A trent’anni dalla prima visita del presidente Ikeda in Unione Sovietica, i semi da lui gettati cominciano a fiorire. Un dialogo sincero produce col tempo effetti al di là di ogni immaginazione
Uno studioso mi ha recentemente inviato un suo testo critico sul classico cinese di Sun-tzu, L’arte della guerra. Mi ha colpito questa massima: «Un esercito vittorioso, prima vince e poi cerca di combattere mentre un esercito sconfitto prima combatte e poi cerca di vincere». Significa che i vincitori riescono a trionfare grazie a una accurata strategia e preparazione prima che la battaglia vera e propria abbia inizio.
Vorrei citarvi anche alcune frasi dello scrittore inglese Thomas Carlyle che penso valga la pena tenere a mente: «Anche in quest’occasione devi essere forte… anche in quest’occasione devi mantenere un cuore forte ed un animo nobile». «La sincerità è la base di tutto». «Nel coraggio di soffrire per gli altri… consiste la nobiltà d’animo, ora e sempre». Sono parole che dovrebbero ispirare il comportamento di un leader.
Nel mese di febbraio verranno pubblicate in Russia le mie lezioni su Il capitolo Hoben e Juryo. Come sapete trent’anni fa, all’epoca della mia prima visita in Unione Sovietica, fui attaccato sia in Giappone che all’estero per la mia decisione e la gente mi chiedeva: «Perché tu, il capo di un movimento religioso, vai in un paese che rifiuta la religione?». Chi avrebbe mai potuto immaginare allora che il nostro movimento in Russia avrebbe conseguito una così meravigliosa crescita? La prefazione all’edizione russa, che si intitolerà La mistica Legge di vita e morte, è stata scritta da Margarita Vorobyova-Desyatovskaya, dell’Istituto di Studi Orientali dell’Accademia delle Scienze russa, un centro di ricerche sul Buddismo di fama mondiale.
Vorobyova-Desyatovskaya rimase vedova in giovane età, con un figlio piccolo da crescere e tuttavia riuscì a portare avanti l’opera del defunto marito, ricercatore come lei, fino a diventare un’eminente studiosa, autrice di importanti ricerche sul Sutra del Loto, l’insegnamento fondamentale del Buddismo.
Quando l’incontrai per la prima volta sette anni fa (nel febbraio 1996) le espressi la mia stima per come aveva condotto la sua vita e le sue ricerche accademiche e le lessi questa famosa frase del Gosho: «Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si trasforma sempre in primavera. Non ho mai visto né udito di un inverno che si sia trasformato in autunno, né ho mai sentito di alcun credente del Sutra del Loto che sia rimasto un comune mortale» (L’inverno si trasforma sempre in primavera, SND, 4, 209)
Ricordo che l’apprezzò molto.
Nella sua prefazione Vorobyova-Desyatovskaya scrive: «Il Sutra del Loto elimina ogni discriminazione e apre la possibilità dell’Illuminazione a tutte le persone. Per questo è amato e considerato il principale insegnamento buddista».
Inoltre mette in evidenza la capacità del Sutra del Loto di dare un contributo alle varie culture mondiali in quanto insegnamento che apre gli orizzonti e innalza la prospettiva: «Il Budda espose vari insegnamenti nel suo sforzo di far crescere la consapevolezza della gente. Questo processo interiore ha un effetto non solo sulla vita del singolo ma anche sul mondo esterno. Questo è il principio buddista di unicità della vita e del suo ambiente. Perciò nel processo di innalzare il proprio stato vitale si concretizzano sia il contributo di ogni persona alla società che la sua autorealizzazione interiore. L’insegnamento del Sutra del Loto ci porta a sviluppare il nostro carattere, a credere nel bene e nella giustizia, ad abbracciare l’umanesimo e batterci per il mantenimento della pace sulla terra in modo che tutti gli esseri viventi dell’universo possano godere di uno sviluppo armonioso».
Riferendosi ad uno dei messaggi fondamentali del Sutra del Loto Vorobyova-Desyatovskaya afferma: «Non importa chi voi siate, quali azioni malvagie abbiate commesso o quanto siate caduti in basso nella società, il Budda non vi considererà mai irrecuperabili. La vostra vita non perde affatto di valore. Con pazienza e tenacia il Budda insegna, ammonisce, rimprovera e perdona. Il Sutra del Loto dichiara che le persone non sono deboli o inette. Con il suo messaggio di fiducia in se stessi questo insegnamento del Budda offre alle persone una fonte d’immenso incoraggiamento.
