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Un viaggio da continuare insieme - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:36

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Un viaggio da continuare insieme

«C’è ancora tanto di quel potere del Budda da far emergere! C’è tanta di quella saggezza del Budda che ancora non avete fatto sgorgare!» scrive Daisaku Ikeda in questo saggio ispirato all’ottantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai. E ricorda che il segreto è continuare su questo cammino «giorno dopo giorno e mese dopo mese»

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«C’è ancora tanto di quel potere del Budda da far emergere! C’è tanta di quella saggezza del Budda che ancora non avete fatto sgorgare!» scrive Daisaku Ikeda in questo saggio ispirato all’ottantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai. E ricorda che il segreto è continuare su questo cammino «giorno dopo giorno e mese dopo mese»

Nel cielo azzurro dell’ottantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai si è levata l’alba luminosa.
Sento risuonare la poesia di Walt Whitman: «A piedi, con cuore leggero, inizio a percorrere la grande strada […]. Partiamo! Chiunque tu sia, unisciti a me, intraprendiamo questo viaggio!». Noi miglioriamo quanto più avanziamo. La strada di fronte a noi si apre quanto più camminiamo, la Gakkai avanzerà per l’eternità. Costruiamo la grande strada della felicità, della pace e della vittoria in tutto il mondo.
In occasione di un Capodanno, da Minobu, Nichiren Daishonin inviò una lettera rivolta a tutti i suoi discepoli: «Ti porgo i miei migliori auguri di Capodanno. Possiate tu e tutti gli altri godere di suprema felicità e fortuna» (Sulla relativa superiorità delle scuole Tendai e della Vera Parola, WND, 2, 523).
Nello stesso Gosho Nichiren scrive: «Nelle questioni che riguardano la verità, sia nell’ambito religioso che in quello secolare, la cosa più importante è determinare ciò che è superiore e ciò che è inferiore; tanto coloro che vivono nel mondo secolare quanto coloro che abbracciano la vita religiosa devono sapere cos’è primario e cos’è soltanto secondario» (Ibidem). Nel mondo secolare come nel Buddismo, l’essenza sta nel vincere o perdere. Il Buddismo e la vita si basano sulla vittoria o la sconfitta. Ogni giorno, ogni anno è decisivo. Dobbiamo assolutamente vincere, vinciamo senza riserve perché questa fede ci permette di vincere sicuramente.
Anche quest’anno – che segna l’ottantesimo anniversario della fondazione della Gakkai – vinciamo utilizzando la strategia del Sutra del Loto. Ottanta è il numero esatto dei segni minori che caratterizzano i Budda e i bodhisattva. Il Daishonin giunse a comprendere che questi attributi si trovano nella vita del comune mortale. In un Gosho scrive: «Le trentadue caratteristiche e gli ottanta segni minori del Budda non sono separati dal corpo che abbiamo ricevuto dai nostri genitori, soggetto ai vari vincoli. Ciò significa che si può conseguire la Buddità nella forma presente» (GZ, 814).
La nostra vita ha in sé, inerente, il potere di manifestare la natura illuminata, questa è l’essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin. In base a questo principio fondamentale, i “segni minori del Budda” (vedi DB, 537) brillano nella vita di tutti voi che state lottando per realizzare kosen-rufu. Ad esempio, uno di questi ottanta segni minori è «un corpo fresco e agile» per chi lo osserva, e anche i comuni mortali che hanno un cuore malvagio si rallegrano nel vederlo. Chi lo possiede riesce a far sì che tutti lo sostengano, come i membri della Divisione donne, che sono il sole di Soka. «Tratta ugualmente tutti gli esseri senzienti», proprio come le colonne dorate della Divisione uomini che illuminano la società e avanzano a testa alta. «Un corpo pulito», poi, si riferisce alle parole del Sutra del Loto riguardo ai “fiori di loto che si trovano nello stagno” e significa che in questo mondo malvagio non si lasciano contaminare da niente, proprio come le fresche giovani donne che fanno fiorire i fiori di Kayo.
«Ha denti bianchi» si riferisce ai giovani uomini e agli studenti, giovani leoni, che confutano gli insegnamenti errati e trasmettono l’insegnamento corretto.
Quanto è nobile e degna di rispetto la vita di tutti voi che recitate Daimoku e vi dedicate a kosen-rufu. C’è ancora tanto di quel potere del Budda da far emergere! C’è tanta di quella saggezza del Budda che ancora non avete fatto sgorgare! Quest’anno in cui cade l’ottantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai, è l’anno in cui ognuno deve far emergere il più possibile lo stato vitale del Budda insito nella propria vita. Non c’è motivo di preoccuparsi. Anzi, facciamo brillare nella nostra vita gli ottanta segni minori del Budda.

