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Una nave per attraversare il mare della sofferenza - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:12

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Una nave per attraversare il mare della sofferenza

Shiiji Shiro Dono Gosho (Nyoto Tokusen Gosho)
Gosho Zenshu pag. 1448
Gli scritti di Nichiren Daishonin vol. 4 pag. 261

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Shiiji Shiro Dono Gosho (Nyoto Tokusen Gosho)
Gosho Zenshu pag. 1448
Gli scritti di Nichiren Daishonin vol. 4 pag. 261

Quando l’ho interrogato su ciò che mi hai riferito l’altro giorno, mi sono reso conto che era esattamente come dicevi. Dovresti quindi sforzarti più che mai nella fede per ricevere i benefici del Sutra del Loto. Ascolta con le orecchie di Shih K’uang e osserva con gli occhi di Li Lou[ref]Shih K’uang e Li Lou: figure leggendarie cinesi, rispettivamente note per l’udito e la vista straordinari.[/ref].
Nell’Ultimo giorno della Legge il devoto del Sutra del Loto apparirà senza dubbio. Quanto più grandi saranno le difficoltà che incontrerà, tanto più grande la gioia che egli proverà grazie alla sua forte fede. Un fuoco non brucia forse più ardentemente quando vi si aggiungono dei ceppi? Tutti i fiumi si versano nel mare, ma il mare fa rifluire indietro l’acqua dei fiumi? Le correnti delle difficoltà si riversano nel mare del Sutra del Loto e si scagliano contro i suoi devoti. Il fiume non viene respinto dall’oceano, né il devoto rifiuta la sofferenza. Se non fosse per lo scorrere dei fiumi, il mare non esisterebbe. Similmente, senza grandi ostacoli non esisterebbe alcun devoto del Sutra del Loto. Come afferma T’ien-t’ai: «Tutti i fiumi si riversano in mare e i ceppi fanno ardere il fuoco»[ref]Maka shikan, vol. 5.[/ref].
Devi comprendere che se puoi insegnare agli altri anche una sola frase o una sola parola del Sutra del Loto è a causa di una profonda relazione karmica formata nel passato. Nel sutra si legge: «È estremamente difficile salvare quelli che sono sordi alla vera Legge»[ref]Sutra del Loto, cap. 2.[/ref]. La “vera Legge” indica il Sutra del Loto.
In un brano del capitolo Hosshi si legge: «Se c’è qualcuno, uomo o donna, che insegna a una persona anche una singola frase del Sutra del Loto, sappiate che egli è l’inviato del Budda». Ciò significa che chiunque, prete o monaca, laico o laica, insegni agli altri anche una singola frase del Sutra del Loto è senza dubbio l’inviato del Budda. Tu sei un credente laico. Colui che ascolta anche una sola frase o una sola parola del Sutra del Loto e la custodisce profondamente nel cuore può essere paragonato a una nave che solca il mare della sofferenza. Il Gran Maestro Miao-lo affermò: «Anche una singola frase custodita profondamente nel proprio cuore, aiuterà senza dubbio una persona a raggiungere la riva opposta[ref]Riva opposta: rappresenta la sponda dell’Illuminazione, o nirvana, mentre la sponda su cui viviamo rappresenta l’illusione.[/ref]. Riflettere su una frase e metterla in pratica equivale a navigare».
Solamente la nave di Myoho-renge-kyo ci permette di attraversare il mare della sofferenza. In un brano del Sutra del Loto si legge: «…come se uno avesse trovato una nave per compiere la traversata»[ref]Sutra del Loto, cap. 23.[/ref].
Questa “nave” può essere descritta così: il Budda, costruttore di navi dalla saggezza infinitamente profonda, raccolse i tronchi dei quattro gusti e degli otto insegnamenti, li levigò, scartando correttamente gli insegnamenti provvisori, tagliò e assemblò le assi, utilizzando sia il giusto che lo sbagliato[ref]Utilizzando sia il giusto che lo sbagliato: sia il bene che il male sono inerenti alla vita. I sutra provvisori sostenevano che le persone malvagie non potevano ottenere l’Illuminazione, ma il Sutra del Loto rivela che, per quanto malvagia sia una persona, essa possiede simultaneamente la natura illuminata.[/ref], e completò l’opera fissando i chiodi dell’unico insegnamento supremo. Quindi varò la nave sul mare della sofferenza. Spiegando le vele delle tremila condizioni sull’albero della dottrina della Via di mezzo, il vascello, guidato dal vento favorevole di «tutti i fenomeni rivelano la vera entità»[ref]Sutra del Loto, cap. 2.[/ref], avanza sollevandosi sulle onde e trasporta tutti i credenti che, grazie alla loro fede pura, possono accedere alla Buddità. Il Budda Shakyamuni è il timoniere, il Budda Taho issa le vele e i quattro Bodhisattva, guidati da Jogyo, si sforzano all’unisono ai remi stridenti. Questa è la nave di cui si parla nella frase: «Una nave per compiere la traversata». A bordo ci sono i discepoli e i seguaci di Nichiren. Credi a questo con tutto il cuore. Quando andrai a trovare Shijo Kingo, riferiscigli tutto questo. Ti scriverò ancora più dettagliatamente.
Con profondo rispetto,
Nichiren
28 aprile

