Dopo un timido approccio, nel 1968 il tedesco Dieter Kahn decide di praticare il Buddismo. Quando, durante un corso in Giappone, incontra il presidente della Soka Gakkai Shin’ichi Yamamoto percepisce la grande fiducia riposta in lui e in un attimo decide che da quel momento in poi avrebbe impiegato tutte le sue energie per lo sviluppo di kosen-rufu in Germania
I cambiamenti sociali nella vita dei tedeschi lasciarono in Dieter Kahn un senso di vuoto. Tentò di colmare quel vuoto che sentiva nel cuore interessandosi alla musica jazz, e qualche tempo dopo aver conseguito il diploma liceale, iniziò a frequentare una scuola di musica. Ma erano tempi duri per riuscire a vivere come musicista. Studiò l’inglese, divenne interprete presso la base militare americana, e infine divenne un controllore del traffico aereo. Si sposò, conducendo una vita economicamente confortevole, ma lo stress dovuto al suo lavoro gli causò, oltre all’insonnia, anche dei problemi familiari. Non riusciva a superare quel senso di inutilità e vuoto che aveva iniziato a provare dalla fine della guerra. Fu in quel momento che la moglie di un militare americano gli parlò del Buddismo. Partecipò a una riunione di discussione, dove le esperienze positive e piene di fiducia raccontate dalle persone lo attirarono verso questa filosofia. Il soldato americano che conduceva la riunione spiegò che per comprendere il Buddismo era necessario praticarlo. Kahn decise allora di iniziare. Era il 1968.
Il primo presidente della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi diceva della fede buddista: «La religione può essere compresa solo attraverso l’esperienza», e ancora: «Per poter imparare a nuotare, dovete saltare in acqua. Non potete imparare a nuotare sguazzando sul pavimento della vostra stanza, non importa quanto a lungo ci proverete. È necessario avere il coraggio di provare nella realtà».
Dopo aver iniziato a praticare il Buddismo di Nichiren, Dieter Kahn iniziò a recitare regolarmente Gongyo, anche se con poco entusiasmo e nonostante ciò guarì velocemente dall’insonnia e iniziò a dormire tranquillamente. Ebbe anche altre prove concrete grazie alla sua pratica. Sua figlia cadde giocando nel cortile della scuola e fu portata in ospedale, senza tuttavia riportare ferite gravi. «Dunque è questo il potere del Buddismo!», pensò Dieter convincendosi dell’efficacia della pratica buddista. Questa fiducia gli diede una gioia immensa che lo aiutò ad andare avanti.
La gioia stimola il potente progresso di kosen-rufu: Kahn si sentì spinto a condividere il Buddismo con i suoi amici, e uno di loro in seguito iniziò a praticare. Guardare il suo amico praticare con gioia lo portò a rafforzare ulteriormente la sua convinzione. Iniziò a studiare gli insegnamenti di Nichiren Daishonin, e apprese che il Buddismo è una filosofia che riguarda la sacralità della vita e la diffusione della pace. Inoltre, i più anziani nella fede gli raccontarono come in passato il presidente della Soka Gakkai Shin’ichi Yamamoto [pseudonimo di Daisaku Ikeda, n.d.r.], in piedi davanti alla porta di Brandeburgo, simbolo della divisione fra est e ovest, avesse pregato ardentemente per la riunificazione delle due Germanie.
Kahn fu profondamente colpito dal desiderio di pace del presidente Yamamoto. Si ricordò della dolorosa esperienza vissuta da bambino durante la guerra, e concluse che, come tedesco, doveva fare qualcosa in nome della pace. Iniziò quindi a partecipare alle attività della Soka Gakkai e a rendersi conto dell’importanza di incoraggiarsi reciprocamente. Pensò che kosen-rufu, era ciò che aveva da sempre ricercato, era lo scopo a cui desiderava dedicare la vita.
In seguito fu nominato responsabile di un gruppo di cinque persone. In quel periodo, molti dei membri che vivevano in Germania provenivano dal Giappone, e fra questi anche i giovani che lavoravano nelle miniere di carbone, le infermiere e le mogli di militari americani. Kahn invece era il primo responsabile nato in Germania.
Affinché il Buddismo di Nichiren potesse avere delle solide basi in Germania, era necessario che proprio i tedeschi, gli unici a conoscere la loro società, diventassero dei leader. I membri locali condivisero la gioia per l’arrivo di un responsabile tedesco, offrendogli tutto il loro aiuto.
In qualità di responsabile di gruppo, Kahn a volte offriva consigli nella fede e spiegava il Gosho alle riunioni. In quei casi, se necessario, un membro con più esperienza era pronto ad aiutarlo. Quando Kahn parlava alle riunioni, le sue parole venivano accolte con un applauso affettuoso ed entusiasta, anche se a volte non era così sicuro di quello che diceva. Questo lo rendeva consapevole delle speranze che i membri riponevano in lui, ed era deciso a fare del suo meglio per non deluderli.
