Tante persone, tanti modi di agire, di pensare, di partecipare. Ma da cosa dipende la crescita di un gruppo e di ogni partecipante? È fondamentale che ciascuno sviluppi le proprie caratteristiche, armonizzandosi insieme agli altri al suono del Daimoku
Roma – Tre anni fa mi è stata affidata la responsabilità del gruppo Pervinca. Era molto sfilacciato: nessuno sapeva di preciso chi vi facesse parte e i contatti fra le persone si erano allentati.
La caratteristica del gruppo era la mancanza di unione e armonia, non aveva più un luogo che ospitasse le riunioni e aveva “perso” un responsabile. Le riunioni erano frequentate da cinque o sei persone al massimo. Quando ho percepito questa staticità, mi sono ricordata la frase del mio maestro Ikeda: «Se non stai avanzando, stai retrocedendo», per cui ho determinato la crescita del gruppo e ho fatto mio l’obiettivo di due Gohonzon entro l’anno.
A gennaio 2008, in occasione dell’ottantesimo compleanno di Daisaku Ikeda decido di inviargli come dono una lettera con la mia esperienza di pratica. Qualche tempo dopo, in risposta alla determinazione di far crescere il gruppo, qualcosa si muove e da un giorno all’altro si unisce a noi un altro gruppo. Con una persona in particolare, però, emerge un’incapacità totale di comunicazione e soffro molto per questo: ogni giorno nascevano discussioni inutili e avevo la netta sensazione di non essere mai a mio agio.
Finché una mattina, dopo l’ennesima discussione feroce, mi ritrovai veramente a terra. Non sentivo più il senso di tutti gli sforzi che avevo fatto in quasi quindici anni di pratica e attività. Piena di sconforto uscii da casa e trovai un pacco per me. Era un libro fotografico di Daisaku Ikeda con un biglietto che diceva: «La ringrazio di cuore e le sono profondamente grato».
In quel momento ho percepito fortemente il legame con il mio maestro e ho sentito che trascende il tempo e lo spazio. Il libro era arrivato dal Giappone per darmi una mano e incoraggiarmi! In un istante ho trasformato il mio stato vitale e ho avuto nella mia vita un’inversione di rotta radicale, che continua tuttora.
Grazie a questo, quella stessa mattina decisi di rapportarmi con la persona con cui avevo tanta difficoltà, riflettendo sul fatto che ogni legame è individuale. Al di là del suo rapporto con gli altri, cosa significava per me aver incontrato quella persona? Non era la prima volta che nella mia vita personale qualcuno mi provocava quel sentimento di disagio. Decisi di affrontare questo nodo. Grazie al Daimoku e allo sforzo di mettersi in discussione e di ricercare un dialogo, le cose sono cambiate.
Per quanto riguarda il gruppo, da quel momento ho curato tutti i dettagli, la preparazione, ho cercato di stimolare le persone a essere attive e ho iniziato a tenere un diario delle riunioni di discussione, dove mi scrivo chi c’è, gli argomenti trattati e ogni piccolezza. E così dopo due mesi eravamo diciotto!
In quel momento ho percepito che l’unione dei due gruppi con tutte le difficoltà che ne sono derivate, sono state l’occasione per la mia crescita e di conseguenza per quella del gruppo.
Da gennaio 2009 a oggi sette nuovi membri hanno ricevuto il Gohonzon, e nei prossimi mesi lo riceveranno altre due persone: una di loro è Helmut, il mio compagno. Il mio desiderio ora è che presto nascano due gruppi di persone felici che lottano insieme per realizzare i propri sogni e kosen-rufu!