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Una possente onda di dialogo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:42

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Una possente onda di dialogo

Rispettare gli altri è essenziale per creare un dialogo costruttivo che arricchisce e permette di svilupparsi. Parlare con le persone e far conoscere loro il Buddismo con parole coraggiose e sincere è lo spirito di un Budda, «è la luce brillante della rivoluzione umana»

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Rispettare gli altri è essenziale per creare un dialogo costruttivo che arricchisce e permette di svilupparsi. Parlare con le persone e far conoscere loro il Buddismo con parole coraggiose e sincere è lo spirito di un Budda, «è la luce brillante della rivoluzione umana»

Amici miei
che dedicate la gioventù
alla missione di diffondere
la Legge infinita nel mondo,
che la felicità sia vostra
.

Uno schizzo sulla copertina della prima edizione del Discorso sul metodo del filosofo francese Cartesio (1596-1650) raffigura il motto: «Agite e sperate». Noi della Soka Gakkai abbiamo aperto la strada a una nuova pagina di storia ripartendo pieni di speranza. Dopo aver celebrato l’ottantesimo anniversario della nostra organizzazione (il 18 novembre 2010), i nostri sguardi sono ora volti al centesimo anniversario (nel 2030) e alla vittoria eterna della gente, consapevoli che le persone in tutto il mondo stanno applaudendo alle nostre imprese.
In novembre il rettore J. Keith Motley e altri rappresentanti dell’Università del Massachusetts hanno visitato il Giappone e si sono uniti a noi nel celebrare gli ottant’anni dell’educazione Soka portata avanti dai primi tre presidenti della Soka Gakkai. In quell’occasione ho avuto l’onore di ricevere il mio trecentesimo riconoscimento accademico, una laurea ad honorem in Lettere classiche dall’Università del Massachusetts. La cerimonia ha avuto luogo nella Sala dei Maestri della Soka Gakkai, costruita per rendere perpetuo omaggio allo spirito dei nostri primi due presidenti, Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda.
Sono stato molto felice di sentire il rettore Motley parlare con entusiasmo degli scambi avuti con vari giovani, compresi gli studenti delle medie e del liceo Soka, come anche dell’Università Soka a Tokyo. Egli ha incoraggiato gli studenti dicendo loro che sono la speranza del futuro e che il miglior regalo che possono fare alla società è sviluppare e manifestare al massimo il loro potenziale. Niente mi rende più felice che sentire importanti educatori e studiosi lodare i nostri giovani successori e nutrire alte aspirazioni nei loro confronti.
La nostra partenza verso il centesimo anniversario della Soka Gakkai è iniziata con una grande speranza per il futuro: lo sviluppo dei giovani.
Grazie ai miei amati successori e discepoli!

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La sera del conferimento della laurea ad honorem, il 21 novembre, il responsabile dei fotografi Toru Saito e altri membri del Dipartimento fotografi del Seikyo Shimbun mi hanno donato alcune foto da loro scattate, con questo messaggio: «Questa sera c’era una meravigliosa luna piena, come a celebrare la sua trecentesima onorificenza accademica!».
Per inciso in India, definita negli scritti del Daishonin come la “Terra della Luna”, l’ottantesimo compleanno di una persona viene celebrato come la sua millesima luna piena: questo è infatti, all’incirca, il numero di lune piene che hanno luogo in quel lasso di tempo.
Nelle foto la luna splendeva di una luminosa chiarezza e sembrava congratularsi con noi per l’ottantesimo compleanno della Gakkai con un sorriso sereno e appagato.
Nella sua copia degli scritti di Nichiren Daishonin, Makiguchi aveva sottolineato il seguente passo: «Per coloro che hanno una fede profonda è come se la notte fosse illuminata dalla luna piena» (L’essenza del capitolo “Re della medicina”, RSND, 1, 81). Io prego affinché l’esistenza di tutti i nostri membri sia sempre più illuminata dalla grande luce di una perfetta saggezza, gioia e felicità.

