Mia madre ha ereditato la fede pura di mia nonna e mio padre si è sempre impegnato con costanza e risolutezza nelle attività della Soka Gakkai. Gestiva una fabbrica di vestiti che andava molto bene, la nostra era una vita agiata. A un certo punto però l’attività di mio padre fallì a causa della bancarotta di un socio, gli esattori si precipitarono a casa e tutto cambiò drasticamente. Mio padre e mia madre svolsero vari lavori, dalla ristorazione alle pulizie, mentre continuavano a impegnarsi nella fede per trasformare il karma, senza indietreggiare di un solo passo. Eravamo in quattro, compreso mio fratello, e fummo costretti a traslocare in un angusto monolocale. Fu davvero difficile ma, nonostante tutto, mettendo al centro il Gohonzon, siamo sempre stati una famiglia armoniosa e felice.
Dopo dieci anni di duro lavoro riuscimmo a trasferirci in una nuova casa: quella sera cenammo insieme ridendo e ancora oggi quella gioia è viva nel mio cuore!
Personalmente ho superato varie difficoltà grazie alla fede.
La Corea del Sud è famosa per la feroce competizione negli esami di ammissione all’università e per questo tutti gli studenti frequentano corsi preparatori agli esami. Per motivi finanziari, però, io non potevo nemmeno comprare i libri di testo, figuriamoci frequentare i corsi, e così venni bocciato agli esami di ammissione. Ciononostante ero determinato a non dare la colpa alle circostanze e mi sfidai con tutte le mie forze: al mattino recitavo Daimoku, durante il giorno studiavo in biblioteca e la sera mi dedicavo alle attività studenti e giovani.
L’anno successivo, dopo aver studiato tutti i volumi de La rivoluzione umana con il pensiero di lottare a fianco di Shin’ichi Yamamoto, riuscii a superare a pieni voti l’esame di ammissione alla facoltà che avevo scelto.
In Corea del Sud è molto difficile trovare un lavoro, e dopo la laurea le mie domande di assunzione furono ripetutamente respinte. Tuttavia continuai a impegnarmi mettendo alla base il Daimoku. Superai la prima selezione in una società di brevetti “numero uno” nel settore attinente alla mia preparazione, e ottenni un colloquio. Tutti gli altri candidati avevano la specializzazione o avevano studiato all’estero. Stavo per scoraggiarmi, ma poi mi dissi: «Devo pensare a questo colloquio come a uno zadankai!». Così iniziai a guardare ai miei interlocutori come se fossero dei responsabili di settore e fui in grado di rispondere alle loro domande con un sorriso luminoso. Mi fu chiesto se avessi dei valori nella vita, e io risposi: «Ho un maestro di vita, Daisaku Ikeda, che mi ha insegnato a comportarmi sempre con sincerità e a impegnarmi tre volte più duramente degli altri».
Una settimana dopo, mentre andavo a trovare un compagno di fede mi chiamarono per dirmi che ero stato assunto. Non solo, ero stato assegnato a uno dei dipartimenti più rinomati, quello degli affari esteri. Il lavoro era flessibile e la sede si trovava molto vicino al Centro culturale, così sono riuscito a impegnarmi quanto desideravo anche nelle attività.
Quando gli domandai come mai fossi stato scelto proprio io, il responsabile delle risorse umane mi spiegò: «Il presidente ha osservato: “Al giorno d’oggi è raro trovare giovani che possono dire di avere un maestro di vita e che affermano con certezza di volersi impegnare tre volte più degli altri. Dovremmo scegliere lui”».
Mi sono reso conto profondamente che in una vita dedita a kosen-rufu e basata sul legame di maestro e discepolo, non esistono limiti.
L’anno scorso ha segnato il 25° anniversario della visita di Ikeda Sensei in Corea del Sud.
Tutti ci siamo impegnati in unità per adornare di vittorie questa ricorrenza, e sono entrati a far parte della nostra organizzazione 27.000 nuovi membri.
Il 18 novembre, in occasione del 10° anniversario del completamento del Kosen-rufu Daiseido, abbiamo dato avvio a una grande campagna per gli zadankai insieme ai nuovi membri. Ci siamo resi nuovamente conto di quanto siano meravigliosi i nostri zadankai e di come la partecipazione anche di un solo nuovo giovane riesca a portare una ventata di progresso in tutto il settore.
In questo clima di gioia, la notizia della morte di Ikeda Sensei ha causato un profondo senso di sconcerto e tristezza tra tutti noi. Tuttavia, con il passare del tempo, questo sentimento si è trasformato in immensa gratitudine e nella determinazione di alzarci da soli. Insieme a Sensei, che ha dichiarato di voler «guidare kosen-rufu per tutta l’eternità», siamo decisi a costruire una Soka Gakkai giovane in tutto il mondo.
Nella società coreana, il presidente Yoon e altri intellettuali e dignitari di spicco hanno inviato uno dopo l’altro le più sincere condoglianze per la scomparsa di Ikeda Sensei.
Grazie a Sensei e al suo impegno instancabile per ampliare la rete di amicizia attraverso la filosofia dell’umanesimo, tutti gli sforzi dei nostri membri pionieri che hanno lottato contro pregiudizi e persecuzioni hanno dato i loro frutti che rimarranno scritti nella gloriosa storia di kosen-rufu.
Noi giovani ereditiamo risolutamente questo fiero testimone di kosen-rufu. Nell’Anno della nuova partenza per una Soka Gakkai giovane in tutto il mondo, avanzeremo alla massima velocità, sempre a fianco del nostro eterno maestro, introducendo al Buddismo di Nichiren 10.000 giovani e creando una rete solidale di giovani che diventerà un modello per il mondo intero! Inoltre a marzo, in occasione del 70° anniversario della nomina di Ikeda Sensei a responsabile di staff del Gruppo giovani, siamo determinati a riunire 50.000 membri dei Gruppi giovani e futuro e a portare avanti solennemente la fede e lo spirito di maestro e discepolo mostrando grandi prove concrete di vittoria.
