Con la modifica presentata in queste pagine si chiarisce l’essenza della fede e della pratica in modo da rispecchiare più precisamente la realtà attuale del nostro movimento. Di fatto non cambiano i fondamenti della pratica, anzi si riaffermano con decisione i princìpi del Buddismo di Nichiren: le basi essenziali sono sempre la pratica per sé e per gli altri davanti al Gohonzon, mentre portiamo avanti la nostra rivoluzione umana e le attività per costruire la pace e la felicità di tutti.
Si afferma inoltre ciò che già sappiamo: che il nostro oggetto di culto è il Gohonzon, il Daimoku è Nam-myoho-renge-kyo e il santuario è il luogo dove recitiamo Daimoku davanti al Gohonzon.
In particolare, viene ribadito che non esiste un Gohonzon “speciale” che dà potere a tutti gli altri Gohonzon, in riferimento al Dai-Gohonzon custodito dalla Nichiren Shoshu al Taiseki-ji, definito anche il Gohonzon del secondo anno di Koan (1279).
Come scrive il presidente Harada: «Tutti i Gohonzon iscritti dal Daishonin stesso, così come le loro trascrizioni, sono tutti allo stesso modo l’oggetto di culto dell’insegnamento originale» (pag. 11).
Sono passati più di ventitré anni dal 28 novembre 1991, quando il clero della Nichiren Shoshu inviò la “richiesta di scioglimento” della Soka Gakkai, un atto giuridicamente senza valore perché la Gakkai è un istituto autonomo fin dalla sua fondazione (per approfondire vedi Il Buddismo della gente, IBISG, pag. 53). Per noi membri della SGI quella data rappresenta il giorno della nostra “indipendenza spirituale”, un momento di svolta e di grande libertà nella nostra storia (pag. 15).
In questi ventitré anni abbiamo potuto approfondire la fede, la pratica e lo studio del Buddismo, e acquisire ancor più consapevolezza della nostra missione: realizzare il grande desiderio del Budda che tutte le persone diventino felici. Per questo è stato iscritto il Gohonzon. E a questo scopo la Soka Gakkai ha diffuso il Buddismo in tutto il mondo.
Ora siamo entrati nella fase dello “sviluppo dinamico” nella nuova era di kosen-rufu nel mondo, perciò è necessario tornare allo spirito originale di Nichiren Daishonin e far sì che i suoi insegnamenti si diffondano sempre più tra la gente.
In tal senso la revisione di Regole e regolamenti della Soka Gakkai rappresenta una nuova partenza per dare ulteriore slancio al nostro movimento.
Ritornare allo spirito originale di Nichiren Daishonin
Nel novembre 2014 è stato rivisto l’articolo di “Regole e regolamenti della Soka Gakkai” che riguarda i princìpi religiosi. I motivi del cambiamento sono stati spiegati dal presidente della Soka Gakkai Minoru Harada alla Conferenza nazionale dei responsabili di prefettura il 7 novembre 2014. Presentiamo qui un estratto del discorso
di Minoru Harada, presidente della Soka Gakkai – tratto dal Seikyo Shimbun dell’8 novembre 2014

Vorrei parlare della revisione di Regole e regolamenti della Soka Gakkai[ref]Documento legale che descrive la gestione della Soka Gakkai e i suoi princìpi religiosi.[/ref].
Nel novembre 2013, basandoci sulla guida del presidente Ikeda, in concomitanza con l’inaugurazione del Kosen-rufu Daiseido (Palazzo del grande voto di kosen-rufu) a Tokyo, abbiamo aperto una nuova era di kosen-rufu mondiale e intrapreso un gioioso avanzamento del nostro movimento in Giappone e in tutto il mondo.
Finora abbiamo accolto al Kosen-rufu Daiseido membri provenienti da centodue paesi e territori. Con questo flusso costante di persone traboccanti di fede che continuano a riunirsi qui da ogni parte del globo, la Soka Gakkai è davvero entrata in una nuova era di kosen-rufu, una fase di ulteriore e vibrante crescita come religione mondiale.
È superfluo dire che lo sviluppo straordinario di kosen-rufu che vediamo oggi nel mondo è dovuto interamente alle grandi sfide portate avanti dal presidente Ikeda e alla sua lungimirante visione del futuro. Un punto di svolta decisivo c’è stato nel 1991, quando il presidente Ikeda ha colto l’occasione per dichiarare la nostra indipendenza spirituale[ref]Il 29 novembre 1991 il clero della Nichiren Shoshu inviò la “richiesta di scioglimento” della Soka Gakkai, a volte definita “scomunica”, datata 28 novembre. Il 30 novembre, a una riunione di responsabili della Soka Gakkai, il presidente Ikeda definì il 28 novembre come giorno della liberazione spirituale, o giorno dell’indipendenza spirituale per la Soka Gakkai e la SGI, che segnava l’inizio di una nuova era di sviluppo senza precedenti per kosen-rufu (vedi riquadro a pag. 15).[/ref] dal clero della Nichiren Shoshu che “scomunicando” la Soka Gakkai aveva manifestato la sua vera natura di funzione demoniaca che bloccava il progresso di kosen-rufu.
Questo accadeva ventitré anni fa. Grazie alla guida del presidente Ikeda, il movimento di kosen-rufu è progredito in modo straordinario non solo in Giappone, ma in centonovantadue nazioni e aree del mondo.
Negli anni successivi alla separazione dal clero sono entrati a far parte della Gakkai numerosi nuovi membri, nella Divisione giovani sono emersi successori capaci e la crescita del nostro movimento è proseguita senza sosta.
Nel 2015 ricorrono diversi anniversari: l’ottantacinquesimo della fondazione della Soka Gakkai, il cinquantacinquesimo della nomina di Ikeda a terzo presidente, il quarantesimo della fondazione della SGI. La Soka Gakkai sta entrando in una nuova fase del suo sviluppo come religione mondiale. In vista di ciò, è stato deciso di modificare l’articolo 2 sui princìpi religiosi del capitolo 1 di Regole e regolamenti della Soka Gakkai.
Lo scopo di questa revisione è quello di chiarire l’identità della Soka Gakkai come organismo religioso indipendente e rendere il contenuto di questo articolo più adeguato alla nuova era di kosen-rufu mondiale, in modo che rifletta l’attuale realtà e la pratica della fede della Soka Gakkai.
La revisione è stata adottata dal Consiglio esecutivo della Soka Gakkai dopo aver seguito l’iter prescritto dalle procedure dell’organizzazione.
La versione precedente dell’articolo 2 del capitolo 1 recitava:
«Questa Associazione onora Nichiren Daishonin come Budda originale dell’Ultimo giorno della Legge. Essa crede e accetta il Dai-Gohonzon delle tre grandi Leggi segrete affidato a tutto Jambudvipa [il mondo intero], si basa sugli scritti di Nichiren Daishonin e cerca di realizzare come obiettivo principale l’ampia propagazione del Buddismo di Nichiren Daishonin in tutto Jambudvipa, adempiendo così al mandato del Daishonin».
Questa versione dell’articolo era stata adottata nel 2002.