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Il rettore Motley ha espresso il suo profondo rispetto per il senatore degli Stati Uniti Edward Kennedy scomparso nel 2009. Una volta ebbi l’opportunità di incontrare il senatore Kennedy. Nel gennaio del 1978 mi fece visita nella sede del Seikyo Shimbun a Shinanomachi, Tokyo, e in quell’occasione condivise con me alcuni ricordi di suo fratello, il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy (1917-1963), che avevo programmato di incontrare alcuni anni prima. Parlammo tra l’altro delle relazioni tra Cina e Stati Uniti, dell’abolizione delle armi nucleari e di molti altri argomenti. Ricordo con affetto quello schietto scambio di opinioni.
Il senatore Kennedy una volta disse: «Sappiamo che il futuro sopravviverà a tutti noi, ma credo che tutti noi continueremo a vivere nel futuro che creiamo». Coloro che contribuiscono positivamente al futuro continueranno a vivere in quello stesso futuro. Quelli che si impegnano a lavorare per il bene dei giovani continueranno a vivere insieme a quei giovani. Ecco perché il regno Soka è eternamente giovane e indistruttibile.
Mentre l’anno si avvia a conclusione, la nostra società sta affrontando dure sfide. I giovani in particolare avvertono dolorosamente gli effetti di un clima politico ed economico assai teso, non ultima la difficoltà di trovare un lavoro. Alcuni forse soffrono di una malattia, di conflitti in famiglia o nelle relazioni interpersonali. I giovani, tuttavia, possiedono una forza invincibile.
Il Buddismo di Nichiren Daishonin è l’insegnamento della vera causa. È un insegnamento dinamico che mette l’accento sul fatto di avanzare da questo momento in poi e di aprire il futuro. Noi abbiamo la forza interiore e la resilienza per contrastare e superare anche le situazioni più dure.
Recentemente sono state inaugurate sul Seikyo Shimbun due nuove rubriche dedicate alla Divisione giovani, intitolate Momenti di svolta e Linea di partenza, e sembrano aver trovato un’accoglienza entusiasta. Lo spirito giovane e innovativo dei giornalisti che scrivono questi articoli è una fonte di ispirazione.
Tutti noi sperimentiamo punti di svolta nell’esistenza. E tutti noi possiamo, di fronte a difficoltà e ostacoli, trasformare questi momenti nella linea di partenza da cui intraprendere un percorso di rinnovata vittoria personale e sviluppo dinamico.
Il Buddismo insegna il principio della trasformazione del veleno in medicina. Quindi, quali che siano le difficoltà che incontriamo, siamo in grado di affrontarle con atteggiamento positivo. Tutto ciò che dobbiamo fare è continuare ad avanzare nutrendo profonda fiducia nelle parole del Daishonin: «Quando accade un grande male, seguirà un grande bene» (Grande male e grande bene, RSND, 1, 992). Proprio perché quest’epoca è tanto turbolenta, è importante rimanere fedeli alle nostre convinzioni e a ciò che sappiamo essere giusto, e continuare lungo il percorso che abbiamo scelto nella vita con fiducia in noi stessi. Questo è il fiero modo di vivere di coloro che sostengono il Buddismo del Daishonin.

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Al momento sto portando avanti un dialogo con lo storico americano Vincent Harding. Egli ha osservato che fino a quando la fede religiosa rimane limitata alla sfera personale, non può condurre a un cambiamento sociale. Harding sostiene che la Soka Gakkai sta promuovendo un movimento che mette realmente in pratica la fede religiosa, adoperandosi affinché anche gli altri possano condividere e sostenere i suoi obiettivi.
Solo grazie al dialogo e all’interazione con le persone siamo in grado di sviluppare veramente noi stessi. Il dialogo implica la possibilità di imparare dagli altri. Richiede rispetto per gli altri. Questi due punti sono ciò che rende possibile un dialogo costruttivo. Quando impariamo dagli altri, ne siamo arricchiti e questo è fonte di gioia, felicità e pace. Il dialogo stesso è prova della vittoria dell’umanesimo.

