Cos’è il vero amore?
Le relazioni d’amore mettono in gioco vari aspetti della nostra esistenza e possono causare grandi gioie ma anche sofferenze profonde. Condividere o meno la vita con qualcuno è una libera scelta, ci sono persone che decidono di percorrere il proprio cammino da sole e non per questo sono meno felici.
A ogni modo, è nell’interazione con gli altri che possiamo migliorare la nostra vita trasformando quegli aspetti di noi che ci fanno soffrire. In tal senso, le relazioni sono la “cartina tornasole” che ci indica costantemente a che punto siamo della nostra rivoluzione umana.
Daisaku Ikeda scrive:
«Ci sono tanti punti di vista sull’amore quante sono le persone! Non penso che in questo campo ci possa essere una linea di condotta generale che accontenti i pareri di tutti. L’amore è una questione complessa, che rispecchia l’atteggiamento e la filosofia che ogni persona nutre verso la vita» (Amore e amicizia, Esperia, pag. 49)
Il fatto di avere una relazione d’amore non è automaticamente una garanzia di felicità.
Anzi… spesso le più grandi sofferenze della vita derivano proprio da una relazione d’amore!
La felicità non è determinata dalla relazione in sé ma risiede nella costruzione di un forte io, nel superare quelle debolezze e tendenze che ci fanno cadere preda delle emozioni. Non può esistere un vero amore tra due persone che si aggrappano l’una all’altra, ma solo tra persone forti e sicure della propria individualità, sincere, mature e indipendenti.
Pertanto, una relazione felice è innanzitutto determinata dalla nostra sfida interiore di “lucidare” noi stessi ed è il riflesso, come scrive il maestro Ikeda, dell’“atteggiamento e della filosofia che nutriamo verso la vita”. Ma spesso procediamo per tentativi ed errori… e questo ci permette pian piano di acquisire più consapevolezza di noi stessi e di ciò che vogliamo costruire.
Il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, parlando del matrimonio, incoraggiò così un gruppo di giovani donne:
«La felicità del vostro matrimonio chiama in causa lo spirito con cui voi affrontate il lungo viaggio della vita. Se il vostro obiettivo è quello di conseguire la felicità tramite la fede, la felicità della vita coniugale ne deriverà come naturale conseguenza» (RU, 7, 122)
UN’OCCASIONE PER MANIFESTARE IL VALORE DELLA NOSTRA VITA
Quanto alle sofferenze d’amore, queste possono minare la nostra autostima e farci perdere la volontà di andare avanti. Ma possono anche diventare una grande occasione per tirare fuori il valore autentico della nostra vita, decidendo di approfondire quanto siamo preziosi e insostituibili.
Nichiren Daishonin scrive:
«Se vuoi liberarti dalle sofferenze di nascita e morte che sopporti dal tempo senza inizio e ottenere sicuramente la suprema illuminazione in questa esistenza, devi cogliere la mistica verità che è originariamente inerente a tutti gli esseri viventi. Questa verità è Myoho-renge-kyo. Di conseguenza recitare Myoho-renge-kyo ti permetterà di cogliere questa mistica verità innata in tutti gli esseri viventi» (RSND, 1, 3)
Grazie alla recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, allo studio del Buddismo e alla pratica per gli altri possiamo manifestare l’autentica natura della nostra vita e una grande forza vitale. A lungo andare, questo allenamento diviene la base su cui poggia la nostra esistenza e ci permette di godere pienamente anche della relazione con l’altra persona. Il maestro Ikeda scrive:
«Se si finisce per trascurare le proprie responsabilità, se si dimentica lo scopo della propria vita a causa di una relazione amorosa, si è certamente su una strada sbagliata. In una relazione sana due persone si incoraggiano a vicenda per conseguire i rispettivi obiettivi e condividono speranze e sogni. Una relazione d’amore dovrebbe essere continua fonte di ispirazione, energia e speranza» (Amore e amicizia, Esperia, pag. 47)
L’IMPORTANZA DEL RISPETTO
L’amore è un’emozione meravigliosa ma come tutte le emozioni muta facilmente, come le onde del mare… a volte sono piatte, altre volte travolgenti. Il Buddismo non nega le emozioni e allo stesso tempo mette al centro il rispetto reciproco, che rappresenta quella corrente sotterranea che scorre costante, indipendentemente dalle onde in superficie.
Rivolgendosi in particolare ai giovani uomini, il maestro Ikeda scrive:
«Mi farebbe piacere vedere gli uomini più cortesi e più attenti verso le donne. Gli uomini dovrebbero sempre ricordarsi di rispettare le donne, sostenendole nel migliore dei modi. […] Dovrebbero diventare forti, compassionevoli e adulti, in modo da prendersi a cuore la felicità delle loro compagne per tutta la vita. Questa è la qualità che gli uomini dovrebbero coltivare ed è anche l’espressione del vero amore.
Ai ragazzi vorrei anche dire: pensate al momento nel quale avrete anche voi una figlia. Se lei si innamorasse, come vorreste che fosse trattata? Se non riuscite a immaginare quel tipo di relazione, allora non siete ancora pronti per amare» (Ibidem, pag. 56)
Questa è una guida universale che si applica a tutti e tutte. Rispettare l’altro, o l’altra, implica comprendere innanzitutto cosa sia il rispetto di sé, significa rispettare la natura di Budda in noi stessi e comprendere che questa condizione vitale esiste anche nella vita di ogni altra persona.