Cenni storici

Questa lettera fu indirizzata a Shiiji Shiro, un credente laico e un samurai, che viveva nella provincia di Suruga, di cui si hanno poche notizie. In questo Gosho, Nichiren Daishonin fa riferimento a Shijo Kingo e, poichè in altri Gosho cita, oltre a Kingo, anche Toki Jonin, si suppone che ci fosse un legame profondo tra loro e Shiiji Shiro. Inoltre, secondo la testimonianza di Nikko Shonin, Shiiji Shiro partecipò ai funerali del Daishonin, a cui dunque rimase fedele per tutta la vita. La data di questa lettera è incerta, poiché l’originale è andato perduto. Al proposito ci sono due ipotesi: la prima (che è la più seguita) indica come data il 28 aprile 1261, ovvero due settimane prima del primo esilio del Daishonin, nella penisola di Izu. La seconda ipotesi considera il fatto che in questo Gosho Nichiren parla del “devoto del Sutra del Loto che incontra grandi difficoltà”. Dato che questo è un argomento trattato spesso dopo l’esilio di Sado, s’ipotizza che questa lettera sia posteriore a Sado. L’esilio di Izu rappresenta la conseguenza dell’invio del Rissho ankoku ron a Hojo Tokijori, il 16 luglio 1260. Hojo Tokiyori non era più il reggente, ma era ancora l’uomo più potente di Kamakura. Il Rissho ankoku ron, evidenziando gli errori della scuola della Pura Terra, scatenò l’ira dei seguaci Nembutsu che il 27 agosto 1260 attaccarono la casa del Daishonin a Matsubagayatsu con l’intento di ucciderlo. Nichiren riuscì a fuggire e si trasferì a Shimousa da Toki Jonin. Nella primavera del 1261 tornò a Kamakura, ma fu arrestato ed esiliato a Ito, nella penisola di Izu dove rimase in esilio fino al 22 febbraio 1263.

Spiegazione

Nell’Ultimo giorno della Legge il devoto del Sutra del Loto … e i ceppi fanno ardere il fuoco».

