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Un arcobaleno su Nuova Delhi  - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:22

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    Un arcobaleno su Nuova Delhi 

    Quando il presidente Ikeda era a Nuova Delhi per partecipare all’inaugurazione di una mostra, gli apparve un magnifico arcobaleno. «Senza la pioggia non ci sono arcobaleni», scrive ai ragazzi e alla ragazze della Divisione futuro: questa è la forza della speranza

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    Quando il presidente Ikeda era a Nuova Delhi per partecipare all’inaugurazione di una mostra, gli apparve un magnifico arcobaleno. «Senza la pioggia non ci sono arcobaleni», scrive ai ragazzi e alla ragazze della Divisione futuro: questa è la forza della speranza

    Gli arcobaleni sono dei sorrisi di gioia e speranza sopra di noi, sono doni del cielo. Anche il doppio arcobaleno che si estendeva sui cieli di Nuova Delhi, la capitale dell’India, terra senza tempo, era come un bellissimo sorriso. Mentre a Occidente riluceva il crepuscolo dorato, a Est sorgeva dalla verde terra un arco scintillante di sette colori. Quel giorno, il 19 ottobre 1997, partecipavo all’inaugurazione di una mostra che esponeva le fotografie del defunto primo ministro indiano Rajiv Gandhi (1944-1991). Prima dell’inizio della cerimonia iniziò a piovere, fatto strano in quel periodo dell’anno. La pioggia lavò l’aria dalla polvere e una fresca brezza portò refrigerio. Ricordo che i visitatori commentarono che quella pioggia era come un segno di gioia venuto dal cielo. Dopo la cerimonia, appena tornato in albergo, notai il grande, doppio arcobaleno. Afferrata la macchina fotografica, con un click dell’otturatore catturai quella magnifica opera d’arte del cielo. In realtà, il giorno precedente il mio cuore si era già riempito di gioia di fronte a un altro arcobaleno: durante l’ultimo spettacolo del festival culturale della SGI indiana, infatti, i membri della Divisione futuro erano saliti sul palcoscenico danzando con energia, creando un magnifico arcobaleno di speranza. L’infinito futuro dell’India risplendeva vibrante davanti agli occhi di tutti.

    […]

    L’arcobaleno multicolore è un simbolo della diversità e della coesistenza. Le fotografie scattate dal primo ministro Gandhi ritraevano la meravigliosa diversità degli esseri umani che convivono in armonia nella vasta terra indiana. Una ragazza che gioca con la sabbia in riva al mare, un ragazzo di una tribù nomade, un mercante a una bancarella di un mercato locale, un artigiano che intreccia tappeti: ogni foto traboccava di amore per la gente, mostrando la vita animata di un paese che risplende della diversità, come un arcobaleno variopinto. Dalle fotografie del primo ministro Gandhi traspariva la ferma convinzione che ogni individuo è una parte preziosa e insostituibile dell’India. Con onestà e semplicità, ritraeva esperienze e scene di vita quotidiana: una tigre minacciosa con le fauci spalancate, gli operai in cantiere, il backstage di un concerto, dei parasoli in seta colorata. Molte delle sue foto sembravano dire: «Non c’è bisogno di fingere: risplendete così come siete!».

    […]

    Quando Rajiv Gandhi era piccolo, sua madre gli diceva: «Non devi avere paura della sofferenza. Il mondo è pieno di dolore, solo affrontandolo possiamo rafforzarci e diventare in grado di fare grandi cose». Ho incontrato per la prima volta il primo ministro Gandhi nel novembre del 1985, a Tokyo. Era trascorso appena un anno dalla sua elezione, dopo l’assassinio della madre Indira Gandhi (1917-1984), anche lei primo ministro indiano. Aveva un sorriso splendente e un portamento pieno di dignità. Percepivo la sua integrità e la sua determinazione. Pur essendoci incontrati una volta sola, le sue parole riverberano ancora nel mio cuore: «I giovani sono il nostro futuro». Prima di diventare primo ministro, Gandhi era stato un pilota di aerei. Poi, tenendo a mente le parole della madre, si buttò in politica senza temere gli ostacoli. Quando gli chiesero come si fosse sentito nell’abbandonare la professione di pilota che tanto amava, Gandhi rispose con un sorriso: «Al di là del tipo di lavoro, sentirci soddisfatti di ciò che stiamo facendo dipende da noi. Una volta presa una decisione, non ha senso rimpiangere il passato. Io non ho rimpianti. Non ho tempo per i rimpianti». Coloro che vivono rimanendo fedeli alle proprie convinzioni non hanno rimpianti. Voi che abbracciate il grande insegnamento del Buddismo di Nichiren non dovete mai avere rimpianti. Il Buddismo di Nichiren insegna il principio della “vera causa”, una filosofia di speranza che ci permette di avanzare continuamente con lo spirito “da questo momento in poi”. Poiché siete giovani possedete un potere illimitato. Potete trasformare tutti gli ostacoli, le difficoltà e i problemi in forza trainante per la vostra crescita. Il termine inglese per “arcobaleno”, rainbow, contiene al suo interno la parola “pioggia”: senza la pioggia non ci sono arcobaleni. Lo stesso vale per la vostra giovinezza: la scuola può essere impegnativa; forse avete problemi con gli amici o non siete così bravi come vorreste nello sport o nelle attività extrascolastiche, oppure non amate certi lati della vostra personalità. Ma tutte le lacrime che versate in silenzio e tutti i vostri sforzi faranno nascere nella vostra vita un bellissimo arcobaleno. Potete trasformare tutti i problemi e gli sforzi della gioventù in una pioggia benefica che vi permetterà di svilupparvi illimitatamente. Perché un arcobaleno risplenda in cielo c’è bisogno del sole. Nell’incoraggiare un discepolo che stava affrontando delle difficoltà, Nichiren Daishonin dice: «Quando c’è da soffrire, soffri; quando c’è da gioire, gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia, e continua a recitare Nam-myoho-renge-kyo» (Felicità in questo mondo, RSND, 1, 607). Recitando Daimoku possiamo creare valore da tutto, dai nostri punti di forza e dalle debolezze, dalle gioie e dai dolori, dai piaceri e dalle sofferenze. Chi recita Daimoku, a prescindere dalla situazione in cui si trova, vedrà nascere nel suo cuore il sole e l’arcobaleno della vittoria.

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