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Un forziere pieno di tesori - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:30

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Un forziere pieno di tesori

Ma quanto è difficile percepire la propria Illuminazione e continuare a praticare quando i risultati non sono immediati! Questa riflessione offre lo spunto per comprendere le parole di Nichiren: «Più preziosi dei tesori del corpo sono quelli del cuore», e per ricordare che la recitazione costante del Daimoku risveglia in noi le qualità positive di forza, gioia e speranza

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Ma quanto è difficile percepire la propria Illuminazione e continuare a praticare quando i risultati non sono immediati! Questa riflessione offre lo spunto per comprendere le parole di Nichiren: «Più preziosi dei tesori del corpo sono quelli del cuore», e per ricordare che la recitazione costante del Daimoku risveglia in noi le qualità positive di forza, gioia e speranza

Nonostante si legga che la Buddità si può conseguire qui e adesso, è un’idea diffusa che il suo conseguimento sia qualcosa che accadrà “un giorno”, come lo stadio finale di un processo. Quali sono le caratteristiche che ci permettono di riconoscere che stiamo realmente manifestando lo stato vitale di Buddità?

Nel Buddismo si afferma di poter conseguire la Buddità in questa vita, non in qualche luogo o tempo lontano, come ad esempio indicavano gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto riferendosi a un’altra esistenza.
In un brano degli Insegnamenti orali si legge: «Quando compi gli sforzi di cento milioni di kalpa in un singolo istante di vita, le tre proprietà illuminate del Budda emergeranno continuamente dalla tua vita» (D. Ikeda, Il mondo del Gosho, 284), e questo vuol dire che quando si agisce così le proprietà del Budda si manifestano all’istante e immancabilmente.
Quando recitiamo al Gohonzon viene risvegliato il potere della fede. Questa forza infrange l’oscurità fondamentale e permette alla natura di Budda di manifestarsi. È questione di un istante!
Immergendosi poi nella realtà quotidiana, le situazioni che viviamo (cause esterne) suscitano in noi stati vitali differenti con il risultato che la Buddità appare e scompare. Per questo recitiamo tutti i giorni, altrimenti il nostro “specchio” si riappannerebbe. Nichiren scriveva: «Risveglia in te una profonda fede e lucida con cura il tuo specchio notte e giorno. Come dovresti lucidarlo? Solo recitando Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 1, 4).
Si può dire che il segnale della manifestazione della Buddità è quando davanti a qualsiasi ostacolo si sente di poter vincere e non ci si fa fermare dalla paura. Questo è ciò che può essere definito manifestare la Buddità in questa vita e che si realizza recitando Daimoku con costanza e con forte fede. «Conseguire la Buddità – scrive Daisaku Ikeda a questo proposito – non significa diventare una sorta di essere sovrumano e trascendente. Questo è un punto che Josei Toda sottolineava continuamente. Una volta osservò: […] l’Illuminazione non è niente di straordinario. Dato che abbiamo illusioni e desideri possiamo provare appagamento e, poiché ci sentiamo appagati, possiamo sperimentare la felicità. Svegliarsi ogni mattina con un senso di benessere fisico e con appetito, godere di ciò che facciamo ogni giorno e non sentirsi preoccupati o ansiosi per la vita: vivere in questo modo è Illuminazione. Non è nulla di eccezionale. Non […] diventeremo degli esseri assolutamente straordinari» (L’eredità della Legge fondamentale della vita, Esperia, 2008, pag. 155).

Quando non si raggiungono gli obiettivi prefissati, a volte è difficile continuare a praticare il Buddismo.

Se proviamo solo sofferenza senza sperimentare alcun beneficio, non riusciamo a riconoscere la Buddità. Ma la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo ha lo scopo di aiutarci a manifestare la nostra forza vitale, facendo emergere il potere inerente alla vita: recitare Daimoku è infatti la via per far scaturire la Buddità. Questo è lo strumento che ci sostiene nel superare le difficoltà. Qualche volta, dopo aver superato una sofferenza, dimentichiamo di essere riusciti a farlo grazie al cambiamento avvenuto nella nostra vita e crediamo invece che tale risultato sia stato prodotto dall’esterno. Preoccupandosi solo dei risultati materiali, si è soliti dimenticare quanto sia importante il cambiamento interiore. Nichiren Daishonin afferma che il beneficio più grande che l’essere umano può ottenere è quello del cuore, come scrive nel Gosho: «Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo e prima dei tesori del corpo vengono quelli del cuore» (I tre tipi di tesori, RSND, 1, 755). I nove mondi possono essere trasformati nella Buddità: questo è il “tesoro del cuore” che manifestiamo attraverso la recitazione del Daimoku. Se riconosciamo l’importanza dei tesori del cuore saremo in grado di perseverare di fronte a qualsiasi difficoltà perché questa forza, questa energia, questa speranza sono in assoluto il risultato più importante.

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