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Un suono nell'universo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:27

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    Un suono nell’universo

    Il 20 ottobre Fausta Cianti ci ha lasciato. Il Nuovo Rinascimento, che più volte ha ospitato i suoi contributi, ha scelto di ricordarla presentando un estratto della sua esperienza pubblicata nel 2007

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    Il 20 ottobre Fausta Cianti ci ha lasciato. Il Nuovo Rinascimento, che più volte ha ospitato i suoi contributi, ha scelto di ricordarla presentando un estratto della sua esperienza pubblicata nel 2007

    Quando e come ti sei avvicinata al Buddismo?

    Il mio approdo al Buddismo, considerando anche l’età in cui è avvenuto, non è stata una folgorazione improvvisa, ma piuttosto l’ultima stazione di un percorso spirituale iniziato, potrei dire, fin dall’infanzia. La mia prima educazione, in famiglia, stava in bilico fra una componente cristiana tradizionale, ma senza alcun tratto di bigottismo, anzi molto “respirata”, umana e compassionevole, che faceva capo a mia madre, e un atteggiamento spirituale, ma laico, ispirato a princìpi umanitari di mio padre. La mia pratica religiosa cristiana non è mai stata particolarmente severa e costante, ma lo studio della musica, iniziato fin da bambina, e l’attività concertistica, se da un lato solleticava la mia ambizione e il desiderio di affermazione del mio io, dall’altra mi induceva a una riflessione sempre più profonda sulla bellezza gratificante del “darsi” attraverso il messaggio musicale. Per me, eseguire un brano al pianoforte significava trasmettere a chi mi ascoltava ciò che di più profondo si agitava nel mio essere: era un gesto, una dichiarazione entusiasmante, con cui si creava una sorta di comunità di affetti e di emozioni fra persone e personalità diversissime, grazie al linguaggio universale della musica. Io credo che questo sia stato, senza che me ne rendessi conto, il mio primo incontro con alcuni princìpi umanitari che avrei più tardi ritrovato nell’abbracciare la fede buddista.

    Che prospettive vedi per la diffusione di questa filosofia?

    Questa disposizione ad ascoltare gli altri e a evitare ogni pregiudizio nei loro confronti ha fatto sì che anche nella mia vita privata e di lavoro si sia creato intorno a me un clima di armonia e di affetto. Sollecitate dalla serenità che mi viene dalla fede, molte donne e uomini hanno cominciato a praticare, abbandonando altre confessioni, o un diffuso agnosticismo, e a comprendere che il Buddismo è veramente una valida risposta alle eterne domande: chi siamo? dove andiamo? Ogni giorno vedo sempre più e più persone, desiderose di pace, che si avvicinano alla nostra organizzazione perché comprendono che è necessaria una nuova voce per cambiare questo mondo: la voce del Budda che spiega che un’esistenza migliore si può raggiungere soltanto attraverso l’autoriforma di ogni singolo individuo. Chi pratica la nostra fede deve avere il coraggio di lottare per la pace contro l’ingiustizia, spiegando i grandi princìpi buddisti, ma anche portando nella vita di ogni giorno la saggezza che scaturisce dal Gohonzon: parlando di dialogo quando gli altri chiedono la guerra, di eternità della vita quando si parla di morte, di compassione quando si prospetta la vendetta. (NR, 378, 9)

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