Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Una tesi di pace - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:46

356

Stampa

Una tesi di pace

Tania Gorzanelli, Campogalliano (MO)

Dimensione del testo AA

Ho iniziato a praticare nel 2001, a ventiquattro anni, quando frequentavo il secondo anno di lingue e letterature straniere dell’università di Bologna ed ero piuttosto indietro con gli esami. Il mio passato scolastico era stato abbastanza burrascoso e avevo iniziato l’università con tre anni di ritardo. Con mia madre avevo avuto un bellissimo rapporto fino a quando i miei decisero di separarsi, per i miei diciotto anni. Da quel momento mia madre, piena di rancore e risentimento, chiuse totalmente i ponti con mio padre. Ciò trasformò anche il nostro rapporto che divenne travagliato e doloroso. Io vivevo con mio padre e nonostante i problemi economici volli a tutti i costi iscrivermi all’università. Contribuivo alle spese universitarie con faticosi e noiosi lavoretti.
Con la pratica tutto nella mia vita è cambiato notevolmente. Recitando Daimoku si sono trasformati tanti aspetti legati al mio modo di essere e di affrontare l’università. Ho imparato a reagire alla pigrizia e scoperto in me un grandissimo coraggio. E queste “riscoperte” mi hanno dato anche maggiore autostima e sicurezza. Grazie alla pratica buddista la mia storia universitaria è stata una vera e propria palestra che mi ha aiutata a fare la mia rivoluzione umana!
La sfida più grande doveva giungere con lo scrivere e poi discutere la tesi. Era settembre 2005 e volevo laurearmi a marzo 2006 per risparmiare altre tasse, ma la realtà era che partivo praticamente da zero: non avevo idea su cosa farla, a chi rivolgermi e, in così breve tempo, nessuno mi avrebbe fatto laureare. Iniziai a chiedere indicazioni ad amici e professori. Colsi il consiglio di trattare un argomento che mi interessasse davvero, occorreva che fosse d’indirizzo storico letterario, come il mio corso di studi. Poi un giorno leggendo sul Nuovo Rinascimento di alcune ricerche, realizzai che l’argomento storico culturale che mi interessava era il Buddismo di Nichiren Daishonin! Così decisi di scrivere la mia tesi sul Buddismo che praticavo.
Trovai un professore di filosofia della storia che accettò la mia tesi; tuttavia, mi disse che era piuttosto improbabile che io riuscissi a farla nel tempo che desideravo, e che normalmente le tesi duravano almeno un anno, spesso con viaggi all’estero. Tutto congiurava per scoraggiarmi, ma decisi che volevo laurearmi comunque nella data da me stabilita. Recitai giorno dopo giorno moltissimo Daimoku, la strada iniziò ad aprirsi e un passo dopo l’altro capii come procedere nella stesura.
A Capodanno il primo capitolo era completato. Il professore era soddisfatto e aspettava nuovo materiale. La prima parte era stata facile scrivendo ciò che sapevo bene, ma per proseguire avevo bisogno di dare una direzione precisa al mio lavoro. In dieci giorni dovevo consegnare la mia domanda di laurea per avere la certezza di laurearmi a marzo. Dopo un’ora di Daimoku era tutto chiaro: avrei scritto l’altra metà della mia tesi sulla Proposta di pace 2005 del presidente Daisaku Ikeda. Scrivendo mi accorsi, per la prima volta in vita mia, come lavorare non mi avesse affatto pesato. Consegnai il materiale che fu giudicato positivamente, e se questo dapprima mi sembrava normale, scoprii col tempo che il professore era molto severo e spesso faceva riscrivere tutto, rimandando i laureandi alle sessioni successive.
Dovevo ancora trovare un correlatore. Avevo sottovalutato la questione e contavo su un professore che all’ultimo momento mi disse che non poteva. Decisi che entro ventiquattro ore avrei risolto quel problema. Non sapevo cosa fare ma, protetta ancora una volta dal Daimoku, decisi di andare da un altro docente del quale mi avevano parlato, che mi indirizzò a una professoressa sicuramente interessata. E cosi fu: lei decise di accettare. Solo in seguito seppi che aveva praticato per molto tempo e anche se aveva smesso era comunque interessata.
Consegnata la tesi si avvicinava il giorno della discussione. Ero molto nervosa e non riuscivo a incanalare positivamente il mio nervosismo che mi bloccava e mi impediva di reagire. La mia correlatrice mi avrebbe fatto domande riguardo al fanatismo e alla Soka Gakkai, più volte accusata di questo in Italia e in Giappone. L’argomento la riguardava da vicino visto che aveva smesso di praticare quando ci fu la rottura tra la Gakkai e la Nichiren Shoshu, quindi ci tenevo particolarmente a darle una buona risposta. Chiesi un chiarimento sull’argomento a un responsabile. La sua risposta fu immediata ed esauriente, ma essendo io in preda al nervosismo e alla tensione non riuscivo a capirla. Il fine settimana prima della discussione ero in preda a una vera e propria crisi isterica. Il lunedì mattina davanti al Gohonzon ripresi in mano quella risposta e tutto mi fu subito chiaro. Alla fine della spiegazione, mi diceva: «Ti auguro tanta buona fortuna buddista, essa dipende unicamente dalla trasformazione del tuo cuore, perchè “è il cuore che è realmente importante”, la sua trasformazione unita alla recitazione del Daimoku ti darà la protezione necessaria per vincere ed essere felice e a tuo agio». Certo un bell’incoraggiamento, ma cosa c’entrava nella mia situazione? Mi sono ricordata che nulla è un caso; in quel momento trasformare il mio cuore era vincere la mia paura e soprattutto vincere con me stessa, prima davanti al Gohonzon; solo dopo avrei vinto anche discutendo la tesi. Ho recitato tanto Daimoku i giorni prima della laurea e, oltre a calmarmi completamente, la mattina della discussione ho sentito che il mio più grande desiderio era arrivare al cuore di ogni persona presente in quell’aula, sensibilizzarli sul tema della pace. Volevo essere fiera di me al 100% e non attaccarmi al piccolo io che guarda il voto. Volevo portare kosen-rufu nel mio ambiente anche se non immaginavo nemmeno come, visto che per la prima volta si sarebbero riuniti tutti i miei famigliari che non si parlavano più da dieci anni! Una volta che ho sentito che il mio desiderio era cosi grande, ho visto quanto fosse una sciocchezza la mia discussione.
L’interrogazione andò benissimo e il mio relatore infine disse: «È facile parlare di pace e dialogo, ma se uno dei due interlocutori non vuole partecipare è tutto vano e inutile. Piuttosto che analizzare la pace, bisognerebbe cercare la causa del conflitto. Cosa genera la violenza? certo è una domanda difficile ed è normale che tu non abbia una risposta…» e qualcuno ha aggiunto: «Se ce l’hai ti meriti il premio Nobel, non la laurea!». Io, che avevo nel cuore le parole sentite a un Corso al Centro europeo di Trets, ho risposto che la violenza è generata dalla sofferenza. Non mi hanno dato il premio Nobel ma è stata una grande soddisfazione personale. Infine ho avuto la prova che il desiderio di portare kosen-rufu nel mio ambiente si era realizzato perchè mia madre ha ripreso a parlare con mio padre e gli zii. Dopo tanti anni era evidentemente fiera di me ed estremamente premurosa. Le avevo toccato il cuore.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata