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Una fede che non indietreggia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

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Una fede che non indietreggia

Vanessa Catalisano, Torino

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«Risveglia in te una profonda fede e lucida con cura il tuo specchio notte e giorno. Come dovresti lucidarlo? Solo recitando Nam-myoho-renge-kyo».
Nichiren Daishonin (Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 3)

Il Daishonin scrisse questo Gosho nel 1255, due anni dopo la proclamazione di Nam-myoho-renge-kyo. Si pensa che sia stato indirizzato a Toki Jonin al fine di spiegare in modo chiaro la pratica corretta per permettere a tutte le persone di conseguire la Buddità in questa esistenza. 
Il conseguimento della Buddità in questa esistenza è stato il primo Gosho che ho letto, fin da subito ho sentito un forte legame con queste parole di Nichiren. Mi ha aiutato in tanti momenti difficili, in particolare quando due anni fa ho iniziato a lavorare nel bel mezzo della pandemia in un’azienda di informatica. È stato un grande beneficio, ma lottavo ogni giorno con le mie insicurezze, in particolare non sentivo di essere abbastanza capace né di riuscire a creare valore per l’azienda.
È stato in quel momento che ho ripreso in mano questo Gosho. Mi sono soffermata sulla frase che ho citato e ho iniziato a recitare Daimoku con il desiderio di forgiare una forte fede che non indietreggia di fronte alle situazioni e alla difficoltà. Posso dire che non è stato per nulla facile, alternavo giorni in cui piangevo ad altri in cui ero determinata a trasformare tutta quella sofferenza. Lottando ogni giorno contro le mie paure, tutto, senza che quasi me ne accorgessi, iniziò a cambiare.
Un giorno al lavoro si creò l’occasione di poter dialogare con i miei capi, da cuore a cuore. Mi dissero che avevano fiducia in me e che il loro desiderio era che anch’io mi rendessi conto del mio potenziale. Per me fu un grande incoraggiamento a continuare a sfidarmi basandomi sempre sul Gohonzon, per illuminare la mia vita e vedere questo potenziale. 
Proprio come uno specchio appannato diventa limpido se viene lucidato, il mio ambiente di lavoro, prima pesante e a volte ostile, è diventato gioioso e armonioso. Con i colleghi ci sosteniamo a vicenda in un clima di unità e con alcuni di loro ho avuto anche l’opportunità di parlare della pratica buddista.
Una delle determinazioni che ho messo per quest’anno è di fare ogni giorno un’esperienza mettendo al centro il Gohonzon, il legame con il maestro e il voto di kosen-rufu, decidendo di non lasciare spazio al dubbio e sfidandomi nello shakubuku, con il desiderio che quante più persone possano avere la fortuna di incontrare un maestro come il presidente Ikeda e sperimentare il potere della Legge mistica, che ogni giorno ci permette di avanzare nella nostra rivoluzione umana.

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