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Nichiren Daishonin scrive: «Adesso però siamo entrati nell’Ultimo giorno della Legge e il Daimoku che io, Nichiren, recito è differente da quello delle epoche precedenti. Questo Nam-myoho-renge-kyo comprende sia la pratica per sé sia l’insegnamento agli altri» (Sul ricevimento delle tre grandi leggi segrete, RSND, 2, 925).
Nell’anno passato i membri della Divisione giovani hanno recitato Daimoku con impegno, adoperandosi senza risparmiarsi per il benessere dei loro amici, della comunità, e dialogando con gli altri. In particolare ho saputo che i membri di molti nostri gruppi che agiscono dietro le quinte, come il gruppo Soka, i gajokai e le byakuren, o anche i nostri gruppi artistici, come la Banda degli ottoni, la Banda di fiati e percussioni e i cori, agiscono in prima persona nel promuovere e ampliare la sfera del dialogo.
Ogni giorno ricevo resoconti dai membri sulle loro vittorie personali, compresi i dialoghi che portano avanti da anni e che alla fine stanno dando risultati positivi, o il fatto di aver introdotto per la prima volta un amico al Buddismo del Daishonin. Questi report da parte di giovani che si stanno sfidando mi rassicurano più di ogni altra cosa riguardo al futuro. Niente fornisce maggiore ispirazione o incoraggiamento del rinnovato dinamismo dei giovani. I giovani sono coloro che aprono la strada alle generazioni successive.
Naturalmente alcuni, nel loro sforzo sincero di dialogare con le persone, sono ripagati con sentimenti di ostilità, o incontrano difficoltà nel tentativo di far comprendere le finalità del nostro movimento. Condividere la Legge mistica con le persone significa praticare proprio come insegna il Daishonin: è la più difficile delle imprese. Non esiste differenza tra i benefici che si acquisiscono mettendo le persone in condizione di ascoltare il corretto insegnamento oppure portandole effettivamente a risvegliare la fede in esso. Entrambe queste azioni costituiscono il lavoro supremamente nobile del Budda.
Non occorre preoccuparsi o sentirsi a disagio se non si ottengono subito i risultati sperati. Io stesso l’ho sperimentato. Mi sono domandato più e più volte come comunicare al meglio il mio messaggio, come entrare davvero in contatto con un’altra persona. Una volta, un amico mi rispedì indietro tutte le lettere che io, spinto dal sincero desiderio di vederlo felice, gli avevo inviato. Mi sentii profondamente frustrato, ma ora questo episodio è un ricordo prezioso della mia gioventù. Nel corso della vita arriverete sicuramente ad apprezzare ancora più profondamente queste parole del Daishonin: «Recita Nam-myoho-renge-kyo con un’unica mente ed esorta gli altri a fare la stessa cosa; questo resterà il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano» (Domande e risposte riguardo all’abbracciare il Sutra del Loto, RSND, 1, 58).
Ogni giorno in cui recitate e agite per la felicità vostra e degli altri, anche in mezzo a sfide e difficoltà enormi, è una grande opportunità per forgiare e lucidare la vostra vita e diventare persone più forti, per costruire luminose fondamenta di fede nella profondità del vostro essere.

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Ogni volta che incontrava qualcuno, il Bodhisattva Mai Sprezzante si inchinava con rispetto e diceva: «Nutro per voi un profondo rispetto, non oserei mai trattarvi con disprezzo o arroganza. Perché? Perché voi tutti state praticando la via del bodhisattva e conseguirete certamente la Buddità» (SDL, 365 [355]).
Le persone arroganti però rispondevano alle sue parole con ostilità. Lo subissavano di maledizioni e insulti e lo attaccavano con bastoni e pietre. Al rispetto reagivano con l’antagonismo: questo dimostra quanto forte può essere la resistenza a intraprendere una trasformazione spirituale che implica il risveglio della natura di Budda latente nel profondo della vita. Ma anche se all’inizio c’è resistenza, condividere la grandezza della Legge mistica con gli altri stimola la loro natura di Budda. I nostri sforzi piantano i semi per la loro futura conquista dell’Illuminazione. Questo è il principio della relazione del tamburo avvelenato [vedi riquadro nella pagina successiva, n.d.r.].
Niente va mai sprecato nel nostro impegno per kosen-rufu. Permettere che le reazioni dell’altro ci scoraggino dal perseverare nel nostro impegno per kosen-rufu è una grande mancanza di compassione. Il Daishonin cita le parole del Sutra del Loto: «I semi della Buddità germogliano tramite la causalità e per questa ragione predicano l’unico veicolo» (SDL, 86 [52]; cfr. RSND, 1, 991). Ogni volta che mettete in grado una persona di creare un legame con il Buddismo, le fondamenta di kosen-rufu si allargano. Preoccuparsi sinceramente della felicità e del benessere dei vostri amici è il vero spirito di un Budda. Questa è la luce brillante della rivoluzione umana.

