Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Una filosofia di riforma - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:16

502

Stampa

Una filosofia di riforma

Affrontare la malattia, oppure i cambiamenti imposti dalla vita sono due fra i temi sviluppati in questo estratto che ricorda come lo scopo dell’insegnamento buddista sia «forgiare un io invincibile di fronte a qualsiasi evento della vita»

Dimensione del testo AA

Affrontare la malattia, oppure i cambiamenti imposti dalla vita sono due fra i temi sviluppati in questo estratto che ricorda come lo scopo dell’insegnamento buddista sia «forgiare un io invincibile di fronte a qualsiasi evento della vita»

Con questa puntata si conclude il secondo capitolo del volume 25, pubblicato sulle pagine del Seikyo Shimbun.
Il testo integrale è disponibile su www.ilvolocontinuo.it

Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto

Shin’ichi Yamamoto parlò dell’atteggiamento nei confronti della fede e della pratica buddista.
«Nichiren Daishonin afferma chiaramente che la causa fondamentale dell’infelicità risiede sostanzialmente nell’offesa alla Legge, in altre parole nell’offesa nei confronti di Nam-myoho-renge-kyo, la Legge fondamentale dell’universo. Al tempo stesso insegnò che la fede in Nam-myoho-renge-kyo è la via diretta per la felicità.
«Egli iscrisse il Gohonzon come l’entità fondamentale per trasformare le cause negative del passato e stabilire una condizione vitale di felicità assoluta. Quando dedichiamo la vita a kosen-rufu, basandoci sul Gohonzon, possiamo sicuramente conseguire la Buddità in questa esistenza. Voglio affermare senz’ombra di dubbio che è la Soka Gakkai che sta trasmettendo correttamente il Buddismo di Nichiren Daishonin agli altri e sta portando avanti questa pratica nel mondo attuale. Ma, per quanto meraviglioso sia il Gohonzon, se la fede di una persona è debole, non otterrà benefici».
Poi lesse il passo del Gosho: «”‘Più forte è la fede, maggiore è la protezione degli dèi’. Questo vuol dire che la protezione degli dèi dipende dalla forza della fede di una persona. Il Sutra del Loto è un’eccellente spada, ma la sua forza dipende da chi la impugna” (RSND, 1, 846).
«Questo è un insegnamento importante in quanto sottolinea che ciò che attiva e fa manifestare i poteri delle divinità protettrici è la forza della nostra pratica buddista. Anche se abbiamo abbracciato il Gohonzon, gli dèi celesti non ci proteggeranno se vacilliamo nella pratica davanti alle difficoltà.
«Ci sono persone, ad esempio, che davanti alla malattia si lasciano turbare, dubitano del Gohonzon e si chiedono: “Com’è possibile che mi sia capitato questo, visto che pratico il Buddismo?”.
«Ma tutti gli esseri umani sono soggetti alla malattia. In realtà questo Buddismo ci permette di affrontare la malattia facendo emergere una vigorosa forza vitale, che deriva dal rimanere saldi nella fede e tirar fuori così il potere di rinnovare e rivitalizzare se stessi. Il nostro scopo è forgiare un io invincibile di fronte a qualsiasi evento della vita».
Shin’ichi parlò dell’importanza della forza interiore perché voleva rimarcare che il Buddismo di Nichiren non è una “fede dipendente”, ma una filosofia della rivoluzione umana. Citando il passo del Gosho: «Anche abbracciare il Sutra del Loto sarebbe inutile senza l’eredità della fede» (RSND, 1, 191), sottolineò inoltre che l’eredità della fede esiste all’interno della Soka Gakkai che si adopera per il progresso di kosen-rufu, così come insegna il Daishonin.
Alla fine della riunione si incontrò con i rappresentanti della Divisione giovani del Chugoku e si intrattenne con loro a pranzo, in un ristorante davanti alla stazione di Tokuyama.
Due giorni prima aveva congedato vari membri della Divisione giovani e degli staff che erano venuti da Hiroshima e da altre località per dare una mano presso il Centro culturale di Yamaguchi. Lo aveva fatto perché desiderava allenare direttamente i giovani e lo staff dipendenti di Yamaguchi.
Era profondamente consapevole di quanto si fossero rattristati quei giovani che erano stati rimandati a casa, e così li invitò a una riunione informale a Tokuyama. Sedette al tavolo con loro e, mentre mangiavano, diede loro consigli amichevoli sul galateo a tavola e altre cose. Al termine del pranzo, si intrattenne ancora a parlare con i membri della Divisione giovani in una stanza in stile giapponese all’interno del ristorante. Rivolgendosi alle responsabili delle giovani donne disse: «La maggior parte di voi probabilmente si sposerà e alla fine passerà nella Divisione donne. Per un certo periodo sarete molto occupate ad allevare i bambini e a fare tante cose, e vi sentirete esauste. Probabilmente vi risulterà difficile fare attività in prima linea nell’organizzazione. Ma non dimenticate mai l’orgoglio di essere state responsabili della Divisione giovani donne e lo spirito che avevate allora.
