appena diventata mamma e moglie; ero figlia in una famiglia complicata e avevo da poco ripreso a studiare. Inoltre io e mio marito non abitavamo insieme e a casa con i miei genitori e fratelli non avevo modo di praticare liberamente. Troppe cose, mi dicevo, mi sentivo oppressa e stanca. Avevo poco tempo per raggiungere i membri del gruppo che risiedevano fuori città, anche perché mi spostavo di continuo per frequentare l’università.
La preghiera basata sulla ricerca del maestro fu fondamentale: lessi tante esperienze del presidente Ikeda su come si possono sostenere le persone a dispetto delle difficoltà e mi sforzavo di agire nello stesso modo. Eppure il gruppo non cresceva e perfino chi storicamente lo frequentava non partecipava più. Passava il tempo e cresceva il disagio mio e dei membri “superstiti”.
Un giorno, mio marito mi disse: «Chiediti cosa farebbe sensei». Mi sono detta che nella sua mente mai si sarebbe fatto spazio l’idea di rinunciare a lottare per la crescita del gruppo e che avrebbe incoraggiato uno o cento membri con lo stesso impegno, intensità e fiducia, in qualunque condizione, senza arrendersi. Trovai un brano in cui si parlava della gioia che si può provare accogliendo una sfida e decisi che la mia era quella di fare la rivoluzione umana e trasformare il gruppo Armonia. Sensei spiega che lo stato vitale dei membri dipende dallo stato vitale dei responsabili. Quindi lo stato vitale del gruppo dipendeva da me e da quanto io lottassi senza arrendermi né alle avversità personali, né alla sofferenza dell’essere ancora una volta in pochi.
Ogni giorno mi occupo di mio figlio, della casa, della mia famiglia di origine: ho un fratello disabile psichico, mia madre che non può camminare e mio padre ha il morbo di Alzheimer, con tutto quel che consegue gestire situazioni come questa. Per non soccombere alla sofferenza, quotidianamente sentivo telefonicamente i membri del gruppo e ogni settimana cercavo di andarli a trovare a casa. Li ringrazio per le occasioni che mi hanno offerto: è così che ho imparato a sostenere la mia famiglia. Il mio karma è diventato un’imperdibile opportunità di cambiamento, uno strumento per incoraggiare gli altri ad attuare una trasformazione.
Quattro anni fa, come risultato di queste lotte, io, mio figlio e mio marito ci siamo finalmente riuniti in una casa solo nostra, che è diventato il nuovo luogo di riunione del gruppo. Questo beneficio è stato d’impulso per un’ulteriore crescita, perché mi ha permesso di sperimentare in prima persona il senso dell’offerta e di incoraggiare senza paura gli altri nella stessa direzione.
In questi anni mi sono sforzata sempre di più proprio quando i soldi erano pochi, e immancabilmente i benefici si sono manifestati. Nel Gosho I due tipi di fede, leggiamo: «Benché il Budda sia degno di rispetto, paragonato al Sutra del Loto è come una lucciola accanto al sole o alla luna. La superiorità del Sutra del Loto rispetto al Budda Shakyamuni è grande quanto la distanza fra il cielo e la terra. Se fare offerte al Budda produce tali benefici, fare offerte al Sutra del Loto ne produrrà di ben più grandi» (RSND, 1, 798). L’offerta e la gratitudine sono stati spesso argomento delle riunioni di discussione, aiutandomi a superare il timore di parlarne.
Nel 2014 nel nostro gruppo hanno ricevuto il Gohonzon quattro persone: abbiamo recitato fino all’ultimo giorno dell’anno per consegnare il quarto, senza adagiarci sul fatto che il nostro obiettivo era già stato raggiunto e superato. A maggio 2015, ne abbiamo consegnati altri due, e il gruppo Armonia si è trasformato in uno dei gruppi più numerosi del Centro Puglia Nord.