Trionfate vittoria dopo vittoria!
Siete tutti Budda,
quindi vivete
da campioni trionfanti,
con pienezza e senza rimpianti.

Costruendo benefici immensi,
danzate con energia
sul palco
della vostra missione,
senza farvi sconfiggere mai.

Nichiren Daishonin dichiara: «Chi recita anche una sola parola o una sola frase del Sutra del Loto e ne parla a un’altra persona è l’inviato del Budda Shakyamuni, signore degli insegnamenti» (La voce pura e risonante, RSND, 1, 294). Oggi nobili inviate del Kayo-kai della Divisione giovani donne stanno parlando con gioia agli altri del Buddismo del Daishonin, ampliando una grande rete di felicità.
Mia moglie e io siamo profondamente colpiti dalle esperienze che molte giovani donne ci hanno riferito riguardo ai loro successi nel far conoscere la pratica del Buddismo ad amici di lunga data, conoscenti, vicini e familiari attraverso un dialogo sincero, cuore a cuore. Una gioventù dedicata a una nobile missione è davvero bella, luminosa e degna di ammirazione.
Il Daishonin scrive: «Devi non solo perseverare tu [nella fede], ma anche insegnare agli altri» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, RSND, 1, 342). È importante che noi per primi recitiamo ardentemente Nam-myoho-renge-kyo e allo stesso tempo mettiamo in grado una persona dopo l’altra di creare un legame con la Legge mistica. La nobile, devota pratica buddista dei membri della nostra Divisione giovani donne sta creando un’ampia rete di felicità e speranza.