A quel tempo, in considerazione della sensibilità dei membri che avevano praticato con sincerità nel periodo in cui clero e laici erano uniti, e anche alla luce di vari fattori storici, era stato spiegato che l’espressione «Dai-Gohonzon delle tre grandi Leggi segrete affidato a tutto Jambudvipa [il mondo intero]» si riferiva al Dai-Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279).
La versione rivista dell’articolo 2 del capitolo 1 è la seguente:
«Questa Associazione onora Nichiren Daishonin come Budda originale dell’Ultimo giorno della Legge. Essa crede nelle tre grandi Leggi segrete che concretizzano la Legge fondamentale di Nam-myoho-renge-kyo, recita al Gohonzon il Daimoku che comprende la pratica per sé e per gli altri, e si basa sugli scritti di Nichiren Daishonin. Si impegna, attraverso il compimento della rivoluzione umana di ogni individuo, a realizzare come suo scopo fondamentale la propagazione mondiale del Buddismo di Nichiren Daishonin, adempiendo così al mandato del Daishonin».
Analizziamo il contenuto della revisione frase per frase.
La frase iniziale: «Questa Associazione onora Nichiren Daishonin come Budda originale dell’Ultimo giorno della Legge» rimane invariata.
Di seguito troviamo la frase: «Essa crede nelle tre grandi Leggi segrete che concretizzano la Legge fondamentale di Nam-myoho-renge-kyo».
Nichiren Daishonin ha rivelato Nam-myoho-renge-kyo come la Legge fondamentale inerente a tutte le vite e all’universo. Per far sì che tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge potessero conseguire la Buddità, il Daishonin ha dato un’espressione concreta [di Nam-myoho-renge-kyo] attraverso le tre grandi Leggi segrete: l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, il Daimoku dell’insegnamento originale e il santuario dell’insegnamento originale (vedi riquadro nella pagina precedente).
Tutti i Gohonzon – mandala in ideogrammi che rappresentano i dieci mondi – iscritti dal Daishonin stesso per l’umanità intera, così come le loro trascrizioni, sono tutti allo stesso modo l’oggetto di culto dell’insegnamento originale che concretizza la Legge fondamentale di Nam-myoho-renge-kyo. La recitazione di Nam-myoho-renge-kyo davanti all’oggetto di culto dell’insegnamento originale è il Daimoku dell’insegnamento originale, e il luogo dove si recita questo Daimoku è il santuario dell’insegnamento originale. La revisione rende chiaro che noi praticanti della Soka Gakkai abbiamo fede in questo insegnamento di Nichiren Daishonin.
L’essenza della fede: la pratica per sé e per gli altri
La frase successiva, in questa revisione, è: «Recita al Gohonzon il Daimoku che comprende la pratica per sé e per gli altri».
In considerazione del fatto che stiamo passando velocemente dall’apertura di una nuova era di kosen-rufu mondiale a una rinnovata fase di sviluppo dinamico, vorrei riconfermare i punti essenziali della fede.
Il Buddismo di Nichiren Daishonin è aperto a tutti, e le tre grandi Leggi segrete devono essere accessibili a ogni individuo per la pratica della sua fede.
Il concetto che esista in un luogo particolare un “santuario speciale” dove è custodito il Gohonzon fondamentale, e che tutti gli altri Gohonzon hanno efficacia solo se collegati a quel Gohonzon – come se esso fungesse da generatore di corrente a cui tutti gli altri debbano essere connessi per poter funzionare – è una visione del Gohonzon che può solo ostacolare il progresso del nostro movimento per kosen-rufu mondiale nel presente e nel futuro.
Nel Buddismo del Daishonin l’essenza della fede è credere nelle tre grandi Leggi segrete che concretizzano la Legge fondamentale di Nam-myoho-renge-kyo.
In termini concreti, quindi, è la nostra pratica per sé e per gli altri che comprende l’”accettare e sostenere” il Gohonzon, e propagarlo con il desiderio di realizzare kosen-rufu: in altre parole è la nostra attività quotidiana nella Soka Gakkai. Quindi, nell’articolo modificato, l’essenza della fede è stata espressa come «recita al Gohonzon il Daimoku che comprende la pratica per sé e per gli altri».
L’espressione sopracitata “accettare e sostenere” – che riflette l’insegnamento del Daishonin secondo il quale “accettare e sostenere” il Gohonzon è di per sé osservare la propria mente, cioè ottenere l’Illuminazione (vedi DB, 536) – significa far emergere lo stato vitale di Buddità insito nelle nostre vite, credendo nel Gohonzon e recitando Daimoku davanti a esso che rappresenta la Legge fondamentale di Nam-myoho-renge-kyo. Il potere del Gohonzon si manifesta attraverso la nostra pratica per sé e per gli altri.
Il vessillo della propagazione
Il Gohonzon è definito dal Daishonin come «il vessillo della propagazione del Sutra del Loto» (Il reale aspetto del Gohonzon, RSND, 1, 737); in altri termini è il Gohonzon per far sì che tutte le persone possano ottenere l’Illuminazione, il Gohonzon per realizzare kosen-rufu.
Il potere del Gohonzon si manifesta nel momento in cui preghiamo davanti a esso con fede, basandoci sul voto per kosen-rufu.
Per concretizzare il desiderio del Daishonin di realizzare kosen-rufu, in passato la Soka Gakkai, unendosi alla Nichiren Shoshu nell’armoniosa unità di preti e laici, ha abbracciato e accettato il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279)
[ref]Con “Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279)” si intende quello finora chiamato “Dai-Gohonzon”, iscritto il 12 ottobre 1279, n.d.r.[/ref]
.
Ma il clero della Nichiren Shoshu è diventato corrotto e degenerato; abusando dell’autorità clericale ha mancato di rispetto e denigrato i credenti laici, e infine è arrivato a “scomunicare” la Soka Gakkai.
Con l’assunzione della posizione di patriarca da parte di un impostore [Abe Nikken], la validità di quel ruolo è stata distrutta per sempre, e il cosiddetto lignaggio dei patriarchi sul quale si basa la Nichiren Shoshu è stato interrotto. La scuola della Nichiren Shoshu con sede al Taiseki-ji è divenuta un centro di offesa alla Legge e non ha più alcuna relazione con la Soka Gakkai, che sta continuando a impegnarsi per la realizzazione di kosen-rufu su scala mondiale.
Da quando la Soka Gakkai ha ottenuto la sua indipendenza spirituale, i membri hanno cessato di partecipare al pellegrinaggio al Taiseki-ji e quindi non hanno più pregato davanti al Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279).
Attraverso la preghiera per sé e per gli altri davanti al Gohonzon custodito nelle loro case hanno ricevuto immensi benefici di fede, hanno trasformato il proprio karma, realizzato la propria rivoluzione umana e dimostrato la prova concreta dell’espansione del nostro movimento in tutto il mondo. Questa è l’esperienza concreta realizzata dai membri della Soka Gakkai attraverso la loro pratica.
Il Gohonzon per la realizzazione di kosen-rufu
La Soka Gakkai è l’organizzazione che ha ereditato l’intento e il mandato del Budda e sta portando avanti il voto del Daishonin di realizzare kosen-rufu in tutto il mondo.