Nell’ampio lasso di tempo che intercorre da quando Shakyamuni lasciò questo mondo, il Budda non è rimasto a guardare la gente silenziosamente da qualche regno lontano. La voce del Budda continua a parlarci oggi attraverso le voci di coloro che hanno correttamente ereditato il suo insegnamento».
Vorobyova-Desyatovskaya ha una comprensione profonda e umanistica del Sutra del Loto.
Dentro di voi c’è un’illimitata speranza! Non consideratevi mai irrecuperabili! Diventate forti! Questo è il messaggio del Sutra del Loto.
[Vorobyova-Desyatovskaya scrive inoltre: «Una delle voci che ha correttamente ereditato gli insegnamenti del Budda è quella dell’autore di questo libro, Daisaku Ikeda. Coloro che leggono il Sutra del Loto attraverso la sua interpretazione stanno ascoltando la voce del Budda nell’epoca moderna. Così il messaggio del Budda verrà mantenuto vivo nel mondo», n.d.r.]
Solo la SGI sta cercando di promuovere l’autentico umanesimo del Sutra del Loto nell’epoca moderna. Per questo, come il Sutra del Loto insegna, abbiamo incontrato odio e gelosia, calunnie e abusi, e siamo stati attacati dai tre potenti nemici.
La nostra voce che prega sinceramente per kosen-rufu è di per sé la voce del bodhisattva, la voce del Budda. È proprio un esempio della frase dell’Ongi Kuden: «La nostra voce svolge il lavoro del Budda» (GZ, 708). Come responsabili spero che vi sforzerete con tutto il cuore di offrire agli altri sincere parole di incoraggiamento. A volte è necessario incoraggiare, altre volte dimostrare il proprio sostegno, a volte occorre una leggera spinta nella giusta direzione, a volte ci vuole calda comprensione e a volte un ammonimento pieno di compassione. In ogni caso, senza questi sforzi continui, tenaci e pazienti non si può contribuire alla crescita di persone capaci.
In quanto portabandiera del dialogo e della comunicazione per kosen-rufu vorrei chiedervi di fare tutto ciò che è in vostro potere per allargare la vostra cerchia di amici cercando il contatto con gli altri e parlando con loro. Basta la nostra voce, a volte una sola parola, per creare un progresso al di là di ogni immaginazione.
Inoltre è vitale che, come grandi leader di kosen-rufu, abbiate il coraggio di confutare apertamente gli errori in accordo con la frase di Gosho: «La pratica del Sutra del Loto è shakubuku, la confutazione delle dottrine provvisorie» (La pratica dell’insegnamento del Budda, SND, 4, 11)
Vorrei che, continuando a recitare fino in fondo per ogni vostra impresa e ad abbattere ogni ostacolo con il Daimoku, realizzaste una vittoria certa e decisiva.
Le persone malvagie si mascherano dietro ai sotterfugi; la loro vera natura è la gelosia. Carlyle faceva notare: «L’impostore è la Falsità personificata; e parla e agisce e genera solo falsità…». E il poeta scozzese Robert Burns deprecava l’invidia definendola un “Demonio nero, infernale”.
Ne Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza Nichiren Daishonin scrive: «Invocare il nome del Budda, recitare il sutra o semplicemente offrire fiori e incenso, sono tutte azioni virtuose che apportano benefici alla tua vita. Pratica con questa convinzione» (SND, 4, 5). In ogni ambito di attività gli esseri umani devono svilupparsi o migliorare svolgendo un addestramento di qualche tipo. Questo vale ancor più per la nostra pratica buddista che è l’addestramento per diventare un Budda. Anche l’allenamento più duro e severo si può vivere con piacere se sappiamo che serve ad ottenere una condizione vitale indistruttibile come il diamante. Tutte le nostre preghiere, tutte le nostre azioni per kosen-rufu si trasformano in nutrimento per la nostra felicità attraverso le tre esistenze e gettano le fondamenta della nostra gloria eterna.
Il premier cinese Zhou Enlai disse: «Una navigazione tranquilla non tempra le persone» e la scrittrice inglese Anne Brontë diceva: «Non vorrei riposarmi senza prima aver faticato…/La fatica è la mia gloria…»
Questo è un anno decisivo su tutti i fronti, un anno che deciderà dei prossimi cento o mille anni. Non avanzare è retrocedere. Facciamo progressi e sforziamoci giorno per giorno, in modo da non avere rimpianti.