«Spero che dedicherete le vostre nobili vite a piantare i semi della pace della Legge mistica in tutto il mondo. Io farò lo stesso» (NRU, 21, 30)
Le parole del maestro nel cuore
Nella sala si erano già riuniti centocinquantotto rappresentanti provenienti da cinquantuno paesi e territori del mondo.
Erano da poco passate le undici del mattino del 26 gennaio 1975, quando Ikeda Sensei e la signora Kaneko fecero il loro ingresso nell’edificio bianco dell’International Trade Center di Guam, non lontano dall’aeroporto. Stava per iniziare la “Conferenza mondiale per la pace”, dove sarebbe stata fondata la SGI (Soka Gakkai Internazionale).
Ikeda Sensei si avvicinò al libro delle firme che si trovava all’ingresso. Presa una penna, scrisse il suo nome e, nella colonna dedicata alla nazionalità, scrisse “Mondo”.
Nella sala scoppiò un fragoroso applauso di approvazione e rinnovata determinazione.
I presenti erano consapevoli di una cosa: il fatto stesso che tutti loro avevano abbracciato la Legge mistica ed erano lì riuniti costituiva la prova che, nei quindici anni da quando era diventato terzo presidente della Soka Gakkai, Ikeda Sensei aveva continuato a piantare senza sosta semi di incoraggiamento in ogni parte del mondo.
Non dobbiamo lasciarci sconfiggere
La prima volta che le parole “kosen-rufu mondiale” apparvero come titolo sul Seikyo Shimbun, fu il 5 ottobre 1960, tre giorni dopo che Ikeda Sensei era partito dall’aeroporto internazionale di Haneda, Tokyo, per il suo primo viaggio di pace.
All’epoca viaggiare all’estero non era una cosa comune. Anche il numero dei membri della Soka Gakkai che vivevano all’estero era davvero esiguo. Quanto dovevano essere emozionati i compagni di fede giapponesi, che non avevano ancora una percezione chiara del “mondo”!
Senza dubbio alcuni di loro avranno pensato che Sensei avrebbe generato un turbine di shakubuku anche oltreoceano, proprio come aveva fatto in Giappone.
Tuttavia, la priorità di Sensei era “ascoltare”. A ogni zadankai che veniva organizzato in ogni luogo da lui visitato, ascoltava e rispondeva alle domande dei membri.
Durante uno zadankai a Honolulu, nelle Hawaii, una giovane donna originaria del Tohoku espresse il suo desiderio di tornare in Giappone. Sposata con un soldato americano di stanza in Giappone durante la Guerra di Corea (1950-53), si era trasferita alle Hawaii, il paese natale di suo marito.
Annuendo in segno di comprensione, Sensei disse con calma:
«Quella che ha vissuto deve essere stata un’esperienza molto dura… Deve aver sofferto davvero. Ma lei ha il Gohonzon, non è vero? La fede nel Gohonzon è il potere che ci fa superare ogni difficoltà» (NRU, 1, 42)
Inoltre continuò a incoraggiarla con la massima dedizione, condividendo il principio buddista della “trasformazione del karma”:
«Se riuscirà a diventare felice, non solo la sua esistenza sarà influenzata positivamente, ma apporterà una sferzata di nuova vita a tutte le donne giapponesi che vivono qui alle Hawaii. Per questa ragione non si deve far sconfiggere dalla sofferenza» (NRU, 1, 43)

Anche a San Francisco, Ikeda Sensei incontrò delle donne con esperienze simili. Ancora una volta ascoltò le storie dei compagni e delle compagne di fede e li incoraggiò con tutto il cuore, dando tre linee guida: “ottenere la cittadinanza e diventare buoni cittadini”, “prendere la patente di guida” e “acquisire una buona padronanza dell’inglese”.
Desiderava incoraggiarli a non ricercare una situazione ideale in qualche luogo lontano, ma a vivere un’esistenza radicata nella società, a conquistare la fiducia delle persone intorno a sé e a diventare felici lì dove si trovavano.
«Ciascuno di voi è importante»
Allo stesso modo, durante uno zadankai in Brasile Sensei disse con calore:
«Vi prego, non fatevi scrupolo di chiedermi qualunque cosa. Sono qui per questo» (NRU, 1, 264)
Un uomo emigrato dal Giappone condivise le sue difficoltà nel coltivare ortaggi in quella terra a lui ancora poco familiare. Trovandosi a far fronte a grossi debiti, si chiedeva cosa potesse fare per superare quella situazione. Sensei chiese:
«Ha avuto problemi con i fertilizzanti?», e ancora: «Il terreno è adatto per le varietà di ortaggi che sta cercando di far crescere?»
