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Ultima tappa del ciclo di studio con Saito - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:35

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Ultima tappa del ciclo di studio con Saito

Gli scritti “L’eredità della Legge fondamentale della vita” e “L’apertura degli occhi” sono stati scelti da Katsuji Saito, responsabile del Dipartimento di studio della Soka Gakkai Internazionale, per concludere il ciclo tenuto negli ultimi anni in Europa. Saito ha tracciato un percorso che riassume i temi fondamentali della filosofia del Daishonin

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Gli scritti “L’eredità della Legge fondamentale della vita” e “L’apertura degli occhi” sono stati scelti da Katsuji Saito, responsabile del Dipartimento di studio della Soka Gakkai Internazionale, per concludere il ciclo tenuto negli ultimi anni in Europa. Saito ha tracciato un percorso che riassume i temi fondamentali della filosofia del Daishonin

Mantenere la determinazione di partecipare a questo ultimo appuntamento del corso triennale tenuto da Katsu­ji Saito, responsabile del Dipartimento di studio della Soka Gakkai Internazionale, è stato l’impegno dei 464 partecipanti che da tutta Europa si sono riuniti a Milano dal 15 al 18 luglio per approfondire insieme il Buddismo di Nichiren Daishonin. Proprio perché – come ha ribadito lo stesso Saito – è tradizione della Soka Gakkai “vivere” lo studio concretizzandolo nella propria esistenza, l’impegno di questi tre anni ha permeato la vita dei partecipanti ed è stato uno stimolo a trasmettere quanto imparato. Si è percepito tutto questo, nell’atmosfera densa ma nel contempo allegra, in cui sono fioriti quei legami di amicizia indispensabili per creare “Un’Europa con sensei” (One Europe with sensei), slogan del corso che è soprattutto la promessa di diffondere la suprema filosofia della vita. Con questo intento, in apertura, Saito si è rivolto ai partecipanti, esprimendo la determinazione di intrattenere con loro dialoghi sinceri. Rivolgendo i più calorosi saluti del presidente Ikeda ha comunicato le aspettative del maestro per questo corso, che ha valicato i confini europei e generato nuovi impulsi anche in Giappone: i membri giapponesi esprimono un grande interesse per le domande poste dai compagni di fede europei e ciò costituisce uno stimolo prezioso ad approfondire ulteriormente la filosofia buddista.

Lo spirito della Soka Gakkai

Questo seminario conclusivo, che ha attraversato temi diversi, complessi e correlati a quelli affrontati negli anni precedenti (La dottrina dei benefici, L’apertura degli occhi e L’eredità della Legge fondamentale della vita), ha assunto in modo ancora più definito i tratti di una eredità spirituale, perché vissuto e spiegato seguendo un preciso filo conduttore, lo spirito della Soka Gakkai, ovvero i due aspetti della pratica del bodhisattva: il desiderio dell’Illuminazione personale e la compassione per salvare l’umanità. Questo desiderio del Budda è anche il desiderio condiviso di maestro e discepolo. Oltre all’approfondimento dottrinale, Saito si è soffermato a lungo sul metodo e sull’atteggiamento da assumere nella trasmissione del Buddismo, traendo costante ispirazione dall’allenamento impartitogli da sensei, sin da quando era un giovane studente, a impegnarsi in uno studio attivo, non solo teorico. “Vincere o perdere” o “È il cuore che è importante” sono concetti che prima del presidente Ikeda nessuno aveva chiarito con questa aderenza della dottrina buddista alla vita quotidiana. Ogni parola di Saito è stata sostanziata da questa esperienza accanto al maestro: partecipare alle riunioni di Centro con sensei – ha sottolineato, ad esempio – è come vivere con la propria vita L’apertura degli occhi. Osservandolo, percependo il suo calore verso le persone, il suo spirito combattivo, possiamo capire cosa desideri trasmetterci per superare qualsiasi ostacolo e portare avanti il movimento nel futuro.

Il tempo di kosen-rufu

Approfondire la dottrina buddista è fondamentale per coloro che si impegnano nella lotta per realizzare il desiderio di kosen-rufu, che si sforzano per aiutare le persone a diventare felici. Ed è questo “il tempo”. Proprio questo momento difficile è il tempo per approfondire il principio della trasformazione del veleno in medicina che permette di salvare tutte le persone. «Avanziamo sul cammino sicuro verso la vittoria della vita accendendo la fiamma della speranza nel nostro cuore» ha affermato Saito. «Nel mondo contemporaneo, i membri della SGI portano avanti questa pratica per sé e per gli altri, di conseguenza sperimentano i veri benefici». Noi e gli altri che diventiamo felici insieme, una “vita basata sul grande bene”: questa è la strada di Soka, questo è il massimo valore che un essere umano possa esprimere.

