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Una sinfonia di nobili e grandi madri - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:13

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Una sinfonia di nobili e grandi madri

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Le madri
hanno
splendidi
cuori risoluti.

La loro nobiltà
non risiede nell’apparenza o nei vestiti,
nell’agiatezza o nei beni personali,
nella grandezza della loro casa
o dei giardini.

Le madri sono il Sole,
splendono su tutto.
Sono la Terra,
che dona infinitamente.
Sono il simbolo della felicità,
ottimiste sempre,
a testa alta procedono orgogliose.

Le madri si dedicano alla verità e alla giustizia
senza lasciarsi intimidire
dagli attacchi invidiosi o maliziosi.

Anche se non hanno
un’educazione prestigiosa,
se vengono trattate
male o calunniate,
se nessuno le considera
delle celebrità,
sagge, rimangono salde.

Per quanto illustri o famosi
siano i nostri parenti o antenati,
non possono competere
con i cuori dolci delle nostre madri.
«È il cuore che è importante»,
insegna il Buddismo:
«La fortuna viene dal cuore e ci fa onore».
È il cuore
il fondamento della felicità.

Anche oggi le madri,
senza curarsi
della ricchezza, della loro condizione,
pregano risolutamente
per gli altri
ferme nelle proprie convinzioni,
anche oggi
fanno il massimo
per sostenere gli altri.
Un famoso poeta americano,
Walt Whitman,
che amo fin dalla mia giovinezza,
così loda le madri:
«Care donne, le madri:
nessuno ne parla mai!
Ma sono il sale della terra:
nobili, coraggiose, senza secondi fini.
Non devono essere dimenticate
quando si parla dei grandi
di una nazione o del mondo».
Come è vero!

Anche quando implacabilmente
si susseguono giorni difficili,
quei giorni in cui i loro sforzi sinceri
vengono disprezzati,
le madri
avanzano
impavide
sul sentiero della verità e della giustizia,
sul sentiero della felicità
sul sentiero della pace.

Madri!
Quando vedo la parola
“madre”
vengo sopraffatto dall’emozione;
quando sento la parola
“madre”
il mio cuore duole,
ma si alza in volo!
Questo esclamò un filosofo.

Il quale aggiunse:
«Se le persone di tutto il mondo,
senza eccezione alcuna,
amassero le madri,
la pace sarebbe realizzata,
il sentiero verso la felicità sarebbe indicato,
e un gioioso corteo si formerebbe,
in modo del tutto naturale».

Sì!
Amare le madri –
è questa la direzione più certa,
che brilla di luce solare,
per raggiungere la pace e la felicità,
il progresso e lo sviluppo.

Come Nichiren Daishonin
dichiara solennemente:
«L’inferno
è nel cuore di chi
[…] trascura sua madre».

I cuori
che disprezzano le madri,
le trascurano,
le fanno soffrire,
sono già ricoperti
dal buio dell’inferno.

Gente piena d’arroganza
chi insulta le madri!
Autorità dispotiche
quelle che le perseguitano!
Nessuno
è più povero
di spirito, di animo più vile,
nessuno distrugge maggiormente la felicità.

Persone crudeli, insensibili
quelle che minacciano le madri,
le turbano,
le umiliano,
le offendono!
Nessuno è più biasimevole,
perché così distruggono
società di pace e di felicità.
Questo dichiarò
un famoso educatore.

Non fate soffrire le madri!
Proteggetele!
Lodatele!
Non disprezzatele!
Date loro
tutto il vostro sostegno e l’amore.
È questa la strada per l’umanità.

Poeti,
scienziati
e scrittori,
tutti lo hanno affermato.
E anch’io lo penso.

Un giorno,
un discepolo del Budda
disse che sua madre era ignorante.
Allora, il suo maestro Shakyamuni
lo rimproverò severamente:
«Chi è stato a dar luce a questo tuo corpo?
È stata tua madre».

Tutti
siamo nati dal corpo di nostra madre.
Le madri
rischiano la vita
per farci nascere.

La Raccolta degli insegnamenti orali afferma:
«Il Mondo della Purezza Preziosa
[la terra dalla quale emerge la Torre Preziosa]
è il grembo delle nostre madri».
Non c’è persona
più preziosa delle madri
che amando nutrono la vita.

Madri, care madri!
Persino adesso,
quando penso alla mia,
una forte emozione mi pervade.
Avrei voluto
fare di più per lei.
Avrei voluto
starle più vicino.

Oh madri ammirevoli!
Madri che nonostante la povertà
sopravvivono, resistono,
trascorrono la loro vita
con grazia e forza,
lasciando questo mondo
con un sentimento di profonda soddisfazione.
Lasciamo che le lacrime
esprimano la nostra gratitudine
e preghiamo per loro,
che ci lascino riflettere
sul giudizio che nutriamo verso di esse.