Nell’ottobre del 1970, Kahn si recò in Giappone a un corso della Gakkai. Partecipò a una festa di benvenuto per i membri stranieri nell’edificio appena completato del Seikyo Shimbun a Tokyo, dove incontrò il presidente Shin’ichi Yamamoto per la prima volta. Rimase sorpreso nel vedere Shin’ichi offrire il sushi ai partecipanti esprimendo loro apprezzamento per gli sforzi verso la realizzazione di kosen-rufu. Quando Shin’ichi vide Kahn, sorridendo gentilmente gli disse: «Sono contento che sia venuto. Aspettavo di vederla e oggi sono molto felice perché finalmente ci siamo incontrati!».
Nel capitolo “Il Bodhisattva Virtù Universale” si legge: «Se vedrai una persona che accetta e sostiene questo sutra, dovrai alzarti e salutarla da lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda» (SDL, 435). Shin’ichi aveva sempre tenuto presente questo passo nel cuore e incoraggiava i membri stranieri con grande calore e sincerità.
Kahn rimase particolarmente colpito dalla compassione e considerazione che Shin’ichi mostrò nel dirgli che era ansioso di incontrarlo, anche se non si erano mai visti prima, e pensò: «Il presidente Yamamoto nutre grandi speranze perfino in una persona come me, e mi ha offerto veramente un grande incoraggiamento. Questo è il cuore di un responsabile buddista! Devo diventare un leader così».
L’imprenditore e diplomatico Eiichi Shibusawa (1840-1931) affermò: «Trattare gli altri con sincerità e onestà ha l’incredibile potere di ispirarli». La sincerità ha il potere di scuotere il cuore delle persone.
Stringendo la mano di Shin’ichi, Kahn affermò: «Dedicherò la mia vita a kosen-rufu in Germania!». Il loro incontro fu breve, ma sufficiente a risvegliare Kahn alla sua reale missione.
I veri leader pensano continuamente al modo di trasmettere un grande senso di missione al maggior numero possibile di persone.
Una volta presa la decisione di dedicare la vita alla pace e alla felicità del popolo tedesco, Dieter Kahn iniziò a recarsi in Giappone almeno una volta l’anno per incontrare e ricevere i preziosi consigli sulla fede da Shin’ichi Yamamoto. Anche se qualche volta non riusciva a parlarci direttamente, Kahn ascoltava appassionatamente i consigli del presidente della Soka Gakkai, facendo tesoro di ogni singola parola.
Studiando la storia e lo spirito della Soka Gakkai, Kahn sviluppò un forte interesse per il sentiero di maestro e discepolo. Comprese che il vero spirito del Buddismo di Nichiren Daishonin era stato portato avanti dai primi tre presidenti della Soka Gakkai: Makiguchi, Toda e Yamamoto. Kahn si convinse profondamente che il supremo scopo della vita era da ricercarsi nel sentiero del maestro e discepolo della Soka Gakkai che consiste nel superare le avversità, trasmettere la verità del Buddismo al mondo, e combattere per ottenere la pace e la felicità di tutti i popoli, così come insegna il Daishonin.
Aveva guardato entusiasticamente alla creazione di un’organizzazione globale della Soka Gakkai guidata da Shin’ichi che avrebbe incarnato realmente lo spirito di maestro e discepolo. E adesso, in questo giorno, nasceva la SGI con Shin’ichi come presidente. La gioia di Kahn non aveva confini. Appena la prima Conferenza per la pace mondiale fu conclusa, corse da Shin’ichi per dirgli: «Sensei! Grazie per aver accettato di essere il presidente della SGI. In Germania stiamo programmando un festival per la pace nel prossimo maggio o giugno. Spero che si unirà a noi».
«Davvero?» rispose Shin’ichi. «Farò del mio meglio per esserci. Ma che io sia presente o meno, per favore lavorate insieme per farne un grande successo. L’unità è importante: significa avere considerazione reciproca, rispetto e fiducia. Se realizzerete una vera unità, ogni membro potrà dare il meglio di sé e tutta l’organizzazione brillerà perché è l’essenza della pace. Vi prego di avanzare in Germania in sincera unità come priorità assoluta».
Da quel momento in poi, l’unità divenne il motto costante di Dieter. E, in occasione della commemorazione della prima Conferenza per la pace mondiale, Shin’ichi gli dedicò una poesia:
Meraviglioso
che voi in Germania,
fatto un voto solenne,
siete ora pronti a partire
per la vostra eterna missione.
(6. continua)