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Un viaggio lungo tutta una vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:55

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Un viaggio lungo tutta una vita

Il cammino della rivoluzione umana, inscindibile da quello verso la realizzazione della pace mondiale, è un percorso che dura tutta la vita. Solo chi lo vive con gratitudine, umiltà e dedizione potrà veramente compierlo fino in fondo

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Il cammino della rivoluzione umana, inscindibile da quello verso la realizzazione della pace mondiale, è un percorso che dura tutta la vita. Solo chi lo vive con gratitudine, umiltà e dedizione potrà veramente compierlo fino in fondo

Grazie a tutti di essere qui a questa riunione esecutiva nazionale annuale che è la forza trainante verso la tappa cruciale del 2010, l’ottantesimo anniversario della Soka Gakkai.
Il mio maestro, Josei Toda, una volta disse: «Vivete con integrità! Fate la vostra strada fieri di essere persone dall’animo veramente nobile». Ho preso alla lettera questo suo consiglio, e ho cercato di fare dell’integrità il principio guida della mia vita.
Ci sono state occasioni in cui, dato che tendo a fidarmi degli altri, sono stato ingannato, ma alla fine grazie alla mia onestà e sincerità ho trionfato e attraverso un dialogo franco e sincero mi sono fatto tanti amici e alleati costruendo una calda rete di relazioni positive in Giappone e in tutto il mondo. L’integrità è il sentiero più alto dell’umanità, è la via che conduce a una duratura vittoria.
Questa è una riunione dei massimi responsabili della nostra organizzazione e ogni persona ha la forza di mille persone. Se non ci sforziamo seriamente non possiamo aprire la strada allo sviluppo futuro e non possiamo sperare di vincere la battaglia cruciale contro le funzioni demoniache. Perciò è fondamentale che voi, massimi leader del nostro movimento, prendiate l’iniziativa; se avete anche una minima tendenza a prendervela comoda e a lasciar svolgere i compiti più faticosi agli altri, il risultato sarà la sconfitta. Trattare i membri con questo atteggiamento privo di rispetto equivale a offendere la Legge.
Le attuali e solide fondamenta di kosen-rufu sono state gettate dai membri, con la loro dedizione e con la capacità di impegnarsi al massimo, affrontando a volte vessazioni e critiche, mentre cercano di trasmettere instancabilmente agli altri la verità sul nostro movimento e sulla nobiltà della nostra causa. Spero che nessuno di voi dimentichi mai questo nobile spirito. I responsabili che dimostrano sempre con calore il loro apprezzamento verso il faticoso operato che i membri compiono e cercano, magari con fatica, di rispondere agli sforzi sinceri delle persone, impegnandosi ancora di più a livello personale, saranno alla fine vittoriosi, capaci di spronare tutti ad agire e di condurre le persone ad andare avanti con gioia ed entusiasmo.
Tsunesaburo Makiguchi, fondatore del movimento Soka, diceva: «Quando incontriamo una sfida o una difficoltà, dovremmo essere ancor più decisi ad avanzare con tenacia e a vivere senza essere sconfitti».
Nel Sutra del Loto c’è un passo che afferma: «Si assicurano che la Legge duri a lungo nel tempo» (SDL, 11, 230). È molto difficile garantire l’eterna perpetuazione della Legge se siamo singoli individui che praticano da soli. Perciò è necessaria un’organizzazione; per questo la Soka Gakkai è così importante e io investo tanta energia perché diventi un’organizzazione forte, e perché al suo interno crescano persone capaci.
Toda affermava: «Qualunque sia la situazione in cui vi troviate, se vi basate su una fede profonda e potente sarete capaci di superare qualsiasi cosa. Quando voi cambiate, crescete, e vi assumete la responsabilità, la vostra vittoria è certa. Tutto dipende da voi. Siate responsabili della vostra stessa vita». Tutto dipende da noi, dalla nostra determinazione basata sulla fede, di lottare per vincere. È questo che decide la vittoria in qualsiasi impresa.

Niente è peggio dell’ingratitudine

Conoscete il poeta e drammaturgo spagnolo Lope de Vega (1562-1635)? Un personaggio di una delle sue opere dice: «in breve, la quintessenza stessa della mente e dell’agire ignobile è quando qualcuno, dopo aver ricevuto un beneficio, in cambio dimostri ingratitudine».
Alla fine degli anni Quaranta, poco dopo la guerra, Toda si trovò in una situazione difficilissima, pieno di debiti e con la sua attività prossima alla bancarotta. Non dimenticherò mai come le persone che egli aveva aiutato e sostenuto improvvisamente cominciarono ad abbandonarlo, trattando la persona dalla quale avevano ricevuto benefici con una ingratitudine impressionante. Ci furono perfino responsabili della Gakkai che si rivolsero a lui con totale mancanza di rispetto, come se fosse un loro sottoposto. Ero furioso e sdegnato da un simile comportamento. Quando le cose andavano bene erano sempre al suo fianco e lo chiamavano maestro, ma adesso appariva chiaro che tutti l’avevano semplicemente usato per i propri fini personali.
Come discepolo di Toda intrapresi una lotta senza quartiere, per aiutarlo a superare le avversità che stava affrontando. Mi adoperai in ogni modo per rimettere in sesto i suoi affari, dai quali dipendevano le risorse finanziarie della Soka Gakkai, e feci con piacere tutto ciò che potevo anche per la sua famiglia.
Toda mi aveva assicurato che sarebbe sempre stato il mio maestro e quindi ero felice di fare tutto questo senza la minima obiezione o lamento. Mia moglie e io, con le nostre famiglie, facemmo ciò che potevamo per sostenerlo.
Nel suo ultimo anno di vita Toda una volta mi prese la mano e disse con le lacrime agli occhi: «Ho vissuto una vita davvero meravigliosa, perché tu sei stato al mio fianco». La relazione tra maestro e discepolo che abbiamo condiviso era veramente bella.
Dopo la sua morte ho ereditato da lui il manto della responsabilità e, come tutti sapete, ho fatto della Gakkai la grande organizzazione che conta membri di centonovantadue paesi, facendo conoscere le grandi realizzazioni di Toda in tutto il mondo.
Durante la guerra, nelle persecuzioni contro la Gakkai da parte delle autorità militari giapponesi, Toda aveva protetto Makiguchi e nel periodo più duro del dopoguerra io ho protetto Toda. Proteggere il maestro con la propria vita è la vera essenza dello spirito di maestro e discepolo. Credo fermamente che in nessun luogo e in nessun tempo ci sia mai stata una dedizione paragonabile a quella con cui ho servito il mio maestro. È questo il mio imperituro orgoglio, la mia vittoria e la mia gioia. La Soka Gakkai è diventata un’organizzazione mondiale esattamente perché ho reso forte questa nobile via di maestro e discepolo.
Nichiren Daishonin descrive Devadatta [che sebbene fosse stato un discepolo del Budda Shakyamuni lo tradì e complottò per uccidere il suo maestro] come «avido di fama e profitto»(Sulle preghiere, RSND, 1, 303) e «spinto dalla sua intensa gelosia» (ibidem, 304). La gelosia e la ricerca ossessiva della fama e del profitto personale sono le forze che portano alla distruzione della fede e della relazione tra maestro e discepolo.
Toda era chiaro: «Non possiamo fidarci di leader che parlano tanto, ma poi non fanno seguire le azioni alle loro parole. Persone simili si fanno corrompere facilmente dal denaro, dal potere, dalla fama e dai piaceri, e soccombono alle rivalità e alle dispute interne. State in guardia, e non permettete loro di rimanere nella nostra organizzazione». Possono sembrare parole aspre, ma voglio comunicarvele per il bene futuro della Gakkai, per proteggere la nostra alleanza di membri sinceri che si dedicano a kosen-rufu.

