A quarant’anni dalla fondazione della Soka Gakkai europea (SGE) sono stati organizzati, a Parigi e a Francoforte, due incontri per riaffermare l’importanza che un’Europa unita riveste nell’ambito della pace internazionale
I primi due weekend di maggio hanno visto la celebrazione a Parigi e a Francoforte del quarantesimo anniversario della Soka Gakkai europea, le cui basi vennero gettate nel 1973. Due anni dopo verrà fondata la SGI a opera di Daisaku Ikeda nell’isola di Guam. Lo slogan “One Europe with Sensei” ha fatto da cornice a ogni incontro e scambio avvenuto tra membri provenienti da quattordici nazioni. In entrambi gli eventi erano presenti i responsabili nazionali dei rispettivi paesi insieme al presidente europeo Hideaki Takahashi e alla responsabile europea donne e giovani donne Suzanne Pritchard.
Durante il meeting francese si è parlato della fiducia assoluta che sensei ripone nell’Europa: nell’ottica di kosen-rufu il Vecchio Continente è il luogo da cui si diffonde la pace nel mondo. Per questo la “actual proof campaign” è il punto di partenza per vincere nella nostra personale rivoluzione umana. Pritchard ha incoraggiato tutti a impegnarsi al massimo da qui al 18 novembre 2013, data dell’inaugurazione della nuova sede SGI a Tokyo, per “scartare il superficiale e rivelare il profondo” nella vita di ciascuno e poter così influenzare positivamente la società e renderla nel concreto un posto migliore.
Alla riunione tenutasi a Francoforte il vice presidente della SGI europea Matthias Gröninger ha riportato il pensiero dello statista Willi Brandt: «Il modo migliore di predire il futuro è crearlo». È stato citato anche il conte Coudenhove-Kalergi, fondatore dell’unione Paneuropea, la prima persona in ambito internazionale con cui il presidente Ikeda ha avviato un dialogo. Anche il desiderio di Coudenhove-Kalergi era unire l’Europa, non in semplici termini economici e politici, ma dal punto di vista dello spirito umano.
A Francoforte è stato dato l’avvio ai lavori del nuovo Centro culturale Ikeda per la pace, un centro per costruire una rete fra i cittadini d’Europa uniti nello spirito e nel riaffermare il principio di umanità che lega le persone al di là dei confini di età o provenienza sociale.
Cristina Ropa (ha collaborato Stefano Crema)
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Errata corrige
Nel numero 511 del 1 maggio 2013, a pagina 17, la mappa che illustra l’articolo “Tutti i Centri della SGI in Europa” è incompleta.
All’appello mancano tre Centri culturali. Due si trovano nelle isole Canarie (Spagna), e precisamente a Las Palmas de Gran Canaria e Santa Cruz de Tenerife, e uno in Francia, a Nantes. Ce ne scusiamo con i lettori.
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I giovani dell’Est uniti nelle differenze
Secondo appuntamento dei giovani dell’Europa orientale: da Vladivostock a Belgrado per rafforzare i punti in comune fra realtà così differenti fra loro
Nell’incantevole cornice del Centro culturale austriaco dal 24 al 26 maggio si è tenuta la seconda edizione del Corso europeo giovani dell’Europa dell’Est. I circa sessanta giovani provenienti da un estremo, Vladivostok, all’altro, Belgrado, sono stati accolti da un caloroso messaggio del presidente Ikeda, nel quale egli esprime ancora una volta la completa fiducia e le grandi aspettative che nutre nei confronti dei giovani: «Io spero sinceramente che ognuno di voi, che giorno dopo giorno manifestate il sole della speranza nei vostri cuori, non vi facciate abbattere da nessuna avversità. Per favore guardate le difficoltà come opportunità per trasformare la vostra condizione vitale e continuate a dare importanti prove di vittoria. […] Desidero che i giovani dell’Europa dell’Est siano nelle prime fila e stabiliscano un regno ideale di armoniosa coesistenza che sia da esempio per i membri di tutto il mondo che diranno: “È veramente magnifico vedere i membri dell’Europa dell’Est “uniti nella diversità”!».
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La SGI contro la violenza alle donne
Presso la sede dell’ONU di New York il contributo della SGI al tema di forte attualità: “Eliminare e prevenire tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze”
Il 4 e il 7 marzo la SGI è stata coorganizzatrice di due eventi a latere della cinquantasettesima sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile. La sessione si è svolta presso il quartiere generale dell’ONU a New York dal 4 al 15 marzo e aveva come tema “Eliminare e prevenire tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze”.
Il primo è stato una tavola rotonda su pace, sicurezza e violenza contro le donne. L’obiettivo era favorire la collaborazione tra gruppi che agiscono per rendere effettivi gli accordi delle Nazioni Unite così da dare potere alle donne e raggiungere l’uguaglianza di genere. L’evento è stato organizzato insieme alla Commissione ONU sulla Condizione delle Donne, alla Rete di Azioni della Società Civile Internazionale (ICAN), alla Rete Globale delle Donne Costruttrici di Pace e al Gruppo di Lavoro delle ONG su Donne, Pace e Sicurezza. Il secondo avvenimento è stato un dibattito dal titolo “Vittoria sulla violenza: donne al primo posto grazie all’educazione”. Si è aperto con la visione di un episodio tratto dal film “Il sentiero verso la dignità: il potere dell’educazione ai diritti umani”, prodotto dalla SGI insieme alla Società per l’Educazione ai Diritti Umani (HREA) e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. L’episodio proiettato riguardava una donna turca vittima di violenza domestica che aveva beneficiato dell’educazione ai diritti umani. Al dibattito hanno partecipato Donne per i Diritti Umani delle Donne-Nuove Vie, l’organizzazione che in Turchia ha aiutato la donna ritratta nel film; Jessica Greer Morris, direttore esecutivo di “Girl Be Heard”, una organizzazione newyorkese che usa il teatro come mezzo per dare potere alle donne; Iatamze Verulashvili, direttrice del Centro delle Donne a Tbilisi in Georgia e, infine, Hiro Sakurai dell’Ufficio per le relazioni tra SGI e Nazioni Unite, che ha presentato la campagna dei giovani statunitensi della SGI per la vittoria sulla violenza.
L’educazione ha un ruolo cruciale nell’accrescere la consapevolezza dei diritti delle donne. È stata anche messa in luce la necessità di costruire reti di aiuto per le vittime della violenza nelle aree rurali e dei forum dove le vittime di violenza sessuale possano entrare in contatto. Un altro tema emerso è stato che promuovere l’uguaglianza di genere nell’educazione della prima infanzia è un altro modo per rispondere alla violenza contro le donne.
Ha chiuso l’evento il discorso dell’ambasciatore K. Chowdhury, ex sottosegretario generale delle Nazioni Unite.