Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
In questo mese - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

    592

    Stampa

    In questo mese

    Dimensione del testo AA

    » 18 novembre

    • 1930: giorno della fondazione della Soka Gakkai
    • 1944: muore Tsunesaburo Makiguchi
    • 1993: Daisaku Ikeda inizia a scrivere La nuova rivoluzione umana
    • 2013: apertura del Kosen-rufu Daiseido

    • • •

    «Aspettate e vedrete come diventerò»

    Vi sono persone che hanno complessi d’inferiorità profondi e fortemente radicati nell’anima, talmente radicati che non vogliono nemmeno che si affronti l’argomento

    Ogni essere umano, seppur in varia misura, nutre dei complessi, anche le persone che apparentemente sembra che non ne abbiano. L’importante è non lasciarsi mai vincere da questi complessi. Qualunque esso sia, fate di questo uno stimolo e con perseveranza incoraggiate voi stessi dicendovi: «Aspettate e vedrete come diventerò». È questo lo spirito di non essere mai sconfitti.
    Se ci arrendiamo senza nemmeno provarci, schiacciati dei nostri complessi, quale scopo avrebbe la nostra vita? Se dovessimo inciampare in qualcosa, come per esempio un sasso, potremmo servircene per salire più in alto. Le persone che hanno sofferto per non aver potuto frequentare la scuola, coloro che hanno subito prevaricazioni, le persone che hanno sofferto per malattie e povertà, sviluppano più sensibilità delle altre nel comprendere il cuore delle persone.
    Bisogna vivere con fiducia in noi stessi. Vivere rimanendo sempre noi stessi. Anche se cadiamo a terra non c’è da preoccuparsi. Ogni volta che cadremo, basterà rialzarsi in piedi. L’importante è sfidarsi. Non c’è assolutamente nulla in gioventù a cui non si possa porre rimedio. Nessuno ha il diritto di decidere per noi, dicendo “tanto non ce la farai mai”. Nemmeno noi ne abbiamo il diritto. Se ci prendono in giro, potremo farne uno stimolo per vincere.

    (D. Ikeda, Scuola e lavoro, esperia, pagg. 26-27)

    • • •

    Diario giovanile 1949-1960
    di Daisaku Ikeda

    LUNEDÌ 18 NOVEMBRE 1957 – Pioggia

    Cerimonia in commemorazione del quattordicesimo anniversario della morte del presidente Makiguchi al tempio Jozai di Ikebukuro. Le condizioni di sensei sono peggiorate all’improvviso. Mi dispiace non essermi fermato a casa sua per vedere come stava.
    Ho partecipato a un dibattito del Seikyo Shimbun per parlare delle attività incentrate sui quartieri. È facile vedere la differenza fra chi vive nel ritmo della Soka Gakkai e chi ne è uscito.
    Grazie alla forza di sensei siamo cresciuti così tanto.
    Grazie alla forza di sensei ci siamo aperti alla condizione vitale della Legge mistica.
    Grazie alla forza di sensei possiamo manifestare la nostra forza. Il debito di gratitudine che ho nei confronti di sensei come mio maestro è più grande di una montagna, più profondo dell’oceano. Non devo dimenticarmene. Lascerò un superbo ricordo del mio maestro a tutto il mondo. Lo prometto solennemente. […] Devo perfezionarmi e darmi una disciplina. Devo lottare contro la mia debolezza.
    (esperia, 2011, pagg. 598-599)

    • • •

    Le nostre storie

    di Manuel La Guardia, 19 anni, Anzio (RM)
    Passioni: viaggi, musica, basket

    Fino a due anni fa non ero felice della mia vita. Ancora non conoscevo il Buddismo, frequentavo cattive compagnie, non avevo stimoli e voglia di vivere. In più ogni volta che ero a casa litigavo con la mia famiglia, e per questo stavo sempre fuori.
    A febbraio del 2014 la mia vita cambiò completamente. Era una settimana che non stavo bene, avevo una brutta tosse che non si fermava neanche un secondo. Mia madre decise di portarmi in ospedale. Di lì a poco la situazione precipitò, i medici videro che qualcosa non andava: avevo una malattia cardiaca molto grave. Iniziò una battaglia contro la morte durata cinque mesi in cui affrontai un’operazione delicata.
    In quei mesi ho sentito che volevo vivere.
    Dopo trenta giorni dall’operazione potei uscire dall’ospedale, pronto a prendere in mano la mia nuova vita, anche se ebbi non poche difficoltà a relazionarmi con il mondo esterno.
    Mentre ero in ospedale ho visto in televisione un servizio sul Buddismo e ho desiderato saperne di più. A un anno dall’operazione, nel giugno del 2015, grazie a un’amica di famiglia ho partecipando per la prima volta a una riunione buddista. Il Buddismo mi ha affascinato sin dal primo incontro e ho iniziato immediatamente a fare Daimoku e Gongyo, vedendone subito i benefici.
    Ho ricevuto il Gohonzon nel dicembre del 2015 per concludere nel migliore dei modi l’anno e iniziare con determinazione quello nuovo. Dopo aver combattuto con la morte ero convinto di poter affrontare tutto senza problemi. Tuttavia non fu così, le difficoltà non mancavano.
    Avevo chiuso malamente una complicata relazione sentimentale e inoltre mi sono dovuto confrontare con la sfida più grande di tutte: la poca fiducia in me stesso. Infatti non riuscivo a stare con altre persone, sentivo un senso di inferiorità, come se mi mancasse qualcosa rispetto agli altri.
    Non mi trovavo più bene con i miei amici, li ritenevo superficiali, non mi sentivo un diciottenne e non riuscivo a fare le “cavolate” come tutti gli altri.
    Grazie alla pratica e ai compagni di fede che mi hanno sempre sostenuto sono riuscito a superare questi problemi trasformando il rapporto con i miei amici, verso i quali a volte mi sentivo superiore, a volte inferiore.
    Incoraggiato da Daisaku Ikeda che ne La nuova rivoluzione umana afferma: «L’autostima non può essere costruita dall’oggi al domani. Ogni cosa ha bisogno di tempo. Se continuerai a fare sforzi coraggiosi giorno dopo giorno, alla fine conquisterai fiducia» (NRU, 9, 177), ho deciso di muovermi in quella direzione, verso la felicità. Proprio in quel momento il maestro Ikeda ha risposto alle determinazioni che gli avevo inviato poco tempo prima esortandomi a migliorare sempre di più. Ho sentito per la prima volta il legame maestro-discepolo. Ho capito che io vado benissimo così e che l’avventura che ho vissuto in ospedale non è un limite, anzi! È una battaglia vinta che porterò sempre nel mio cuore.
    Ora sono pronto a propagare gli ideali di pace promossi dal Buddismo e a sfidarmi nello shakubuku.  Mi sono posto inoltre l’obiettivo di diventare un medico e, anche se il percorso è molto lungo, sono pronto a perseguirlo con determinazione e tanto, tanto Daimoku.

    ©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata