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Un giardino nella Repubblica Dominicana - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

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    Un giardino nella Repubblica Dominicana

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    Immaginate di viaggiare liberamente intorno al globo, e provate a nominare più paesi che potete. Quanti ve ne vengono in mente?
    Ce ne sono tanti, ma proprio tanti, non vi pare?
    Il mio viaggio intorno al mondo ebbe inizio cinquantacinque anni fa. Attualmente il movimento della SGI per la pace, la cultura e l’educazione si è diffuso in 192 paesi e territori del mondo.
    In ogni parte del globo, in situazioni difficili, e spesso senza che nessuno li veda, i nostri membri si stanno sforzando assiduamente per il bene degli altri e della società. Sono sempre stato impaziente di incontrare il maggior numero possibile di questi eroi, per ringraziarli, per lodarli per i loro sforzi costanti, per lavorare con loro ad aprire la strada verso un futuro pacifico e prospero. Questa è stata la motivazione che mi ha spinto a viaggiare per il mondo.
    Uno dei paesi che ho visitato, ventotto anni fa, nel febbraio del 1987, è la Repubblica Dominicana, il “gioiello dei Caraibi”. È un paese dove i cuori delle persone risplendono luminosi come diamanti.

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    In quel viaggio ebbi occasione di incontrare il presidente Joaquín Balaguer (1907-2002). Era un uomo modesto, noto come “il presidente senza conto in banca”. Era un leader animato dal desiderio di essere al servizio della gente; nei fine-settimana percorreva centinaia di chilometri in elicottero per visitare i villaggi della regione e ascoltare sinceramente i bisogni e i desideri degli abitanti. Così praticamente conosceva il nome di ogni villaggio del paese.
    Era anche un poeta famoso fin dalla gioventù. Amava leggere, aveva coltivato il suo talento poetico e sviluppato un sincero amore per l’umanità.
    All’età di quattordici anni pubblicò una raccolta di poesie e a diciassette vinse un premio letterario. Si iscrisse all’università, ma in realtà studiò quasi sempre da solo perché l’università era molto lontana e, dovendo lavorare, gli era difficile frequentare le lezioni. Ma appena aveva un minuto libero studiava e studiava. Così ottenne ottimi voti e si conquistò l’opportunità di poter studiare all’estero, in Francia. Alla fine diventò avvocato, giornalista e poi uomo politico.
    Da presidente, guidò la Repubblica Dominicana dal caos che seguì alla guerra civile fino alla stabilità e alla prosperità, un’impresa che veniva ritenuta miracolosa. Lo incontrati sei mesi dopo la sua rielezione a presidente, nel 1986, dopo un periodo di ritiro dalle scene politiche.
    Il presidente Balaguer si impegnò molto anche nella protezione dell’ambiente e oggi il paese è ricoperto di foreste lussureggianti e di campi coltivati. La sua lungimiranza in questo campo gli ha fatto guadagnare le lodi di molti leader mondiali.
    Durante il nostro incontro recitai la poesia Indipendenza che il presidente aveva scritto in gioventù:

    Indipendente e fiero sono sempre stato,
    perché il mio cuore non si è mai arreso.
    Mai, mai, ho anelato a incatenarmi.

    Ho ricercato solo l’indipendenza,
    il libero arbitrio,
    e l’essere pienamente padrone
    della mia vita.

    Essere se stessi ed esserne fieri! In questi versi risuona lo spirito della gioventù. A causa delle cataratte e degli anni di troppo lavoro il presidente Balaguer era diventato cieco. Non dimenticherò mai la sua espressione serena e felice quando recitai questi versi in giapponese e l’interprete li lesse nuovamente in spagnolo. Ebbi l’impressione che una lacrima spuntasse nei suoi occhi.
    In un’altra poesia scrisse:

    Niente può strappare la mia bandiera.
    La quercia si può piegare
    ma non si spezza.
    Ascolta il canto degli uccelli
    fra i suoi rami.

    Vivere rimanendo fedeli al voto formulato in gioventù. Coloro che continuano a tenere alta la bandiera delle loro convinzioni non si lamentano mai davanti alle difficoltà. Per quanto sia ardua la situazione in cui si trovano, sono di sostegno agli altri e non abbandonano mai le persone che contano su di loro.
    Gli individui che perseguono con costanza i propri ideali giovanili per tutta la vita saranno vittoriosi. Imparate dalle difficoltà e continuate a sforzarvi! Anche in mezzo alla sofferenza intonate allegramente un canto in onore della vita!

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    Il filosofo dominicano Pedro Henríquez Ureña (1884-1946) sottolineava l’importanza di provare: «È meglio uno sforzo imperfetto che non agire».
    Che gli altri vi vedano o no, il portare fino in fondo sforzi costanti di certo vi renderà più forti.
    Lo sforzo è la “radice”, il fondamento della gioventù. Anche se gli altri possono non accorgersene, questi sforzi stanno nutrendo in maniera lenta ma costante la vostra mente e il vostro corpo, permettendovi di costruire un carattere eccezionale.
    Quelli che non si arrendono mai sono i veri vincitori: quelli che continuano a impegnarsi fino all’ultimo istante sono grandi esperti nell’arte della felicità.
    L’11 febbraio sarà il centoquindicesimo anniversario della nascita del mio maestro Josei Toda. Egli era solito dire ai giovani: «Vivete con coraggio!». Io voglio dirvi: «Vivete questo periodo unico e irripetibile della vostra gioventù con coraggio, con fiducia in voi stessi!» «Continuate a impegnarvi al massimo, determinati a vincere a ogni costo!».
    Io sono riuscito a vedere cinquantaquattro paesi del mondo e ce ne sarebbero molti di più che vorrei visitare. Sono sicuro che voi, miei giovani successori, sarete in grado di forgiare amicizie profonde e fortificare la nostra rete per la pace in ogni luogo, in mia vece, anche in paesi in cui non sono mai stato. Questo pensiero mi rende molto felice.

    Per leggere l’intera puntata: www.ilvolocontinuo.it

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