Portare avanti un impegno comune

Sono qui con noi oggi le responsabili della Divisione donne e giovani donne. Tokiko Tada, che fu responsabile nazionale delle giovani donne e poi delle donne, fu una leader esemplare. Nella più grave crisi attraversata dalla Soka Gakkai si levò coraggiosamente come una Giovanna d’Arco di Soka e parlò con passione per dire come stavano le cose. Tada era anche un membro del Kayo-kai, uno speciale gruppo di allenamento costituito da Toda per le giovani donne.
Una volta Toda disse ai membri del Kayo-kai: «Idealmente la Soka Gakkai dovrebbe essere un’associazione di individui che, qualsiasi cosa accada, hanno fiducia nel loro maestro e lottano al suo fianco». Finché i massimi responsabili manterranno questo spirito invincibile di impegno comune, l’organizzazione per kosen-rufu continuerà a crescere. Toda lo ha testimoniato con il suo esempio e questo spirito vive ancora nell’”Ikeda Kayo-kai” [il nuovo gruppo di allenamento delle giovani donne creato quest’anno, n.d.r.].
C’è un passo del Gosho che Makiguchi aveva sottolineato sul suo libro e impresso nel suo cuore: «Anche in quest’epoca non sono gli alleati, ma i potenti nemici, coloro che aiutano una persona a progredire» (Le azioni del devoto del Sutra del Loto, RSND, 1, 685). Di certo la presenza di rivali o avversari ci può motivare a recitare il Daimoku con forza ancor maggiore. Quando siamo costretti a essere vigili riusciamo a scuoterci dall’apatia e dall’inerzia e a realizzare progressi ogni giorno.
In tal senso una vita dedicata all’impegno per kosen-rufu è un viaggio di automiglioramento che non ha limiti. Pieni di apprezzamento e fieri per la fortuna che abbiamo, continuiamo a percorrere questo sentiero con energia ancor maggiore, infondendo coraggio e speranza lungo il cammino anche ai nostri compagni di fede.

Un allenamento severo

«La missione dei massimi responsabili della Gakkai è di essere la forza trainante di kosen-rufu in Giappone e nel mondo intero – diceva Toda – dedicandosi senza riserve ai membri che si impegnano con tutti loro stessi per kosen-rufu».
Come responsabili vi prego di avanzare con energia e di sapervi guadagnare la fiducia e l’affetto di chi vi circonda. Le persone seguono spontaneamente chi ha una bella personalità e un carattere luminoso. Toda era molto severo con i responsabili e assai esigente nelle riunioni in cui “allenava” le persone. Rimproverava chi era sbadato o aveva poca vitalità. Sfruttava ogni occasione per allenarci. Eppure mi hanno raccontato che anche Toda, così esuberante e sicuro di sé, era sempre incredibilmente umile e pieno di riguardo quand’era di fronte a Makiguchi.
Sono stato accanto a Toda con lo stesso atteggiamento rispettoso, sostenendolo e assistendolo. Penso che non riusciate lontanamente nemmeno a immaginare quanto fosse severo il suo addestramento; la maggior parte delle persone si risentirebbe e se ne andrebbe. Io sono orgoglioso di essere stato l’unico che è riuscito a servirlo e sostenerlo così tanto. È grazie all’allenamento ricevuto da Toda che ho potuto far diventare la Soka Gakkai l’organizzazione che attualmente è.
Nessuno sforzo per kosen-rufu va mai perduto. Quando ci adoperiamo assiduamente per i compagni di fede e la Soka Gakkai siamo certi della protezione eterna delle forze positive dell’universo:
«Dal Picco dell’Aquila / E dalle dieci direzioni / Infiniti Budda si radunano per proteggerci / Mentre le nostre esultanti grida di vittoria / Risuonano attraverso le tre esistenze».
Un’antica scrittura buddista afferma: «Un uomo indegno e privo di saggezza è ingrato e dimentica i benefici ricevuti… La persona saggia e degna è grata e tiene a mente i benefici ricevuti». Il Buddismo insegna l’importanza della gratitudine. Io ho dedicato la vita a dimostrare la mia gratitudine al mio maestro.
La persona che manca di capacità di apprezzamento diventa immancabilmente arrogante ed egocentrica e questo conduce a una fede distorta e infine alla rovina personale.
Noi che viviamo nel regno della fede possiamo in tutta sincerità affermare che “la persona nei confronti della quale abbiamo il debito maggiore è il maestro che ci ha insegnato la pratica corretta del Buddismo”? Oppure non ne siamo capaci? La differenza sarà enorme. Come dice il Daishonin: «È il cuore che è importante» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889).
Aiutare un amico che soffre a diventare felice è il primo passo per rendere la società un posto migliore. Senza una preghiera sincera, un appassionato incoraggiamento e un’azione coraggiosa è impossibile sollevare una grande ondata di cambiamento. Le parole hanno un potere e il dialogo è il nostro mezzo principale.
A proposito del significato del condividere con gli altri il Buddismo del Daishonin, Toda diceva: «Ci sono molte persone al mondo che ci fanno delle gentilezze, ma il maggiore atto di gentilezza che una persona può fare per noi è metterci in grado di accogliere il Gohonzon. Perché è attraverso la fede nel Gohonzon che possiamo ottenere la felicità nelle tre esistenze di passato, presente e futuro. Il miglior modo di ripagare questa gentilezza perciò è di far conoscere a nostra volta il Gohonzon agli altri». Un dialogo cuore a cuore può aprire le porte di un mondo nuovo e pieno di gioia nella vita di un’altra persona.

