«Quando fra le persone prevale lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, esse realizzeranno tutti i loro scopi, mentre se hanno uno “stesso corpo e diverse menti” non possono ottenere niente di notevole»
Nichiren Daishonin (Diversi corpi, stessa mente, RSND, 1, 550)
Ci sono diverse frasi del Gosho che accompagnano la mia vita, una per lo shakubuku, una per resistere alle difficoltà, una per godere appieno del tesoro della mia esistenza.
Questa frase in particolare è incisa nel mio cuore per diversi motivi. Intanto mi fa capire il valore dell’unità dal punto di vista del Buddismo di Nichiren Daishonin e della Soka Gakkai.
Ogni persona sviluppa le proprie qualità e capacità intrinseche, la propria individualità, i propri sogni e obiettivi mentre si sforza di realizzare l’obiettivo comune della pace nel mondo basata sul profondo rispetto per ogni persona.
Scrive a questo proposito il nostro maestro:
«Dal punto di vista buddista, “avere la stessa mente” indica fondamentalmente nutrire una fede fondata sull’unità fra maestro e discepolo: ogni discepolo o discepola si assume il compito di far propri e tradurre in realtà la volontà e il mandato del Budda di realizzare kosen-rufu. Impegnarsi e vincere con lo stesso spirito del maestro costituisce l’essenza del significato di “diversi corpi, stessa mente”» (BS, 200, 7)
Questo profondo principio buddista mi è sempre stato molto utile per capire cosa fare in situazioni di ristagno, nel lavoro come nella vita sociale, ma soprattutto nell’attività per kosen-rufu.
Alcuni anni fa nella mia regione si era creata tra i responsabili una situazione di stallo, non si cresceva più. Ognuno si sforzava tantissimo ma in maniera isolata e senza condividere con gli altri. I risultati erano scarsi e spesso si finiva per litigare, ognuno attaccato alla propria idea. Fondamentale è stato lo studio del Buddismo che ognuno di noi ha portato avanti singolarmente e che ci ha fatto capire i nostri errori, ma soprattutto è stato decisivo iniziare a recitare tanto Daimoku insieme, a confrontarci e ritrovare la via di maestro e discepolo. Cioè riscoprire insieme il motivo per cui eravamo lì e facevamo tanti sforzi.
Mese dopo mese siamo riusciti a superare ognuno il proprio ego mettendoci di nuovo al servizio di un’idea comune, di un voto condiviso col nostro maestro. A questo punto, anche il fatto di avere caratteristiche e modi di vedere molto diversi è diventato un punto di forza. Infatti per alcuni anni siamo diventati e ancora oggi siamo tra i primi in Italia nella percentuale di crescita rispetto ai membri esistenti.
Nel momento in cui ci siamo uniti tra noi con lo spirito di questa meravigliosa frase di Gosho, abbiamo realizzato un grande obiettivo che non riuscivamo a realizzare. Infatti, in piena pandemia, il 24 agosto 2021 abbiamo inaugurato il nostro primo Centro culturale. Non ci saremmo mai riusciti se così tanti compagni e compagne di fede non avessero trovato la forza di unirsi intorno a questo obiettivo recitando Daimoku, mentre ognuno lottava per la propria riforma interiore.