«Ricordate che vi era stato affidato un ruolo importante nella Soka Gakkai e che molte persone vi consideravano un punto di riferimento. Ripartite sempre da questa consapevolezza e continuate a impegnarvi fino in fondo. Impegnarsi come responsabili della Divisione giovani donne porta immensi benefici e fortuna. Non dimenticate che qualsiasi difficoltà o problema possiate affrontare lungo il vostro cammino, se continuerete a praticare il Buddismo otterrete certamente la felicità e la vittoria nella vita». Parlò loro sinceramente, dal profondo del cuore.
Ai responsabili dei giovani uomini del Chugoku, Shin’ichi disse: «È importante agire sempre all’unisono con la sede centrale della Soka Gakkai e impegnarsi secondo le guide del nostro maestro. Quando seguiamo il sentiero corretto, il sentiero della Soka Gakkai, possiamo allenare noi stessi e crescere diventando persone eccellenti. Se cercate egoisticamente di condurre l’organizzazione nella direzione che più vi fa comodo, sia voi che l’organizzazione finirete con il deviare dall’orbita di kosen-rufu e girerete a vuoto.
«Quando i responsabili cercano di manipolare l’organizzazione in base alle loro opinioni personali, la prima cosa che viene meno è l’imparzialità nelle nomine dei responsabili. In altre parole, vengono nominate soltanto le persone che sono d’accordo con quei responsabili, che alla fine si ritrovano circondati da persone che sperano di guadagnarsi i loro favori seguendo le loro direttive. Di conseguenza la Soka Gakkai, che dovrebbe essere un’organizzazione basata sulla fede nella Legge mistica, diventerà un’organizzazione distorta basata sul clientelismo. Questo significa sfruttare l’organizzazione e, come parassiti nel corpo del leone, distruggere dall’interno la Soka Gakkai, l’organizzazione in accordo con il volere e il mandato del Budda. Non bisogna mai permettere che si formino fazioni all’interno della Soka Gakkai.
«Se le esaminiamo attentamente, vediamo che le organizzazioni che hanno difficoltà a crescere, o che sembrano aver perso il chiaro scopo della fede che le muoveva un tempo, soffrono spesso per questo genere di problemi. Per evitare tutto questo, le persone coinvolte nelle nomine dei responsabili dovrebbero avere un forte senso di responsabilità e integrità. Non dimenticate mai che decisioni sbagliate o irresponsabili in questo ambito possono condurre alla distruzione della Soka Gakkai».
Shin’ichi continuò a parlare con forza, pensando al futuro. In risposta alle parole e alle azioni dei giovani, gli incoraggiamenti e le guide fluivano da lui come un torrente in piena.
«I giovani devono sviluppare le proprie capacità sforzandosi assiduamente. La negatività è il peggior nemico. I giovani non dovrebbero mai disprezzare se stessi perché sono poveri o non hanno frequentato le migliori scuole. I giovani Soka, che hanno dedicato la vita al supremo ideale di kosen-rufu, dovrebbero essere sempre positivi, e continuare ad affrontare una sfida dopo l’altra!».
Conclusa questa sessione di incoraggiamento, Shin’ichi lasciò Tokuyama in macchina, poco dopo le otto di sera.
Stava andando da Tokuyama al Centro culturale di Yamaguchi quando, dopo circa trenta minuti, sua moglie Mineko disse: «Ho sentito che i membri di Hofu si sono riuniti presso il loro Centro locale». Era stata informata dalla responsabile regionale delle donne del Chugoku, Mitsue Shibano. A dire dell’autista, il Centro di Hofu era solo a pochi minuti di distanza.
«Andiamo! – disse Shin’ichi – mi piacerebbe incoraggiarli con tutto il cuore, anche se non abbiamo molto tempo. Dopo tutto, ci stanno aspettando…».
I membri si erano riuniti al Centro di Hofu nella speranza che il presidente Yamamoto si fermasse per salutarli, ma ormai erano le venti e trenta passate e stavano per tornare a casa. Proprio in quel momento l’auto di Shin’ichi si fermò davanti al Centro.
«Buonasera!» disse Shin’ichi sorridendo mentre varcava l’ingresso. Dietro di lui c’era Mineko. I membri applaudirono felici. Il Centro era un piccolo edificio di legno. Appena entrato Shin’ichi chiese: «Pensate che se facciamo Gongyo, disturbiamo i vicini?».
«No – rispose qualcuno – se chiudiamo le finestre».
«Bene, allora chiudiamole, e facciamo Gongyo a bassa voce. Voglio pregare per la vostra salute e longevità, e per la prosperità delle vostre famiglie».
Dopo Gongyo, Shin’ichi si diresse verso l’organo elettrico che era nella stanza.
«Consideratelo il mio piccolo omaggio per voi!», disse; abbassò il volume dell’organo e iniziò a suonare Il villaggio di Atsuta, I tre martiri di Atsuhara e varie altre canzoni della Gakkai.
«So che avete aspettato a lungo. Mi piacerebbe ricambiare in qualche modo la vostra sincerità. Nel mondo secolare contano gli interessi personali, ma nel mondo della fede conta la sincerità.
«La Soka Gakkai unisce il maestro e il discepolo, i compagni di fede e i cuori delle persone, nell’impresa di realizzare kosen-rufu. La Soka Gakkai è un’organizzazione umanistica che mette sempre le persone prima della burocrazia. È questo che rende così forte la Soka Gakkai. Mi sto impegnando al massimo per far sì che la Soka Gakkai sia sempre un mondo puro in cui regna questo spirito».