Basandosi su questa consapevolezza e sul senso di responsabilità che ne deriva, la Soka Gakkai designa il Gohonzon per la realizzazione di kosen-rufu. Perciò, il Gohonzon citato nella nuova versione dell’articolo 2 del capitolo 1 si riferisce al Gohonzon riconosciuto dalla Soka Gakkai come oggetto di culto da “accettare e sostenere”. La Soka Gakkai non considera più il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279) e situato nel Taiseki-ji diventato un centro di offesa alla Legge come l’oggetto di culto da “accettare e sostenere” in termini di pratica concreta. In questo momento in cui stiamo entrando nella nuova era di kosen-rufu mondiale, desidero chiarire questo punto per il bene del futuro.
La rivoluzione umana di ognuno
Nella revisione dell’articolo 2 la frase: «Si basa sugli scritti di Nichiren Daishonin» rimane invariata.
L’ultima frase recita: «Si impegna, attraverso il compimento della rivoluzione umana di ogni individuo, a realizzare come suo scopo fondamentale la propagazione mondiale del Buddismo di Nichiren Daishonin, adempiendo così al mandato del Daishonin».
Il tema principale del romanzo di Daisaku Ikeda La rivoluzione umana è: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità».
Poiché la propagazione mondiale del Buddismo di Nichiren Daishonin – ossia kosen-rufu mondiale – può essere realizzata solo attraverso il conseguimento della Buddità in questa esistenza da parte di ogni singolo individuo – in altre parole attraverso la realizzazione della rivoluzione umana di ciascuno – è stata aggiunta la frase: «attraverso il compimento della rivoluzione umana di ognuno».
La frase: «La propagazione mondiale del Buddismo di Nichiren Daishonin» sostituisce, in termini moderni, l’espressione arcaica «l’ampia propagazione del Buddismo di Nichiren Daishonin in tutto Jambudvipa», precedentemente utilizzata nell’articolo.
Queste sono le ragioni su cui si basa la modifica dell’articolo 2 del capitolo 1.
Una nuova partenza
Questa revisione chiarisce l’essenza della fede e della pratica della Soka Gakkai ritornando allo spirito originale del Buddismo del Daishonin. In quanto tale, la base su cui si è fondata l’attività della Soka Gakkai fino a ora – i membri che praticano per sé e per gli altri davanti al loro Gohonzon personale, portando avanti la propria rivoluzione umana e facendo avanzare il movimento di kosen-rufu nel mondo – rimarrà la stessa, senza alcun cambiamento rispetto al passato.
Nel 2015 ricorre il quarantesimo anniversario della fondazione della SGI. Sarà anche un anno importante nel quale sarà completata la seconda campana della seconda serie delle sette campane[ref]Sette campane: periodi di sette anni che scandiscono il progresso della Soka Gakkai. Vedi anche NR, 508, 11. La seconda serie è iniziata nel 2001 e terminerà nel 2050.[/ref] e inizierà la terza.
Avendo così ulteriormente consolidato la nostra struttura come religione mondiale nel senso più autentico, sforziamoci ancor più per uno sviluppo dinamico del nostro movimento, basandoci sulle guide del presidente Ikeda.
Diamo inizio a una nuova partenza, rinnovando il nostro voto di realizzare kosen-rufu nel mondo.
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Le tre grandi Leggi segrete
Le tre grandi Leggi segrete sono tre princìpi essenziali che Nichiren Daishonin stabilì per permettere a tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge di conseguire la Buddità. Esse sono: l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, il Daimoku dell’insegnamento originale e il santuario dell’insegnamento originale. “Insegnamento originale” si riferisce all’insegnamento di Nam-myoho-renge-kyo. Sono chiamate “segrete” perché sono implicite nel capitolo “Durata della vita del Tathagata” del Sutra del Loto e rimasero sconosciute fino a che Nichiren non le rivelò.
Nichiren le considerava la concretizzazione di Nam-myoho-renge-kyo, la Legge mistica a cui si era risvegliato, cioè l’insegnamento che il Budda Shakyamuni aveva trasmesso nel Sutra del Loto al Bodhisattva Pratiche Superiori: egli descrive la sua missione di diffondere questo insegnamento come quella del Bodhisattva Pratiche Superiori.
Le tre grandi Leggi segrete rappresentano l’espressione da parte di Nichiren della Legge mistica in una forma accessibile che tutte le persone possono facilmente praticare e attraverso la quale possono attivare lo stato di Buddità inerente alla loro vita.
Egli associava le tre grandi Leggi segrete ai tre tipi di insegnamento formulati nel Buddismo: precetti, meditazione e saggezza. Specificamente, l’oggetto di culto corrisponde alla meditazione, il santuario ai precetti e il Daimoku alla saggezza.
Nichiren espresse il supremo stato vitale della Buddità in forma concreta nell’”oggetto di culto”, il Gohonzon, come uno specchio che permette a tutte le persone di percepire e far emergere da dentro di sé lo stesso stato vitale. Invece di meditare su un concetto astratto o sul funzionamento della mente possiamo attivare direttamente il nostro potenziale illuminato concentrandoci sul Gohonzon mentre recitiamo Nam-myoho-renge-kyo.
“Santuario” è la traduzione della parola giapponese kaidan, che letteralmente significa “palco dei precetti”; tradizionalmente è il luogo in cui le persone fanno formalmente voto di osservare i precetti buddisti. Il termine “precetti” nel Buddismo implica prevenire l’errore e porre fine al male. Negli insegnamenti di Nichiren esiste un unico precetto, che consiste nel recitare Nam-myoho-renge-kyo con fede nel Gohonzon per la propria felicità e quella degli altri. Perciò qualsiasi luogo in cui è custodito il Gohonzon e dove si pratica con il voto di diffondere la Legge mistica, cioè realizzare kosen-rufu, è il santuario dell’insegnamento originale.
Il Daimoku o Nam-myoho-renge-kyo è il nome della natura di Budda inerente a ogni forma di vita, la fonte inesauribile di saggezza che intrinsecamente possediamo. Recitare Daimoku pregando per la nostra felicità e per quella degli altri ci permette di risvegliare e attivare quella saggezza e di metterla in pratica nella nostra vita quotidiana e nelle nostre attività buddiste.
(tratto da World Tribune)
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Sulla revisione di “Regole e regolamenti della Soka Gakkai”
In questo articolo tratto dal Seikyo Shimbun, si approfondisce il significato di questa revisione, fornendo ulteriori commenti riguardo alle ragioni che sottendono questo cambiamento
A cura del Dipartimento di studio della Soka Gakkai, tratto dal Seikyo Shimbun del 29 e 30 gennaio 2015
Introduzione
Il 7 novembre scorso l’articolo 2 del capitolo 1 di Regole e regolamenti della Soka Gakkai sui princìpi religiosi è stato così modificato:
«Questa Associazione onora Nichiren Daishonin come Budda originale dell’Ultimo giorno della Legge. Essa crede nelle tre grandi Leggi segrete che concretizzano la Legge fondamentale di Nam-myoho-renge-kyo, recita al Gohonzon il Daimoku che comprende la pratica per sé e per gli altri, e si basa sugli scritti di Nichiren Daishonin. Si impegna, attraverso il compimento della rivoluzione umana di ogni individuo, a realizzare come suo scopo fondamentale la propagazione mondiale del Buddismo di Nichiren Daishonin, adempiendo così al mandato del Daishonin».
