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Una sconfitta dal sapore di vittoria - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:50

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Una sconfitta dal sapore di vittoria

Cristian Ciccone, Milano

Continuando a recitare Daimoku sentii una sensazione di leggerezza. Strappai i fogli con tutti gli obiettivi che mi ero messo perché erano tanto limitati quanto mi ero limitato io fino ad allora. Decisi che era come se iniziassi a praticare da quel momento e scrissi solo una frase: percepire tutto il valore della mia vita

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Continuando a recitare Daimoku sentii una sensazione di leggerezza. Strappai i fogli con tutti gli obiettivi che mi ero messo perché erano tanto limitati quanto mi ero limitato io fino ad allora. Decisi che era come se iniziassi a praticare da quel momento e scrissi solo una frase: percepire tutto il valore della mia vita

Ho trentadue anni e ho ricevuto il Gohonzon a gennaio 2008. Per i primi due anni e mezzo la mia pratica è stata incostante: non frequentavo le riunioni, recitavo poco Daimoku e da solo, per non parlare di Gongyo che consideravo un vero e proprio optional. La mia vita in quel periodo era uguale al mio modo di praticare: priva di una direzione. Vivevo senza un progetto: avevo una storia d’amore con un ragazzo più grande di me molto aggressivo sia verbalmente che fisicamente. Ma nonostante l’enorme sofferenza, fingevo che la mia vita fosse perfetta.
Poi cominciai a partecipare alle riunioni e a recitare ogni giorno, ma mi resi conto che non avevo ancora deciso di indirizzare la mia vita verso la felicità e il valore. Mi offrirono la responsabilità di gruppo: decisi di dedicarmi alle persone aprendo loro la mia casa e sostenendole con il Daimoku.
Un giorno, davanti al Gohonzon, percepii di dover cambiare la mia situazione sentimentale e, sentendo che la mia relazione era basata sulla distruzione, decisi di chiuderla. Per la prima volta sceglievo la mia felicità.
Arrivò l’occasione di sfidarmi ancora una volta, dato che mi proposero la responsabilità di settore. Per me era come se il presidente Ikeda mi avesse scelto per affidarmi delle persone, e questo mi faceva sentire di avere valore. Fu così che iniziai ad approfondire il legame tra maestro e discepolo. Desideravo coinvolgere i giovani della mia zona nelle attività, perciò mi impegnai in prima persona per diventare un punto di riferimento.
Dopo aver fatto attività di protezione a un corso a Trets, uno dei Centri culturali europei, decisi di recitare per ringraziare Ikeda per tutta la fiducia che riponeva in noi giovani, quindi anche in me. Dopo cinque ore di Daimoku sentii che tutte le persone che mi circondavano erano dei Budda. Tutti tranne me. Poi, continuando a recitare, sentii una sensazione di leggerezza. Strappai i fogli con tutti gli obiettivi che mi ero messo perché erano tanto limitati quanto mi ero limitato io fino ad allora. Decisi che era come se stessi iniziando a praticare in quel momento e scrissi solo una frase: percepire tutto il valore della mia vita.
Ne La nuova rivoluzione umana Ikeda scrive: «Il solo modo per realizzare nell’immediato la propria rivoluzione umana è lanciarsi a capofitto nell’occhio del ciclone e lottare con tutte le proprie forze» (vol. 2, pag. 1). Non sapendo quale obiettivo personale mettermi, decisi di sostenere ogni giovane del settore affinché realizzasse i propri scopi personali. Sensei spiega che quando sosteniamo la vita di una persona in realtà stiamo sostenendo anche la nostra. Presi la Nuova rivoluzione umana ed iniziai a divorarla. Leggendola era come se facessi attività “gomito a gomito” con il mio maestro e così ogni giorno rinnovavo il mio voto.
Fino a quel momento il tema “visite a casa” era stato un tabù, ma capii che era l’unico modo per creare dei legami e instaurare un dialogo cuore a cuore. Recitavo con il sincero desiderio di incoraggiare la persona che avrei incontrato e scoprii che ero in grado di essere sincero senza paura di sentirmi solo. Desideravo far capire ai giovani che per realizzare kosen-rufu c’è bisogno delle qualità di ognuno. Alla fine dell’anno il mio settore era tra quelli della Lombardia ad aver consegnato più Gohonzon ai giovani e oggi, con mia grande gioia, sono responsabile giovani uomini di capitolo.
Sono un ballerino e amo danzare e dopo questa vittoria decisi di fare un ulteriore passo avanti e di affrontare l’argomento lavoro. La costante della mia vita era sempre stata trovare solo lavoretti che mi permettevano a mala pena di arrivare a fine mese. Se l’ambiente mi riservava solo quello, era ovvio che la causa andava ricercata dentro di me. Le produzioni erano sempre in ritardo con i pagamenti e questo mi causava instabilità e sofferenza. Decisi di mettere una contro tendenza: creare valore in quella situazione. Alle stesse produzioni iniziai a mandare mail in cui scrivevo di “dignità della vita umana” e dei princìpi del Buddismo di Nichiren Daishonin. Mi dissi: «Io metto delle cause, poi gli effetti arriveranno».