[• • •]

Shin’ichi spiegò: «”Picco dell’Aquila” è il nome della montagna, in India, sulla quale Shakyamuni predicò il Sutra del Loto. Secondo la filosofia della vita del Buddismo di Nichiren Daishonin, la torre preziosa del Budda Molti Tesori che apparve di fronte all’assemblea riunita sul Picco dell’Aquila, rappresenta il Gohonzon [l’incarnazione della Legge di Nam-myoho-renge-kyo].
Noi della Soka Gakkai, coraggiosi Bodhisattva della Terra che diffondono attivamente la Legge mistica, dopo la morte saremo abbracciati dal Gohonzon [il mondo di Buddità nell’universo] e nelle esistenze future rinasceremo insieme al Gohonzon; le nostre vite saranno colme di forza vitale vibrante come il sole del mattino che sorge a oriente. In altre parole, dedicando la nostra preziosa vita alla nobile impresa senza precedenti di kosen-rufu siamo certi di rinascere in questo pianeta Terra, o in un’altra terra analoga in qualche punto dell’universo, per dedicarci ancora una volta con grande gioia al movimento di kosen-rufu.
Inoltre, diceva spesso Toda: “Recitare Nam-myoho-renge-kyo per i defunti è l’unico modo in cui possiamo recare veramente beneficio alla loro vita”. La Legge mistica, in maniera simile alle onde radio, collega la nostra vita alle altre vite nell’universo. In tal senso, è importante recitare un Daimoku potente, con energia. Quando il nostro Daimoku per la felicità dei defunti risuona di una potente forza vitale, non solo trasmette forza e vitalità alla loro vita, ma la nostra vita stessa ne viene rivitalizzata. Lo scopo delle nostre preghiere per i defunti è stabilire una profonda comunicazione spirituale fra la nostra vita e quella dei nostri cari scomparsi e dei nostri innumerevoli antenati.
Sono certo che anche i nostri compagni di fede scomparsi saranno particolarmente felici.
Invece di offrire semplici preghiere per i morti, pervase dal dolore del lutto, decidiamo di percorrere il cammino di kosen-rufu insieme a loro attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro, con forte fede e convinzione nel potere meraviglioso della Legge mistica».

[• • •]

«Ora recitiamo Daimoku insieme. Questa è una recitazione speciale. Io pregherò con tutte le forze affinché possiate realizzare tutte le vostre preghiere».
Kosen-rufu non si può raggiungere se non si è disposti a dare tutto per il Buddismo e per il bene dei compagni di fede, senza lesinare la propria vita. Per accendere una fiamma eterna nel cuore degli altri bisogna che noi per primi possediamo un appassionato senso di missione. Shin’ichi voleva comunicare questo con le sue azioni. E questo era anche lo scopo della sua seconda Campagna di Yamaguchi.
Quando ebbero finito di pregare Shin’ichi disse: «Bene, adesso suonerò il pianoforte per voi!».

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata