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Un abbraccio atteso da oltre cinquant’anni - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:34

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Un abbraccio atteso da oltre cinquant’anni

Michela Bayou Brooks, Treviso

Grazie ad una pratica buddista costante, Michela sviluppa coraggio e compassione e riesce a trovare ed abbracciare suo papà dopo cinquant’anni

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Quindici anni fa ricevetti un immenso regalo da parte del sassofonista del mio gruppo musicale, una sera, durante le prove, mi parlò del Buddismo e poco dopo mi chiese di partecipare a un incontro. Dissi subito di sì e così, dopo una settimana, sentii per la prima volta nella mia vita il suono meraviglioso di Nam-myoho-renge-kyo. Fu sorprendente ed emozionante.
All’epoca ignoravo che quello sarebbe stato l’inizio della mia rivoluzione umana.
Recitavo Daimoku ovunque, sebbene in modo discontinuo, e il mio carattere espansivo mi agevolava nel condividere la mia scoperta con gli altri. Misi subito molti obiettivi.
In quel periodo mia madre mi rivelò che mio padre, che fino a quel momento credevo morto in Vietnam, in realtà era vivo: ancora oggi non riesco a descrivere la felicità mista a sgomento provata in quel momento!
Pur non sapendo come, determinai con tutto il cuore che lo avrei incontrato.
Avevo quarant’anni ed ero incinta di Giacomo, la mia vita grazie alla pratica buddista si stava “misticamente” sbloccando.
Tenevo stretta questa frase di Gosho nel mio cuore:

«Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si trasforma sempre in primavera» (L’inverno si trasforma sempre in primavera, RSND, 1, 477)

Infatti, la mia vita si trasformò. Grazie agli incoraggiamenti del maestro Ikeda, al sostegno dei miei compagni e a una fede sempre più forte, anche le situazioni più difficili, come la separazione per violenza familiare, i demansionamenti al lavoro, gli atti razzisti e la mancanza costante di soldi, assumevano una connotazione nuova, come preziose opportunità per mettere alla prova la mia determinazione.
La nostra vita, la nostra storia, il modo in cui trasformiamo i nostri “inverni in primavera” è questo che trasmettiamo agli altri quando parliamo loro di Buddismo, utilizzando la nostra esistenza per la preziosa missione di kosen-rufu!
Nel corso degli anni mi sono sfidata a recitare molto Daimoku e a condividere il Buddismo con gli altri e quattro miei amici hanno ricevuto il Gohonzon. Mi sono anche impegnata a sostenere le mie compagne di fede… sentivo però che potevo fare di più, e ho capito che era giunto il momento di trasformare la mia vita colmando quel vuoto che avevo dentro legato alle mie origini. Soprattutto, ho deciso che volevo svegliarmi la mattina e sentirmi veramente felice.
Dopo trent’anni di lavoro nel commercio, ho ripreso ancora una volta in mano la mia vita con il forte desiderio di creare valore attraverso l’arte con fede e coraggio. Lasciai quello che era un lavoro sicuro per dedicarmi a ciò che avevo da sempre nel cuore. Inoltre, determinai con una nuova forza di trovare mio padre e a tal fine iniziai a fare diverse azioni.
Una mattina di novembre del 2022 ho ricevuto una chiamata da un caro amico di Los Angeles, che aveva contattato una sua amica avvocato che aveva preso a cuore la mia ricerca ed era riuscita a trovare molte informazioni relative a un veterano del Vietnam, di stanza in Italia nel ‘68 alla base americana di Aviano, abitante (perciò ancora vivo!) a Columbus Ohio. Allegato al file c’era un numero di telefono. Non potevo credere che dopo cinquantacinque anni l’universo si fosse organizzato per farmi questo immenso regalo!
Recitavo Daimoku e guardavo quel numero di telefono incredula. Con il cuore a mille telefonai. Il telefono squillava… ma nessuno rispondeva. “Vedi? Non è destino…” mi son detta. Ma non potevo arrendermi! Ho richiamato dopo cinque minuti e dall’altra parte una voce bellissima mi ha risposto:
«Hello?»
E io: «Sono Michela e cerco Clarence Brooks».
Mi ha risposto: «Io sono Clarence Brooks».
«Allora io forse sono tua figlia!»
Dopo cinque secondi interminabili mi risponde: «Aspettavo questa telefonata da tutta la vita!».
Lo avevo trovato! Che gioia immensa. 
Ho capito solo in quel momento che i miei quindici anni di pratica buddista mi erano serviti per arrivare ad affrontare quel momento con coraggio e compassione e andare verso un uomo che pur sapendo di avere una figlia, non mi aveva mai cercato. A gennaio sono andata a Colombus e ho incontrato per la prima volta mio papà. Poco prima di scendere dall’aereo mi chiedevo “Chissà cosa penserà? Chissà come sarà incontrarlo?”. Quando si è avvicinato con la macchina ho aperto la portiera, mi sono lanciata dentro e l’ho abbracciato. Ero emozionatissima. Mentre eravamo in macchina abbiamo ascoltato Jazz e cantato insieme… Ora ci sentiamo tutti i giorni e il mio prossimo obiettivo è portarlo in Italia, fargli conoscere mio figlio – che gli somiglia molto – e farlo incontrare di nuovo con mia madre.
In questi anni mi chiedevo perché riuscissi a raggiungere tanti obiettivi ma per quanto mi impegnassi non riuscivo a trovare mio padre. Poi ho compreso che ogni cosa arriva al momento giusto. Nichiren Daishonin scrive:

«Il viaggio da Kamakura a Kyoto dura dodici giorni: se viaggi per undici giorni e ti fermi quando ne manca uno solo, come puoi ammirare la luna sopra la capitale?» (Lettera a Niiike, RDSN,1, 911)

In definitiva, è importante avere il coraggio di non arrendersi mai ricordandoci che il mondo d’inferno contiene al suo interno anche la Buddità. Recitando Nam-myoho-renge-kyo puliamo “lo specchio” della nostra vita e impariamo che le avversità sono un allenamento necessario al raggiungimento di obiettivi più grandi legati alla nostra felicità e a quella degli altri.  In definitiva, siamo tutti collegati (la ragazza americana che ha trovato il contatto di mio padre è membro della Soka Gakkai, mistico no?).
La mia determinazione è continuare a dare prova del grande potere della Legge mistica, perché condividere anche le più piccole trasformazioni personali può essere di grande aiuto per chi, trovandosi in situazioni simili, pensa di non avere via d’uscita.
Siamo tutti Budda e siamo nati in questo mondo per essere felici!

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