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La preghiera – la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo – deve essere la base dei nostri sforzi di condividere il Buddismo con gli altri. Sulla base di questa premessa essenziale, vorrei riaffermare alcuni punti importanti da ricordare quando parliamo agli altri della pratica buddista e piantiamo i semi della felicità nella loro esistenza.
La prima cosa è avere coraggio. Far conoscere il Buddismo a qualcuno significa impegnarsi intensamente e sentirsi coinvolti nella vita di quella persona.
Anche chi ha già condiviso il Buddismo del Daishonin con molte persone nel corso degli anni ha bisogno di coraggio per iniziare il dialogo con un nuovo amico.
Quando manchiamo di coraggio, la nostra timidezza diventa una barriera. Ma se iniziamo a recitare con tutto il cuore per la felicità dell’altra persona, possiamo attingere a una forza enorme. Coloro che sono riusciti a introdurre al Buddismo molte persone sanno che è possibile richiamare un grande coraggio recitando con compassione per la vita di un altro. È questo che li rende forti.
Toda diceva: «L’essenza del Buddismo è la compassione ma, per la gente comune, è il fatto di praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin con coraggio che si traduce in compassione. I Budda aiutano gli altri grazie alla compassione, mentre noi persone comuni possiamo farlo attraverso il coraggio».
Anche se l’altra persona non comprende o non apprezza subito ciò che stiamo dicendo, è importante condividere la filosofia di speranza del Daishonin con reale convinzione. Il filosofo tedesco G. W. F. Hegel (1770-1831) osservò: «Una persona manifesta la sua intima natura, riversa ciò che è nella propria voce». Quando parliamo a qualcuno della pratica buddista, la nostra voce è la voce del Budda che compie il lavoro supremo del Budda.
Il secondo punto è essere sinceri. Probabilmente nessuno entra nella Soka Gakkai avendo già una piena comprensione dei profondi insegnamenti del Buddismo di Nichiren Daishonin. Questo è stato vero anche nel mio caso, a diciannove anni, quando ho iniziato a praticare. Alcuni sono ispirati a iniziare semplicemente perché un membro garantisce loro che saranno in grado di cambiare il karma. Spesso il fattore decisivo per abbracciare la fede è la fiducia nel comportamento sincero della persona che ce la trasmette, un profondo apprezzamento dell’interesse che dimostra per la nostra felicità.
In questi ultimi anni, molti giovani giapponesi dicono di non nutrire interesse per il Buddismo o di non avere alcun problema personale incalzante che li motivi a praticare. Ma anche in questi casi la vostra sincerità finirà per toccarli.
Il noto artista jazz e membro della SGI Wayne Shorter, con il quale sto portando avanti un dialogo a puntate, mi ha raccontato un’esperienza su questo aspetto. Poco dopo essere entrato nella SGI, mentre si trovava in tour in Europa, conobbe una giovane batterista che era agli esordi della sua carriera. Sembrava aver perso la sua strada e Shorter era molto preoccupato per lei. Non ebbe modo però di parlarle a lungo, e così le scrisse semplicemente Nam-myoho-renge-kyo su un bigliettino e glielo porse. Non si rividero per molti anni ma alla fine, dieci anni fa, si ritrovarono e lui scoprì che la ragazza aveva completamente trasformato la sua vita e ora era molto felice. Raccontò a Shorter che il biglietto che le aveva dato quel giorno alla fine l’aveva portata a diventare un membro della SGI.
La strada per dischiudere un cuore chiuso è avere noi stessi un cuore aperto e preoccuparci con sincerità dell’altra persona. Quando parlate con onestà e sincerità, le vostre parole hanno un potere incredibile.
L’economista e diplomatico francese Jean Monnet (1888-1979), importante sostenitore dell’unità europea, disse: «Creare fiducia è un’azione più diretta di quanto spesso si pensi; la franchezza, in effetti, è il segreto per riuscirvi».
Il terzo punto è essere uniti. Non vi è luogo con più calore e umanesimo della famiglia Soka. Questo regno accogliente e incoraggiante rappresenta una meravigliosa fonte di ispirazione per praticare il Buddismo del Daishonin.
Incoraggiamo e sosteniamo tutti coloro che stanno lottando per condividere gli insegnamenti del Daishonin con gli altri. Una salda unità di intenti è la chiave per espandere il movimento di kosen-rufu.
Il mio maestro, Josei Toda, un grande leader della propagazione, trovava sempre il tempo di incontrare gli amici cui desideravo far conoscere il Buddismo del Daishonin e parlare con loro. Io ho cercato di fare lo stesso per gli altri, tutte le volte che ho potuto. Membri della Divisione giovani, vi prego di non esitare a chiedere ai membri più anziani nella fede delle Divisioni uomini e donne di aiutarvi sotto questo aspetto. A livello di gruppo, settore e capitolo, i membri dovrebbero sostenere con tutte le forze l’impegno nella propagazione della Divisione giovani, recitando con loro e incoraggiandoli. Questo è il sistema per continuare a sviluppare la nostra organizzazione con spirito giovane.