Un costante spirito di ricerca

Spiegando L’apertura degli occhi, per sollecitare lo spirito di ricerca dei suoi “studenti”, Saito ha più volte sottolineato la difficoltà e l’importanza di questo Gosho, come ribadisce Ikeda: «Questa Legge essenziale è l’insegnamento fondamentale per concretizzare il mutuo possesso dei dieci mondi e manifestare il mondo di Buddità nella propria vita. Non solo spiegare questo insegnamento è di per sé difficile, ma condividerlo con gli altri, una persona alla volta, e mettere ognuno in grado di concretizzarlo nella propria vita, lo è ancora di più» (D. Ikeda, L’apertura degli occhi. Lezioni sugli scritti di Nichiren Daishonin, Esperia, pag. 11). Lo studio di questo Gosho diviene dunque essenziale per chiarire come si possa ottenere la Buddità nel mondo reale: per questa ragione non dobbiamo rimanere intrappolati nel significato letterale del testo ma coglierne l’insegnamento nascosto. Allo stesso modo, è importante approfondire costantemente per non cadere nel tranello che porta a pensare, man mano che si avanza nella pratica, di aver compreso i prìncipi buddisti, di sapere come “funziona” la vita. Rafforzare la fede e continuare a studiare i tre ostacoli e i quattro demoni ci permette di riconoscerli, di individuare la funzione demoniaca quando si manifesta nella nostra vita, smascherando il modo in cui interviene per confonderci e per sviarci dall’insegnamento.

Diventare esperti di un Gosho

Un’attenzione particolare, nel corso di questi anni, è stata rivolta all’atteggiamento con cui leggere il Gosho, alla possibilità che abbiamo, attraverso le parole di Nichiren, di entrare in contatto con il suo immenso stato vitale, con il suo ardente spirito di proteggere e salvare le persone. Afferma Ikeda: «Leggere il Gosho […] significa essere irradiati dal suo spirito di dedizione a kosen-rufu» (ibidem, pag. 15). A questo proposito Saito ha rivolto un invito ai membri della Divisione giovani: diventare esperti di un Gosho a tal punto da poter tenere una lezione su di esso; sceglierne uno di media lunghezza e studiarlo in maniera esaustiva, cercando di comprenderne a fondo il significato, di conoscerlo parola per parola senza salti o esclusioni. Approfondire un singolo Gosho con questa attenzione permette di comprendere i princìpi, i grandi temi contenuti in tutti gli scritti del Daishonin: la fede e la preghiera, il cuore del maestro, la pratica e il comportamento da essere umano, il significato del Sutra del Loto.

Non lesinare la propria vita e lo spirito di non regressione

Tra le righe del Gosho e delle spiegazioni di Ikeda, un tema ricorrente è stato l’atteggiamento da assumere nella pratica e nella fede. “Non lesinare la propria vita”, ha precisato Saito nel corso di una sessione di domanda e risposta, non significa trascurare la propria esistenza ma, al contrario, scegliere il modo di vivere che la fa brillare al suo massimo. Il punto fondamentale risiede sempre nelle motivazioni che stanno alla base delle nostre azioni: da questo punto di vista, “non lesinare” non significa sacrificare ma chiarificare, sapere per quale motivo vogliamo vivere, allenare il nostro stato vitale anziché essere catturati dal nostro piccolo io. Vivere con coraggio basandosi sul Sutra del Loto significa mettere in pratica lo spirito di non lesinare la propria vita. Altro elemento fondamentale è “lo spirito di non regressione”, la forza di non retrocedere dinanzi alle difficoltà: un voto è tale se lo si porta avanti per sempre. Bisogna sviluppare costantemente il coraggio di alzarsi da soli, il coraggio che ci spinge a lottare senza scappare, accettando le sfide. E insieme a esso coltivare l’impegno per gli altri, la pratica del bodhisattva, sviluppare la concentrazione e il cuore calmo che non si lascia guidare dall’emotività. A prima vista potrebbe sembrare che Nichiren ignori i sentimenti umani ma in realtà ci sta insegnando il modo corretto di vivere: sebbene i sentimenti siano importanti, se a causa di essi ci allontaniamo dalla pratica, stiamo confondendo le cose essenziali con quelle secondarie. Per questo non bisogna mai alimentare un cuore dubbioso; le lamentele sono come “crepe nel cuore” che lasciano entrare l’oscurità.