Gentilmente, continuò spiegando:
«Il Buddismo è un insegnamento fondato sulla ragione più assoluta e sul buon senso. Perciò, la forza della nostra fede deve manifestarsi nello studiare i problemi, nell’esercizio del nostro ingegno e in un impegno maggiore di quello di chiunque altro. Un Daimoku sincero è la sorgente della forza vitale necessaria per questo genere di sfide. Alla base del suo Daimoku inoltre deve esserci un impegno solenne» (Ibidem, 1, 266)
Durante la sua visita in nove città di Stati Uniti, Canada e Brasile, Sensei non si concentrò sull’esortare i membri a impegnarsi nella propagazione del Buddismo o sull’aumento del numero dei membri. Sottolineò invece l’importanza che ciascuno diventasse felice e perseverasse nella fede.
Il viaggio di pace di Sensei era iniziato con l’accendere una “luce di coraggio” nel cuore dei compagni di fede che avevano perso la speranza o stavano affrontando varie sfide nel mondo reale. Sensei scrive:
«Sebbene questo genere di sforzi possa sembrare insignificante nella più vasta prospettiva della realizzazione della pace nel mondo, occorre tener presente che il presupposto essenziale di questo grandioso traguardo risiede all’interno di ogni essere umano. Shin’ichi era profondamente convinto che non si potesse realizzare una vera pace se in primo luogo ciascun individuo non avesse ottenuto la propria rivitalizzazione interiore e sperimentato la vera felicità nella vita» (Ibidem, 1, 44)

Nei suoi viaggi di incoraggiamento in Giappone e all’estero, Sensei incarnò questi ideali nelle sue azioni.
Tre mesi dopo il suo primo viaggio all’estero, il 28 gennaio 1961, Ikeda Sensei partì per Hong Kong, Sri Lanka, India, Myanmar, Thailandia e Cambogia. Dal 4 ottobre 1961 viaggiò in Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Francia, Regno Unito, Spagna, Svizzera, Austria e Italia.
Anche nei paesi in cui non c’era nessun membro della Soka Gakkai, Sensei recitava Daimoku determinato a permeare quella terra con Nam-myoho-renge-kyo. Pregava affinché in futuro molti Bodhisattva della Terra apparissero in ogni luogo da lui visitato.
Nel gennaio 1962 visitò il Medio Oriente, mentre nel 1964 si recò nell’Europa dell’Est e in Scandinavia. Prima della fondazione della Soka Gakkai Internazionale, nel 1975, Sensei aveva visitato trentasei paesi e territori nel mondo piantando semi di incoraggiamento, per kosen-rufu e per la pace, ovunque andasse.

La Soka Gakkai indiana conta oggi oltre 270.000 membri
Superare le tempeste
In ogni luogo, il cammino per far avanzare kosen-rufu comporta sempre difficoltà di ogni genere e richiede grandi sforzi per essere costruito.
Ciò fu particolarmente vero in quei paesi che il Giappone aveva invaso durante la Seconda guerra mondiale. Quando le persone venivano a sapere che la Soka Gakkai aveva sede in Giappone, pregiudizi e incomprensioni le portavano spesso a esprimere dure critiche nei suoi confronti. Nel 1963, le autorità di Taiwan emisero un ordine di scioglimento dell’organizzazione, mentre il governo sudcoreano proibì alla Soka Gakkai qualsiasi attività di propagazione, etichettandola come un gruppo antistatale.
Negli anni ‘60 e ’70, furono istituiti numerosi governi militari in America centrale e meridionale. Alcuni di questi imposero severe restrizioni alle riunioni religiose, costringendo i membri a condurre le attività prestando estrema attenzione e impedendo a Sensei di recarsi in visita.
Tuttavia, Ikeda Sensei inviò messaggi e lettere ai responsabili della Soka Gakkai che vivevano in quei paesi. Ogni volta che i membri d’oltreoceano visitavano il Giappone, trovava il tempo per incontrarli e incoraggiarli, considerando ogni incontro come un’opportunità irripetibile.
A volte, Sensei li incoraggiava calorosamente come a voler trasmettere loro il pensiero: “Non c’è bisogno di preoccuparvi. Sono qui con voi, andrà tutto bene!”, mentre altre volte li consigliava severamente, cercando di infondere in loro l’essenza dello spirito della Soka Gakkai. Ai giovani uruguaiani, ad esempio, disse:
«Per i prossimi cinque anni fate del vostro meglio, rimanendo saldi nella vostra fede. Ora è il momento per voi di accettare qualunque sofferenza vi colpisca e di sforzarvi più che mai. Non potrete realizzare kosen-rufu a meno che non siate dei veri campioni!» (NRU, 22, 294)
Il suo ardente, costante desiderio era ispirare ogni persona e non permettere mai che diventasse infelice.