L’alba del primo giorno
fa sorgere nel cuore giovane
l’aurora
.

Cinquant’anni fa, la mattina del primo gennaio, la mia famiglia e io, nella nostra piccola casa, tutti insieme celebrammo Gongyo di Capodanno. In quel momento io e mia moglie promettemmo di realizzare un nuovo anno di vittorie. Pregammo con tutti noi stessi affinché ogni membro, nessuno escluso, potesse richiamare più che mai la propria fede e la felicità, realizzando uno sviluppo dinamico.
Recitammo Daimoku perché in Giappone e in tutto il mondo non ci fossero terremoti, per la pace e la tranquillità. Tutto inizia dalla preghiera. La preghiera offerta il primo giorno dell’anno nuovo dovrebbe scorrere nelle nostre azioni quotidiane, come il sangue nelle vene.
L’essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin è “l’ichinen di causa ed effetto”. Nel momento stesso in cui stabiliamo un’irremovibile determinazione nella profondità della nostra vita, abbiamo già vinto, simultaneamente realizziamo la vittoria assoluta.
Sul primo numero del quotidiano Seikyo di quell’anno, scrivevo: «Dedica del nuovo anno. Mi auguro che ognuno durante Gongyo del 31 dicembre possa dichiarare al Gohonzon che è stato un anno in cui, grazie alla pratica buddista, ha potuto migliorarsi e crescere».
Il 3 maggio dello stesso anno, in quanto diretto discepolo del maestro Toda, fui nominato terzo presidente della Soka Gakkai. Aprendo una nuova strada del movimento di kosen-rufu a livello mondiale, al termine di quell’anno dichiaravo al mio maestro, con profondo senso di gratitudine, di aver vissuto un anno di vittorie e di essere determinato a realizzare un ulteriore salto di qualità nell’anno a venire.
È trascorso mezzo secolo da allora. Adesso tanti giovani discepoli sono emersi, alzandosi con passione. Ho determinato in cuor mio che alla fine del 2010 – cinquantesimo anniversario dalla mia nomina a terzo presidente – potrò dedicare al mio maestro le seguenti parole: «Maestro Toda, i nostri giovani successori hanno adornato l’anno dell’ottantesimo anniversario con una magnifica vittoria. Le fondamenta del futuro di kosen-rufu sono più che solide!».
Fin dal primo numero del quotidiano Seikyo, nel 1965, ho voluto la pubblicazione a puntate del romanzo La rivoluzione umana animato dalla decisione di dedicarmi alla pace. Con questo Capodanno sono felice di poter festeggiare anche il quarantacinquesimo anniversario di quell’impresa. E desidero esprimere dal profondo del cuore la mia gratitudine a tutti voi lettori che mi avete sostenuto con tanto calore.
Il tema portante del romanzo è lo stesso dell’attuale serie La nuova rivoluzione umana: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità».
Il mio maestro, Josei Toda, era solito accogliere il nuovo anno con una sfilza di solidi obiettivi e fresche determinazioni: «Quest’anno ce la metterò tutta» diceva, e così affrontava la vetta che gli si stagliava davanti. Ogni anno è stato per lui come una grandiosa rappresentazione della rivoluzione umana.
Anch’io, ora più che mai, sono deciso a “mettercela tutta quest’anno!”. Il Daishonin ci esorta a essere coscienti della nostra profonda missione quando scrive: «Il fatto che tu sia sopravvissuto fino a ora è perché tu possa affrontare questa prova» (Risposta a Yasaburo, RSND, 1, 735).
La non dualità di maestro e discepolo significa prendere come modello e fonte d’ispirazione la condizione vitale senza limiti del maestro e impegnarsi “giorno dopo giorno e mese dopo mese” a realizzare la propria rivoluzione umana. Attraverso la propria rivoluzione umana, ognuno di noi può influenzare la società e contribuire in questo modo alla felicità e alla pace.
Il poeta inglese Alexander Pope affermò che è necessario per il bene di tutti che ogni singola persona si rafforzi; grazie al fatto che il singolo è felice, lo sono anche tutti gli altri. È proprio così. È necessario che ciascuno decida autonomamente di diventare forte e vincere. Qualsiasi cosa facciano gli altri, ciò che conta è il mio comportamento. Per questa ragione vi esorto: «Compagni di fede, quest’anno realizzate una grandiosa storia della vostra rivoluzione umana» e prego per questo con tutte le mie forze.
Quali sono i requisiti per realizzare una grande rivoluzione umana?