Alle audizioni per il tour italiano di Laura Pausini non venni scelto, ma sentii il desiderio di esprimere comunque la mia gratitudine perché intorno a me avevo visto danzatori molto bravi. Scrissi così una mail al coreografo per condividere con lui la mia gioia: gli parlai del Buddismo, del mio maestro e gli consigliai un libro. Lui rispose ringraziandomi e girò la mail al suo assistente, che mi ringraziò a sua volta. Quella sconfitta in realtà aveva uno strano sapore di vittoria. Mi presero per un musical, ma anche lì il problema erano i pagamenti. Chiesi un consiglio nella fede e ripartii ancora dall’attività: leggevo almeno un Gosho al giorno, facevo attività di protezione, partecipavo alle riunioni, facevo almeno due visite a casa a settimana, incontravo ogni giorno un giovane uomo per recitare e recitavo personalmente minimo tre ore di Daimoku al giorno. Considerai di nuovo la campagna della prova concreta e desiderai manifestare il mio potenziale: volevo trasformare la mia “sindrome del brutto anatroccolo”. Mi proposero di essere il nuovo coreografo dello stesso musical: posi delle condizioni che però non vennero rispettate perciò rifiutai. Ripartii dalle visite a casa ai giovani uomini. Recitavamo insieme. Conoscevo le loro lotte e loro conoscevano le mie. Ci scambiammo gli obiettivi e iniziammo a recitare l’uno per quelli dell’altro. Le loro vittorie erano sempre più le mie e mi caricavano di speranza. Arrivarono altre proposte di lavoro che rifiutai con un «Grazie, ma non è quello che desidero». Molti mi dicevano che ero pazzo perché non avevo un lavoro e “con la crisi bisogna accontentarsi”. Sentii la protezione del Gohonzon perché riuscii ad andare avanti facendo anche altri lavori. Penso che non aver ricevuto benefici, in realtà è stato il beneficio più grande, perché mi ha permesso di dare una direzione nuova al mio cuore. Provai una gratitudine immensa, non mi sentivo più un brutto anatroccolo, ma un Budda che sa quello che desidera. Mi offrirono di partire su una nave da crociera per fare degli spettacoli come ballerino: un lavoro con pagamento puntuale e buono. Ero allettato dall’idea di guadagnare bene e di vedere tanti paesi del Sudamerica, ma mentre recitavo per ringraziare per quello che credevo fosse un beneficio, mi rendevo conto che quel lavoro non lo volevo fare. Ringraziai la produzione e rifiutai il lavoro. Mi dissi: «Sono all’undicesimo giorno, ne manca solo uno e poi anch’io potrò ammirare la luna sulla capitale».
Un giorno un amico mi disse che una cantante famosa cercava un danzatore per il suo tour. Mandai il mio materiale e venni contattato per un’audizione privata. Scoprii che la cantante era ancora Laura Pausini e che, questa volta, il tour era mondiale e avrebbe toccato tutto il Sudamerica. Mi venne in mente la mail inviata due anni prima, in cui avevo parlato di Buddismo al coreografo e al suo assistente, e la crociera in Sudamerica che avevo da poco rifiutato. Recitai Daimoku, mi affidai. Mentre recitavo mi vedevo già sul palcoscenico e, ancora prima di arrivare all’audizione, ero già soddisfatto. Venni accolto da un’atmosfera semplice, tranquilla e rilassata. Mi sentivo felice e a mio agio: ero sicuro del mio valore e volevo trasmetterlo senza pensare al dopo. L’audizione andò bene. Mi dissero che due giorni dopo mi avrebbero fatto sapere e ripartii per Milano. Sentivo di aver vinto e provai un’enorme gratitudine per sensei, che mi aveva insegnato, grazie all’attività, a tirar fuori tutti i miei talenti. Appena misi piede a Milano arrivò una telefonata: mi avevano scelto, sarei stato uno dei coristi, l’unico ballerino nonché il coreografo del tour mondiale di Laura Pausini. L’occasione migliore che poteva capitarmi! Il 16 settembre 2013 ho girato il video del suo nuovo brano e nel video ci saremo io, Laura Pausini e Kylie Minogue. Il titolo del brano è Limpido e mi fa pensare al Gosho Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, che afferma: «Una mente annebbiata dalle illusioni derivate dall’oscurità innata è come uno specchio appannato che, però, una volta lucidato, sicuramente diverrà limpido […]. Risveglia in te una profonda fede e lucida con cura il tuo specchio notte e giorno. Come dovresti lucidarlo? Solo recitando Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 1, 4).
La nostra rivoluzione umana porta nella società la prova concreta che un cambiamento nel nostro cuore genera un cambiamento nel nostro ambiente.
Il Buddismo funziona davvero per tutti, anche per quelli che si sentono “brutti anatroccoli”.

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