Il presidente Harada ha spiegato che l’intento di questa revisione, alla luce dello sviluppo globale di kosen-rufu realizzato a partire dalla nostra indipendenza spirituale dal clero della Nichiren Shoshu (vedi riquadro a pag. 15), è di «chiarire l’identità della Soka Gakkai come organismo religioso indipendente» e «rendere il contenuto di questo articolo più adeguato alla nuova era di kosen-rufu mondiale» (vedi pag. 10).
«L’identità della Soka Gakkai come organismo religioso indipendente» è, come indica la suddetta revisione, quella di un’organizzazione che si dedica instancabilmente alla realizzazione di kosen-rufu mondiale, l’intento e il mandato del Budda, attraverso l’impegno di ogni singolo praticante a seguire le guide dei primi tre presidenti della Soka Gakkai e a compiere la propria rivoluzione umana attraverso la pratica per sé e per gli altri del Buddismo di Nichiren.
Perciò è del tutto naturale che, in base a questo impegno e a questa missione, la Soka Gakkai si occupi in maniera responsabile delle questioni pratiche che possono sorgere nel presente e nel futuro con il mutare dei tempi e dello sviluppo continuo del movimento di kosen-rufu.
I primi tre presidenti della Soka Gakkai, in particolare il presidente Ikeda, hanno dato risposta a molte di tali questioni nel corso del processo di apertura della strada per kosen-rufu.
Per citare alcuni esempi, alla riunione generale di centro della Soka Gakkai del maggio 1970 il presidente Ikeda affermò: «Kosen-rufu non è una destinazione finale, ma il processo che fa pulsare in maniera vibrante nella società gli insegnamenti del Buddismo di Nichiren».
A quella riunione, riferendosi a un’idea sottoscritta da alcuni preti della Nichiren Shoshu, egli ribadì la sua convinzione che non si dovesse più utilizzare l’espressione “santuario nazionale”
[ref]Con questa denominazione lo Sho Hondo rischiava di assurgere a simbolo nazionalistico, effetto che Daisaku Ikeda voleva assolutamente evitare. Per un’analisi più approfondita di questo argomento, vedi La nuova rivoluzione umana, esperia, vol. 5, cap. 4, pag. 235 e vol. 14, cap. 4, pag. 255.[/ref]
. Affermò che l’istituzione di un tale santuario doveva essere considerata [non come qualcosa creato dallo Stato ma] come qualcosa da realizzare attraverso il consenso di tutti i credenti e cioè della popolazione. Cercò così di evitare inutili fraintendimenti nell’opinione pubblica durante il processo di propagazione del Buddismo di Nichiren in Giappone, un paese nel quale la Costituzione garantisce la libertà di fede religiosa.
Inoltre, nei suoi libri La vita del Budda: un’interpretazione biografica e Buddismo: il primo millennio, pubblicati a puntate in Giappone a partire dal 1972, il presidente Ikeda analizzò a fondo le origini del Buddismo, presentando i risultati delle ultime ricerche riguardanti gli eventi storici della vita di Shakyamuni e la data di compilazione del Sutra del Loto. In queste opere esaminò il lignaggio ortodosso del Buddismo, accettando la tesi degli studiosi buddisti che colloca la data di compilazione del Sutra del Loto attorno al primo secolo
[ref]Per un’analisi più approfondita di questo argomento vedi La saggezza del Sutra del Loto, esperia, vol. 1, 2014 (sottotitolo: “Un Sutra del Loto universale”), pagg. 67-68.[/ref]
.
Come indicano questi esempi, è del tutto normale che la Soka Gakkai, l’organizzazione che sta lavorando per kosen-rufu su scala globale, riesamini le interpretazioni dottrinali allo scopo di rispondere alle questioni che sorgono nel corso dello sviluppo del nostro movimento. Prendere in considerazione le visioni di diverse culture e filosofie e incorporare dati provenienti da studi accettati e documentati, offrendo così una filosofia che permetta a tutti gli esseri umani di ottenere l’Illuminazione nell’epoca presente, è esattamente la nostra missione come organizzazione che si dedica attivamente alla realizzazione di kosen-rufu mondiale.
Ciò contrasta nettamente con l’atteggiamento del clero della Nichiren Shoshu, che si accontenta di attaccarsi a interpretazioni dottrinali arcaiche e non dimostra né interesse né senso di responsabilità per lo sviluppo concreto di kosen-rufu.
La recente revisione di Regole e regolamenti della Soka Gakkai è avvenuta ventitré anni dopo la dichiarazione di indipendenza spirituale della Soka Gakkai dal clero della Nichiren Shoshu. Il suo obiettivo è chiarire e sistematizzare le spiegazioni dottrinali tradizionali per ritornare allo spirito originale degli insegnamenti di Nichiren, allo scopo di rispondere alle necessità di un’epoca di continua crescita del movimento di kosen-rufu mondiale.
Non si tratta di un cambiamento della dottrina, ma di un cambiamento nel modo di interpretare le dottrine del Buddismo di Nichiren.
Inoltre, nei quarant’anni intercorsi dalla pubblicazione di La vita del Budda: un’interpretazione biografica le ricerche negli studi buddisti sono andate avanti.
In concomitanza con la recente revisione di Regole e regolamenti, faremo ulteriori sforzi per fare passi avanti nello sviluppo di un sistema dottrinale ancor più universale per la Soka Gakkai, incorporando i risultati delle ultime ricerche e riesaminando attentamente le interpretazioni del ventiseiesimo patriarca Nichikan (1665-1726) e altri documenti che tramandano l’eredità degli insegnamenti del Daishonin.
1. Le tre grandi Leggi segrete
Nichiren Daishonin identifica gli insegnamenti “segreti” (o Leggi) lasciati in eredità da T’ien-t’ai, Dengyo e altri dopo la morte di Shakyamuni con «l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, il santuario dell’insegnamento originale e i cinque caratteri del Daimoku dell’insegnamento originale» (RSND, 2, 462)[ref]Con “insegnamento originale” qui si intende l’insegnamento di Nam-myoho-renge-kyo e non gli ultimi quattordici capitoli del Sutra del Loto. Nichiren Daishonin stabilì questi tre princìpi essenziali per permettere alle persone dell’Ultimo giorno della Legge di conseguire la Buddità. Vedi anche riquadro a pag. 10.[/ref]. E afferma anche: «Quando […] il paese sarà precipitato nel caos, il Bodhisattva Pratiche Superiori e gli altri santi si faranno avanti per stabilire le tre Leggi segrete dell’insegnamento originale, e diffondere Myoho-renge-kyo ampiamente in tutti i quattro continenti e nelle regioni comprese fra i quattro mari! Chi potrebbe mai dubitarne?» (Ibidem, 465).