Unità e armonia

È vitale che i responsabili prendano l’iniziativa nell’illuminare un grande cammino di speranza e una strada sicura verso la pace. Ciò che conta non sono le apparenze, ma la vittoria finale. Voi tutti siete già sulla strada che porta alla vittoria, la strada della fede e della pratica buddista; vi chiedo di non essere mai arroganti e presuntuosi, e di fare attività in modo sincero al fianco dei vostri compagni di fede, alla pari, condividendo lo stesso spirito. Unitevi e avanzate in armonia. Non potete riuscire se siete preoccupati di ciò che gli altri pensano di voi, o se siete tronfi e orgogliosi. Come diceva Toda ai responsabili: «Se vi accingete a realizzare un’impresa e il vostro impegno è meramente superficiale e formale, come vi aspettate che gli altri vi seguano?». Non ha senso avere dei responsabili se tutto ciò che fanno è frenare il nostro movimento. Tutto dipende dalla fede dei responsabili.
Toda sottolineava la necessità di trovare persone capaci e impegnarsi a farle crescere. Facendo riferimento a un leader laico assai popolare ai suoi tempi, una volta disse: «Non si dà arie, si veste con semplicità e prende sempre personalmente l’iniziativa, nel suo lavoro e nelle relazioni con gli altri. Dovete dargli credito». Toda era abilissimo a giudicare il carattere altrui e ammirava le persone dotate di talento, che facessero parte o no della Soka Gakkai. Aveva un’apertura mentale davvero meravigliosa. Mentre vi riferisco le sue parole, lo immagino sorridere e dire: «Daisaku, tu ricordi cose che io ho detto, e che ho dimenticato molto tempo fa!». Ho ascoltato con la massima serietà ogni sua parola o frase. Questo caratterizza un discepolo autentico.
Toda una volta ci chiese: «Voglio che vi impegniate al mio fianco e diventiate persone capaci e di nobile personalità. Ho fiducia che, ovunque andrete, avanzerete con decisione ed energia insieme a me». Ho vissuto tutta la mia vita insieme a Toda, il mio grande maestro di kosen-rufu, e ho intenzione di continuare ad avanzare con vigore ancor maggiore insieme ai nostri membri, insieme ai nostri nobili campioni della Legge mistica della Divisione giovani.
Il maestro di T’ien-t’ai, Nan-yüeh, diceva: «Un bodhisattva che protegge le persone malvagie e non le condanna, facendo così perdurare il male e recando sofferenza alle persone buone, non è un vero bodhisattva» (WND, 2, 1025). L’insegnamento corretto del Buddismo conduce tutte le persone alla felicità. I malvagi cercano di distruggere la Legge, negando agli altri l’accesso a tale felicità. Denunciare un simile male è ciò che caratterizza un bodhisattva. Anche per questo i maestri e i discepoli che si dedicano davvero a proteggere l’insegnamento corretto del Buddismo sono sempre intensamente animati dallo spirito di refutare gli errori, proclamare la verità e propagare ampiamente la Legge.
Il filosofo tedesco Immanuel Kant (1724-1804) diceva che il cattivo è «colui che non condivide con gli altri, che ha il cuore di pietra […] ed è pieno di astio». E in una delle sue opere il drammaturgo tedesco Friedrich von Schiller (1759-1805) scriveva che nel cuore di una persona abietta dominano soltanto «falsità e vile scaltrezza».
Alziamoci e difendiamo ciò che è giusto! Se non prendiamo fermamente posizione contro le azioni malvagie e la corruzione non possiamo formare persone piene di carattere e di integrità. Toda diceva con severità che chiunque cerchi di danneggiare il puro regno della Soka Gakkai andrebbe messo alla porta.
Anche Makiguchi ammoniva che nelle nomine dei responsabili non dovevano esserci favoritismi; nomine siffatte non avrebbero mai funzionato, né sarebbero mai state sostenute dalle persone. La nostra organizzazione esiste per propagare kosen-rufu e non deve essere usata per favorire i propri interessi personali.

