Questa nuova serie si propone di rispondere alle domande dei lettori. Nichiren Daishonin stesso si prodigava affinché i discepoli avessero ben chiari i princìpi dell’insegnamento buddista, tanto che a Sairen-bo scrisse: «Finora nessuno mi aveva fatto una domanda sulla trasmissione dell’eredità della Legge fondamentale della vita. È ammirevole, ammirevole!»
Nella SGI si dà rilevanza ai risultati concreti, mentre altre scuole ricercano solo un beneficio spirituale. Vorrei capire meglio il concetto di prova concreta.
La prova concreta ha una connotazione molto ampia: comprende i risultati materiali, ma anche quelli spirituali. Anche il nostro sviluppo individuale è qualcosa di tangibile, perché le persone che ci sono vicine notano i nostri cambiamenti interiori.
Nel Gosho si parla spesso di questa trasformazione e in particolare ne I tre tipi di tesori, diretto a Shijo Kingo, si legge: «Vivi in modo che tutte le persone di Kamakura lodino Nakatsukasa Saburo Saemon-no-jo per la devozione al suo signore, al Buddismo e per il suo rispetto e attenzione nei confronti degli altri» (RSND, 1, 755). Molti discepoli del Daishonin in quel periodo subivano persecuzioni; anche Shijo Kingo era oggetto di una cospirazione da parte dei suoi nemici, perciò Nichiren lo incoraggia in questa lettera a non essere sconfitto.
In quel periodo Kingo stava cercando di convertire il suo signore agli insegnamenti del Daishonin, ma questi si era risentito e i suoi colleghi ne avevano approfittato per attaccarlo. Nichiren amava il suo discepolo, ma sapeva bene che aveva un’indole focosa, e per questo lo incoraggiava a essere diligente nel servire il suo signore. Sappiamo che la «fragranza interna otterrà protezione esterna» (RSND, 1, 752): le azioni che derivano dal nostro atteggiamento interiore sono cruciali per ricevere benefici. Il Daishonin consiglia Shijo Kingo di vivere in modo da essere lodato da tutte le persone di Kamakura e lo esorta a far attenzione all’opinione che gli altri potevano avere su di lui. Era possibile che, in quel momento di difficoltà, iniziasse a lamentarsi, dando l’impressione che il suo comportamento derivasse dalla religione che praticava. Shijo Kingo era un fervente seguace di Nichiren e quindi era importante che si comportasse come un cittadino esemplare. Il Daishonin spiega quali sono i tre tipi di tesori e che la cosa più importante è accumulare quelli del cuore, il che non significa certo diventare persone fanatiche che agiscono in modo asociale. I tesori del cuore si riflettono nello sviluppo spirituale e personale e si manifestano nella vita quotidiana. Lo sviluppo personale non è qualcosa di vago e indefinito: è un campo nel quale ci sfidiamo, ponendoci obiettivi da raggiungere, perciò una vera crescita spirituale deve essere anche oggettiva, tangibile e manifesta nella propria vita ed è naturale che sfoci nella creazione di relazioni di fiducia e apprezzamento.
C’è un altro brano, dal Gosho Le illusioni e i desideri sono Illuminazione che dice: «Inoltre, seguendo me, tu come devoto del Sutra del Loto, parli ad altri di questa Legge. Cos’è questo se non la trasmissione della Legge? Porta avanti la tua fede nel Sutra del Loto. Se ti fermi a metà strada non potrai mai far scaturire il fuoco dalla pietra focaia. Fai sgorgare il potere della tua fede così che tutti gli abitanti di Kamakura, umili e potenti, e tutta la gente del Giappone parlino di te come di “Shijo Kingo, Shijo Kingo della scuola del Loto”» (RSND, 1, 283). In questo Gosho Nichiren Daishonin si riferisce a se stesso come l’inviato di Pratiche Superiori (il Bodhisattva Jogyo), parla della missione dei Bodhisattva della Terra e loda Shijo Kingo per aver propagato la Legge. Nello stesso tempo gli sta illustrando quello che dovrebbe diventare: una persona di grande fede, la cui reputazione è apprezzata da tutti. Questo è ciò che significa essere un Bodhisattva della Terra. La base della prova concreta, in conclusione, dovrebbe essere il tesoro del cuore, che implica la nostra crescita come esseri umani. Certo, esistono altri tipi di prove concrete come superare una malattia, ma alla base c’è sempre il tesoro del cuore. Quando ci sfidiamo nella fede per raggiungere un obiettivo concreto, cresciamo anche come persone. Il punto, quando si realizza un obiettivo, è riuscire a non fermarsi: la fede è un processo infinito.
Leggo spesso dell’importanza di avere un atteggiamento combattivo di fronte alle difficoltà, ma capita che anche dopo anni di pratica buddista sia difficile mantenere questa forza e la voglia di rinnovarsi.
Nell’Eredità della legge fondamentale della vita Nichiren Daishonin scrive: «Per chi raccoglie la propria fede e recita Nam-myoho-renge-kyo con la profonda consapevolezza che adesso è l’ultimo momento della sua vita, il sutra proclama: “Quando la loro vita giungerà al termine, essi saranno accolti dalle mani di mille Budda che li libereranno da ogni paura e impediranno loro di cadere nei cattivi sentieri dell’esistenza”» (RSND, 1, 189). Per riuscire a vivere ogni momento senza rimpianti, dovremmo manifestare uno spirito combattivo che ci porta ad affrontare le difficoltà. È questo il motivo per cui abbiamo bisogno di grande energia vitale, con questo atteggiamento possiamo infatti fronteggiare i problemi senza paura. Come si fa a fare proprio questo spirito combattivo? Decidere di continuare a lottare tutta la vita determina anche la volontà di combattere con un atteggiamento attivo. Per riuscire a fare ciò, senza la pesantezza tipica delle decisioni imposte, dobbiamo fare in modo che, attraverso una preghiera sincera, tale decisione scaturisca da dentro di noi, così facendo, portarla avanti risulterà un’esperienza ricca ed entusiasmante.
In un altro scritto il Daishonin ci incoraggia a mantenere una fede come l’acqua che scorre e non come il fuoco, infatti, il nostro obiettivo è praticare tutta la vita. Chi, anche dopo anni di pratica buddista, ha perso questo smalto o la fiducia di realizzare i propri sogni, può ritrovarli attraverso lo studio del Buddismo. Questo è il motivo per cui lo studio del Buddismo è veramente importante: comprendere l’insegnamento e imparare a essere costanti.