«Il Buddismo insegna che la fragranza interna otterrà protezione esterna. Questo è uno dei suoi princìpi più importanti. Il Sutra del Loto dice: “Nutro per voi un profondo rispetto” e il Sutra del Nirvana dice: “Tutte le creature viventi possiedono la natura di Budda”»
tratto dalla Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, pag. 752
Una nuova casa
Qualche mese fa stavo vivendo una situazione molto difficile con l’amica con cui condividevo l’appartamento. Eravamo come due estranee, non parlavamo più e, quando lo facevamo, finivamo sempre col mancarci di rispetto. In quel periodo una mia amica e compagna di fede mi propose di approfondire insieme il Gosho I tre tipi di tesori. Non esitai e accettai con grande gioia. A cadenza settimanale ci vedevamo, recitavamo e, dopo aver fatto insieme Gongyo e Daimoku, leggevamo il Gosho e la spiegazione del presidente Ikeda. Era una sensazione bellissima perché le parole di Nichiren sembravano veramente rivolte a me e addirittura a volte mi sembrava di essere io stessa Shijo Kingo. Una frase, che peraltro ho sempre amato, si incise nel mio cuore: «La fragranza interna otterrà protezione esterna». Ma cosa significava veramente? Cos’era questa fragranza interna? Il presidente Ikeda dice che la fragranza interna è la nostra natura di Budda e che «una volta rivelata, emerge come una fragranza che aleggia nell’aria e pervade la nostra vita così come l’incenso che brucia impregna i nostri vestiti del suo profumo. E per ricevere la protezione delle divinità celesti il primo passo consiste nell’intraprendere la propria trasformazione interiore» (BS, 140, 46). Ogni giorno leggevo questo passo e cercavo di convincermi che quelle parole erano vere, che anch’io avrei sentito quel profumo aleggiare nell’aria. Però col passare del tempo la situazione in casa anziché migliorare, peggiorava. Un giorno, mentre pregavo, avvertii un primo cambiamento interiore: compresi chiaramente che in quella casa c’erano due persone infelici, che profondamente noi due non eravamo compatibili per vivere insieme. Misi allora nella mia preghiera sia l’insoddisfazione che il desiderio di vivere una condizione migliore, che semplicemente mi facesse stare bene con o senza di lei. Non avevo un desiderio preciso, volevo solo sentirmi a mio agio, più pregavo, più saliva in me la consapevolezza che non meritavo quella situazione, che non volevo più continuare a spendere i miei soldi in un affitto per una casa dove non stavo bene. Stavo lì da meno di un anno e per me non era facile pensare a un altro trasloco… e poi dove? Con chi? Da sola non potevo permettermelo! In compagnia? Sì, ma con chi? Sarebbe stato un altro fallimento? Avrei trovato la compagnia giusta? Questi erano solo alcuni dei pensieri che si accavallavano nella mia testa. Nonostante questo, continuavo a recitare Daimoku per percepire quella “strana” fragranza di cui parla il Gosho e man mano che passavano i giorni sentivo la mia decisione di voler stare bene emergere sempre più forte dalla mia vita. E proprio come era stato consigliato da Nichiren a Shijo Kingo, cercavo di parlare poco e recitare quanto più possibile. Non avevo paura e avevo fiducia che qualcosa sarebbe cambiato, sicuramente in meglio, anche se non sapevo come, quando e soprattutto cosa! Finché un giorno incontrai una persona a me molto cara che mi chiese se ero interessata a prendere in affitto un monolocale, un open space, addirittura a una cifra inferiore rispetto a quella che spendevo per dividere la casa con la mia amica! Mi disse: «Non m’interessano i soldi, desidero che là dentro ci sia una persona affidabile, una come te». Solo dopo aver risolto il conflitto con la mia amica, ho lasciato la vecchia casa.
Ora abito qua da quattro mesi.