Il Daishonin rivelò Nam-myoho-renge-kyo come la Legge fondamentale inerente alla vita e all’universo allo scopo di permettere a tutte le persone della malvagia epoca dell’Ultimo giorno della Legge di conseguire la Buddità. Inoltre diede a ciò un’espressione concreta nelle tre grandi Leggi segrete: l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, il Daimoku dell’insegnamento originale e il santuario dell’insegnamento originale.
Con la recente revisione, l’interpretazione delle tre grandi Leggi segrete da parte della Soka Gakkai è stata così chiarita:
«Tutti i Gohonzon – mandala in ideogrammi che rappresentano i dieci mondi – iscritti dal Daishonin stesso per tutta l’umanità, così come le loro trascrizioni, sono tutti allo stesso modo l’oggetto di culto dell’insegnamento originale che concretizza la Legge fondamentale di Nam-myoho-renge-kyo. La recitazione di Nam-myoho-renge-kyo davanti all’oggetto di culto dell’insegnamento originale è il Daimoku dell’insegnamento originale, e il luogo dove si recita questo Daimoku è il santuario dell’insegnamento originale»[ref]Dall’intervento del presidente Harada del 7 novembre 2014, vedi pag. 9.[/ref].
Questa interpretazione si basa sullo spirito originale del Buddismo di Nichiren, che è quello di permettere a tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge di ottenere l’Illuminazione.
Di conseguenza, l’oggetto di culto dell’insegnamento originale comprende il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279)
[ref]Con “Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279)” si intende quello finora chiamato “Dai-Gohonzon”, iscritto il 12 ottobre 1279, n.d.r.[/ref]
ma non è limitato a esso. Perciò non è in alcun modo giustificata la visione ristretta e dogmatica del clero della Nichiren Shoshu secondo la quale nessun Gohonzon è efficace se non ha un legame con il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279), una visione che di fatto viola in maniera evidente e totale gli insegnamenti di Nichiren Daishonin.
Lo scopo dell’apparizione nel mondo di Nichiren Daishonin
Fino alla recente revisione, la Soka Gakkai aveva accettato, in base all’interpretazione della Nichiren Shoshu, la spiegazione che lo scopo dell’apparizione di Nichiren Daishonin nel mondo fosse quello di iscrivere il Gohonzon del secondo anno dell’era Koan (1279). E ciò in base all’unico passo contenuto nel Gosho Le persecuzioni che colpiscono il santo in cui il Daishonin afferma: «Io ho impiegato ventisette anni» (RSND, 1, 884).
[Il passo appare nel seguente contesto: «Il Budda realizzò lo scopo della sua comparsa in poco più di quarant’anni; T’ien-t’ai in trent’anni circa e Dengyo in circa venti. Ho parlato più volte delle persecuzioni indescrivibili che sopportarono in quegli anni. Io ho impiegato ventisette anni e le grandi persecuzioni che ho affrontato durante questo periodo sono ben note a voi tutti» (RSND, 1, 884), n.d.r.].
Tuttavia non vi sono testi o riferimenti storici che colleghino il passo «Io ho impiegato ventisette anni» al Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279). Perciò rileggiamo ancora una volta Le persecuzioni che colpiscono il santo e consideriamo attentamente che cosa il Daishonin intende concretamente quando parla dello scopo della sua apparizione in questo mondo.
A una lettura attenta di questo Gosho emergono i seguenti punti.
Anzitutto, il Daishonin non menziona mai specificamente il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan. Egli si riferisce al Budda Shakyamuni, al Gran Maestro cinese T’ien-t’ai e al Gran Maestro giapponese Dengyo, indicando il numero di anni che ciascuno di loro impiegò per adempiere lo scopo del proprio avvento nel mondo.
Poi il Daishonin afferma: «Io ho impiegato ventisette anni», sottolineando le grandi persecuzioni che aveva subito in quei ventisette anni. Tutti i passi successivi di questo scritto trattano esclusivamente di tali persecuzioni.
Le persecuzioni che colpiscono il santo fu composto il primo giorno del decimo mese del secondo anno dell’era Koan (1 ottobre 1279), dopo che il Daishonin aveva saputo che numerosi contadini suoi discepoli della zona di Atsuhara, arrestati dalle autorità, erano rimasti saldi nella fede, nonostante le minacce di morte.
In questo scritto il Daishonin dà una guida severa nella fede e incoraggia con tutto il cuore i suoi discepoli, in particolare quelli che stavano affrontando persecuzioni in quel momento. In tal senso il riferimento del Daishonin al periodo di “ventisette anni” e l’analisi delle persecuzioni possono essere considerati come una lode per la dedizione altruistica alla propagazione della Legge mistica, anche a costo della vita, che avevano dimostrato i contadini arrestati durante la persecuzione di Atsuhara.
Lo scopo dell’apparizione del Daishonin nel mondo consiste nello stabilire le tre grandi Leggi segrete e nel garantire così una via attraverso cui tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge possono conseguire l’Illuminazione.
Nel trattato Ripagare i debiti di gratitudine il Daishonin identifica nell’oggetto di culto, nel santuario dell’insegnamento originale e nel Daimoku di Nam-myoho-renge-kyo i tre elementi in cui consiste l’insegnamento corretto che «fu lasciato dal Budda per la salvezza di coloro che vivono nell’Ultimo giorno della Legge» (RSND, 1, 658).
Stabilendo questi tre elementi come le tre grandi Leggi segrete egli predice così l’adempimento del suo voto: «Se la compassione di Nichiren è veramente grande e omnicomprensiva, Nam-myoho-renge-kyo si diffonderà per diecimila anni e più, per tutta l’eternità, perché ha il benefico potere di aprire gli occhi ciechi di ogni essere vivente del Giappone e sbarrare la strada che conduce all’inferno di incessante sofferenza. I suoi benefici superano quelli di Dengyo e di T’ien-t’ai e anche quelli di Nagarjuna e Mahakashyapa» (Ibidem).
Quando esaminiamo la vita del Daishonin nella sua interezza, è chiaro che l’enfasi posta sui “ventisette anni” mira esplicitamente a rivelare che nei ventisette anni seguenti alla prima proclamazione del suo insegnamento (28 aprile 1253), in mezzo a grandi persecuzioni suscitate dalla propagazione del Buddismo delle tre grandi Leggi segrete, erano emersi dei comuni seguaci che avevano accettato e sostenuto questo insegnamento rimanendo fedeli alle loro convinzioni a costo della vita.
In tal senso la definizione corretta dello scopo dell’apparizione del Daishonin nel mondo è:
1. Istituire le tre grandi Leggi segrete durante la sua vita, in modo che tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge possano ottenere l’Illuminazione.
2. Fondare il Buddismo della gente, come dimostra la fede invincibile dei contadini suoi seguaci che rimasero fedeli al loro credo a costo della vita durante la persecuzione di Atsuhara. Tutto ciò ebbe luogo nei ventisette anni successivi alla prima proclamazione dell’insegnamento del Daishonin.
L’iscrizione da parte del Daishonin del Gohonzon del secondo anno dell’era Koan (1279) è inclusa nel significato dell’istituzione delle tre grandi Leggi segrete e del Buddismo della gente.