Mia madre si chiamava Ichi –
significa “uno”, “migliore” o “il più grande”.
I suoi genitori la chiamarono così
col desiderio che trovasse
la felicità assoluta.
Speravano che i suoi figli
diventassero i migliori
che contribuissero al bene della società.

Ma i suoi quattro figli maggiori,
li trascinò via la seconda guerra mondiale
su un campo di battaglia,
ed erano il sostegno della famiglia.
«Non è sufficiente
portare via un figlio,
spedirlo in guerra? –
dichiararono mia madre e mio padre –
Ad alcuni non viene sottratto nessuno.
Noi abbiamo quattro figli
mandati a combattere».
Il più grande aveva ventinove anni,
morì nel conflitto in Birmania.

Durante la guerra
le donne erano elogiate
come “madri della guerra”,
ma nei giorni tristi della sconfitta,
con un totale voltafaccia,
furono insultate
perché madri di soldati idioti
che avevano portato alla rovina la nazione.

La guerra
crudelmente
le fece piangere
di disperazione.

Eppure mia mamma,
anziana,
umile nel comportamento,
un sorriso
l’aveva sempre.

Vedendo me, suo figlio,
lottare per la pace e la giustizia,
quel sorriso l’accompagnò,
fino alla fine,
perché sapeva di aver trionfato.

Non è importante quello che ci accade durante la vita.
Ciò che conta è come riuscire
a ornare meravigliosamente
la fine della nostra vita.

Le madri, basandosi sulla legge della vita,
attraverso il ciclo di nascita, vecchiaia,
malattia e morte,
accarezzate dal vento gentile
di eternità, felicità, vero io e purezza,
sono le grandi vincitrici,
le maestre nell’arte di vivere.

Offrire alle madri
il nostro più profondo rispetto
e ripagare
l’enorme debito di gratitudine che abbiamo verso di loro
rappresenta la base dell’educazione
e l’elemento costitutivo del governo.

In verità,
questo spirito
è la luce gioiosa
della pace mondiale.
Nessuno è più sciocco
di coloro che trattano male i propri genitori,
possono sembrare forti
ma nei loro cuori regna l’Animalità.

Nessuno è nobile nel cuore
se non dà valore ai propri genitori.
Molti hanno intrapreso la strada
verso la nobiltà dell’animo
chiedendo scusa
per aver trascurato i propri genitori.
Guardarli dall’alto in basso
è la sconfitta spirituale!
Dare loro valore
è la vittoria nel cuore!

Per quanto faticosa
possa sembrarci la vita,
chi si prende cura della propria madre
può avanzare
con orgoglio e dignità
per sempre insieme a lei
lungo il dorato sentiero della felicità.

Quando il mio maestro Josei Toda
aveva diciannove anni,
incontrò il suo maestro Tsunesaburo Makiguchi.
Mentre si stava preparando
a lasciare il suo paese natale,
l’Hokkaido, per Tokyo,
sua madre gli si fece incontro
con una giacca imbottita
fatta dalle sue mani, con amore:
«Se la indosserai quando sarai al lavoro,
potrai realizzare tutto,
non importa quante difficoltà incontrerai».

Al suo rilascio,
dopo aver passato due anni in carcere
a causa della propria fede,
Toda indossò nuovamente quella giacca.
Uno spirito indomito bruciava dentro di lui,
conscio che finché l’avesse avuta con sé,
tutto sarebbe andato per il meglio.

Niente è più forte
della protezione che offre l’amore di una madre.
Ci sviluppiamo e cresciamo con forza
rispondendo
alle speranze che lei ripone in noi.
Per quanto difficile possa essere la vita,
pensare a nostra madre
e fare del nostro meglio
significa ripagare il debito di gratitudine
che abbiamo verso di lei.

Una madre di kosen-rufu è sempre una madre,
anche se non ha figli.
È una madre,
anche se non ha un compagno.

Sarah Wider,
ex presidente della Ralph Waldo Emerson Society,
ha evidenziato che la società
in cui viviamo ha tutto,
ma ha dimenticato la maternità.
Abbiamo bisogno
di far crescere
nuovamente
un profondo spirito
di sincero rispetto verso le madri.

Per quanto le nostre vite
siano agiate o benestanti,
per quanto la società possa svilupparsi,
se dimentichiamo l’importanza
di ciò che rappresenta la maternità
saremo solo dei barbari ingrati,
vagabondi sulla terra che genera la vita.

Nichiren Daishonin
esplicitamente dichiarò:
«Solo il Sutra del Loto rivela
che una donna può conseguire la Buddità
e perciò ho concluso
che solo quello del Loto è il sutra
della vera riconoscenza
che permette di ripagare
il debito di gratitudine nei confronti di mia madre
e ho fatto voto di mettere in grado tutte le donne
di recitare il Daimoku di questo sutra».