La ricerca della verità

Ne L’apertura degli occhi Nichiren Daishonin scrive: «Chi non ha concepito il desiderio della via, non potrà mai liberarsi dalle sofferenze di nascita e morte. Il Budda Shakyamuni, signore degli insegnamenti, fu perseguitato da tutti i seguaci degli insegnamenti non buddisti e fu additato come uomo di grande malvagità. Il Gran Maestro T’ien-t’ai fu considerato un acerrimo nemico dalle tre scuole del sud e dalle sette scuole del nord, e in Giappone il monaco Tokuitsu lo accusò di usare la sua lingua di tre pollici per distruggere il corpo di cinque piedi del Budda. Il Gran Maestro Dengyo fu disprezzato da quelli di Nara che dicevano: “Saicho non è mai stato nella capitale della Cina T’ang!”. Ma subirono tutte queste ingiurie a causa del Sutra del Loto e quindi non ne furono disonorati. Essere lodato dagli stupidi: questa è la più grande vergogna» (RSND, 1, 260).
Gli ostacoli che si incontrano nel corso della propagazione del Sutra del Loto, il corretto insegnamento del Buddismo, sono motivo di onore per tutti gli autentici praticanti.
In termini moderni le critiche nei confronti di Dengyo, di cui si parla nel passo del Gosho, potrebbero essere quelle fatte da coloro che danno eccessiva importanza al potere, al prestigio e alla formazione accademica e disprezzano chi non è a conoscenza delle ultime novità nel campo della cultura. Dengyo veniva odiato e attaccato perché praticava correttamente il Sutra del Loto. Una delle critiche a lui dirette era che, quando era andato in Cina, non aveva studiato nella capitale ma in una sperduta località priva di rilievo culturale, il monte T’ien-t’ai, e che per questo motivo la dottrina che egli sosteneva non era corretta.
Ma Dengyo e i suoi discepoli confutarono ciò, dicendo che non è importante dove si studia, ma quale maestro e quali insegnamenti incontriamo. Sapendo che il Sutra del Loto è la massima espressione del Buddismo, Dengyo scelse consapevolmente di studiare con i maestri che conoscevano la dottrina T’ien-tai ortodossa. Non era minimamente mosso dal desiderio di far colpo sugli altri, voleva semplicemente imparare la verità del Buddismo.
Anche oggi ci sono persone che guardano dall’alto in basso chi non si è laureato in una università famosa. Questo è un comportamento sbagliato, basato sull’arroganza. Nel regno della fede nel Buddismo di Nichiren Daishonin, la propria formazione accademica e la posizione sociale non sono importanti. Ciò che conta è la fede di una persona, la sua dedizione a kosen-rufu. Gli anni trascorsi lottando instancabilmente per kosen-rufu sono una formazione accademica superiore a qualsiasi altra. E questo è anche lo spirito del Daishonin.
Una volta, parlandomi del significato dell’”Università Toda”, il mio maestro citò l’esperienza di studio di Dengyo in Cina. Da giovane avevo lasciato le scuole serali per aiutare Toda nei suoi affari che versavano in cattive acque. Toda mi chiese di costruire le fondamenta di kosen-rufu e in cambio promise che mi avrebbe insegnato tutto ciò che occorreva sapere. Le sue lezioni private, che io soprannominai “Università Toda”, durarono un po’ più di dieci anni. Spesso di domenica andavo a casa sua e studiavo dalla mattina alla sera.