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Verso la fine del 1951, Toda scrisse un articolo per il Seikyo Shimbun intitolato “Un messaggio per i responsabili di gruppo della Divisione giovani”. Con questo testo, in seguito conosciuto come “Linee guida per i giovani”, egli cercò di riunire e ispirare i giovani uomini e le giovani donne della Soka Gakkai incitandoli: «Giovani, alzatevi con coraggio! Giovani, unitevi a me in questa impresa!» (vedi NR, 509, 14).
In quel periodo il Seikyo Shimbun non veniva recapitato ogni giorno a casa dei membri, come oggi. Allora non c’erano membri in ogni parte del Giappone, e in molte regioni c’era solo un gruppetto di membri della Divisione giovani. Di conseguenza, copie ciclostilate del messaggio di Toda passarono di mano in mano, da un giovane all’altro, diffondendosi in tutto il Giappone, come una marea che si alza. Anche se la Soka Gakkai non era organizzata su base geografica come ora, grazie agli stretti legami dei membri anche coloro che facevano attività con coraggio in zone isolate riuscirono a ottenerne delle copie.
Un giovane della prefettura di Niigata che divenne membro due anni dopo, nel 1953, lesse una copia di quel messaggio. Ne fu ispirato al punto da far conoscere il Buddismo a una dozzina di altre persone, e tutti insieme parteciparono alla riunione generale della Divisione giovani uomini a Tokyo alla fine di quello stesso anno.
Il Daishonin scrive nel suo trattato La scelta del tempo: «Quando all’inizio io, Nichiren, presi fede nel Sutra del Loto, ero come un’unica goccia d’acqua o un singolo granello di polvere in tutto il Giappone. Ma poi, quando due, tre dieci, cento, mille, diecimila, un milione di persone reciteranno il Sutra del Loto e lo insegneranno ad altri, formeranno un monte Sumeru di perfetta Illuminazione, un grande mare di grande nirvana! Non cercare nessun’altra via per conseguire la Buddità!» (RSND, 1, 520).
Kosen-rufu significa essenzialmente espandere il dialogo e far crescere il numero di persone che hanno un legame con il Buddismo, da una persona all’altra. Toda diceva: «Uscite e propagate la Legge mistica, decidendo con fermezza che voi stessi siete Nam-myoho-renge-kyo».
Esorto i membri della Divisione giovani a unirsi a me nel creare ancora una volta una Soka Gakkai dallo spirito giovane. Vi prego di continuare a portare avanti il nostro movimento per kosen-rufu, rendendolo più forte e più grande che mai. Il futuro sarà determinato dalla passione e dall’energia dei giovani. Determinate di farlo!

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In una lettera indirizzata al suo giovane discepolo Nanjo Tokimitsu, il Daishonin fa riferimento all’antica storia cinese della cascata della Porta del Drago esprimendo le sue speranze per la crescita di Tokimitsu (cfr. RSND, 1, 890). Si narra che numerose carpe si riuniscano nel bacino sotto quella cascata con l’obiettivo di risalirla. Tuttavia non si tratta di una facile impresa: alcune di loro vengono portate via dalle forti correnti, altre cadono preda degli uccelli e altre ancora vengono uccise dai pescatori. Ma la leggenda dice che ogni carpa che riesce a risalire la cascata diventerà un drago. Con questa parabola il Daishonin spiega quanto sia difficile ottenere la Buddità. Egli cerca di insegnare al suo giovane discepolo che chi continua a impegnarsi con incrollabile determinazione e fede salda riesce a ottenere una vera vittoria.
In perfetto accordo con gli insegnamenti del Daishonin, lo scopo della Soka Gakkai è mettere le persone in grado di ottenere la Buddità in questa esistenza. In questo senso la nostra organizzazione è veramente un “buon amico” che guida le persone sul sentiero dell’Illuminazione.
In un’altra lettera indirizzata a Tokimitsu, il Daishonin scrive: «Se le cose non dovessero andare come desideri per quello che riguarda le tue terre, allora decidi di essere più contento che mai» (Il grano raffinato, RSND, 2, 543). Più ostacoli incontrate, più dovete affrontarli con spirito positivo e ottimista. Qualunque sia la situazione, sfidatela con coraggio e impegnatevi con tutte le forze per ribaltarla. Questo è il modo di agire dei giovani della Gakkai, lo spirito della Soka Gakkai. Una volta che avete accettato una sfida, tirate fuori la forza senza limiti del Budda, che è “Colui che sa sopportare”, e continuate a perseverare finché non vincete.
Il prossimo anno (2011) segnerà il sessantesimo anniversario della fondazione delle Divisioni giovani uomini e giovani donne. Spero che vi impegnerete insieme, ispirandovi a vicenda per ottenere una rinnovata crescita e sviluppo personali e per risalire con successo la “cascata della Porta del Drago” della vostra gioventù.

