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Una vita basata sulla non dualità di maestro e discepolo non ha limiti - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 07:54

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Una vita basata sulla non dualità di maestro e discepolo non ha limiti

Kim Hyo Jin, responsabile del Gruppo giovani della SGI della Corea del Sud

Pubblichiamo l’esperienza che Kim Hyo Jin ha raccontato durante la prima riunione dei responsabili di centro della Soka Gakkai, che si è svolta il 7 gennaio 2024 a Tokyo

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Mia madre ha ereditato la fede pura di mia nonna e mio padre si è sempre impegnato con costanza e risolutezza nelle attività della Soka Gakkai. Gestiva una fabbrica di vestiti che andava molto bene, la nostra era una vita agiata. A un certo punto però l’attività di mio padre fallì a causa della bancarotta di un socio, gli esattori si precipitarono a casa e tutto cambiò drasticamente. Mio padre e mia madre svolsero vari lavori, dalla ristorazione alle pulizie, mentre continuavano a impegnarsi nella fede per trasformare il karma, senza indietreggiare di un solo passo. Eravamo in quattro, compreso mio fratello, e fummo costretti a traslocare in un angusto monolocale. Fu davvero difficile ma, nonostante tutto, mettendo al centro il Gohonzon, siamo sempre stati una famiglia armoniosa e felice.
Dopo dieci anni di duro lavoro riuscimmo a trasferirci in una nuova casa: quella sera cenammo insieme ridendo e ancora oggi quella gioia è viva nel mio cuore!

Personalmente ho superato varie difficoltà grazie alla fede.
La Corea del Sud è famosa per la feroce competizione negli esami di ammissione all’università e per questo tutti gli studenti frequentano corsi preparatori agli esami. Per motivi finanziari, però, io non potevo nemmeno comprare i libri di testo, figuriamoci frequentare i corsi, e così venni bocciato agli esami di ammissione. Ciononostante ero determinato a non dare la colpa alle circostanze e mi sfidai con tutte le mie forze: al mattino recitavo Daimoku, durante il giorno studiavo in biblioteca e la sera mi dedicavo alle attività studenti e giovani.
L’anno successivo, dopo aver studiato tutti i volumi de La rivoluzione umana con il pensiero di lottare a fianco di Shin’ichi Yamamoto, riuscii a superare a pieni voti l’esame di ammissione alla facoltà che avevo scelto.
In Corea del Sud è molto difficile trovare un lavoro, e dopo la laurea le mie domande di assunzione furono ripetutamente respinte. Tuttavia continuai a impegnarmi mettendo alla base il Daimoku. Superai la prima selezione in una società di brevetti “numero uno” nel settore attinente alla mia preparazione, e ottenni un colloquio. Tutti gli altri candidati avevano la specializzazione o avevano studiato all’estero. Stavo per scoraggiarmi, ma poi mi dissi: «Devo pensare a questo colloquio come a uno zadankai!». Così iniziai a guardare ai miei interlocutori come se fossero dei responsabili di settore e fui in grado di rispondere alle loro domande con un sorriso luminoso. Mi fu chiesto se avessi dei valori nella vita, e io risposi: «Ho un maestro di vita, Daisaku Ikeda, che mi ha insegnato a comportarmi sempre con sincerità e a impegnarmi tre volte più duramente degli altri».
Una settimana dopo, mentre andavo a trovare un compagno di fede mi chiamarono per dirmi che ero stato assunto. Non solo, ero stato assegnato a uno dei dipartimenti più rinomati, quello degli affari esteri. Il lavoro era flessibile e la sede si trovava molto vicino al Centro culturale, così sono riuscito a impegnarmi quanto desideravo anche nelle attività.
Quando gli domandai come mai fossi stato scelto proprio io, il responsabile delle risorse umane mi spiegò: «Il presidente ha osservato: “Al giorno d’oggi è raro trovare giovani che possono dire di avere un maestro di vita e che affermano con certezza di volersi impegnare tre volte più degli altri. Dovremmo scegliere lui”».
Mi sono reso conto profondamente che in una vita dedita a kosen-rufu e basata sul legame di maestro e discepolo, non esistono limiti.

L’anno scorso ha segnato il 25° anniversario della visita di Ikeda Sensei in Corea del Sud.
Tutti ci siamo impegnati in unità per adornare di vittorie questa ricorrenza, e sono entrati a far parte della nostra organizzazione 27.000 nuovi membri.
Il 18 novembre, in occasione del 10° anniversario del completamento del Kosen-rufu Daiseido, abbiamo dato avvio a una grande campagna per gli zadankai insieme ai nuovi membri. Ci siamo resi nuovamente conto di quanto siano meravigliosi i nostri zadankai e di come la partecipazione anche di un solo nuovo giovane riesca a portare una ventata di progresso in tutto il settore.
In questo clima di gioia, la notizia della morte di Ikeda Sensei ha causato un profondo senso di sconcerto e tristezza tra tutti noi. Tuttavia, con il passare del tempo, questo sentimento si è trasformato in immensa gratitudine e nella determinazione di alzarci da soli. Insieme a Sensei, che ha dichiarato di voler «guidare kosen-rufu per tutta l’eternità», siamo decisi a costruire una Soka Gakkai giovane in tutto il mondo.
Nella società coreana, il presidente Yoon e altri intellettuali e dignitari di spicco hanno inviato uno dopo l’altro le più sincere condoglianze per la scomparsa di Ikeda Sensei.
Grazie a Sensei e al suo impegno instancabile per ampliare la rete di amicizia attraverso la filosofia dell’umanesimo, tutti gli sforzi dei nostri membri pionieri che hanno lottato contro pregiudizi e persecuzioni hanno dato i loro frutti che rimarranno scritti nella gloriosa storia di kosen-rufu.

Noi giovani ereditiamo risolutamente questo fiero testimone di kosen-rufu. Nell’Anno della nuova partenza per una Soka Gakkai giovane in tutto il mondo, avanzeremo alla massima velocità, sempre a fianco del nostro eterno maestro, introducendo al Buddismo di Nichiren 10.000 giovani e creando una rete solidale di giovani che diventerà un modello per il mondo intero! Inoltre a marzo, in occasione del 70° anniversario della nomina di Ikeda Sensei a responsabile di staff del Gruppo giovani, siamo determinati a riunire 50.000 membri dei Gruppi giovani e futuro e a portare avanti solennemente la fede e lo spirito di maestro e discepolo mostrando grandi prove concrete di vittoria.

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