Lo scopo per il quale il Daishonin apparve nel mondo – animato dal desiderio di permettere a tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge di ottenere l’Illuminazione – fu compiuto non solo con l’istituzione delle tre grandi Leggi segrete, ma anche con l’apparizione di discepoli che condividevano il suo spirito e la sua missione di sostenere e praticare la Legge mistica senza risparmiare la propria vita. Questa è la vera realizzazione del Buddismo della gente.
La missione e il ruolo della Soka Gakkai sono sempre più importanti. Abbiamo ereditato lo scopo fondamentale del Daishonin e lo portiamo avanti ampiamente nel mondo incontrando quel tipo di persecuzioni senza precedenti che secondo la previsione del Budda sarebbero avvenute dopo la sua morte, come afferma nel Gosho Le persecuzioni che colpiscono il santo (RSND, 1, 884-885).
L’unica grande Legge segreta e le sei grandi Leggi segrete
Secondo la Nichiren Shoshu, l’unica grande Legge segreta è il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279). Questa si amplia nelle tre grandi Leggi segrete, dove l’oggetto di culto dell’insegnamento originale è il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279), il Daimoku dell’insegnamento originale è il Daimoku recitato davanti al Gohonzon e il santuario dell’insegnamento originale è il luogo in cui tale Gohonzon è collocato.
[Nichikan scrisse: «Quando le tre grandi Leggi segrete sono fuse, esse sono semplicemente l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, che è l’unica grande Legge segreta. Per questo l’oggetto di culto conservato nel santuario dell’insegnamento originale è anche chiamato l’oggetto di culto che concretizza tutte le tre grandi Leggi segrete» (da Interpretare il testo sulla base del suo significato essenziale)].
In base alla recente revisione di Regole e regolamenti, la Soka Gakkai definisce così le tre grandi Leggi segrete:
«Tutti i Gohonzon – mandala in ideogrammi che rappresentano i dieci mondi – iscritti dal Daishonin stesso per tutta l’umanità, così come le loro trascrizioni, sono tutti allo stesso modo l’oggetto di culto dell’insegnamento originale che concretizza la Legge fondamentale di Nam-myoho-renge-kyo. La recitazione di Nam-myoho-renge-kyo davanti all’oggetto di culto dell’insegnamento originale è il Daimoku dell’insegnamento originale e il luogo dove si recita questo Daimoku è il santuario dell’insegnamento originale»[ref]Dall’intervento del presidente Harada del 7 novembre 2014[/ref].
Nella sua spiegazione dell’intento che soggiace a questa revisione, il presidente Harada afferma:
«Nichiren Daishonin ha rivelato Nam-myoho-renge-kyo come la Legge fondamentale inerente a tutte le vite e all’universo. Per far sì che tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge potessero conseguire la Buddità, il Daishonin ha dato un’espressione concreta [di Nam-myoho-renge-kyo] attraverso le tre grandi Leggi segrete: l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, il Daimoku dell’insegnamento originale e il santuario dell’insegnamento originale»[ref]Ibidem.[/ref].
Come spiega questa affermazione, la Legge inerente a tutte le vite e all’universo, in altre parole Nam-myoho-renge-kyo, è “fondamentale”, e le tre grandi Leggi segrete ne sono l’espressione concreta.
In passato, sulla base del sistema dottrinale formulato da Nichikan, abbiamo usato i termini “unica grande Legge segreta” e “sei grandi Leggi segrete”[ref]Nichikan ampliò le tre grandi Leggi segrete nelle sei grandi Leggi segrete. Primo, l’oggetto di culto è considerato in termini sia della persona sia della Legge. Secondo, il santuario ha due aspetti, il santuario specifico e il santuario generale. Terzo, il Daimoku dell’insegnamento originale ha due aspetti, il Daimoku della fede e il Daimoku della pratica.[/ref], ma l’interpretazione di Nichikan dell’unica grande Legge segreta come l’oggetto di culto dell’insegnamento originale non si trova in alcun punto negli scritti di Nichiren Daishonin.
Il termine “unica grande Legge segreta” appare solo in uno dei suoi scritti, Le cinque guide per la propagazione, dove “i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo” sono identificati come l’unica grande Legge segreta (cfr. RSND, 2, 518).
Riassumendo, in nessuno degli scritti di Nichiren Daishonin si trova alcun riferimento all’unica grande Legge segreta come fusione della tre grandi Leggi segrete, né vengono mai menzionate le sei grandi Leggi segrete come ampliamento delle tre grandi Leggi segrete, come appare nei trattati dottrinali di Nichikan.
In passato, per rispetto delle interpretazioni dottrinali della Nichiren Shoshu, la Soka Gakkai aveva accettato l’interpretazione di Nichikan che pone il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279) come l’oggetto di culto fondamentale.
Ci sono due tipi di elementi nell’interpretazione dottrinale di Nichikan:
1. Elementi universali che rivelano la verità degli insegnamenti del Daishonin;
2. Elementi legati al contesto storico.
Questo secondo tipo di elementi pone l’accento su una ortodossia esclusiva allo scopo di proteggere la Nichiren Shoshu (allora conosciuta come scuola Fuji) dalla corruzione e dalle distorsioni introdotte durante il periodo in cui reclutava i suoi patriarchi dal tempio Yobo[ref]Tempio Yobo: un tempio di Kyoto, fondato originariamente da Nichizon (1265-1345), discepolo del successore del Daishonin, Nikko Shonin (1246-1333). Esso adottò gradualmente pratiche erronee, come la venerazione delle statue del Budda Shakyamuni e la recitazione di tutti i ventotto capitoli del Sutra del Loto. Alla fine del sedicesimo secolo, però, per mancanza di candidati qualificati all’interno del proprio clero, il Taiseki-ji richiese allo Yobo-ji persone per ricoprire la carica di patriarca. Per quasi cent’anni, dal 1596 al 1692, nove patriarchi, da Nissho (quindicesimo) a Nikkei (ventitreesimo) provennero dallo Yobo-ji. Essi introdussero pratiche non ortodosse e distorsero gli insegnamenti dottrinali del Taiseki-ji. Per maggiori dettagli vedi The Untold History of the Fuji School, cap. 6, (sokaspirit.org/wp-content/uploads/2013/12/06 _UHFS_Chapter_6.pdf) February 9, 2015.[/ref].
È importante perciò distinguere e separare questi due tipi di elementi.
Oggi, mentre la Nichiren Shoshu espone dottrine erronee che contrastano totalmente con gli insegnamenti di Nichiren Daishonin, la Soka Gakkai, organizzazione che porta avanti lo spirito originale di Nichiren Daishonin, sta rivalutando le interpretazioni di Nichikan allo scopo di stabilire una base dottrinale appropriata per il suo sviluppo come religione mondiale.
Quindi non impiegheremo più i termini “unica grande Legge segreta” e “sei grandi Leggi segrete”.
Nonostante tale decisione di distinguere questi due elementi e rivalutare in generale le interpretazioni dottrinali di Nichikan, non c’è il minimo problema ad “accettare e sostenere” il Gohonzon trascritto da Nichikan, perché anche quel Gohonzon è l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, è l’espressione della Legge fondamentale di Nam-myoho-renge-kyo.