Da vita a vita

Saito ha concluso gli intensi giorni di studio esortando i giovani a ereditare in unità il desiderio di kosen-rufu per la felicità del genere umano. L’obiettivo è realizzare la pura terra dove siamo ora, nel mondo di saha, far sì che nell’umanità si radichi questa filosofia della dignità della vita. Kosen-rufu è un compito eterno che può essere nutrito solo dalla trasformazione spirituale di ogni singola persona, poiché la Legge può essere trasmessa solo entrando in contatto con il carattere umano del Budda. Afferma Daisaku Ikeda: «Il valore della Legge si rivela solo quando la insegniamo agli altri» (ibidem, pag. 49). Così accadde a un bambino che, grazie alla sincerità di un responsabile che ogni giorno attraversava la città per incoraggiare i suoi genitori, anche solo per recitare tre Daimoku con loro, ha sentito per la prima volta il desiderio di conoscere la Soka Gakkai. Prima ancora di scoprire, crescendo, la sua passione per la dottrina buddista, molto prima di diventare il responsabile del Dipartimento di studio della Soka Gakkai Internazionale.

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I testi commentati / L’apertura degli occhi
Lo spirito e la pratica del devoto del Sutra del Loto

L’apertura degli occhi è uno dei cinque trattati più importanti di Nichiren Daishonin, scritto nel nono mese del 1272, mentre era in esilio a Sado. È un Gosho lungo e complesso, che spiega perché il Buddismo di Nichiren può condurre le persone della nostra epoca a conseguire l’Illuminazione. «In un momento così particolare nella storia della Soka Gakkai – ha affermato Saito – studiare questo Gosho fornirà una base di crescita per il nostro movimento».
Attraverso questo trattato Nichiren voleva “aprire gli occhi a tutte le persone”, vale a dire risvegliarle alla comprensione dell’insegnamento corretto e del maestro in grado di trasmetterlo.
L’apertura degli occhi testimonia la condizione vitale, lo spirito, il comportamento e le azioni di Nichiren come Budda dell’Ultimo giorno della Legge.
Nella prima parte del Gosho viene illustrato il principio del mutuo possesso dei dieci mondi, celato nella profondità del Sutra del Loto, che consente a tutte le persone di conseguire l’Illuminazione. La preoccupazione centrale di Nichiren è quella di fare emergere la Buddità dalla vita delle persone comuni e di fornire a ciascuno il mezzo per renderla manifesta in modo concreto.
Nella seconda parte Nichiren dimostra, attraverso prove documentarie e teoriche, la sua affermazione di essere il devoto del Sutra del Loto e, come tale, di possedere le tre virtù di sovrano, maestro e genitore. Per circa quaranta pagine offre numerose prove dottrinali per fornire una risposta esauriente e definitiva ai dubbi che perfino i suoi discepoli avevano manifestato a tale proposito. L’argomentazione principale di Nichiren è legata al fatto che solo lui ha affrontato i tre potenti nemici. Infine, per fugare ogni dubbio, dichiara apertamente il suo voto. Nichiren chiarisce poi la necessità di non regredire nella fede e di fare proprio il grande voto del Budda, attualmente tramandato all’interno della Soka Gakkai.
L’apertura degli occhi è la quintessenza degli insegnamenti di Nichiren perché chiarisce lo spirito e la pratica del devoto del Sutra del Loto, mettendo in evidenza l’importanza determinante del voto.
Laura Barbieri

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I testi commentati / L’eredità della Legge fondamentale della vita
La testimonianza nella propria rivoluzione umana

Questa lettera è stata inviata nel secondo mese del 1272 a Sairen-bo, un ex prete Tendai che, per ragioni non chiare, si trovava in esilio come Nichiren a Sado. Pare che Sairen-bo si fosse convertito all’insegnamento di Nichiren dopo aver assistito al dibattito pubblico di Tsukahara, nel quale Nichiren confutò con grande efficacia gli insegnamenti di varie scuole. Sairen-bo era un prete di grande cultura a cui il Daishonin inviò diversi Gosho importanti.
Nella prima parte della lettera, Nichiren afferma che Nam-myoho-renge-kyo è l’eredità della Legge fondamentale della vita trasmessa dal Budda a tutti gli esseri viventi. Stabilito che la Legge fondamentale è inerente alla vita degli esseri umani, Nichiren spiega che l’eredità della Legge fluisce nelle vite dei suoi discepoli che si adoperano in perfetta unità in accordo con lui per realizzare la felicità dell’umanità.
Il maestro è colui che desidera fare ereditare a tutto il genere umano la Legge per conseguire la Buddità. Di conseguenza, il maestro stimola il discepolo, lo aiuta a ricordare questo grande desiderio, a riscoprire questa promessa che giace nella profondità della vita.
Ricordare il più profondo desiderio inerente alla vita e vivere per realizzarlo è l’essenza del legame fra maestro e discepolo. Tuttavia non si tratta di una consapevolezza teorica o astratta, bensì di una continua battaglia per realizzare concretamente questo desiderio, con un impegno incessante, perché l’eredità della Legge è rivolta a tutti gli esseri viventi. Infatti la trasmissione della Legge avviene attraverso la testimonianza diretta della propria rivoluzione umana. Riconoscere la presenza della Legge nella propria vita significa, in sostanza, rivoluzionare se stessi.
l.b.

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