In questa prima parte il Gosho afferma con forza che in Mappo, senza dubbio, apparirà il devoto del Sutra del Loto e che affronterà qualunque difficoltà con gioia. Questo è senz’altro un punto molto delicato, poiché a nessuno piacciono le difficoltà; ma affrontare la vita in questo modo consente di ottenere un risultato enorme, inaspettato!
Vorrei ripercorrere brevemente la vita del Daishonin fino a quel momento. Nacque in un villaggio di pescatori e da bambino entrò al tempio Seicho-ji. Lo scopo dei suoi genitori era probabilmente quello di fornire un’istruzione al figlio. Nichiren dice di aver sempre avuto lo scopo di diventare la persona più saggia di tutto il Giappone.
La situazione sociale dell’epoca era caotica. Il governo dei samurai diventava sempre più forte, e nel mondo del Buddismo c’era molta confusione: in altre parole si stavano ben delineando le caratteristiche dell’epoca di Mappo. In questa situazione difficile, avendo lo scopo di trovare una soluzione a questo stato di cose, Nichiren studiò a fondo tutto il Buddismo girando per i templi importanti del Giappone e il 28 aprile 1258 proclamò per la prima volta Nam-myoho-renge-kyo.
Da quel momento però lui sapeva benissimo che avrebbe subito tante persecuzioni, che sarebbe stato esiliato e che infine avrebbe dovuto confrontarsi con i tre potenti nemici.
Scrive in Lettera a Misawa: «Nichiren non sarà un saggio, ma sa da tempo che il Giappone nell’epoca presente sta causando la propria rovina [aderendo a dottrine scorrette].
«Sapevo che, se lo avessi detto apertamente, dovevo essere io il devoto del Sutra del Loto profetizzato dal Budda, e che avrei realizzato le parole del sutra “…molto maggiori saranno dopo la sua scomparsa”, come il Budda aveva predetto. Ma se, pur conoscendo il futuro, avessi taciuto, sarei rinato muto o balbuziente vita dopo vita, sarei stato il grande nemico del Budda Shakyamuni, il traditore del sovrano del mio paese e, dopo la morte, sarei caduto nella cittadella dell’inferno d’incessante sofferenza. Pensando a tutto questo, da anni ogni giorno mi sono rivolto l’ammonimento che, se il mio cuore dovesse vacillare, anche minimamente, trovandomi privo di cibo e di vesti, o biasimato dai genitori, dai fratelli e dagli amici, o perseguitato dal sovrano e da tutta la popolazione, farei meglio a non parlare» (SND, 5, 187-8).
In altre parole, Nichiren Daishonin riconobbe la superiorità del Sutra del Loto su tutti gli altri insegnamenti del Budda, comprese che la Legge mistica è Nam-myoho-renge-kyo e decise di vivere in accordo con lo spirito del Sutra del Loto stesso, (manifestando così la sua natura di Budda) e attirando su di sé in prima persona le difficoltà di cui parla il sutra.
Così facendo, rese di nuovo vivo il Buddismo offrendo una via sicura a tutti gli esseri umani dell’epoca di Mappo, garantendo il raggiungimento della Buddità a chi avesse seguito il suo insegnamento.
Il quattordicesimo capitolo del Sutra del Loto s’intitola Pratiche pacifiche e questo sembra voler dire che la pratica buddista sia “tranquilla e senza sforzi”, ma questa è un’illusione e non può produrre una reale felicità. Ecco perché il Daishonin insiste molto su questo punto: «Le correnti delle difficoltà si riversano nel mare del Sutra del Loto e si scagliano contro i suoi devoti […] senza grandi ostacoli non esisterebbe alcun devoto del Sutra del Loto».
In un altro Gosho dice: «Ora in Mappo, la pratica di Nichiren e dei suoi discepoli, per le difficoltà che sorgono praticando il Sutra del Loto, deve essere considerata la pratica pacifica» (GZ, 750).
In giapponese “pace e felicità” del titolo del quattordicesimo capitolo del Sutra del Loto si dice anraku. Sono due ideogrammi: an vuol dire inamovibile, stabile, sicuro, e raku significa senza preoccupazioni. Una vita felice, realizzata, vuol dire dunque rimanere calmi, fermi, qualunque cosa accada.
Abbracciando la Legge di Nam-myoho-renge-kyo trasformiamo qualunque difficoltà in felicità e pace. Questo è l’impegno e lo sforzo di Nichiren Daishonin: vuole farci comprendere che siamo assolutamente in grado di vivere una vita felice.

Devi comprendere che se puoi insegnare agli altri … relazione karmica formata nel passato.

La vita è eterna. Noi siamo uniti sin dall’infinito passato! Nel Sutra del Loto, quando emergono i Bodhisattva della Terra che propagheranno il Sutra nell’Ultimo giorno della Legge, ognuno ha al suo seguito una moltitudine di persone. Tutti noi abbiamo migliaia di legami nella nostra vita. Se agiamo con lo spirito di riconoscere la Buddità in ognuno e ci adoperiamo per risvegliarla, riscopriremo questa profonda relazione karmica che ci consente di «insegnare agli altri anche una sola frase o affermazione del Sutra del Loto». Se invece ci basiamo sull’illusione della vita, questa relazione non si può manifestare. In altre parole, non saremo in grado di vivere realizzando la nostra missione e non saremo in grado di trasformare il nostro karma. Questo il presidente Ikeda insegna quando dice di trasformare il karma in missione.

In un brano del capitolo Hosshi si legge: … e metterla in pratica equivale a navigare».

Se agiamo in accordo con l’insegnamento di Nichiren Daishonin noi siamo gli inviati del Budda, siamo i devoti del Sutra del Loto. Questo principio afferma dunque che non ci sono differenze fra il Budda e il comune mortale. Nichiren Daishonin scrive che «non ci sono terre pure e terre impure di per sé: la differenza sta unicamente nella bontà o malvagità della nostra mente» (SND, 4, 5). Dice anche: «Quando una persona è illusa è chiamata comune mortale, ma una volta illuminata è chiamata Budda» (Ibidem). Dunque la cosa veramente importante è credere in questo e raggiungere la riva opposta, ovvero ottenere la Buddità.