In tale contesto, per rispondere alla domanda sul perché noi “accettiamo e sosteniamo” il Gohonzon trascritto da Nichikan, ma non il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan (1279), la risposta è semplice: nonostante entrambi siano ugualmente l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, noi non consideriamo il Gohonzon iscritto nel secondo anno dell’era Koan come l’oggetto di culto da “accettare e sostenere in termini di pratica concreta” perché è collocato al Taiseki-ji, il tempio principale della Nichiren Shoshu che attualmente è un centro di offesa alla Legge e un organismo religioso completamente separato.
2. L’autorità della Soka Gakkai di designare l’oggetto di culto
Tutte le organizzazioni o gruppi religiosi indipendenti hanno l’autorità di designare il proprio oggetto di culto, le proprie scritture e testi sacri, i propri luoghi di culto.
La Soka Gakkai, portando avanti il mandato del Budda per kosen-rufu in tutto il mondo, ha anche l’autorità di designare gli oggetti di culto, o Gohonzon, che accetta e sostiene.
Il significato di “accettare e sostenere” qui è quello di recitare il Daimoku che comprende la pratica per sé e per gli altri al Gohonzon designato dalla Soka Gakkai. In altre parole “accettare e sostenere”, anche se significa sostenere concretamente l’oggetto di culto, non si limita all’oggetto di culto esterno e alla nostra azione fisica di recitare davanti a esso, ma si estende fino ad abbracciare la pratica attiva della nostra fede in senso complessivo.
I Gohonzon che sono stati finora consegnati alle sedi della Soka Gakkai, ai Centri culturali della Soka Gakkai, ai centri privati e alle case dei membri sono tutti Gohonzon riconosciuti e designati dalla Soka Gakkai e, in quanto tali, non c’è alcun cambiamento nella pratica concreta della fede.
Il vero significato del Gohonzon risiede nell’essere l’oggetto di culto, o Gohonzon, per la realizzazione di kosen-rufu. Come scrive il Daishonin: «Com’è straordinario che, oltre duecento anni dopo l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge, Nichiren sia stato il primo a iscrivere questo grande mandala [il Gohonzon] come il vessillo della propagazione del Sutra del Loto [Nam-myoho-renge-kyo], mentre anche grandi maestri come Nagarjuna, Vasubandhu, T’ien-t’ai e Miao-lo non furono in grado di farlo!» (RSND, 1, 737).
In una lezione il presidente Ikeda commenta così questo passo: «Il Daishonin afferma che “l’oggetto di culto dell’insegnamento originale” – rappresentato dalla Cerimonia nell’aria nel Sutra del Loto – non fu rivelato durante i duemila anni del Primo e del Medio giorno della Legge dopo la morte di Shakyamuni, e che in quel periodo non ci fu nessuno in grado di iscriverlo. Dice poi che adesso, circa due secoli dopo l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge, egli è la prima persona in assoluto a rivelare l’oggetto di culto, il Gohonzon, come “vessillo della propagazione del Sutra del Loto”. […]
«Noi siamo Bodhisattva della Terra apparsi volontariamente in questo mondo di saha, caratterizzato da incessanti sofferenze e conflitti, per tenere alto il vessillo di kosen-rufu e i nobili ideali del corretto insegnamento buddista. Abbracciando la fede nel Gohonzon rivelato da Nichiren Daishonin stiamo lavorando per la realizzazione di un mondo pacifico e per la felicità di tutta l’umanità. Il Daishonin, pioniere di questa grande altruistica battaglia per propagare la Legge, manifestò il Gohonzon per il bene di kosen-rufu come mezzo per risvegliarci alla nostra nobile missione di realizzare questo scopo»[ref]Dalla lezione di Daisaku Ikeda su Il reale aspetto del Gohonzon, BS, 154, 39.[/ref].
Il Daishonin iscrisse molti Gohonzon per i suoi discepoli, perché ciascuno di questi Gohonzon rappresentava il «vessillo della propagazione del Sutra del Loto».
La Soka Gakkai è un’organizzazione che ha propagato e sta propagando il Gohonzon per la realizzazione di kosen-rufu. Prima dell’apparizione della Soka Gakkai, la Nichiren Shoshu non ha compiuto alcuno sforzo attivo per permettere ad altri di abbracciare il Gohonzon.
Come la storia attesta, tali sforzi concreti ebbero inizio solo con il primo presidente della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi e con il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda.
Alla luce del principio secondo il quale «accettare e sostenere il Gohonzon è di per sé osservare la propria mente, cioè conseguire l’Illuminazione»[ref]Per il concetto di osservare la propria mente, cfr. Dizionario del Buddismo, esperia, pag. 536.[/ref], manifestare il potere dei “cinque caratteri di Myoho-renge-kyo che contengono tutte le pratiche di Shakyamuni e le virtù che come conseguenza egli ottenne”[ref]Scrive il Daishonin in L’oggetto di culto per l’osservazione della mente: «Le pratiche di Shakyamuni e le virtù che come conseguenza egli ottenne sono tutte contenute nei cinque caratteri di Myoho-renge-kyo. Se noi crediamo in questi cinque caratteri, ci saranno garantiti naturalmente gli stessi benefici che come conseguenza egli ottenne» (RSND, 1, 325).[/ref] è possibile solo con un corretto atteggiamento di fede nei confronti del Gohonzon. L’”oggetto di culto per l’osservazione della propria mente” è la stessa cosa dell’”oggetto di culto della fede”.
I primi tre presidenti della Soka Gakkai, in particolare il presidente Ikeda, sono coloro che ci hanno insegnato questa fede. Di conseguenza la Soka Gakkai, che propaga il Gohonzon per la realizzazione di kosen-rufu e ha ereditato questo lignaggio di fede, ha naturalmente l’autorità per designare e consegnare i Gohonzon. Anche se tutti i Gohonzon sono ugualmente l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, i membri della Soka Gakkai accettano e sostengono i Gohonzon designati dalla nostra organizzazione, impegnandosi per kosen-rufu e facendo emergere illimitati benefici attraverso la loro pratica buddista.
Inoltre, poiché tutte le guide dei primi tre presidenti della Soka Gakkai ci insegnano il significato fondamentale del Gohonzon e l’essenza della fede nel Buddismo di Nichiren, anche le loro dichiarazioni pronunciate nel periodo in cui c’erano relazioni armoniose fra clero e laici ci permettono essenzialmente di entrare in contatto con gli insegnamenti e con lo spirito del Daishonin. È nostra responsabilità come discepoli interpretare correttamente il vero intento di quelle guide.
3. Il Kosen-rufu Daiseido e il Gohonzon di kosen-rufu della Soka Gakkai
Nichiren Daishonin ci ha affidato il suo desiderio di realizzare il grande voto della propagazione del Sutra del Loto [Nam-myoho-renge-kyo], cioè il grande voto di kosen-rufu.
La Soka Gakkai come la conosciamo oggi fu costruita grazie agli sforzi altruistici nella propagazione dei primi tre presidenti, che si alzarono con un forte senso di missione per realizzare il grande voto di kosen-rufu con lo stesso spirito di Nichiren Daishonin.