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Il mondo sta diventando sempre più interconnesso e interdipendente. Lo slancio creato dallo sviluppo dinamico della nostra Divisione giovani supera i confini nazionali e avvolge il pianeta.
Nel settembre del 2008 la Divisione giovani di Saitama organizzò una grande riunione generale. Fu un incredibile successo che vide la partecipazione di circa trentaseimila membri. I rappresentanti dei giovani in visita dalla SGI-Brasile furono ispirati da quella riunione e, nel maggio 2009, la Divisione giovani in Brasile organizzò il proprio festival dei giovani e una riunione generale a cui parteciparono ventimila membri, a dimostrazione del loro impegno nella costruzione di una nuova era grazie allo sforzo personale.
Quella riunione ebbe luogo nello stesso liceo in cui avevo partecipato all’indimenticabile festival della cultura del 1984, in occasione del quale avevo potuto incontrare finalmente i miei compagni membri brasiliani per la prima volta dopo diciotto anni. Assistetti con gioia alla riunione del maggio 2009 in diretta via internet, applaudendo con tutto il cuore ai giovani vivaci della SGI-Brasile.

Pieni di vita e di energia
i membri del Brasile,
primi in tutto il mondo,
avanzano trionfanti
anno dopo anno.

I giovani che parteciparono a quella riunione del 2009, conservando nel cuore il voto condiviso di maestro e discepolo, hanno conseguito un meraviglioso successo nel realizzare dialoghi coraggiosi e nel far conoscere quell’anno il Buddismo del Daishonin a molte nuove persone. Le potenti ondate della loro vittoria e della loro gioia sono tornate a ispirare i membri alla riunione generale della Divisione giovani di quest’anno a Saitama, tenutasi in ottobre, con il trionfante vessillo di kosen-rufu innalzato verso il cielo.
È arrivato il momento in cui i giovani Bodhisattva della Terra stanno per avviare con coraggio ed energia grandi ondate di dialogo in tutto il mondo. Niente mi potrebbe rendere più felice. Per me i giovani sono una luce splendente di speranza.
Una nuova era di kosen-rufu sarà costruita dai giovani, a cui appartiene il futuro. Essi illumineranno la via e apriranno la strada verso un brillante trionfo. Friedrich Nietzsche (1844-1900) scrisse: «Dovete salire oltre voi stessi – in alto e ancora oltre, finché non avrete persino le stelle sotto di voi». Miei giovani amici, campioni di dialogo, uscite con coraggio tra la gente e sollevate un’ondata di dialogo traboccante della luce dell’amicizia!

Ergetevi determinati,
impavidi
e invincibili,
certi che è giunto il tempo
della nostra nobile alleanza del bene.

16 dicembre 2010

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I fertili semi dell’Illuminazione
Il principio della relazione del tamburo avvelenato afferma come, anche una relazione negativa con la Legge mistica, può gettare le cause per la felicità assoluta

La relazione del tamburo avvelenato è una relazione inversa, formata per opposizione. È il legame che si stabilisce con il Sutra del Loto contrastandolo o offendendolo. Coloro che avversano tale insegnamento, quando ne ascoltano la propagazione, formano una relazione con esso proprio in virtù della loro stessa opposizione e conseguiranno, infine, la Buddità.
Un “tamburo avvelenato” è uno strumento musicale mitico, intriso di veleno; è un riferimento all’affermazione contenuta nel Sutra del Nirvana secondo cui tutti coloro che udranno il suono del tamburo moriranno, anche se non avevano intenzione di ascoltarne il suono. Allo stesso modo, in seguito alla predicazione dell’insegnamento corretto il Sutra del Loto sia le persone che lo accettano, sia quelle che lo contrastano ricevono comunque i semi dell’Illuminazione, e persino quelli che lo avversano alla fine otterranno la Buddità. In questa analogia, la “morte” che deriva dall’ascolto del corretto insegnamento è la morte dell’illusione o dei desideri terreni.
Questa metafora viene usata per illustrare il beneficio anche di una relazione inversa con il Buddismo.

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