Con la guerra fredda in corso, Sensei esortò i membri di tutto il mondo a non lasciarsi mai influenzare dalle differenze dei sistemi politici. Nel 1981 parlò dell’obiettivo della SGI in quella che allora era una Germania divisa:
«Come sapete […], sia il capitalismo sia il comunismo sono entrati in un vicolo cieco. Intendiamoci, il nostro scopo non è criticare nessuno dei due sistemi. Le nostre attività in quanto buddisti consistono nel far brillare una luce per gli individui che compongono ogni tipo di società» (NRU, 30, 337)
I membri di ogni paese presero l’iniziativa, impegnandosi come buoni cittadini e contribuendo alle loro comunità. Il sostegno e la fiducia nella SGI crebbero costantemente, di anno in anno. Per elogiare la leadership di Sensei, nel corso degli anni molte istituzioni governative hanno conferito cittadinanze onorarie e un numero senza precedenti di istituzioni accademiche (409) gli hanno conferito titoli onorari.
Shin’ichi Yamamoto della nuova era
Il 28 novembre 1991 la Soka Gakkai realizzò la sua indipendenza spirituale, liberandosi dalle catene del clero della Nichiren Shoshu che stava tramando per distruggerla. In seguito, Sensei diede avvio al “Rinascimento Soka”, un nuovo inizio per kosen-rufu mondiale basato sullo spirito essenziale degli insegnamenti di Nichiren Daishonin.Nel 1993 intraprese un viaggio di tre mesi con un programma molto intenso, recandosi in America del Nord e del Sud e in Asia. Il 6 agosto iniziò a scrivere La nuova rivoluzione umana, all’età di 65 anni, deciso a intraprendere la sfida estrema di completare l’opera in trenta volumi nel corso della sua vita.Il primo volume ha inizio con il protagonista, Shin’ichi Yamamoto, che parte per un viaggio per kosen-rufu mondiale tenendo saldamente nel cuore le parole del suo maestro Josei Toda:
«Voglio che tu viaggi intorno al mondo!» (NRU, 1, 2)
Il romanzo si apre con le seguenti parole:
«Niente è più prezioso della pace. Niente porta maggiore felicità. La pace è il punto di partenza per il progresso dell’umanità» (Ibidem, 1, 1)
Tradotto in molte lingue, La nuova rivoluzione umana continua a costituire un “nutrimento spirituale” per i membri di tutto il mondo. Leggendo e studiando le sfide affrontate da Sensei per la pace, i membri più e meno giovani – compresi quelli che non lo hanno mai incontrato di persona – possono comunicare con il maestro nel proprio cuore; possono formulare il voto di essere gli Shin’ichi Yamamoto del ventunesimo secolo che fanno avanzare kosen-rufu.
Quando iniziarono a essere pubblicate sul Seikyo Shimbun le puntate del romanzo, la rete Soka di persone comuni si era diffusa in centoquindici paesi e territori; ora è cresciuta fino ad abbracciarne centonovantadue. Sensei ha completato il trentesimo e ultimo volume il 6 agosto 2018. Ora, nel 2024, la schiera sempre crescente dei membri della SGI – gli “Shin’ichi Yamamoto della nuova era” – al di fuori del Giappone sono quasi tre milioni.
I riconoscimenti al movimento della SGI per la pace, la cultura e l’educazione continuano a giungere senza sosta da ogni parte del mondo. Nel corso degli ultimi anni la SGI taiwanese, un tempo soggetta all’oppressione da parte del governo, è stata insignita per ventuno volte di un riconoscimento dal Ministero degli Interni come un’organizzazione religiosa che ha apportato un eccellente contributo alla società. Anche in Corea del Sud, varie municipalità e istituzioni hanno conferito numerose onorificenze a Sensei e alla signora Kaneko.
Nel luglio 2016 è entrata in vigore l’Intesa tra l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e lo Stato italiano. Inoltre, quest’anno, la SGI Germania è stata riconosciuta dal governo come “ente di diritto pubblico” e ha compiuto una nuova partenza come “Soka Gakkai Germania”.

Il 2 settembre 2023, Sensei ha inviato un messaggio ai rappresentanti del Gruppo giovani che si sono recati in Giappone da quarantaquattro paesi e territori e ai compagni di fede di tutto il mondo, affermando:
«Insieme a tutti gli Shin’ichi Yamamoto del mondo che continuano a crescere senza limiti, impegniamoci […] a trasformare il karma dell’umanità!» (NR, 826)
Nel corso della sua vita, Sensei ha visitato cinquantaquattro paesi e territori del mondo, piantando ovunque i “semi della pace della Legge mistica”. E attraverso una lotta condivisa con i suoi discepoli, che sono un “prolungamento della sua vita”, quei semi continuano a essere piantati ancora oggi in tutto il mondo. Grazie a questi sforzi compassionevoli portati avanti con lo spirito di non dualità di maestro e discepolo, i Bodhisattva della Terra continueranno a emergere come splendidi fiori in tutto il pianeta.

