Danielle Richards racconta come il suo impegno nelle visite a casa sia stato determinante per trasformare la sua vita
Quel giorno, dopo il lavoro, ricordo di aver viaggiato due ore per andare a trovare una giovane donna. Rimasi con lei per un’ora e poi mi misi sulla strada del ritorno. Mentre guidavo verso casa fui travolta da un profondo senso di insoddisfazione. Iniziai a recitare Daimoku per capire come mai mi sentissi così insoddisfatta, come se fossi andata fin lì spinta solo dal senso del dovere, senza un obiettivo preciso… La visita a casa si era risolta in una semplice chiacchierata. Mi sono resa conto che se avessi continuato a svolgere le mie attività per kosen-rufu in quel modo, a fronte di uno sforzo enorme non avrei ottenuto risultati concreti.
Decisi che volevo capire nella profondità della mia vita cosa significa veramente sostenere le persone. Il Buddismo insegna che quando aiutiamo un altro, anche il nostro stato vitale si espande. Questo è il meraviglioso sentiero del Bodhisattva. Quando cerchiamo di aprire il nostro cuore agli altri, stiamo facendo la stessa cosa nei confronti della nostra vita. È una lotta che ingaggiamo con la nostra oscurità per percepire la Buddità nell’altra persona, ma anche in noi stessi.
Mi trovai a riflettere sulla mia vita. Avevo appena chiuso una relazione sentimentale che mi aveva dimostrato quanto poco credessi nel mio valore, e compresi che la situazione che vivevo non era che un riflesso del mio cuore.
Così decisi di iniziare una “campagna” di visite a casa per incoraggiare le giovani donne di cui ero responsabile e allo stesso tempo vincere sull’oscurità che mi impediva di realizzare la mia vita, facendo cento visite a casa in soli due mesi, una sfida molto impegnativa. Decisi di ascoltarle profondamente e di lottare fino in fondo per la loro felicità, certa che questo sforzo avrebbe creato un cambiamento anche nella mia vita.
Scrissi a Sensei condividendo questa determinazione insieme alle vittorie personali che volevo raggiungere.
Ogni volta che andavo a trovare una giovane donna facevo un forte Daimoku decidendo: «Voglio vedere la Buddità in questa persona, voglio che vinca nella sua vita».
Pregavo forte per la felicità di entrambe. A volte naturalmente incontravo una resistenza, nell’altra persona ma anche nel mio cuore, e allora recitavo Daimoku per superare il mio pregiudizio, la mia arroganza, per sentire che stavamo lottando per vincere insieme. Alla fine riuscivo sempre ad avere dialoghi meravigliosi.
In quelle settimane ho raggiunto uno stato vitale incredibile, mi sembrava di viaggiare su un’astronave e allo scadere dei due mesi stabiliti non solo avevo incontrato colui che sarebbe diventato mio marito, ma avevo rivoluzionato tutto, casa, lavoro, avevo creato una vita nuova basata su quello stato vitale nuovo. Soprattutto ho sperimentato quanto potentemente si può lottare davanti al Gohonzon, utilizzando ogni occasione per aprire fino in fondo il nostro cuore agli altri e fare la nostra rivoluzione umana. Sensei afferma che la formula immutabile per l’avanzamento di kosen-rufu è incoraggiare la persona che abbiamo davanti, una dopo l’altra, e perseverare in questo sforzo.
Ora, pensando al tema di quest’anno, non sarebbe fantastico se ognuno di noi si mettesse un grande obiettivo personale di visite a casa, con lo spirito di far crescere persone “capaci e felici” e di rivoluzionare in questo modo anche la propria vita?