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Un passo dal Gosho di Capodanno - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 07:48

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Un passo dal Gosho di Capodanno

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«Il puro fiore di loto sboccia dalla melma, il profumato sandalo cresce dalla terra, il grazioso bocciolo di ciliegio spunta dall’albero […] e la luna si alza da dietro le montagne e le rischiara. La sfortuna viene dalla bocca e ci rovina, la fortuna viene dal cuore e ci fa onore. Il tuo cuore che desidera fare offerte al Sutra del Loto all’inizio del nuovo anno è come il fiore che sboccia dall’albero, come il loto che si schiude in uno stagno, come le foglie di sandalo che si aprono sulle Montagne Nevose o come la luna che comincia a sorgere»

Nichiren Daishonin (RSND, 1, 1008)

Dalla lezione di Daisaku Ikeda sul Gosho di Capodanno (BS, 168, 49)

Un seme di loto può rimanere sepolto nel fango per migliaia di anni eppure, posto nelle giuste condizioni, germoglia, cresce e produce fiori. Gli alberi di ciliegio sopportano i rigori invernali e in primavera esibiscono una meravigliosa fioritura. Il Daishonin sta dicendo che, per quanto dure siano le nostre circostanze, i fiori della felicità emergeranno dalla nostra vita e la adorneranno. Queste spiegazioni devono aver incoraggiato immensamente la signora Omosu, destinataria di questo Gosho, che aveva sperimentato così tante e dolorose avversità nella vita. Nelle sue analogie del fiore di loto, del legno di sandalo e dei boccioli di ciliegio, il Daishonin usa verbi che esprimono dinamismo, come “sbocciare”, “crescere” e “spuntare”. Anche la sua descrizione della luna che “si alza” e “rischiara” è piena di azione. Il potenziale dormiente emerge, sboccia e inizia a funzionare dinamicamente. Nella Raccolta degli insegnamenti orali il Daishonin spiega l’espressione “conseguire la Buddità” dicendo: «”Conseguire” significa aprire o rivelare» (BS, 117, 44). Senza dubbio leggendo questa parte della lettera la signora Omosu si sarà sentita emozionata e contenta di apprendere che lo stato di Buddità, infinitamente puro e nobile, esisteva dentro la sua vita. Le cause fondamentali delle emozioni, della felicità e della sofferenza che proviamo non sono fuori di noi, ma esistono nei nostri cuori. Il dolore dell’Inferno e la gioia sconfinata della Buddità non si trovano da nessun’altra parte se non nelle profondità della nostra vita.

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