Solamente la nave di Myoho-renge-kyo ci permette … Ti scriverò ancora più dettagliatamente.

Per compiere questa traversata, Nichiren ci ha lasciato il Daimoku e il Gohonzon.
L’immagine fornita in questo passaggio è veramente unica. Per navigare sicuri occorre una nave robusta e anche un eccellente capitano. Il costruttore della nave è il Budda Shakyamuni. Il suo scopo è quello di farci navigare con sicurezza e tranquillità, allo scopo di goderci la traversata. Questo significa godere della nostra vita, possedendo un io stabile. Secondo la visione del Daishonin, tutti possiamo salire su questa nave grazie a una fede pura. Afferma: «…a bordo ci sono i discepoli e i seguaci di Nichiren. Credi in questo con tutto il tuo cuore». Noi tutti abbiamo conosciuto questo meraviglioso Buddismo grazie all’opera dei tre presidenti della Soka Gakkai che hanno aperto la strada del movimento di kosen-rufu, assumendo su di loro tutte le critiche. Il primo presidente Tsunesaburo Makighuchi è morto in carcere per questo e anche il secondo e il terzo presidente, Josei Toda e Daisaku Ikeda, sono stati incarcerati per lo stesso motivo. Con il loro esempio ci hanno insegnato come affrontare le inevitabili difficoltà della vita.
Negli ultimi anni in Italia abbiamo passato (e stiamo ancora passando), una fase molto difficile. Il presidente Ikeda ci sta incoraggiando costantemente indicandoci la via d’uscita. Sensei ci chiede di costruire una Soka Gakkai italiana meravigliosa che sia d’esempio per tutto il mondo! Ci chiede di avanzare in armoniosa unità (itai doshin). Ci chiede di essere coraggiosi. In una parola ci dice di partire da noi stessi per creare questo fantastico cambiamento. Dunque, non facciamoci sviare dalle circostanze, ma decidiamo di essere noi, proprio noi, quelli che realizzeranno le indicazioni del nostro maestro.
La nave sta avanzando! Non è ferma! Utilizziamo le difficoltà della vita per avvicinarci di più allo spirito del presidente Ikeda, per approfondire di più noi stessi, per comprendere meglio cos’è il Buddismo. Questa è la premessa per una grande vittoria. Il 2004 è l’anno della vittoria totale. “Per favore, vincete”, così ci incoraggia Ikeda. Nel suo messaggio per il nuovo anno indica cinque principi eterni della Soka Gakkai. Questi sono:

  1. Sviluppare la propria fede per realizzare una famiglia armoniosa
  2. Sviluppare la propria fede per diventare felici
  3. Sviluppare la propria fede per superare ogni ostacolo
  4. Sviluppare la propria fede per godere di buona salute e longevità
  5. Sviluppare la propria fede per vincere nella vita

Il presidente Ikeda ci chiede di avanzare in gioiosa unità e armonia con questi principi alla base. Sempre nel messaggio, ribadisce che nel momento in cui riconosciamo la nostra missione come Bodhisattva della Terra e lavoriamo per kosen-rufu, ci si aprirà la strada e molte persone ci seguiranno.
«Basta essere sinceri con noi stessi – scrive nella Saggezza del Sutra del Loto – e rimanere persone ordinarie, disadorne e semplici. Possiamo ottenere l’Illuminazione rivelando la nostra natura innata, proprio come siamo, come “comuni mortali del tempo senza inizio (kuon ganjo)”.
«La nostra Illuminazione in altre parole, non è qualcosa che possa essere “migliorata, ma esiste [nelle nostre vite] da sempre” (GZ, 759). Un vero Budda non ricorre ad alcun abbellimento o ornamento, non manifesta i trentadue attributi e le ottanta caratteristiche.
«Farsi bello per vanità è agire come un falso santo. Il Budda rivelato nella profondità del Sutra del Loto è il comune mortale. La sua vera identità è quella del Budda, ma nell’aspetto e nelle azioni è un bodhisattva. È un “bodhisattva-Budda”. Il Budda non è arrogante, vive tra la gente e ne condivide gioie e dolori» (Saggezza, 2, 211).

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