Il modo supremo
per ripagare il debito di gratitudine
che abbiamo verso le nostre madri,
così come verso tutte le madri del mondo,
è quello di dedicarci
alla nobile missione di kosen-rufu,
seguendo l’esempio del Daishonin.
Qui troviamo la luce rivitalizzante
di gioia ed energia
che ci permette di vivere
con la massima umanità e dignità.

A febbraio sono nati
il Daishonin e il mio maestro Josei Toda.
Febbraio è anche il mese
per ricordare
le grandi madri
che hanno fatto crescere
queste grandi persone.

Durante la campagna di febbraio,
quando mi alzai deciso
a rispondere ai desideri del mio maestro,
all’età di ventiquattro anni
ho preso questi impegni
con le instancabili madri
del capitolo Kamata.

Primo,
inizieremo con la preghiera.
Secondo,
daremo valore
alla nostra comunità e società.
Terzo,
condivideremo con entusiasmo
le nostre esperienze di fede con gli amici.

Seguendo questa strada,
abbiamo recitato con convinzione,
ci siamo instancabilmente impegnati nel dialogo
e abbiamo agito sforzandoci sinceramente.
Quella campagna,
che aprì la strada
all’attuale grande sviluppo,
di kosen-rufu nel mondo,
rappresentò come su una scena
la vittoria delle madri
che vi si dedicarono completamente.

«Non esiste la rinuncia
per chi ha fede».
Sono parole

del Mahatma Gandhi.

Niente è più forte
delle preghiere delle madri.
Niente può sconfiggere
le azioni di una madre
che recita al Gohonzon
offrendo tutta se stessa.

Non importa in che modo
i tre potenti nemici
o i tre ostacoli e i quattro demoni le assalgano,
le madri di Soka
sono sempre animate dalla fiducia,
profondamente preparate ad affrontare ogni circostanza:
«Com’è scritto nel Gosho
non saremo mai sconfitte!».

Recitando sinceramente,
fino alla vittoria,
con un sorriso sempre luminoso,
quelle donne erano colme di gioia
e di energia positiva
quando dichiararono:
«Abbiamo vinto!»
«Che meraviglia!»

I loro incantevoli sorrisi che ispiravano,
le loro voci vibranti
mi riempiono del più profondo
rispetto e venerazione.
Quanto intensamente
hanno recitato per il nostro successo!
Con quanta tenacia
hanno continuato a recitare fino alla fine!

L’ottantesimo anniversario della Soka Gakkai
è stato vittorioso grazie alle preghiere delle madri!
I cinquant’anni di sforzi tenaci da parte dei tre presidenti
sono stati trionfanti grazie alle preghiere delle madri!

“Mamma”
significa “mai sconfitta”.
È un’altra parola per indicare una persona
che sicuramente alla fine vincerà.

Louisa May Alcott,
l’autrice di Piccole donne, scrisse:
«Portando gioia e pace agli altri
a nostra volta ne veniamo pervasi,
dando una doppia felicità
alle persone che aiutiamo».

Qual è il tipo di donna
veramente nobile?
Una donna
che può dire la verità
con coraggio
di fronte alle persone
più arroganti e presuntuose,
una donna
che raggiunge indistintamente
tutti quelli che soffrono
offrendo loro speranza e ispirazione.

Il mondo
sta ora lodando
le madri di Soka
paragonandole alle orchidee.

L’orchidea è considerato il fiore
più nobile, più bello,
fin dai tempi antichi.

Profumata,
casta,
bella,
raffinata ed elegante,
sublime e pura;
è la regina
dei fiori.
Ampiamente ammirata
come l’orchidea,
la rete di pace
delle madri di Soka
sta attivamente promuovendo
il dialogo e l’amicizia,
dove ogni praticante è
ciò che il Daishonin chiama
«un amico nella stanza delle orchidee»,
che influenza positivamente
gli altri attraverso la sua grande virtù.

Scrive il Daishonin:
«Uno più uno diventa due,
due diventa tre e così via fino a dieci,
cento, mille, diecimila, centomila, un asamkhya.
Comunque “uno”
è la madre di tutto».

Tutto inizia
da una persona.
Inizia dallo spirito di una madre
di prendersi cura di un singolo individuo.

Madri!
Grandi e nobili
madri di Soka!
Possiate voi
nobili e sagge,
forti e vere, come dei Budda,
condurre con coraggio e magistralmente
una grande sinfonia
trionfante di felicità
che risuoni alta nei cieli!

Ai membri della Divisione donne
che si stanno impegnando duramente per kosen-rufu:
Abbiate cura di voi!
Vivete a lungo!
Abbiate una vita familiare felice!
Siate energiche!
Prego affinché, in quanto esperte nell’arte della felicità
e vere vincitrici,
possiate condurre delle vite piene di realizzazioni
adornate di meravigliosi benefici.
Tre urrà per le madri di kosen-rufu!
Tre urrà per le madri di Soka!
Tre urrà per le madri di pace!
Tre urrà per le madri della vittoria!

9 febbraio, 2009

Daisaku Ikeda

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