Cos’è il rispetto di sé? Significa prendere coscienza delle proprie potenzialità e capacità, stabilire una relazione con se stessi basata sull’apprezzamento, sul desiderio di prendersi cura di sé e del proprio miglioramento personale.
Si tratta di qualità che generalmente si acquisiscono in famiglia, grazie all’amore e alla fiducia che ci vengono trasmessi da genitori e familiari. Tuttavia, per le ragioni più varie, non sempre questo avviene. Tutti noi dobbiamo inevitabilmente confrontarci con il nostro karma, ma grazie alla pratica buddista possiamo trasformare qualsiasi situazione e coltivare un profondo amore e rispetto verso la nostra vita. Così facendo, possiamo trasformare il karma non solo della nostra famiglia futura, ma anche della nostra famiglia di origine…
Quando recitiamo Daimoku per costruire il rispetto, emerge in noi la saggezza che ci permette di individuare in ogni istante le situazioni e i comportamenti in cui non ci stiamo basando sul rispetto. Proprio nel momento in cui riconosciamo che non stiamo rispettando noi stessi o l’altra persona, possiamo impegnarci in un processo di trasformazione, decidendo che tipo di persona vogliamo essere.
È FONDAMENTALE STARE BENE CON NOI STESSI
Nondimeno, se siamo concentrati solo su ciò che non abbiamo realizzato o su ciò che non siamo stati in grado di fare, più che sulle nostre qualità, anche senza volerlo finiremo per essere poco gentili e compassionevoli verso noi stessi. E il nostro ambiente rifletterà questo nostro atteggiamento interiore, proprio come insegna il principio buddista di non dualità di vita e ambiente.
Se vogliamo accrescere la capacità di sostenere gli altri è indispensabile sviluppare nei confronti della nostra vita un grado di compassione pari a quello che cerchiamo di avere nei confronti delle persone che ci circondano.
Solo costruendo un saldo nucleo di fiducia nella nostra vita possiamo avere fiducia pienamente in un’altra persona, e solo costruendo una forte condizione vitale possiamo creare la felicità da tutto ciò che abbiamo intorno.
È importante comprendere che non è l’altra persona a renderci felice, ma è fondamentale stare bene con noi stessi, sentirci completi così come siamo. Allora possiamo condividere questa felicità con un’altra persona e costruire una relazione basata sulla fiducia, sullo scambio, sulla stima e sul rispetto reciproci.
UN PERCORSO DI CRESCITA CONDIVISA
L’amore vero si costruisce insieme, con pazienza e perseveranza, approfondendo giorno dopo giorno degli obiettivi e avanzando nella stessa direzione.
Questo percorso di crescita condivisa diventa la forza che ci fa andare avanti anche quando l’emozione si appiattisce e ci chiediamo che fine abbia fatto, e diventa motivo di stimolo per quei momenti in cui si incontrano svariati problemi che fanno naturalmente parte della vita.
In conclusione, si può affermare che una relazione d’amore può darci lo slancio per sviluppare la nostra capacità di amare. Come scrive il maestro Ikeda:
«Proprio amando sinceramente qualcuno diventeremo capaci di estendere questo amore all’intera umanità» (Ibidem, pag. 54)
Un amore di questo tipo può renderci più forti, elevarci e svilupparci come individui. Solo nella misura in cui si migliora e ci si “perfeziona” giorno dopo giorno, si potranno sviluppare meravigliosi legami di cuore.
Le relazioni sono il riflesso del nostro atteggiamento verso la vita
Ogni giorno durante Gongyo recitiamo questo passo:
«Desiderano con un’unica mente vedere il Budda anche a costo della vita» (SDL, 317)
Ciò significa desiderare con tutto il cuore di vedere la nostra Buddità, il nostro splendore umano, e aprire un nuovo livello di consapevolezza del nostro potere interiore, di compassione e di rispetto verso sé e gli altri.
Questa frase sottolinea inoltre quanto sia importante, anche per quanto riguarda l’amore, lo scopo a cui decidiamo di dedicare la nostra vita, in altre parole qual è l’obiettivo che più abbiamo a cuore.
Anche le nostre relazioni, comprese quelle d’amore, sono infatti il riflesso del nostro atteggiamento fondamentale nei confronti della vita.
Se desideriamo profondamente la felicità di tutte le persone e la fioritura di tutte le loro potenzialità – se, in altre parole, desideriamo sinceramente dedicarci al movimento per la pace che chiamiamo kosen-rufu – arriveremo coerentemente alla decisione di vivere una relazione di valore, sperimenteremo le circostanze più adatte per realizzare la nostra missione e potremo costruire una famiglia armoniosa, partendo sempre dal rispetto verso noi stessi e verso ogni altra persona.
BIBLIOGRAFIA PER APPROFONDIRE
- Amore e amicizia, Esperia, pagg. 45-60
- Crescita senza fine (NR, 297)
- Il lato oscuro dell’amore (NR, 438)
- Anelare a vedere il Budda (NR, 490)
- La rivoluzione umana, vol. 7 pagg. 111-118
- La rivoluzione umana, vol. 8, pagg. 189-190
- La nuova rivoluzione umana, vol. 30, pagg. 338-339 e pagg. 384-386
Potete inviare le vostre domande su questo tema all’email nuovo.rinascimento@sgi-italia.org
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• Qual è il punto di vista del Buddismo sulle relazioni?
• Genitori e figli, una profonda relazione karmica
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