Come discepolo del secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, e in perfetta unità spirituale con lui, il presidente Ikeda ha sconfitto ogni ostacolo immaginabile riuscendo ad aprire la strada dello sviluppo di kosen-rufu mondiale in centonovantadue aree e nazioni.
Ha costruito il Kosen-rufu Daiseido (Palazzo del grande voto di kosen-rufu) a Shinanomachi, Tokyo – dove sorge la sede della Soka Gakkai e dove il presidente Toda assunse la guida di kosen-rufu portando avanti lo spirito del presidente fondatore Tsunesaburo Makiguchi – come roccaforte principale del nostro movimento e della missione condivisa di maestro e discepolo. E vi ha collocato il Joju Gohonzon della Soka Gakkai che reca l’iscrizione “Per l’adempimento del grande voto di kosen-rufu attraverso la compassionevole propagazione della grande Legge”[ref]In aggiunta a questa iscrizione, il Gohonzon custodito nel Palazzo del grande voto di kosen-rufu reca anche l’iscrizione: «Affidato permanentemente alla Soka Gakkai» (giapp. Soka Gakkai Joju). Perciò tale Gohonzon è comunemente chiamato il Joju Gohonzon della Soka Gakkai. È detto anche il Gohonzon di kosen-rufu della Soka Gakkai.[/ref], come «vessillo della propagazione del Sutra del Loto».
Il presidente Ikeda ha così descritto il significato di partecipare alle cerimonie di Gongyo che si tengono nel Kosen-rufu Daiseido: «È davvero un luogo aureo in cui le persone possono ritrovarsi, come è descritto nel Sutra del Loto; infatti i Bodhisattva della Terra provenienti da tutto il mondo si riuniscono con gioia per recitare davanti al Gohonzon di kosen-rufu qui custodito, facendo risplendere lo stato vitale della Buddità che è una cosa sola col grande voto dal tempo senza inizio, come il sole che sorge al mattino, ripartendo con nuova energia e impegno».[ref]Dal messaggio del presidente Ikeda per la cerimonia di Gongyo dell’8 novembre 2013, in occasione del completamento del Kosen-rufu Daiseido (NR, 526, 9).[/ref]
Come egli spiega, il Kosen-rufu Daiseido è il luogo in cui uniamo il nostro cuore a quello dei primi tre presidenti della Soka Gakkai, i nostri eterni maestri, e preghiamo per la felicità e la prosperità delle persone, per la pace mondiale e per la nostra rivoluzione umana, mentre facciamo il voto di far progredire ulteriormente il movimento di kosen-rufu.
Formulare un voto è il cuore del Buddismo di Nichiren.
Riferendosi al tempo in cui proclamò per la prima volta il suo insegnamento, il Daishonin scrive: «Tuttavia, io feci il voto di risvegliare in me il potente cuore dell’Illuminazione
[ref]Il cuore dell’Illuminazione (giap. bodaishin) indica il desiderio di ottenere a qualsiasi costo l’Illuminazione, che equivale al voto del bodhisattva di salvare tutti gli esseri senzienti.[/ref]
e di non retrocedere mai» (L’apertura degli occhi, RSND, 1, 212-213).
Egli dedicò la vita ad adempiere quel voto e, in mezzo ad aspre persecuzioni durante l’esilio a Sado, ribadì il proprio voto dichiarando: «Io sarò il pilastro del Giappone. Io sarò gli occhi del Giappone. Io sarò il grande vascello del Giappone. Questo è il mio voto, e io non lo infrangerò mai!» (Ibidem, 254). Ed esortò i suoi successori ad alzarsi e formulare un voto nello spirito di non dualità di maestro e discepolo dicendo: «È mio desiderio che tutti i miei discepoli formulino un grande voto» (La Porta del Drago, RSND, 1, 891).
L’iscrizione “Per l’adempimento del grande voto di kosen-rufu attraverso la compassionevole propagazione della grande Legge” attesta esattamente la missione della Soka Gakkai, l’organizzazione dei Bodhisattva della Terra che hanno ereditato il grande voto del Daishonin e agiscono per realizzare kosen-rufu.
Noi ci baseremo per sempre sul significato essenziale del Buddismo di Nichiren tenendo alto il vessillo dello studio buddista della Soka Gakkai e avanzando lungo la grande via dell’umanesimo, con lo scopo di realizzare la felicità e la pace per tutta l’umanità.
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Un cammino per l’indipendenza spirituale
Il comportamento autoritario del clero della Nichiren Shoshu ha portato, ventitré anni fa, a una rottura definitiva con la SGI. Quel momento ha segnato per i credenti laici l’inizio di una crescita costante su scala globale
Dai tempi della sua fondazione, avvenuta nel 1930, fino al 1991, la Soka Gakkai ha sostenuto il clero della Nichiren Shoshu. Dopo la Seconda guerra mondiale donò centinaia di templi alla Nichiren Shoshu e restaurò completamente il tempio principale, rendendo prospera una piccola scuola buddista che fino a quel momento versava in cattive condizioni economiche. Prima della fondazione della Soka Gakkai i credenti laici della Nichiren Shoshu facevano affidamento sui preti per recitare il sutra e condurre le cerimonie al posto loro. Al contrario, i membri della Soka Gakkai si impegnavano personalmente nella pratica buddista quotidiana, come insegna Nichiren Daishonin. E mentre la Soka Gakkai si sforzava di creare armonia con il clero, molti preti si sentivano minacciati dalla crescita del movimento laico.
Da lunga data i preti della Nichiren Shoshu si basavano sul presupposto di essere superiori ai credenti laici; tale convinzione era radicata nel ruolo tradizionale del clero buddista nella società feudale giapponese. Ponendo l’accento su una serie di formalità che non si trovavano in alcuno degli insegnamenti di Nichiren, essi fecero della venerazione nei confronti del patriarca un cardine della fede. Per contro, la Soka Gakkai si concentrò nel portare avanti lo spirito e la pratica per realizzare la pace e la felicità di ogni persona, come afferma Nichiren nei suoi scritti.
Verso gli anni Ottanta la crescita della SGI, che era diventata un dinamico movimento internazionale, causò un crescente risentimento nel clero. Il sessantasettesimo patriarca Abe Nikken e altri preti anziani assunsero una posizione rivendicativa nei confronti della Gakkai e del suo presidente Daisaku Ikeda, e iniziarono a complottare per sciogliere l’organizzazione laica.
Il 28 novembre 1991 il clero emanò una “richiesta di scioglimento” della Soka Gakkai (vedi Il Buddismo della gente, IBISG, pag. 53), prevedendo che una grande percentuale dei membri della SGI si sarebbero così uniti ai templi della Nichiren Shoshu, cosa che non accadde.
I membri della SGI furono perciò liberi di praticare direttamente gli insegnamenti di Nichiren, senza interferenze da parte di un clero autoritario e ossessionato da smanie di potere. Per questo motivo il 28 novembre viene ricordato come il giorno dell’indipendenza spirituale della SGI.