  1. Ritornare al punto di origine della relazione tra maestro e discepolo. Nichiren Daishonin scrive: «Il suo maestro è come la terra» (Fiori e frutti, RSND, 1, 808). Anche un minuscolo seme può crescere in modo rivoluzionario, fino a diventare un albero che tocca il cielo. Ciò è possibile perché affonda le sue solide radici nella terra di origine.
  2. Colmi di coraggio, bisogna fare un grande voto. Nichiren Daishonin scrive: «È mio desiderio che tutti i miei discepoli formulino un grande voto» (La Porta del Drago, RSND, 1, 891). Non importa quanto sia dura la realtà, con lo spirito ardente di non rassegnarvi, pregate per un obiettivo importante: il grande voto di kosen-rufu. Questo tipo di coraggio ci permette di superare il nostro piccolo io.
  3. Avanzare con tenacia perpetua. Nel Gosho leggiamo: «Sforzati di raccogliere il potere della fede» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889). Ora più che mai è il momento di far emergere il “cuore del re leone”, di lottare contro l’inerzia, contro la rassegnazione, e di sconfiggere uno a uno i tre ostacoli e i quattro demoni.

C’è una lettera che mia moglie conserva con molta cura, inviatale da una signora di novant’anni che si è impegnata in modo ammirevole nel costruire il “Kansai sempre vittorioso”. Questa signora scrive: «Quando cammino per il mio quartiere, le persone che incontro mi dicono con voce sorpresa: “Ma lei sta proprio bene!”. Allora io rispondo: “È grazie alla mia fede che godo di ottima salute. Nella Soka Gakkai pulsa la relazione di maestro e discepolo, per questo miglioriamo senza sosta. I giovani della Gakkai sono tutti miei amici. Adesso in tutto il mondo ci sono membri della Gakkai e ascoltando le loro esperienze, anche se fisicamente invecchio, il mio spirito rimane giovane”. Dialogando con le persone che incontro, mi impegno sempre a far sì che possano creare un legame con il Buddismo». Le madri della Soka Gakkai sono veramente nobili di spirito.

Con passo maestoso
danzate vivacemente
lungo la strada della vittoria.

Yoshitsune Minamoto fece la sua apparizione sul palcoscenico della storia nel 1180. Aveva ventidue anni. Fu considerato un grande generale grazie alla sua tattica, sempre all’attacco. Non indietreggiava mai di un solo passo. Aveva il coraggio e la capacità di sfidare tutti i preconcetti, ottenendo ciò che gli altri ritenevano impossibile. Queste qualità lo resero famoso.
Adesso al mio fianco ho i valorosi generali della Legge mistica, i membri della Divisione giovani uomini e della Divisione studenti e ho al mio fianco le giovani donne del Kayo-kai, impegnate ad ampliare la loro cerchia di amicizie in tutto il mondo.
Cento anni fa, quando nacque il mio maestro Josei Toda, ci fu una giovane che esclamò con risolutezza: «Come si può pretendere di vincere senza lottare? Come si può pretendere di ottenere qualcosa senza ricercarla?». Queste parole sono di Raden Adjeng Kartini (vedi NR, 428, 9), una donna che si dedicò all’emancipazione femminile in Indonesia. Kartini era una donna che aveva la forza di superare qualsiasi avversità della vita. Miei giovani, mie giovani amiche, è giunta la vostra epoca. Con energia e vigore, vi prego di dare inizio alle vostre grandiose lotte.
Nel mese di gennaio di quest’anno si celebra il centocinquantesimo anniversario della nascita dello scrittore russo Anton Cechov che disse: «Avanziamo! Mirando a quella stella che brilla laggiù, continuiamo ad avanzare!». La prima stella della vittoria completa è quella dei giovani.
Wolfgang Goethe era solito affermare che al suo fianco voleva i giovani, e ai suoi discepoli riferiva le parole di Napoleone: «Aprite la strada alle persone di valore!». Egli parlava spesso dell’importanza di far crescere giovani capaci offrendo loro l’opportunità di esercitare il proprio talento. Ora anch’io desidero esortarvi dal profondo del mio cuore: «Aprite la strada ai giovani!». «Giovani, aprite la grande strada della vittoria!».
Quando avanziamo impavidi, la strada di fronte a noi si apre all’infinito. La strada di kosen-rufu si apre con la vittoria completa di Soka. Avanziamo, miei compagni di fede. Vinciamo, miei amati discepoli.

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