L’università di maestro e discepolo

Lo storico britannico Arnold J. Toynbee (1889-1975) mi disse al termine del nostro dialogo (nel maggio 1973): «Personalmente ho ricevuto un certo numero di dottorati onorari dalle università di tutto il mondo e sono certo che lei ne riceverà molti di più» e, proprio come aveva predetto, in qualità di vostro rappresentante ho ricevuto un totale di duecentoquarantadue onorificenze accademiche. Ritengo che sia interamente dovuto agli studi e all’addestramento dell’”Università Toda”.
Inoltre la Soka Gakkai è una organizzazione di persone comuni. Guardandomi indietro, sento che il non aver frequentato un’università famosa in quei giorni di lotta, ma l’aver invece studiato direttamente con Toda, è stata una sorta di lezione non verbale del mio maestro, che mi diceva di proteggere quella cittadella della gente comune che è la Soka Gakkai e assicurarmi che i leader della nostra organizzazione non diventassero mai dispotici e autoritari. Toda era davvero un insegnante superlativo.
Studiare e praticare l’insegnamento corretto del Buddismo con un autentico maestro di kosen-rufu è in perfetto accordo con l’essenza del Buddismo. Non c’è sentiero più nobile che trascorrere la gioventù studiando nella nostra “università” Soka di maestro e discepolo.

Costruire una società pacifica

L’azione è la caratteristica distintiva della gioventù. Diceva Toda: «Tradiremmo lo spirito di Nichiren Daishonin di “assicurare la pace nel paese attraverso l’adozione dell’insegnamento corretto” se ignorassimo le sofferenze della società e ci chiudessimo nel mondo della religione, accontentandoci di stare seduti in pace a recitare Daimoku. La pratica del Buddismo consiste nella lotta per eliminare la sofferenza e la disperazione dal mondo, per difendere la dignità e i diritti umani e per costruire una società pacifica».
Il clero ha perso di vista questo impegno sociale del Buddismo. Toda sottolineava l’importanza di conquistarsi la fiducia e l’affetto della gente e lavorare in mezzo a essa, ed era il primo a prendere l’iniziativa in questo senso. Diceva anche: «Non bisogna aver paura dell’autorità. Non bisogna aver paura di nessuno, chiunque esso sia. La paura dell’autorità conduce alla distruzione della democrazia e, se ciò accadesse, sarebbe una tragedia per le persone comuni, che soffrirebbero per questo. Fondamentalmente la sovranità appartiene al popolo». Lo scopo della attività della Soka Gakkai è aiutare le persone a diventare sagge e a prendere coscienza del loro potere. Questo è il messaggio che i nostri massimi responsabili dovrebbero sempre tenere a mente.

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